9 luglio 2011

Siria, l'appello al mondo dalla comunità monastica di Deir Mar Musa


DENTRO IL MONASTERO
Il gesuita Paolo Dall’Oglio chiede aiuti concreti a tutto il mondo. Il suo racconto rilanciato dall’agenzia Misna e dalla rivista “Popoli”
Redazione
ROMA - “La situazione politica resta impantanata. Una parte della popolazione si è radicalmente sbilanciata verso il cambiamento, soffrendo perdite umane e venendo costretta a volte a rifugiarsi altrove. Un’altra parte è stata coinvolta, anzitutto moralmente, nella deriva della repressione, piange anch’essa i suoi morti, s’affligge per i feriti e in generale per una situazione che sempre più appare compromessa”: è uno dei passaggi più significativi di un appello diffuso dalla comunità religiosa del Khalil che conduce diverse attività nei monasteri di Mar Eliyan e di Deir Mar Musa.
Nel suo documento, la comunità del Khalil si auspica una “solidarietà mediterranea” e un impegno generale per evitare posizioni estreme: “Quello di un massimalismo democratico che non si fa carico delle lentezze concrete delle evoluzioni locali e quindi rischia di favorire la violenza… l’altro, speculare al primo, nella pratica di una specie di relativismo folklorico per giustificare le arretratezze più scandalose e i connessi profitti commerciali”.
L’appello è rivolto a chiunque possa aiutare soprattutto economicamente le attività dei monasteri che stanno risentendo della crisi siriana in corso da marzo e che dallo scorso aprile non ricevono più turisti. “Fino a Pasqua siamo stati assediati da centinaia di visitatori” scrivono nell’appello pubblicato dalla rivista dei gesuiti ‘Popoli’, sottolineando come adesso turisti e visitatori siano stati sostituiti da numerosi giovani bisognosi di tutto che “cercano di reagire con lavoro e impegno” alla complessa situazione interna della Siria.
“Ci vuole un miracolo perché il cambiamento si faccia pacificamente – continua l’appello – siamo in tanti qui in Siria a invocarlo sui due fronti, quello dell’innovazione e quello della conservazione… Lo spazio della mediazione sta crescendo. Riunioni importanti di una parte dell’opposizione sono state autorizzate e un dibattito comincia a prendere forma. A questo si attacca la volontà popolare di non sprofondare nella guerra civile e nella frantumazione dell’unità nazionale”.

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