30 agosto 2011

ASIA/PAKISTAN - "Anno della Missione": focus sul ruolo dei cristiani e sui diritti per le minoranze religiose


Karachi (Agenzia Fides) - I diritti, le libertà, il ruolo dei cristiani all'interno della società pakistana, la lotta all'estremismo, l'evangelizzazione, l'armonia interreligiosa: saranno questi i temi al centro dell'Anno della Missione, lanciato dalla Chiesa cattolica in Pakistan, in occasione del 60° anniversario di fondazione delle Pontificie Opere Missionarie nel paese. L'iniziativa, che si aprirà ufficialmente il 30 settembre e vedrà coinvolte tutte le diocesi pakistane, cade in un periodo difficile per la comunità dei fedeli cristiani in Pakistan (circa il 2% della popolazione), vittime di minacce, violenze, discriminazioni, evidenti limitazioni della libertà religiosa.
"Non vi sono passi avanti sulla condizione dei cristiani in Pakistan" dice all'Agenzia Fides p. Mario Rodrigues, Direttore Nazionale delle Pontificie Opere Missionarie nel paese. "Non ci sentiamo al sicuro e non siamo sufficientemente tutelati. E' vero che durante il mese del Ramadan (il mese del digiuno islamico) non abbiamo subito violenze, ma credo dipenda solo dal fatto che durante il Ramadan anche i gruppi integralisti sospendano le loro attività violente". 
"Come fedeli cristiani e cittadini pakistani - prosegue - intendiamo interrogarci sul nostro ruolo e sul contributo specifico che possiamo e vogliamo dare alla nazione, per costruire un paese realmente democratico, dove siano rispettati i diritti di tutti. Vogliamo costruire l'armonia, la pace e il bene comune del paese, insieme con tutti gli uomini di buona volontà: con quest'animo inizieremo l'Anno della Missione, che punterà a sensibilizzare tutte le comunità cristiane presenti in Pakistan, perché i valori del Vangelo possano illuminare il Pakistan di oggi".
P. Rodrigues vive a Karachi, città sconvolta nei giorni scorsi da numerosi attentati e violenze indiscriminate, anche verso i luoghi di culto, e dove tuttora la tensione resta molto alta: "Attentati nelle moschee, vite innocenti spezzate, anche la chiesa cattolica di San Giuseppe colpita da vandali alcuni giorni fa: la situazione è difficile e la gente ha molta paura. Chiediamo al governo locale e federale di prendere misure adeguate per garantire la pace sociale e combattere con decisione ed efficacia i gruppi terroristi che intendono destabilizzare il paese".
Riferendosi all'esecutivo, il Direttore delle POM dice: "Il governo ha promesso un nuovo Ministero federale per l'Armonia interreligiosa, ma non è ancora stato ufficialmente formato. Vogliamo vedere i fatti, non solo i proclami, nella speranza che possa giovare alle minoranze religiose".
Sull'entrata in vigore della legge del 2010, che prevede l'assegnazione di 4 seggi in Senato, riservati alle minoranze religiose (uno per ogni provincia), p. Rodrigues si dice "contento per la maggiore rappresentatività delle minoranze religiose in Parlamento", sperando che "sia la giusta strada per avere la voce di alcuni cristiani nelle sedi istituzionali". (PA)

Fonte: www.fides.org

29 agosto 2011

Declaración conjunta a un año de la masacre de las 72 personas migrantes en San Fernando


Un año después recordamos y reafirmamos nuestro dolor e indignación, al marcar el primer aniversario de la masacre de 72 de nuestras hermanas y hermanos migrantes de origen hondureño, salvadoreño, guatemalteco, ecuatoriano y brasileño en San Fernando, Tamaulipas.
No permitiremos que este crimen masivo de lesa humanidad se sume a otros donde ha prevalecido la impunidad y la indiferencia. La masacre señalada fue el resultado predecible y prevenible de las políticas migratorias y de "seguridad" del estado mexicano, que han fomentado condiciones de militarización, vulnerabilidad y criminalización de los migrantes al intentar ejercer su derecho a migrar con dignidad y sin violencia por territorio mexicano. Este derecho ha sido vulnerado sistemáticamente por autoridades estatales de todos los niveles en complicidad con sectores de la delincuencia organizada, produciendo más de 20,000 secuestros documentados de migrantes anualmente en los últimos tres años, y un patrón recurrente de asesinatos y violaciones, reflejado en parte en las fosas comunes que se han ido descubriendo en todo el país. ¡Ya Basta!, ¡no en nuestro nombre!
Escribimos también para apoyar la solicitud de medidas cautelares presentada ante la Comisión Interamericana de Derechos Humanos (CIDH) en nombre de los derechos a la verdad, justicia, reparación integral, y no repetición de los hechos, de los familiares de las víctimas de la Masacre y de las fosas comunes; para solidarizarnos con los esfuerzos para procesar y castigar a los responsables del asesinato de nuestro hermano el migrante guatemalteco Julio Fernando Cardona Agustín, y de las agresiones y amenazas contra los albergues de migrantes en Tultitlán, Ixtepec, Saltillo, y en todo el país; para insistir en el seguimiento público y cumplimiento pleno de las recomendaciones hechas por el Relator sobre Trabajadores Migratorios y Miembros de sus Familias de la CIDH como resultado de su reciente visita, y las recomendaciones del Informe sobre la Situación General de los Derechos de los Migrantes y sus Familias preparado por numerosas organizaciones de la sociedad civil, como marco imprescindible para la debida reglamentación de la Ley de Migración y la reforma de las políticas migratorias; y del establecimiento inmediato de un mecanismo legal de tránsito seguro (visa transmigrante o eliminación de visas para países de origen de migrantes) para aquellas personas que buscan cruzar el territorio mexicano. Apoyamos también el seguimiento de estos temas por el Tribunal Internacional de Conciencia de los Pueblos en Movimiento y el Tribunal Permanente de los Pueblos como casos emblemáticos y asuntos prioritarios, y por la Caravana del Sur del Movimiento por la Paz con Justicia y Dignidad.

Msgr. Raúl Vera López, Obispo, Diócesis de Saltillo, Premio Rafto de Derechos Humanos 2010

Padre Miguel Concha Malo, Director, Centro de Derechos Humanos "Fray Francisco de Vitoria” y asesor, Movimiento por la Paz con Justicia y Dignidad

Miguel Álvarez Gandara, Presidente, SERAPAZ

Padre Alejandro Solalinde, Coordinador Pastoral de la Movilidad Humana Región Pacífico-Sur, Alberque Hermanos en el Camino, Ciudad Ixtepec, Oaxaca

Padre Pedro Pantoja, Director, Belén, Casa del Migrante, Saltillo, Coahuila

Padre José Rosario Marroquín, Director, Centro de Derechos Humanos Miguel Agustín Pro Juárez
(Centro Prodh)

Ana Lorena Delgadillo, Fundación para la Justicia y el Estado Democrático de Derecho

José Jacques Medina, exDiputado federal migrante (2006-2009), Movimiento Migrante Mesoamericano, Red Migrante, Caravana Paso a Paso por la Paz

Clemencia Correa, Posgrado para la Defensa y Promoción de los Derechos Humanos, Universidad Autónoma de la Ciudad de México (UACM)

José Antonio Foronda, Camilo Pérez Bustillo: Secretariado, Tribunal Internacional de Conciencia de los Pueblos en Movimiento, Comisión sobre ejes migratorios del capítulo mexicano del Tribunal Permanente de los Pueblos (TPP) y Prevención, Capacitación y Defensa del Migrante (PRECADEM), A.C.

Red Nacional de Organismos Civiles de Derechos Humanos "Todos los Derechos para Todas y Todos". A. C.

"Il mio canto per i profughi". Sul palco artisti italiani e dal Maghreb: “la musica è accoglienza”


Ancona - Cantare il dramma dei profughi che attraversano il mare è una sfida coraggiosa. Significa tradurre in musica la tragedia e la speranza, la paura e l’accoglienza. La raccoglie Eugenio Bennato con Le carrette del mare nuovo progetto che debutta sabato prossimo ad Ancona nell’ambito del Festival Adriatico Mediterraneo. Con il fondatore della Nuova Compagnia di Canto Popolare e del Taranta Power, con cui ha rilanciato la tradizionale musica salentina, saliranno sul palco musicisti dal mondo arabo, dalla Calabria, dalla Campania.

Quello delle 'carrette del mare' è da settimane un tema di cronaca. Lo spettacolo nasce a ridosso di questi fatti?
No, viene da lontano. Lo spunto deriva da Ninna Nanna 2002, in cui cantavo il viaggio di un bambino attraverso il mare sui barconi della speranza. Ed è nel dna di Taranta Power, movimento che fondai con la lucida premonizione dell’esplosione della musica etnica del Sud e che già molti anni fa estesi alle energie delle altre sponde del Mediterraneo. È un tema, quindi, che ho a cuore da anni, e che ho deciso di trasformare in concerto prima degli ultimi eventi. Il fatto che sia di tragica attualità è dimostrazione della lungimiranza del progetto.

Che ruolo può avere la musica in questa situazione?
La musica, più che denunciare, sa ammorbidire i linguaggi e abbattere le distanze. La nostra è una terra che sa accogliere con il canto. Ad Ancona ci saranno artisti dalla Tunisia, dall’Algeria, dal Marocco. Voci che da anni ho voluto per ragioni estetiche nella mia musica. Il loro modo di intonare una frase musicale, infatti, è molto più simile a quello della nostra autentica tradizione delle voci rieducate dalla musica pop anglosassone.

Come sarà strutturato lo spettacolo?
Ruoterà attorno al mio concerto, costruito sulla riscoperta della musica popolare. È un filo conduttore che dà spazio in modo naturale a ospiti internazionali che avranno piena libertà di azione, con brani solistici e momenti di assieme. Sarà un concerto a più voci.

Ci saranno momenti 'politici'?
Certamente Mohammed El Alaoui porterà una testimonianza diretta della Primavera araba. Ero con lui a Casablanca il 20 febbraio quando migliaia di persone sono scese in piazza per chiedere riforme. Per il Marocco è diventata una data storica. In quell’occasione ho scritto un brano, Addio Sud, uno dei tanti inediti che canterò sabato: una ballata che racconta un fatto nuovo, quello di una terra che impara a muoversi sulle sue gambe, a prendere in mano il proprio destino, senza odi o fondamentalismi religiosi.

Oggi la taranta è diventato un vero fenomeno di costume. Lei, che è stato un pioniere del genere, come lo giudica?
Il revival della taranta è in grande salute. Lo si vede dalla richiesta sempre crescente. La gente si è accorta che una festa diventa davvero tale solo se usiamo in nostri strumenti. Mentre parlo sono in Calabria e qui non c’è festa di paese senza tarantella. È una moda? La preferisco di gran lunga a quella dei balli latino americani da villaggio vacanze.

Sta dicendo che quello che era nato come un recupero etnomusicologico è riuscito a fare il salto e a tornare popolare a tutti gli effetti?
Sì. E le dirò di più: sta diventando fenomeno di consumo. Lo dico in senso positivo. Lo indica il fatto che gli artisti della musica pop sentano sempre più il bisogno di contaminarsi, di riscattarsi con queste sonorità. È un grande segnale.

Qual è la sfida della taranta oggi?
Perde se la questione diventa protezionismo culturale. E tutto si rinchiude su se stesso se non intervengono gli artisti. Che sarebbe stato del flamenco se non avesse trovato nel suo percorso grandi artisti e grandi poeti, da Lorca a De Lucia, innovatori che hanno assunto su di sé la tradizione per proiettarla nel presente. La taranta deve battere il ritmo sulle istanze del presente: immigrazione, globalizzazione, l’abbandono del vittimismo del sud. Argomenti che vanno raccontati con quell’energia. (A. Feltrami – Avvenire)

26 agosto 2011

EUROPA/ITALIA - Al via la Settimana nazionale di formazione e spiritualità missionaria

Cassino (Agenzia Fides) - Si apre oggi, 26 agosto, la nona "Settimana nazionale di formazione e spiritualità missionaria" che introduce alle tematiche scelte per l'animazione missionaria delle comunità ecclesiali italiane nel nuovo anno pastorale 2011/2012. La Settimana si svolge quest'anno vicino al grande monastero benedettino di Montecassino, "luogo ideale di irradiazione della fede cristiana e origine di slancio missionario fin dal primo Millennio" scrive Don Gianni Cesena, direttore dell'Ufficio per la Cooperazione Missionaria della Cei, invitando all'appuntamento gli animatori diocesani e parrocchiali, i membri delle équipes di Uffici e Centri Missionari Diocesani, i responsabili missionari di Istituti e Congregazioni maschili e femminili, gli operatori di Ong e Onlus. Questo tempo di approfondimento, di preghiera, di formazione e di spiritualità, che si concluderà il 31 agosto, sarà dedicato alla riflessione sul tema "Testimoni di Dio, testimoni della misericordia", scelto per i sussidi di animazione 2011-2012, in consonanza con gli Orientamenti decennali della Chiesa in Italia sull'educazione e in ascolto degli avvenimenti di molti paesi del mondo, "dove i cristiani sono sempre più chiamati a essere testimoni di Dio in circostanze anche difficili o avverse". Nell'illustrare gli obiettivi della Settimana, viene sottolineato che "la testimonianza, che per sua natura è rimando a un Altro, non deve attrarre l'attenzione principale sul testimone (anche quando fosse un martire), bensì sul testimoniato, su Dio. Dall'altra parte, per «dire Dio» la Scrittura e i suoi testimoni orientano principalmente alla stupita e sempre rinnovata contemplazione del suo amore misericordioso. Tuttavia, il rimando alla misericordia di Dio, per essere autentico, chiede di farsi esperienza. Solo chi ha ricevuto personalmente misericordia - e dunque si è riconosciuto misero eppure amato - può annunciare in maniera credibile l'«incredibile» misericordia del Signore". (SL)

Fonte: www.fides.org

25 agosto 2011

Study Days... ultima giornata!


Study Days on The Salesian Mission and the Initial Proclamation of Christ in Oceania in the Context of Traditional Religions and Cultures, and Cultures in the Process of Secularization. Port Moresby (Papua New Guinea), August 21 – 25, 2011

Si sono conclusi i lavori e si sono tirate le somme: è chiaro che molte delle realtà della Papua e Isole Salomone hanno bisogno di un primo annuncio, non necessariamente perché non hanno mai sentito parlare di Cristo, ma perché non c’è costanza nel seguire il cammino di formazione Cristiana, ne’ nelle famiglie ne’ nelle parrocchie, che spesso sono vastissime con un solo parroco responsabile. C’è tanto lavoro da fare ma i missionari radunati a Port Moresby hanno rivelato un buono spirito ed entusiasmo... la passione è forte e la fiamma è sempre accesa. Ci sono stati due moment di famiglia particolari: il pranzo nella seconda comunità della capitale, con l’incontro con gli studenti della scuola superiore tecnica, e la cena fraterna con gli aspiranti salesiani e le ragazze interne delle suore, che hanno dilettato i partecipanti con canti e danze tradizionali, dando colore alla serata. Domani si rientra con la certezza che lo spirito salesiano è sempre più vivo ed operante, ed efficacie nel rinnovare l’annuncio che Cristo è il Salvatore di tutti. 

Study Days... quarta giornata


Study Days on The Salesian Mission and the Initial Proclamation of Christ in Oceania in the Context of Traditional Religions and Cultures, and Cultures in the Process of Secularization. Port Moresby (Papua New Guinea), August 21 – 25, 2011

24 agosto - Molto ricca anche la quarta giornata, dove l’assemblea è stata vivacemente animata dal salesiano italo australiano don Elio Capra sull’argomento dell’iniziazione Cristiana. È una sfida comune la buona preparazione dei catecumeni, coloro che poi sosterranno il cammino della Chiesa nel processo di inculturazione. Anche la testimonianza di un altro cooperatore salesiano papuano ha illuminato e incoraggiato i missionari poiché ha sottolineato il radicale cambio di atteggiamento nel vivere il suo essere cristiano cattolico nel suo ambiente di lavoro. Essendo il 24 la comunità ha partecipato al Rosario con i ragazzi e ragazze interni all’istituto don Bosco. La giornata si è conclusa con la buonanotte dell’ispettrice filippina, sr Sara Garcia che ha presentato le comunità e il lavoro che le FMA svolgono nella Papua.

Il Papa annuncia il tema della prossima GMG 2013 a Rio. “Andate e fate discepoli tutti i popoli”


CASTEL GANDOLFO (ZENIT.org).- Papa Benedetto XVI ha annunciato questo mercoledì, al termine dell'Udienza generale celebrata nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, il tema che ha scelto per la Giornata Mondiale della Gioventù di Rio de Janeiro.
Si tratta della citazione evangelica di Matteo 28, 19: “Andate e fate discepoli tutti i popoli”. La GMG di Rio si celebrerà dal 23 al 28 luglio 2013, ha reso noto “L'Osservatore Romano”.
Il tema scelto dal Papa sottolinea il carattere missionario della prossima Giornata, come già annunciato dall'Arcivescovo di Rio de Janeiro, monsignor Orani João Tempesta, nella conferenza stampa celebrata a Madrid subito dopo la chiusura della XXVI GMG (cfr. ZENIT, 23 agosto 2011).
Il Papa ha anche reso noto il tema della Giornata Mondiale della Gioventù del 2012, che com'è tradizione si celebrerà nelle Diocesi la Domenica delle Palme: “Siate sempre lieti nel Signore!”, tratto dalla Lettera ai Filippesi.
“Fin d’ora affido alla preghiera di tutti la preparazione di questi molto importanti appuntamenti”, ha detto il Papa ai fedeli riuniti nel cortile del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo.

Fonte: www.zenit.org

24 agosto 2011

EUROPA/PORTOGALLO - Nell'anno del Volontariato, le Giornate Missionarie nazionali su "Volontariato e Missione"


Lisbona (Agenzia Fides) - Il volontariato è una delle espressioni più evangeliche della testimonianza cristiana, e nell'Anno del Volontariato le Giornate Missionarie nazionali sul tema "Volontariato e Missione", che si svolgeranno dal 16 al 18 settembre in Portogallo, intendono dare un contributo alla riflessione sulla gratuità del servizio della Chiesa ai meno favoriti della nostra società. E' quanto scrive p. Manuel Barbosa, CSSp, ex Direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie (POM) in Portogallo, presentando l'iniziativa su Missão Omp. Tre conferenze delineeranno le tre grandi dimensioni del volontariato contemporaneo: "Volontariato e sfide della cittadinanza", "Volontariato e nuova coscienza sociale", "Volontariato per la Missione".
Quest'ultima conferenza sarà dedicata in particolare a quei laici che lasciano la loro terra, la loro famiglia e le loro sicurezze per offrire uno, due o anche più anni della loro vita alla missione Ad Gentes. "In un tempo segnato dal lucro, dal successo e da una prospettiva di vita individualistica - scrive p. Barbosa -, il Volontariato è un grande servizio prestato all'umanità, è un segno di amore agli altri, soprattutto a quanto sono i più esclusi dal nostro mondo".
Il Volontariato Missionario è nato nella Chiesa e nella società portoghese nel 1988, quando un gruppo di "Jovens Sem Fronteiras" fu inviato in Guinea Bissau per gettare le fondamenta della "Escola Sem Fronteiras" di Caio-Tubebe. Nello stesso anno un primo gruppo di "Leigos para o Desenvolvimento" piantarono la loro tenda nella terra di Sao Tomé e Principe, per poi raggiungere il Mozambico, Timor e l'Angola. Senza dubbio il Volontariato Missionario ha costituito "una rivoluzione nella missione della Chiesa" in primo luogo assegnando un legittimo protagonismo missionario ai laici, e oggi costituisce "uno dei volti più visibili" dell'impegno della Chiesa per l'evangelizzazione, soprattutto con la partecipazione dei giovani. (SL)

Fonte: www.fides.org

ASIA/FILIPPINE - Nasce un Centro per il dialogo islamo-cristiano nella grande moschea di Manila


Manila (Agenzia Fides) - E' uno dei frutti del capillare lavoro sul dialogo, svolto da cristiani e musulmani, animati da buona volontà: è nato oggi, nel corso del mese sacro del Ramadan 2011, un Centro islamo-cristiano presso la grande moschea di Quiapo a Manila, che svetta con la sua cupola d'oro (è chiamata Golden Mosque) in uno dei distretti commerciali della capitale. La moschea è il principale centro di attività e islamica a Manila ed è un punto di riferimento per tutti i filippini musulmani provenienti dal Sud del paese, dove vive una consistente minoranza di 6 milioni di musulmani. Quiapo è anche il quartiere dove si trova la famosa Chiesa del Nazareno, con la statua del bambino Gesù di colore che è meta di pellegrinaggi da tutta la nazione e verso il quale i fedeli filippini nutrono una fortissima devozione. Come riferito all'Agenzia Fides, l'iniziativa di fondare un Centro per il dialogo è andata a buon fine grazie all'impegno di p. Clemente Ignacio, parroco a Quiapo, di missionari cattolici e di altri leader musulmani che hanno fatto dell'area di Quiapo un luogo di dialogo e cooperazione fra fedeli musulmani e cristiani. 
Il nuovo Centro islamo-cristiano sarà gestito dal movimento per il dialogo "Silsilah", fondato dal missionario PIME p. Sebastiano D'Ambra. Il movimento, attivo da oltre 25 anni nelle Filippine Sud nel campo del dialogo, metterà a disposizione la lunga e profonda esperienza nel settore. E' la prima volta che un centro di tal genere viene ospitato nei locali presso una moschea, notano i responsabili di "Silsilah" e questo genera nuove speranze per il futuro. Il Centro opererà per la formazione a una "cultura del dialogo come via alla pace" e proporrà un approccio spirituale per una pace "sostenibile", cioè davvero praticabile per tutti. Il Centro pro-dialogo sarà inaugurato ufficialmente, alla presenza di autorità civili e religiose, il 20 settembre prossimo. (PA)

Fonte: www.fides.org

Study Days... terza giornata


Study Days on The Salesian Mission and the Initial Proclamation of Christ in Oceania  in the Context of  Traditional Religions and Cultures, and Cultures in the Process of Secularization. Port Moresby (Papua New Guinea), August 21 – 25, 2011

23 agosto - Anche la terza giornata è stata caratterizzata da grandi lavori, riflessioni, condivisioni e discussioni. Non c’è tempo per andare a visitare le bellezze artistiche della capitale.... anche perché qui a Port Moresby la criminalità è così alta che non è consigliabile andare in giro, ne’ a piedi, ne’ in macchina. Il tema della giornata è stato sviluppato da fr David Willis, un sacerdote domenicano australiano missionario da diversi anni in Papua ed ha dato interessanti spunti di riflessioni e nuovi input riguardanti il fenomeno della secolarizzazione. Il momento più significativo è stato senz’altro la condivisione di vita di un cooperatore salesiano locale, ex allievo delle due scuole della capitale e capo tribù per diritto ereditario. Ha raccontato come sta cercando di conciliare il suo essere cristiano attivo e forte con il conservare la tradizione passatagli dagli antenati. Una testimonianza molto illuminante per noi missionari che lavoriamo in questa terra.

23 agosto 2011

Marie. La Vierge à l'enfant, ambassadrice du dialogue interreligieux (Par Hendro Munsterman)


ANALYSE - Marie est une figure spirituelle sur laquelle s'appuient de nombreux chrétiens. Miryam est aussi un personnage clef dans la religion musulmane. Sans oublier que Marie était juive, comme nous l'explique Hendro Munsterman, mariologue. 

Photo : Céline Excoffon 
Cette année, le 15 août tombe au milieu du ramadan. Traditionnellement, deux semaines avant cette fête chrétienne célébrant l'Assomption de la Vierge Marie, les coptes d'Egypte jeûnent. Il arrive que les fidèles chrétiens soient rejoint par des jeunes musulmanes. Car si Marie joue un rôle important dans la Bible et le christianisme, elle l'est tout autant dans le Coran et l'islam. C'est pour cette même raison qu'en 2010, le Liban avait décrété le 25 mars, fête de l'Annonciation, un jour chômé pour célébrer le lien entre les deux religions.

Pour les chrétiens, la présence de Marie (Miryam) dans le texte coranique est souvent surprenante. Il y existe des parallèles plus ou moins directs avec le texte biblique, l'Annonciation par exemple. Mais on y trouve également des informations non-bibliques. Celles-ci peuvent être inspirées des évangiles apocryphes (Proto-évangile de Jaques, Pseudo-Matthieu, etc.) et, surtout, par des discussions entre juifs et chrétiens de l'époque, ainsi qu'entre différentes sectes chrétiennes (nestoriens, monophysites, jacobins, etc.). 

Les ressemblances sont parfois étonnantes : dans le Coran, Myriam est louée comme étant « pure », et elle est appelée « celle qui est restée vierge », « celle qui est restée fidèle à Dieu », « la mère virginale d'Isa ». Mais on trouve aussi des différences comme le beau récit de la naissance miraculeuse de son fils Isa (Jésus). En effet, dans la sourate 19 qui porte le nom « Sourat Miryam », cette naissance a lieu sous un palmier alors que Miryam est seule. Joseph n'apparaît pas dans le récit ; alors que les textes bibliques lui accordent au moins une place même discrète, dans le Coran, il n'est pas évoqué donnant l'impression qu'il s'agit d'une famille monoparentale.

La plus importante différence entre Miryam et Marie est liée à celle entre Isa et Jésus. Dans la Bible, tout comme dans la théologie chrétienne, tout ce que les chrétiens affirment sur Marie a une raison et une fonction christologique. C'est Jésus de Nazareth, confessé comme Christ et Fils de Dieu, qui est au centre de toute attention. La Bible parle donc souvent de « la mère de Jésus » ou de « sa mère » : Marie est présentée à travers son fils.

Dans le Coran, les choses ne peuvent pas être ainsi : Isa est un prophète, certes, même un très grand prophète, mais pas « Fils de Dieu », « le Verbe fait chair », « Messie ». Miryam n'est donc pas « la mère de mon Seigneur » comme l'appelle Élisabeth dans l'évangile selon Luc. Elle a une identité plus autonome par rapport à son fils ; le Coran ne l'appelle pas « la mère d'Isa », mais au contraire, à 22 reprises, Isa est appelé « le fils de Marie ». Une sorte de féminisme avant la lettre, quand on sait qu'il était d'usage alors de définir l'identité d'un garçon à partir de son père.

On peut s'étonner d'un double disproportion dans le parallèle : tandis que le Coran donne beaucoup plus d'informations sur la vie de Marie que la Bible, la vénération de la mère d'Isa est restée beaucoup plus discrète que le culte marial développé dans le christianisme. 
Pour les musulmans, Miryam est certes vierge et mère, mais elle est surtout aya, signe d'Allah, un mot utilisé dans la tradition de l'islam pour désigner les merveilles de la création. Considérées comme signes qui incitent à croire, ces dernières ne sont d'ordinaire pas des êtres humains. Sauf Miryam, qui, en se soumettant à la volonté de Dieu, est devenue un exemple pour tous les musulmans. 

Depuis le temps des hadîths, il existe un débat à l'intérieur de l'islam sur Miryam : est-elle la plus parfaite musulmane parmi les femmes ? Elle se trouve en concurrence avec la fille du prophète Mahommet, Fatima, qui a d'ailleurs donné son nom à la petite ville au Portugal connue pour être un des sanctuaires mariaux catholiques les plus visités depuis les évènements de 1917.
Finalement, Fatima est la plus vénérée en Islam : elle est appellée « mère des douleurs », « la pure », « Femme du peuple du ciel » et même « La plus grande Marie » – titres qui ne sont pas sans résonance avec ceux que les catholiques servent à Marie. 

Chrétiens et musulmans voient donc en Marie un exemple féminin de foi, tout comme pour les deux traditions Abraham en est un masculin. Mais pour les chrétiens, elle est plus que cela : sa participation à l'incarnation a trouvé son expression théologique dans le titre de theotókos, « celle qui a engendré Dieu » (mal traduit en occident par « Mère de Dieu »). Cet élément essentiel de la foi chrétienne constitue sans doute la raison de l'importance plus grande de la vénération de Marie dans le christianisme par rapport à celle dans l'Islam.

Il y a un autre parallèle entre les deux traditions concernant Marie. Longtemps, et trop souvent encore, chrétiens et musulmans ont (volontairement) ignoré un élément clé de l'identité de Miryam/Marie : le fait qu'elle était juive ! Il est vrai que dans l'ancienne littérature rabbinique, on trouve quelques rares passages plus ou moins diffamatoire sur Marie (« cette femme s'était détournée de son mari »), sans doute nourris par les polémiques judéo-chrétiennes.

Plus récemment,  quelques penseurs juifs ont essayé de donner une place à Marie/Myriam. Ainsi, David Flusser voit dans la Mater dolorosa la représentante de toutes les femmes juives qui ont dû voir leurs enfants souffrir et mourir lors des persécutions. Aujourd'hui, Miryam/Marie est un pont entre chrétiens et musulmans, et nous ne pouvons plus ignorer qu'avant de nous « appartenir », sa place était au sein du peuple juif à qui Dieu s'est révélé en premier. 


Study Days... seconda giornata

Study Days on The Salesian Mission and the Initial Proclamation of Christ in Oceania  in the Context of  Traditional Religions and Cultures, and Cultures in the Process of Secularization. Port Moresby (Papua New Guinea), August 21 – 25, 2011

22 agosto - La seconda giornata ha avuto la caratteristica della condivisione: esperienze di primo e “secondo” annuncio, risposta delle genti, fatti anche simpatici ed episodi divertenti. Tutti i partecipanti riconoscono come l’esperienza di noi missionari è ricca ed unica e deve essere conosciuta, attraverso articoli, racconti, diari.  L’importante conclusione della giornata è che di fronte alle culture con cui veniamo a contatto e che spesso, specialmente qui nella cultura melanesiana, ci lasciano perplessi, dobbiamo “toglierci i calzari”, perché è sempre e comunque vita e ricchezza di un popolo e di generazioni. Tutte queste riflessioni si sono svolte in un piacevole clima familiare, aiutato dalla bellezza dell’ambiente pensato e progettato da don Valeriano Barbero sdb, uno dei pionieri della Papua Nuova Guinea.

22 agosto 2011

Study Days on The Salesian Mission and the Initial Proclamation of Christ in Oceania in the Context of Traditional Religions and Cultures, and Cultures in the Process of Secularization. Port Moresby (Papua New Guinea), August 21 – 25, 2011

21 agosto - La giornata si è aperta con la Celebrazione Eucaristica presieduta da fr Alfred Maravilla sdb, del Dicastero delle Missioni. Sia fr Alfred che sr Alaide poi, hanno focalizzato le due domande di Gesù nel Vangelo di oggi: “chi dice la gente che io sia....e voi?” rivolgendole alla gente dell’Oceania. I partecipanti all’incontro sono una trentina, provenienti da diverse nazionalità e tutti missionari in Papua Nuova Guinea e Isole Salomone. Ci sono membri della famiglia salesiana quali le Caritas Sisters, ex allievi e cooperatori. La giornata è trascorsa cercando di focalizzare e chiarificare le idee sul concetto e significato di “primo annuncio” concetto non molto chiaro poiché nessuno ha mai incontrato realtà non cristiane o totalmente sconosciute al cristianesimo qui in Oceania. Ci sono stati scambi di opinioni, di esperienze, di idee che hanno portato alla fine della giornata ad una frase chiarificatrice ma non ancora ben ampliata e che verrà ripresa nei lavori dei prossimi giorni. Il clima è molto cordiale e familiare, tutti si conoscono ed hanno lavorato insieme in diverse occasioni. Anche un membro della congregazione del Verbo Divino, uno dei relatori, è perfettamente a casa con la famiglia salesiana avendo lavorato per anni in collaborazione con fr Alfred. L’inizio promette bene.... allora...avanti!

20 agosto 2011

Suor DOLORES VIRGINIA OJEDA

Carissime sorelle, il giorno 15 agosto 2011, dalla Casa “Suor Maria Troncatti” di Quito – Cumbayá (Ecuador), è passata, con Maria Assunta, alla Casa del Padre la nostra carissima Suor DOLORES VIRGINIA OJEDANata a Gonzanamá - Loja (Ecuador) il 29 luglio 1919. Professa a Cuenca il 5 agosto 1950, appartenente all’Ispettoria Equatoriana “Sacro Cuore”.
Dolores visse un’infanzia e una fanciullezza serena circondata dall’affetto dei genitori e dei nonni che la consideravano come una figlia. Fin da piccola fu educata all’amore per Gesù e su questo amore è radicata la vocazione religiosa. Da adolescente infatti coltivava in cuore una profonda ricerca di qualcosa di più grande e duraturo che colmasse il suo desiderio di donazione totale a Dio. Vi era però un impedimento per realizzare la sua vocazione: doveva prendersi cura della nonna fino alla morte, come lei stessa le aveva chiesto. Un giorno, mentre era in cerca di qualcuno che l’aiutasse a discernere meglio sul suo futuro, venne a sapere che sarebbero arrivate nella città di Cariamanga le FMA per l’apertura di una scuola. Ebbe così l’opportunità di conoscerle e di aprire a loro il suo cuore.
Benché il distacco dai familiari fosse doloroso, Dolores accettò la loro proposta di continuare lo studio a Cuenca. Maturò così la sua risposta vocazionale e nel gennaio 1948 poté iniziare il postulato e continuò senza difficoltà la formazione nel noviziato fino alla Professione religiosa. Presentata la domanda missionariafu mandata nelle case di missione dell’Amazzonia. Fu per nove anni nella comunità di Gualaquiza come insegnante di taglio e cucito, poi passò a Méndez e in seguito a Macas dove lavorò per 12 anni. Fu poi ancora in altre case di missione dell’Oriente Ecuadoriano per un totale di 43 anni di donazione instancabile.
Lavorò poi a Chunchi e nella casa di formazione di Quito sempre con lo stesso ardore missionario. Dal 1986 al 1996 ritornò ancora alla comunità di Macas.
Nelle varie case fu incaricata del laboratorio e della catechesi, attività che svolgeva con grande amore e dedizione ai destinatari, solo preoccupata che si preparassero adeguatamente all’inserimento nella società.
Quando venne accolta nella casa di risposo, a motivo della salute precaria, la sua unica preoccupazione era quella di donarsi totalmente come un’offerta di amore.
Suor Dolores aveva un cuore aperto, trasparente e pieno di gratitudine per ogni dono ricevuto. Conservava il ricordo del viaggio in Italia consapevole che quel pellegrinaggio sui luoghi dei Fondatori l’aveva arricchita e rinnovata spiritualmente. In comunità era molto attenta e vicina alla direttrice e alle consorelle. Pregava per le vocazioni e offriva i suoi sacrifici per questo scopo che tanto le stava a cuore.
Nonostante l’età che avanzava e la malattia, suor Lolita, come era chiamata con affetto, si interessava della situazione sociale e dei cambiamenti rapidi che si verificano in essa. Tutto le faceva intensificare la preghiera e l’invocazione della benedizione di Dio per un mondo nuovo e una società rinnovata.
Nella solennità di Maria Assunta in Cielo, suor Dolores si è spenta in modo dolce e sereno all’età di 92 anni. Ci lascia la testimonianza di una vita tutta donata giorno per giorno con fede, gioia e semplicità, con una generosità missionaria a tutta prova e con una fedeltà serena e piena di amore.
Le chiediamo di pregare per ognuna di noi e di concederci sante e generose vocazioni. Offriamo per lei la nostra riconoscente preghiera di suffragio.
L'Ispettrice
Sr. Vicenta Jaramillo                                                                             

Study Days on The Salesian Mission and the Initial Proclamation. Three-fold Context of East Asia - Sampran - Thailandia, August 14-18, 2011





Vamos para outra margem

(Manaus – Brasil). Na Inspetoria Laura Vicuña o projeto Juventude Missionária vem se tornando um grande meio de oportunizar aos jovens um momento de desenvolvimento humano e cristão, através de uma experiência missionária no qual aprendem a servir gratuitamente os mais necessitados. É possível observar no rosto dos jovens que participam das experiências a expressão de entusiasmo e alegria por terem anunciado a Boa Nova de Jesus.

Jornada Missionária em Manicoré - AM

O grupo composto por Ir. Monica Hivana e os leigos Júlio Cesar, Ingrid Albuquerque e Mara Maia de Manaus se juntaram com Irmã Iran Nascimento e o Leigo Raimundo Nonato, mais conhecido como Birica que trabalha no Centro Juvenil Salesiano dos SDB  e  70 jovens de Manicoré, ligados às casas das Filhas de Maria Auxiliadora e Salesianos de Dom Bosco, para realizarem a primeira jornada Missionária Juvenil que teve como tema: “Não estava o nosso coração ardendo?”  
Os Missionários de Manaus partiram em missão, na manhã do dia 20 de julho às 10h. Na chegada em Manicoré, no dia 22 de julho às 8h, foram acolhidos na Comunidade Madre Ângela Vespa. Em seguida após um breve descanso, organizaram no Centro Juvenil o ambiente para acolher os jovens participantes da Jornada Missionária.
A noite a partir das 18h deu-se inicio à abertura da jornada missionária, os jovens foram recepcionados com cantos e muita animação. Houve a apresentação dos missionários vindos de Manaus juntamente com Ir. Monica que em seguida partilhou o objetivo da Jornada e convocou os jovens missionários a fazerem uma profunda experiência Jesus Cristo, a exemplo dos dois discípulos de Emáus, que comentavam: Não estava ardendo o nosso coração quando ele nos falava pelo caminho e nos explicava as Escrituras? (Lc 24,32). Após iniciou-se a Celebração Eucarística dirigida pelo Pe. Jose Maria -SDB. A homilia ficou a cargo de Ir. Monica que fez a exposição do tema. Ao término da Celebração, foram feitas as divisões das equipes de acordo com as cores dos cinco continentes através da dinâmica ‘Aldeia das Cores’, facilitando assim, os trabalhos nas oficinas e  as visitas às famílias.
Após a execução da dinâmica, Ir. Monica apresentou um vídeo: O perfil do jovem missionário, explanando que o jovem missionário deve possuir uma experiência viva e profunda de Cristo, deve estar disposto à dá-lo a conhecer àqueles que não o conhecem; e com sua ALEGRIA, SIMPLICIDADE e RESPONSABILIDADE é testemunha de esperança capaz de assumir novos desafios num mundo em constante mudança. Ao fim dessa explicação, os coordenadores se reuniram com suas equipes para os devidos encaminhamentos da jornada, de acordo com a programação. Fechando esse momento o Pe. José Maria enviou cada equipe à missão com sua bênção. Alegres, os mesmos receberam seu kit missionário para iniciar seus trabalhos nos dias 23 a 26 de Julho/2011.
Nas manhãs dos dias 23 a 26, sempre as 7h30min nos encontrávamos em frente do Centro Juvenil Salesiano para irmos a missão nas comunidades: IGARAPEZINHO, SANTA RITA e GUADALUPE. Durante a chegada nas comunidades os jovens eram concentrados nas capelas, onde eram feitas as acolhidas pelos responsáveis da Comunidade. Os jovens Sentinelas do Amanhã estavam entusiasmados, expandindo Alegria, porém estavam ansiosos para iniciar pela primeira vez esta rica experiência. Após a acolhida e animação houve momentos como: orações, Liturgia da Palavra presidida pelos ministros das comunidades. Em seguida foram feitos os encaminhamentos para os trabalhos e os saborosos lanches preparados de maneira simples e generosa pelos agentes das comunidades que não mediram esforços em atender a todos os missionários.
Houve dois momentos formativos um pela manhã e o outro a tarde cujo os temas abordados foram: A alegria de sermos Discípulos Missionários para anunciar o Evangelho de Jesus Cristo; O Olhar dos discípulos missionários sobre a realidade. A metodologia usada foi criativa e dinâmica, possibilitando aos jovens uma visão ampla do ser missionários através dos vários contextos atuais apresentados.
Depois de um saboroso almoço os jovens  se encontraram às 15h para as visitas nas famílias da Comunidade de Igarapezinho, debaixo de um intenso e forte sol os jovens caminharam até as casas para levar alegria e sobretudo  fazer a experiência de escutar e transmitir às famílias o que aprenderam da Palavra de Deus a partir de alguns textos bíblicos aprofundados. Nas demais comunidades as visitas foram realizadas pela manhã por ser um clima mais favorável aos jovens.
O terço missionário foi organizado pelas equipes de acordo com suas respectivas cores, os jovens a cada mistério abordaram a realidade atual através das seguintes situações: Sócio Cultural, Econômica, Dimensão Sócio-Politica e Dimensão da Preservação, neste momento houve a participação das famílias convidadas pelos jovens nas visitas.
No final de tudo eram partilhadas as impressões da experiência do dia, os jovens relatavam como foram acolhidos nas casas, os aspectos que chamaram a atenção a partir do que vivenciaram.
Os jovens tiveram a oportunidade de partilhar seus conhecimentos, criatividade e muita animação através de uma divertida Gincana Missionária, onde cada equipe recebeu algumas tarefas como: Escrever cartas às famílias visitadas, elaborar frases missionárias, etc.
No último dia da Jornada as equipes se organizaram para realizar um belíssimo  oratório de cunho missionário para as crianças da Comunidade de Guadalupe, foi um dos momentos mais marcantes, os jovens conduziram este momento com muita alegria salesiana. Parabéns Juventude Missionária pela estupenda manifestação de amor e missionariedade juvenil!
À tarde todo o grupo se encontrou para o momento avaliativo que foi realizado em duas modalidades: individual e em equipe. Enfim tudo se concluiu com um gostinho de quero mais.
Por volta das 19h os missionários se reuniram para Celebração em Ação de Graças pelo término da Jornada, mais uma vez foi presidida pelo Padre José Maria. Em seguida concluímos com uma noite cultural, onde cada equipe apresentou seu grito missionário e o slide com imagens marcantes da jornada. Na alegria retornaram para suas casas, ficando somente a certeza de terem vivido uma experiência inesquecível, que marcará profundamente suas vidas daqui para frente.
Depois de experimentar dias de verdadeiro ardor missionário os coordenadores da Jornada Missionária  Juvenil 2011 chegaram em Manaus no final da tarde do domingo, 31 de julho, depois de passarem dez dias em Missão no município de Manicoré/AM.

Ir. Monica Hivana, fma
Inspetoria Laura Vicuña/BMA

Jornada Pós-missão. Discípulos e missionários


(São Paulo – Brasil). No dia 06 de agosto, realizou-se, no Colégio de Santa Inês, o reencontro dos jovens que participaram da Semana Missionária.
O Encontro teve como objetivo: partilhar as experiências vividas na Semana, aprofundar a dimensão missionária da Pastoral Juvenil e dar continuidade à missão nos grupos locais e nas comunidades visitadas.
No período da manhã, os jovens ouviram vários testemunhos de diferentes missionários: jovens casados que se dedicam à missão ad gentes, sacerdotes missionários, jovens comprometidos com a missão e conversaram, em linha direta, com a jovem Larissa, ex-aluna do Colégio do Carmo, missionária do Grupo de Ação Missionária – GAM, que está fazendo uma experiência na Angola.
À tarde, os jovens foram divididos em diferentes grupos para a partilha de suas experiências. As questões propostas foram diferenciadas conforme o nível de participação :
- para quem foi pela primeira vez na Semana Missionária, a pergunta proposta foi: O que significou para você a Semana Missionária?
- para quem participava pela segunda vez: O que mudou ou acrescentou, em você, participando  pela segunda vez da Semana Missionária ?
- para quem foi pela terceira vez: Onde você encontrou Jesus?
- para aqueles que participaram pela quarta vez, e já estão deixando nossas escolas e obras, a pergunta decisiva : O que você leva da Semana Missionária para o seu projeto de vida?
Após a partilha, os jovens foram reunidos por Comunidade e fizeram o seu compromisso de continuidade com a Missão.


Ir. Teresa Cristina
Coordenadora da Pastoral Juvenil

Giornate di Studio a Sampran

La missione salesiana e il Primo annuncio di Cristo nel triplice contesto dell’Asia orientale 
Sampran (Thailandia), 14 – 18 agosto 2011

Leggi la notizia sul sito FMA

Lavori in gruppi
Partecipanti alle Giornate di Studio
Buona Notte di sr. Alaide Deretti
Celebrazione dell'Eucaristia
Passeggiata

14 agosto 2011

Carissime sorelle,

il 5 agosto ci ha aperto l’anno di preparazione alla celebrazione del 140° dell’Istituto.
Durante il mese di agosto, insieme ai Salesiani, saremo in Asia e Oceania per le Giornate di Studio sul Primo Annuncio. Abbiamo già concluso l’incontro a Calcutta, adesso siamo a Sampran e fra alcuni giorni saremo in Papua Nuova Guinea. Il nostro grande obiettivo è «Ravvivare il dinamismo missionario delle comunità SDB/FMA nei 5 Continenti».
In questi giorni, a Roma, stanno arrivando le neo-missionarie e le missionarie che staranno per un periodo in Casa generalizia per prepararsi alla missione oppure per il corso di aggiornamento all’UPS.
In questo stesso periodo Mornese Mazzarelli vede risvegliare davanti ai suoi occhi la Mostra Missionaria, che sarà inaugurata il 18 settembre.
Il prossimo 16 agosto, come Famiglia Salesiana, vivremo l’inizio del primo anno in preparazione al bicentenario della nascita di Don Bosco.
Tutti questi avvenimenti vengono a ricordarci che siamo nate per la missione e che la vocazione missionaria ci accompagna sin dalla “culla” del nostro Istituto. Mornese ci ha visto nascere con cuore e sensibilità missionari.
Madre Mazzarello ha desiderato andare in missione, in America... e, pur non potendo realizzare questo sogno, ha alimentato un’anima missionaria al cento per cento! Basta riprendere le sue lettere dirette alle missionarie per accorgerci ancora una volta come Madre Mazzarello sosteneva la vocazione missionaria di chi era partita per non tornare più, di chi era partita per annunciare Gesù alle ragazze e bambine di quel tempo e di chi era partita perché aveva un cuore spalancato alle nuove frontiere e perché cosciente dell’urgenza dell’annuncio del Vangelo.
Vi auguro che questo tempo di grazia sia per tutte noi un momento per far crescere la fiamma della missionarietà in noi e intorno a noi.
Ancora una volta, accogliamo l’invito di Gesù di andare dovunque e dovunque dire a tutti, con la nostra vita, che l’Amore di Dio è il segreto di una esistenza gioiosa e piena di senso!
«La missione rinnova la Chiesa, rinvigorisce la fede e l'identità cristiana, dà nuovo entusiasmo e nuove motivazioni.» (EN 2)
Sia la missione a rinnovare il nostro quotidiano, a rinvigorire la nostra fede e l’identità carismatica, a dare entusiasmo e nuove motivazioni a ognuna delle nostre comunità e ad ogni FMA in particolare.
Con affetto fraterno, vi auguro buona continuazione nella vostra missione.
Sempre in comunione nella preghiera di ogni giorno.
Un abbraccio, 
Sr. Alaide Deretti
Consigliera per le Missioni

11 agosto 2011

Pastoral dos Surdos na JMJ


Belo Horizonte (Brasil). Ir. Mariza Lopes de Oliveira, fma da Inspetoria Madre Mazzarello (BBH) que colabora com a Pastoral dos Surdos na Arquidiocese de Belo Horizonte, escreve-nos contando que três jovens do projeto de formação para surdos vão participar da Jornada Mundial da Juventude, de 16 a 21 de agosto, em Madri, Espanha.
Eles estão sendo enviados em nome da Arquidiocese de Belo Horizonte, e o fato tem sido motivo de alegria para estes jovens, para suas famílias, para a Coordenação do projeto, para a sociedade em geral. Os jovens estão felizes com a oportunidade, pois sentem-se membros vivos da Igreja. Até então, eram “desconhecidos” de todos e para todos, inclusive para a Vida Religiosa que desde março deste ano tem participado da Coordenação do projeto (ver notícia FMA colabora com a Pastoral dos Surdos).
Aos jovens Marcelo, Raniere e Marcos, nossos votos de uma feliz experiência na JMJ.
Com eles, chega até nós um sinal importantíssimo: as novas fronteiras estão mais próximas de nós de quanto imaginamos ou pensamos! A Palavra de Deus não encontra nenhuma dificuldade ao ser acolhida por tantas pessoas que carregam em si o desejo de infinito!

9 agosto 2011

Pueblos indígenas, un estorbo para los intereses comerciales, concluye AI.


Los pueblos originarios de América, desde Canadá hasta el cono Sur, viven afectados por numerosos proyectos de desarrollo y de extracción de recursos naturales, pues la mayoría de ellos se establecen en sus territorios y suponen una verdaderaamenaza, que puede llegar a sudesaparición.
Según el informe de Amnistía Internacional sobre los pueblos indígenas,Sacrificar los derechos en nombre del desarrollo, a la marginación y discriminación histórica se suma ahora laconnivencia entre los diferentes estados con grandes multinacionales, que además de provocar desastres medioambientales han sembrado división y discordia entre las comunidades indígenas.
Con motivo del Día Internacional de los Pueblos Indígenas, que se celebra el próximo 9 de agosto, AI llamó a los gobiernos de América para que dejen de dar prioridad a proyectos de desarrollo sobre los derechos de esas comunidades, pues son los principales perjudicados de los planes de extracción de minerales, recursos energéticos o de aprovechamiento de parajes naturales para grandes consorcios turísticos. Esto ocurre en la Amazonia, pero también en Estados Unidos, Canadá, Centroamérica o en el cono Sur. Se calcula que 40 millones de indígenas viven en América.
Resulta alarmante comprobar cómo se violan continuamente los derechos humanos de millones de indígenas en toda América. Su supervivencia cultural y física se encuentra ahora en peligro porque no hay voluntad política para reconocer, respetar y proteger sus derechos, cuando éstos se consideran un obstáculo para el crecimiento económico, explicó Susan Lee, directora del Programa Regional para América de AI.
Una de las conclusiones del informe, basado en el trabajo de campo y en la recopilación de denuncias y alertas de las propias comunidades, es que los pueblos indígenas se han convertido en unestorbo para los intereses comerciales, por lo que los amenazan, los desalojan por la fuerza, los desplazan y hasta los matan en su afán por explotar recursos naturales de las zonas en las que viven. Un drama que se ha agudizado por factores financieros, como la extracción de recursos naturales que sostienen las economías de varios países de la región y la recurrente corrupción de los gobiernos con grandes empresas.
Por ejemplo, en Brasil prosigue la construcción de la presa de Belo Monte en el río Xingu, en la Amazonía, a pesar de la orden de la Comisión Interamericana de Derechos Humanos para detener el proyecto hasta que se evalúe exhaustivamente su impacto sobre las comunidades. En países de toda la región como Argentina, Brasil, Canadá, Colombia, Ecuador, Guatemala, México, Panamá y Perú se ha omitido consultar a los pueblos indígenas antes de aprobar leyes que amenazan su medio de vida. También se han realizado planes de desarrollo en tierras ancestrales sin respetar su derecho al consentimiento libre, previo e informado.
Fernanda Daz Costa, redactora del informe de AI, explicó a La Jornada que “preocupa el aumento del interés en ciertas materias primas y recursos naturales en territorios de esas poblaciones.
“Pero también destaca que se ha incrementado la organización de los propios indígenas para expresarse. Sin embargo, la constante es un escenario de intensa conflictividad social que en muchos casos deriva en violencia, enfrentamientos en los que se involucran agentes del Estado. O la violencia la ejercen los propios servicios de seguridad de empresas que buscan extraer recursos naturales. Así que los agentes externos (las empresas) operan para dividir a las poblaciones. Hay casos de comunidades que se enfrentan entre sí.
La investigadora reconoció que esdifícil probar la relación de grandes empresas con los asesinatos políticos, la persecución judicial, amenazas y la desaparición forzada de líderes indígenas.Pero hay muchos indicios y denunciasque apuntan a esa teoría, la de la participación de servicios de seguridad de multinacionales en la creación de grupos paramilitares o que eliminan a líderes problemáticos. Todo esto con la connivencia del gobierno o del Estado, explicó Daz Costa, citó como caso paradigmático el de la comunidad Sarayacu, en Ecuador, que hoy está ante la CIDH. En este caso la comunidad probó que la empresa Texaco llegó acompañada del ejército en la década de los 90 y cometió numerosos secuestros, amenazas, violencia y asesinatos. Digamos que la empresa y el gobierno actuaron de forma coordinada, explicó.
Indicó que hay numerosas denuncias de la supuesta vinculación de multinacionales que financian a paramilitares, que en el caso de Colombia han ocasiondo muertes y destrucción el país. Muchas veces el eje de la discriminación es que el Estado no tiene herramientas legales suficientes para exigir a las empresas que actúen con base en los derechos humanos. Los organismos fiscalizadores del Estado no funcionan o simplemente la corrupción se impone.

El informe completo se puede consultar en la siguiente dirección:www.amnesty.org



8 agosto 2011

South Asia Salesian Family Studies Mission (By C. M. Paul)


Special Correspondent, Aug. 7. KOLKATA - Some 50 members of the Salesian Family in South Asia (India, Sri Lanka, and Nepal) are engaged in a five day mission study in the three-fold context of South Asia - rich cultures, ancient religions and oppressive poverty, at Nitika Don Bosco, 7 - 11 August.

Salesian Mission Study Days Kolkata 2011

“This is not a seminar where you come and listen to speakers”, insisted Fr Alfred Maravilla from Salesian Mission Department in Rome explaining the study day concept.
Fr Maravilla said, “study days are meant to foster reflective discussions and a deeper contextualized reflection on the importance of initial proclamation in the three fold context of South Asia”.
Explaining who are the recipients of initial proclamation, Fr Maravilla said, “[they] are not only those considered to be `non-Christians` but `those who do not know Christ, especially the unbaptized as well as the baptized”.
The study days convened by SDB & FMA mission departments follow workshop methodology with three moments: situationer (context), study & reflection, and formulating action plans. Members of the Salesian Family participating in the study days are: Salesians & Salesian Sisters, Missionary Sisters of Mary Help of Christians, Sisters of Mary Immaculate and The Disciples.
The moderators of the sessions include Fr. Maravilla and Sr. Agatha Shadap FMA assisted by study facilitators Sr. Teresa Joseph FMA and Fr. T. C. George SDB national mission delegates.
The speakers chosen outside Salesian family circles are expected to give a `different voice` regarding the topic and help participants to `think out of the box`.
The speakers are: Mr. Henri Tiphagne (Initial Proclamation in a multi-cultural Educative setting), Archbishop Felix Machado of Vasai (Initial Proclamation through the dialogue of life in a multi-religious context), and Mrs. Luz Maria Engineer (Initial proclamation and human promotion and empowerment).
Fr Maravilla insists, “this is not a formation seminar for missionaries. It is directed to participants with a certain level of theological, missiological and anthropological and academic formation”.
Sr. Maria Ko FMA`s daily contextualized Biblical reflection is designed to spark off new mission insights.
Besides provincial mission delegates participants from Salesian Sisters include Mission Councilor Sr. Alaide Deretti, Regional Councilor Sr. Lucy Rose and Kolkata provincial Sr. Maria Pettayil.
Among the Salesian superiors from Rome was Regional Councilor Fr. Maria Arokiam Kanaga. Salesian Mission Councilor Fr. Vaclav Klement is occupied with a mission meeting in Europe.


AMERICA/PERU - La formazione missionaria entra nelle reti sociali


Carabayllo (Agenzia Fides) - Il Centro di Studi Missionari (CEM) nella diocesi di Carabayllo, in Perù, ha fatto il suo ingresso nelle reti sociali, aprendo un suo profilo su Facebook.
"La CEM ha deciso di avventurarsi negli spazi virtuali offerti da Internet, per condividere con la comunità il suo percorso missionario realizzato nel corso degli anni" afferma una nota inviata all'Agenzia Fides.
Il CEM ha come fine l'istruzione e la formazione missionaria soprattutto dei laici.
"La comunicazione virtuale è una sfida, ma anche una possibilità in più, perché utilizzare le reti sociali comporta una grande responsabilità e molta dedizione".
Questa nuova esperienza in Internet è una risposta all'appello dei Vescovi dell'America Latina riuniti alla Conferenza Generale di Aparecida che hanno scritto: "l'evangelizzazione non deve essere limitata alle omelie, alle conferenze, ai corsi biblici o teologici, ma deve anche utilizzare i diversi mezzi di comunicazione: come la stampa, la radio e la televisione, i siti web, i social forum e molti altri sistemi ".

Fonte: www.fides.org

Terraferma

Un film che aiuta a non rimuovere i migranti dal nostro orizzonte


4 agosto 2011

VIDES PASTORAL

“Deus colocou-nos no mundo para os outros”. (Dom Bosco)
“Faça com liberdade o que a caridade exige”. (Madre Mazzarello)

(Belo Horizonte - Brasil). A doação de si mesmo aos outros é o ponto alto da vivência cristã. O VIDES Pastoral, que aconteceu na Inspetoria Madre Mazzarello, nas cidades de Aparecida de Goiânia (GO) e Barbacena (MG), nos dias 14 a 19 e 17 a 22 de julho, respectivamente, é uma experiência de voluntariado que apresenta aos jovens estudantes do Ensino Médio, presentes nas escolas, obras sociais e paróquias, uma nova maneira de ser e de estar no mundo, a partir do amor que nos torna solidários.
Durante o VIDES, os jovens se preparam para tornarem-se voluntários. Para isso, os dias são organizados da seguinte forma: durante as manhãs de formação, diversos temas são abordados: Realidade mundial e local, A pessoa de Jesus Cristo, Dom Bosco, Madre Mazzarello e Missionariedade; o período da tarde é dedicado às visitas e brincadeiras com as crianças da comunidade onde o campo de formação está acontecendo.
As atividades realizadas no campo de missão são muito importantes, pois, agora, o jovem está preparado para enxergar a realidade com um olhar novo, diferente, o que o leva a fazer questionamentos cruciais para a formação do cidadão. O resultado disso pode ser comprovado nas rodas de conversa que acontecem no início das atividades da noite. Na roda, os jovens expressam livremente as angústias, expectativas, alegrias, descobertas... provocadas pelas experiências do dia, assim como o desejo de transformação e a crença em um “outro mundo possível”.
O retiro espiritual, seguido do sacramento da Reconciliação e da Celebração Eucarística, é outro momento forte do VIDES, no qual os jovens são convidados a saborearem a presença de Deus na própria vida. É bonito vê-los sozinhos, em silêncio, absortos nos próprios sentimentos e pensamentos, desejosos de se encontrarem com Aquele que é o Autor da vida, o Criador, o Todo Amor, Deus.
O campo de formação é intenso. Há densidade nos conteúdos e nas atividades, porém tudo é realizado com leveza, priorizando o protagonismo dos jovens. Os adultos que participam, procuram ajudar os jovens a estarem atentos ao essencial, por meio da pedagogia dos pequenos passos, das pequenas coisas. Aos poucos, o grupo se torna uma comunidade, unida na vida, na fé, na esperança e no amor. Para muitos, o VIDES passa a ser não apenas um campo de formação para voluntários, mas uma grande família que busca dar vida ao sonho de Deus, que é a vida plena para todos. Esse é um grande sinal da atualidade e grandiosidade da proposta cristã, à qual os jovens estão verdadeiramente abertos.
Terminado o campo de formação, os jovens não são mais jovens comuns, são Jovens Voluntários VIDES! São jovens salesianos, conectados com Deus, com o outro, apaixonados pela vida! Estão dispostos a darem um colorido todo especial ao esboço deixado por Dom Bosco e Madre Mazzarello, e, para isso, precisam ser acompanhados, estimulados a acreditarem que são capazes de contribuir para que uma nova sociedade surja em meio há tantas injustiças, desigualdades sociais, violências, ambições... Eis o campo! Basta ter “paixão pela vida e pelo Senhor da vida” e acreditar que, ainda hoje é – e será sempre! – possível educar os jovens para que se tornem “bons cristãos e honestos cidadãos”.

Ir. Cecília de Castro Gomes
P/ Pastoral IMM – BBH

Depoimento de alguns jovens participantes: clique aqui!

3 agosto 2011

L’intervista al direttore di Caritas Italiana sulla tragedia di Lampedusa

Africa - Lampedusa, la morte in sala macchine. I profughi somali premono alle porte dei campi.


Ai cancelli di Dadaab, il campo profughi più grande del mondo in Kenia, ci sono 16 mila persone che non riescono ad entrare per il sovraffollamento. L'inchiesta della magistratura italiana sulla morte dei 25 africani trovati morti nel barcone stracarico di rifugiati a largo di Lampedusa. Laura Boldrini, dell'Unhcr: "Che l'inchiesta accerti subito la verità".

di CARLO CIAVONI