13 aprile 2018

Suor Iva Teresa ANDREOTTI

Carissime sorelle, il 3 aprile 2018, dal “Camillian Hospital” di Bangkok (Thailandia) il Signore Risorto ha chiamato alla gioia eterna la nostra carissima sorella Suor Iva Teresa ANDREOTTI.
Nata a Loreo (Rovigo) il 30 giugno 1936
Professa a Torre Bairo (Vercelli) il 6 agosto 1957
Appartenente all’Ispettoria Thailandese “S. Maria Mazzarello”
Suor Iva Teresa, abitualmente chiamata Teresina, era la maggiore di cinque sorelle. Nei brevissimi cenni da lei scritti, leggiamo: «Nella mia famiglia Dio era al primo posto. Dai miei genitori ho ereditato specialmente l’amore alla preghiera, alla Parola di Dio e alle funzioni religiose. Il più bel ricordo che ho della mia adolescenza è l’incontro con le FMA, avvenuto quando sono entrata nel Convitto di Vigliano per far compagnia alla mia sorella che voleva imparare a fare la rammendatrice di stoffa, un lavoro molto apprezzato nel Biellese. Avrei dovuto stare con la sorella un breve tempo, ma come ho messo piede in quella casa mi è sembrato di entrare in paradiso: tutto era bello, le suore amabilissime».
In realtà le Suore Rosminiane erano state le sue educatrici dagli anni della scuola materna ai corsi commerciali. Ma è stato il contatto con le FMA a rivelarle che anche lei avrebbe potuto farsi suora. Fu accompagnata nella sua scelta vocazionale dalla direttrice del Convitto, suor Angiolina Moretta, che la sconsigliò ad entrare in clausura secondo la sua prima scelta e la orientò al nostro Istituto. Pur sentendo molto il distacco dalla loro primogenita, i genitori l’accompagnarono a Vercelli, nell’Istituto “Sacro Cuore” che allora era la casa ispettoriale; lì fece l’aspirantato. Nel 1955 fu ammessa al postulato. Poi passò a Torre Bairo per i due anni di noviziato e nel 1957 fece la prima professione.
Avendo fatto domanda missionaria, le Superiore la mandarono a Torino Casa “Madre Mazzarello” dove nel 1961 conseguì il diploma di maestra. Fu aiutante economa per qualche mese e il 14 novembre 1961 arrivò a Mandalay (Myanmar) con le altre tre pioniere di quella missione, che era stata aperta su richiesta dei Salesiani per la direzione della scuola femminile. Qui, - raccontava spesso suor Teresina - fece la sua prima esperienza di vita missionaria in una grande povertà di mezzi e di strutture, ma in un fruttuoso apostolato. La vita scorreva serena nella fedeltà alle Costituzioni. La povertà non pesava e tutte erano felici di potersi dedicare a tempo pieno alla scuola e alle alunne che erano rispettose, docili e molto impegnate nello studio. Nel 1963 emise con gioia i voti perpetui. Purtroppo nel 1966, mentre l’edificio scolastico non era ancora ultimato, la scuola venne nazionalizzata e fu emanato l’ordine di espulsione degli stranieri. Fu così che suor Teresina arrivò come missionaria in Thailandia.
Dopo lo studio della lingua tailandese nella casa di Ban Pong, fu inviata nel 1967 ad Hat Yai come assistente, insegnante e consigliera. Nel 1970 ritornò a Ban Pong come assistente delle aspiranti. Dal 1971 al 1972 le Superiore la mandarono in Inghilterra per ottenere il diploma di Assistente Sociale per i ciechi. Rimase poi fino al 1977 come vicaria, insegnante e assistente dei bambini e bambine cieche nell’opera fondata da Miss Genevieve Caulfiled che dal 1947 era stata affidata alla direzione delle FMA.
Dal 1977 al 1986 fu segretaria nella Nunziatura a Bangkok, compito che svolse con competenza e senso di responsabilità. Nel 1984 ebbe la gioia di avvicinare personalmente Papa Giovanni Paolo II in visita in Thailandia. Nel 1988 fu nominata direttrice a Bangkok nell’opera dei ciechi. Dal 1992 al 1993 a Sam Phran fu vicaria e insegnante. Svolse poi il ruolo di Economa ispettoriale (1993-96). Nel frattempo si era riaperta l’opera a Yangoon (Myanmar). Nel 1996 fu inviata in aiuto all’Ispettoria INC e l’anno seguente fu Segretaria della nuova Visitatoria SEA. Fu poi per due anni a Udon Thani, prima in cura e poi come assistente del gruppo “Laura”. Dal 2001 al 2011 fu Segretaria ispettoriale. Fu ancora per un anno assistente del gruppo “Laura” di Ban Pong. A motivo della salute piuttosto debole e in seguito alle chemioterapie per il cancro, non poteva più sostenere un incarico. Dal 2012 veniva periodicamente ricoverata in ospedale e faceva parte delle Comunità di Hua Mak, Bangkok Sala Daeng o Sam Phran.
Suor Teresina era una persona intelligente e competente, precisa e ordinatissima in tutto. Aveva una vita di preghiera solida e convinta. Quando pregava si vedeva che era in contatto col Signore. Ha lasciato scritto che, dopo Dio, Maria aveva il primo posto nella sua vita. Da giovane si era consacrata a Maria nell’Associazione delle Figlie di Maria e in tutta la sua vita ha sempre sperimentato l’aiuto e la protezione della Madonna. Amava molto anche S. Giuseppe e l’Angelo Custode. La si sentiva spesso dire: «Com’è difficile pregare bene!». Dopo lunga purificazione, il Signore l’ha trovata pronta per il Cielo ed è venuto a prenderla nelle prime ore del 3 aprile.
Offriamo per lei i nostri suffragi e contiamo sulla sua preghiera di intercessione per ottenere buone vocazioni per la Chiesa, l’Istituto e l’Ispettoria.

L’Ispettrice
Suor Agnese Nipha Rangabpit

12 aprile 2018

Suor Rosa GALDINO DA CUNHA

Carissime sorelle, nella serata del 2 aprile 2018, dall’Ospedale “Albert Sabin” di Recife, il Signore Risorto ha chiamato alla Pace eterna la nostra cara sorella Rosa GALDINO DA CUNHA.
Nata a Alhandra - Paraíba/PB (Brasile) il 10 luglio 1929
Professa a Recife/PE (Brasile) il 6 gennaio 1957
Appartenente Ispettoria Brasiliana “Maria Ausiliatrice” – Recife
Rosa nacque in una famiglia semplice e ricca di valori cristiani. Erano otto figli: tre fratelli e cinque sorelle. Il papà era meccanico e la mamma si dedicava alla casa e all’educazione dei figli. Fin da piccola Rosa fu avviata alla vita di fede e di preghiera dalla nonna materna, che poi sempre la sostenne anche nel realizzare la sua vocazione. Da adolescente Rosa svolgeva l’apostolato a favore dei bambini del suo paese e lavorava come aiutante infermiera nella casa di cura “Frei Martinho”. Ammirava le suore e aspirava anche lei a consacrarsi al Signore. Era molto grata a suor Maria de Lourdes Medeiros FMA che l’accompagnò nel discernimento vocazionale.
All’età di 24 anni, nel 1953, iniziò l’Aspirantato a Recife. Il 7 dicembre 1954 fu ammessa al Postulato. Ricordava che gli anni del Noviziato furono per lei di grande prova a motivo delle difficoltà di relazione con la Maestra. La comprensione e l’aiuto ricevuti dall’assistente, suor Luigina Pizzato, contribuirono a fortificare la sua vocazione. Giunse così felice alla Professione il 6 gennaio 1957.
Dopo un anno di lavoro a Recife nella “Casa da Criança J.O. de Almeida”, svolse per tanti anni con amore ed entusiasmo la missione di infermiera a Manaus nelle case di missione dell’Amazzonia, nell’Alto Rio Negro, prendendosi cura dei più poveri. In barca o in canoa, con gioia e fede, dava il suo generoso contributo nel promuovere vita, benessere e promozione integrale delle persone.
Dal 1957 al 2001 fu infermiera nelle case di Içana, Taracuà, Yauareté, São Gabriel e nell’Ospedale di Porto Velho. Nel 1975 fu insegnante nel corso di formazione delle infermiere a Manaus “Colegio N. S. Auxiliadora”. Riprese poi la sua attività di donazione agli ammalati a Taracuá, Barcelos e Belém Sacramenta.
Nel 2001 ritornò all’Ispettoria di Recife e fu ancora infermiera e vicaria nella Casa “Suor Maria Teresa Ambrogio” di Fortaleza fino al 2003. Passò poi per un anno a Correntes “Maria Auxiliadora” dedita alla promozione della donna e alla pastorale nei villaggi. Dal 2005 al 2011 lavorò nella Comunità “Suor Maria Teresa Ambrogio” di Fortaleza dove fu aiuto infermiera e vicaria. Per due anni si prestò come vicaria nella Casa “Mãe das Dores” di Juazeiro Do Norte e poi ancora infermiera nella casa di riposo di Fortaleza.
Nel 2015 prestò il servizio di assistente e sagrestana nella casa di Natal/RN, l’anno dopo di vicaria e aiuto infermiera nella “Residência Madre Rosetta Marchese” di Recife.
Nel 2017 le fu diagnosticato il cancro. Ricoveratavarie volte in ospedale, poco a poco la sua situazione peggiorò. Ora suor Rosa, che aveva curato tante consorelle, accettò di essere curata ed assistita, sempre abbandonata alla volontà di Dio. All’età di 88 anni, consumata dalla malattia, si consegnò all’abbraccio del Padre lasciandoci una testimonianza di grande amore all’Istituto, fortezza nelle prove, spirito di sacrificio, distacco da se stessa, solidarietà verso i più poveri, dedizione totale alla missione, particolarmente nell’attendere alle ammalate. Visse con coerenza la vocazione salesiana e coltivò sempre l’affetto verso la sua famiglia di origine.
Ringraziamo Dio per la generosa fedeltà di suor Rosa a Gesù e a chi era più bisognoso di cure e di affetto. Ora dal Cielo continuerà la sua missione intercedendo per l’Ispettoria e per tutto l’Istituto. 

L’Ispettrice
Suor Amélia de Assis Castro

Suor Adoración Sáinz Mozuelos

Carissime sorelle, nel pomeriggio del 2 aprile 2018, dall’Ospedale “Puerta de Hierro” di Majadahonda – Madrid (Spagna), il Signore Risorto ha chiamato alla Pasqua defintiva la nostra cara sorella Suor Adoración Sáinz Mozuelos.

Nata a Nela – Burgos (Spagna) il 12 novembre 1938
Professa a Madrid (Spagna) il 5 agosto 1958
Appartenente all’Ispettoria Spagnola “Maria Ausiliatrice” - Madrid
Suor Dori, come era chiamata, nacque in una famiglia semplice, numerosa e unita. I genitori offrirono agli otto figli un ambiente ricco di fede, di affetto, di allegria, di lavoro e sacrificio. Questo favorì il maturare di vocazioni religiose: due Sacerdoti Scolopi e due FMA: Adela e Adoración.
Il papà era un uomo allegro che sapeva giocare con i suoi figli; questa giovialità fu anche una delle caratteristiche di suor Dori.
All’età di 13 anni, accompagnata dalla sorella Adela, entrò come aspirante nella casa di Madrid Delicias. Essendo così giovane, attese alcuni anni e intanto collaborò nelle comunità di Baracaldo, San Sebastián, Madrid Villaamil. Il 31 gennaio 1956 fu ammessa al Postulato e, dopo il Noviziato, emise la professione il 5 agosto 1958. Le piaceva presentarsi dicendo: “Sono una felice FMA dal 1958!”. Nei primi anni si dedicò all’educazione dei piccoli a Madrid El Plantío, Valdepeñas e Madrid Delicias fino al 1972. Fu poi assistente delle interne a Madrid Villaamil. Trascorse in seguito alcuni anni dedita allo studio e conseguì il diploma di educatrice per la Scuola materna che valorizzò a Santander e a Palencia fino al 1980.
Svolgeva con generosità e gioia salesiana ogni compito che le veniva affidato. Considerava, con gratitudine, due grandi regali ricevuti dal Signore: l’aver potuto assistere i genitori nell’ultimo anno della loro vita mentre si trovava nella comunità di Santander e l’aver potuto partire missionaria, nel 1981, in Guinea Equatoriale dove si donò per 30 anni. Si era, infatti, lasciata coinvolgere in pieno nel “Progetto Africa” iniziato nel 1980. Aveva vissuto con gioia l’espansione delle opere educative, ma anche la sofferenza per il tragico incidente aereo del 2 gennaio 1987 a Bata, in cui persero la vita quattro FMA.
Suor Dori lavorò in due case di Malabo: Waiso Ipola e Elá Ngema fino al 1993, poi a Batete sia con i piccoli della scuola materna che con le interne come assistente. Per loro suor Dori era una vera madre capace di formarle per la vita. Con la bontà e la simpatia, la donazione serena e generosa, si faceva amare da tutti, specialmente dai bambini/e. Aveva una speciale sensibilità per i poveri e cercava di coinvolgere la sua famiglia in Spagna, amici e volontari in una grande rete di solidarietà aprendo a tante persone un futuro di speranza. Diceva con gioia: “La Guinea mi ha dato molto di più di quello che mi ha chiesto!”. In quegli anni di missione, visse intensamente lo spirito di famiglia e la collaborazione in vera reciprocità con i Salesiani e con altre Congregazioni religiose presenti in Malabo.
Nel 2010 ritornò in patria e fu destinata alla casa di Caldas de Reis (Pontevedra) dove continuò a donarsi con entusiasmo e generositò tra i bambini, nella comunità e nell’accoglienza dei numerosi pellegrini nel loro percorso verso Santiago di Compostela. Si considerava timida; in realtà era socievole e vicina alla gente. In comunità era accogliente, allegra e, con il suo senso dell’humour, portava sempre una nota di gioia e di festa.
Nel 2016 trascorse un anno in riposo nella casa “Vergine del Cammino” di León. Dal 2017 si trovava a Madrid El Plantío “Suor Eusebia Palomino”, disponibile per le attività comunitarie. Alcuni mesi fa, ad un controllo medico le fu scoperto un aneurisma cerebrale e nel mese di marzo fu operata. Purtroppo, in seguito a gravi complicazioni, è entrata in coma e dodici giorni dopo, il 2 aprile, la sua vita è stata immersa per sempre nella gioia pasquale.
Grazie, suor Dori, per la tua bontà espressa specialmente verso i più bisognosi. Avevi per tutti un sorriso sincero e sempre qualche dono da offrire. Intercedi presso il Padre perché ci mandi vocazioni che sappiano spendersi con amore per i più poveri e che sappiano dire con verità come dicevi tu: “Dio mío, grazie! Mi incanta l’eredità che mi prometti!”.

L’Ispettrice
Suor María del Rosario García Ribas

Progetto di Spiritualità Missionaria _ PEM 2018







3 aprile 2018

Suor Celestina CESARI

Carissime sorelle, il 27 marzo 2018, nella casa “San José” di Caracas Altamira (Venezuela), il Signore ha chiamato a celebrare la sua Pasqua in Paradiso la nostra cara Suor Celestina CESARI.
Nata a Villa Dalegno (Brescia) il 2 luglio 1933
Professa a Casanova di Carmagnola (Torino) il 5 agosto 1954
Appartenente all’Ispettoria Venezuelana “S. Giovanni Bosco”
Celestina era l’ultima di sette fratelli e sorelle di una famiglia ricca di fede. Il papà, uomo onesto e buon cristiano, era agricoltore, la mamma era tutta dedita all’educazione dei figli. Celestina frequentò la Scuola Magistrale “Madre Mazzarello” a Torino nella casa dove allora si preparavano le missionarie prima della partenza per le varie destinazioni. L’ambiente era quindi stimolante e impregnato di spirito missionario. Il 31 gennaio 1952 Celestina fu ammessa al Postulato ad Arignano e visse il Noviziato a Casanova dove, il 5 agosto 1954, emise i primi voti. Fece lo Iuniorato a Torino in Casa generalizia mentre si preparava per andare in missione.
Rispose all’invito di Gesù: “Andate in tutto il mondo” e nel mese di settembre 1955 giunse in Venezuela. Venne accolta nel collegio “María Auxiliadora” di Caracas Altamira, un’opera di recente apertura e, mentre imparava la lingua, si dedicava a vari lavori comunitari. Nel 1958 fu inviata alla “Obra Buen Consejo” a Caracas come maestra e catechista. Svolse la stessa missione a Mérida dove conseguì il Diploma di maestra per la scuola elementare. Una consorella dice di lei: “Era elemento di gioia nella comunità. Puntuale e fedele alla vita di preghiera. Ottima educatrice, era apprezzata dagli alunni e dai genitori. Sempre disponibile alla collaborazione, offriva il suo contributo positivo dove era necessario. Cercava di dominare il suo temperamento impetuoso chiedendo scusa e avvicinandosi alla persona che aveva potuto offendere”.
Nel 1970 ritornò alla casa “S. José” di Caracas con gli stessi impegni educativi. Nel 1974 una nuova obbedienza la invia alla “Obra Buen Consejo” che era stata trasferita nella casa di San Antonio de Los Altos dove fu sacrestana e maestra di lavori manuali. Nel 1983 le venne chiesto di collaborare come cuoca nella casa per gli Esercizi spirituali a Los Teques. Ritornò di nuovo, dopo tre anni, a San Antonio de los Altos dove fu maestra e sacrestana. Nel 1987 suor Celestina fu economa nella casa del Noviziato “S. Cuore di Gesù”. Svolse poi varie attività comunitarie a Mérida “Madre Mazzarello” e di nuovo a San Antonio de los Altos. Nel 1992 nel “Colegio Inmaculada” di Mérida fu assistente delle interne e sacrestana. Dal 1995 al 2000 prestò il suo servizio come assistente delle interne e sacrestana a San Antonio de los Altos “Obra Buen Consejo”, poi a Mérida ebbe lo stesso incarico per sei anni.
Dal 2009 la troviamo a Caracas nella Casa “San José” dove fu sacrestana fino a quando le forze glielo permisero. Le consorelle che hanno vissuto con lei ricordano il suo buon umore e la sua capacità di diffondere gioia. Altre ammirano la sua attitudine al servizio incondizionato, unito a un ardente dinamismo apostolico. Come sacrestana era precisa e diligente e questo compito era sostenuto da una vita di profonda preghiera. Suor Celestina coltivava lo spirito di raccoglimento e una grande fede nell’Eucaristia. Una consorella che andava tutti i giorni a visitarla negli ultimi anni, quando si trovava già ammalata e a letto, afferma: “Trovavo sempre la cara suor Celestina serena. Consapevole della sua situazione, accettava il progressivo declino delle forse senza lamentarsi, in piena adesione alla volontà di Dio”. Uno scompenso renale mise fine alla sua vita terrena. Così suor Celestina, spoglia di ogni legame mortale, nella notte del 27 marzo 2018 accolse la chiamata di Gesù che le diceva: “Serva buona e fedele, entra nella gioia del tuo Signore”. Certamente Maria Ausiliatrice la introdusse alle nozze eterne con Gesù risorto.
Offriamo per lei la nostra preghiera di suffragio e chiediamole di intercedere per l’Istituto e per l’Ispettoria.

L’Ispettrice
Suor Margarita Hernández

Suor Patricia Anne LACHARITÉ

Care sorelle, il mattino del Giovedì Santo, 29 marzo 2018, dall’Unità di cura intensiva dell’Ospedale di Nairobi (Kenya), il Signore Gesù ha chiamato al banchetto pasquale, la nostra cara Suor Patricia Anne LACHARITÉ.
Nata a Sherbrooke (Canada) il 18 aprile 1952
Professa a Newton, New Jersey (Stati Uniti) il 5 agosto 1973
Appartenente all’Ispettoria Africa Est “Nostra Signora della Speranza”
Patrizia, affettuosamente chiamata Pat, era l’ultima di cinque fratelli e sorelle di una buona famiglia cristiana. Suor Patricia raccontava che il papà era molto amorevole nei loro confronti, ma non aveva il dono della disciplina, compito educativo lasciato alla mamma. Il papà morì per un cancro allo stomaco quando lei aveva dieci anni. Frequentò la scuola presso le suore di “Nostra Signora di Cap”, mentre i fratelli studiavano nella scuola salesiana, e fu proprio attraverso i Salesiani che lei venne a contatto con le FMA, le quali erano nel Québec.
Nel 1966, all’età di 14 anni, lasciò con coraggio la famiglia e la sua città per entrare come aspirante a Paterson, negli Stati Uniti. A quel tempo, Canada e Stati Uniti formavano una sola Ispettoria. Fu ammessa al Postulato il 7 ottobre 1970 ad Haledon, ed entrò in Noviziato il 5 agosto 1971. Per tutto il tempo della formazione iniziale, Patricia poté continuare gli studi accademici e specializzarsi anche in Catechetica, oltre che in Filosofia e in Scienze dell’educazione. In tal modo si preparò ad essere insegnante e catechista. Aveva sempre desiderato di essere missionaria, ma partì per la missione dopo aver fatto una buona esperienza apostolica: lavorò dal 1974 al settembre 1992 nella sua Ispettoria dove fu insegnante, preside e catechista nelle case di Easton, Philadelphia, Paterson e Panorama City.
Dopo un breve periodo vissuto a Roma, nel 1992 giunse nell’Ispettoria “Nostra Signora della Speranza”, in Kenya. Lavorò come insegnante di inglese a Siakago e a Embu fino al 1995. Fu poi assistente e insegnante nel Noviziato, che allora si trovava a Nairobi “Auxilium”. Nel 1997 fu trasferita a Makuyu come responsabile del College per Segretarie fino al 2000. Fu poi per tre anni preside della Scuola secondaria “Don Bosco” a Embu e Coordinatrice diocesana per la catechesi nella diocesi di Muranga per quattro anni, dal 2004 al 2007, compito che svolse con molta dedizione e competenza.
Era un’insegnante appassionata ed educava le allieve al lavoro serio e diligente e ne dava l’esempio. Era sempre disponibile anche per la comunità, nelle attività quotidiane o nelle celebrazioni. Con gioia correggeva i lavori in inglese di molte suore studenti e, anche quando si ammalò e facilmente si stancava, le era difficile dire un ‘no’. Era molto puntuale e preveniente: organizzava bene ogni più piccolo dettaglio. Era socievole, le piaceva la compagnia, e amava lavorare con i giovani.
Nel 2011 fu nominata animatrice della nuova comunità di North Horr, la nostra prima casa nella Diocesi di Marsabit, veramente in periferia! Insieme con le consorelle, in questa nuova e difficile missione nel deserto di Chalbi del Nord, suor Patricia mise cuore, anima e tutte le sue energie, senza badare al clima desertico, alla nuova lingua o ai problemi di salute che si manifestarono in quei sei anni. Verso la fine del 2015 le venne diagnosticato un cancro. Nel 2016 fu sottoposta all’intervento chirurgico e alla chemioterapia. Con grande sacrificio, dovette rimanere lontana dalla comunità per parecchi mesi. A motivo della salute delicata e per una migliore possibilità di cure mediche, nel 2017 fu trasferita nella comunità “Laura Vicuña” di Makuyu. Trascorse un anno come insegnante nella Scuola secondaria “Don Bosco”, insegnando anche alle aspiranti. Durante quel periodo, affrontò con coraggio un altro intervento ed una seconda chemioterapia. Sebbene stesse piuttosto male, coraggiosamente chiese di poter andare a visitare la sua famiglia in Canada. Fu felice di rivedere sua sorella Sylvia, anche lei affetta da cancro, prima che morisse.
Suor Patricia fu così presente alla celebrazione dell’unificazione delle due Ispettorie, Canada e America Nord (SUA), dove incontrò la Madre generale e molte sorelle della sua Ispettoria di origine. Per un breve tempo sembrò che la sua salute migliorasse e così, nel 2018, fu felice di tornare a Karare, nella Diocesi di Marsabit. Dedicò tutta se stessa alla scuola, tuttavia la gioia durò poco, poiché il suo secondo e ultimo calvario iniziò già a febbraio 2018, costringendola a passare nuovamente nella Casa di Nairobi “Auxilium” dove fu ricoverata per qualche tempo. Consapevole della gravità della sua situazione, circa un mese prima della sua morte, pregava il Signore che la prendesse presto. Desiderava trovarsi nella Casa del Padre per la Pasqua. Sebbene per natura suor Patricia fosse piuttosto impaziente ed ansiosa, edificò tutte noi dimostrando pazienza e rassegnazione nelle sofferenze, special-mente verso la fine, quando il male la rese totalmente dipendente dagli altri. Era riconoscente per tutta la cura e il sostegno ricevuto. Diceva: “Non ho paura della morte, non ho rimpianti, ho vissuto pienamente e con gioia. Ho dato tutto ciò che potevo, ho fatto del mio meglio, sono pronta ad andare!”. Gli ultime due giorni fu nuovamente ricoverata in ospedale dove la mattina del 29 marzo, Giovedì Santo, suor Patricia, assistita dall’Ispettrice, se ne è andata nella pace. Le sorelle l’hanno amorevolmente accompagnata fino all’ultimo momento. Possa ora ottenerci da Dio buone vocazioni e una feconda missione tra i giovani, un rinnovato amore per la catechesi e per la Chiesa e continuare a ispirare tutte noi con la testimonianza che ci ha lasciato. 

L’ Ispettrice
Suor Gisèle Ndekezi