31 gennaio 2020
29 gennaio 2020
Suor Anna VERONESE
Carissime sorelle, il 15 gennaio 2020, dalla casa “Don Bosco” di Padova, il Signore ha introdotto nel Suo Regno di pace la nostra carissima Suor Anna VERONESE.
Nata a Este (Padova) il 28 novembre 1935
Professa a Battaglia Terme (Padova) il 6 agosto 1957
Appartenente all’Ispettoria Triveneta “S. Maria Domenica Mazzarello” - Italia
Anna, terza di sette figli – sei sorelle e un fratello – nacque in una famiglia profondamente cristiana. In essa la fede si esprimeva nella concretezza della vita e nella preghiera quotidiana, soprattutto quella del Rosario, vissuta come momento di intimità familiare. La presenza di Maria, madre amorevole, sarà sempre forte nella vita di suor Anna, che cercherà di trasmetterla anche alle giovani allieve. Nel 1951 tutta la famiglia si trasferì a Padova, a causa del lavoro del padre, insegnante presso l’Istituto Agrario.
Anna visse gli anni dell’adolescenza in maniera vivace, serena, allegra. Era intelligente, dotata di una buona manualità, che esprimeva nei lavori di sartoria ed in ogni attività creativa. Precisa in tutto quello che faceva, era disponibile a mettere con generosità i suoi molti talenti a servizio di chi aveva bisogno. In famiglia don Bosco era di casa, grazie anche alla presenza di due zie Figlie di Maria Ausiliatrice e di uno zio Salesiano missionario in Mato Grosso. In cuor suo sentiva da tempo la chiamata a donarsi tutta al Signore.
Dopo un’esperienza di lotta interiore, maturò la decisione di entrare nell’Istituto e il 29 dicembre 1953 cominciò l’Aspirantato a Conegliano. Il 31 gennaio 1955 fu ammessa al Postulato a Padova e il 5 agosto dello stesso anno il Noviziato a Battaglia Terme. Dopo la prima professione, celebrata il 6 agosto 1957, fu inviata a Torino come studente per prepararsi alla vita missionaria. Sentiva, forte, infatti, la chiamata della missione, che esprimeva in particolare nella vicinanza ai più poveri.
Nel 1958 si recò in Inghilterra per studiare l’inglese in vista della futura destinazione. Il Signore, però, vide in quei luoghi il campo in cui suor Anna poteva seminare e portare più frutto. Cosi fino al 1972 visse in Inghilterra, a Chertsey, Sandgate, Colne e Liverpool, come insegnante ed assistente delle aspiranti.
Nel 1972 tornò a Padova Istituto “Maria Ausiliatrice” e dal 1973 visse all’Istituto “Don Bosco” dove fu insegnante di inglese ai Corsi professionali, catechista in parrocchia, portinaia. Portò sempre nel cuore l’amore per la missione tra i più poveri, che la spinse ad un lavoro infaticabile. A scuola sapeva coinvolgere i più bravi, perché si facessero carico dei compagni svantaggiati. Avvalendosi della sua buona manualità e coinvolgendo tante persone nel suo lavoro, organizzava mercatini per le missioni, soprattutto per il Madagascar; si dedicava con passione anche al volontariato nelle carceri.
Racconta una suora che ha vissuto con lei per molto tempo: «Suor Anna era una suora gioiosa, amante della musica, che dirigeva con entusiasmo. I canti alla Madonna venivano davvero eseguiti come gioiosa espressione d’amore. Ricordo come sapeva far gustare il canto “Maria, vogliamo amarti” e con che gioia le ragazze lo cantavano!». Metteva a servizio dei poveri, che chiamava “i miei Gesù”, tutte le sue forze, la sua inventiva, il suo tempo quasi senza misura. Una consorella racconta: «Si era talmente identificata con le loro povertà che non solo non si lamentava mai di quanto le offrivano a tavola, ma in alcuni periodi (durante la quaresima, in occasione di raccolte di fondi per le missioni o quando veniva a conoscere che in alcuni luoghi vi erano periodi di carestia) era solita nutrirsi in maniera ancora più essenziale e povera».
Di animo sensibile e delicato, non sempre era capita nei suoi slanci di generosità e per questo soffriva. Nei suoi sfoghi con alcune confidenti e nella preghiera, cercava la serenità ed il coraggio per andare avanti. Nel 2008 si ammalò di tumore ai polmoni. Accolse le cure con riconoscenza e fiducia, senza mai lamentarsi. Ancora una volta, il suo pensiero andava ai più poveri: «Ah, se tutti i bambini del Madagascar potessero avere le cure che io ho qui!». In questi ultimi anni, continuò a lavorare con assiduità, alternando momenti di ripresa ad altri in cui il male tornava a farsi sentire. Cercò sempre di rimanere serena e di donare quanto poteva, accettando, a volte con fatica, la necessità di rallentare il suo ritmo e rinunciare ad alcuni servizi in comunità.
Grazie, suor Anna, per questa tua testimonianza di carità senza misura! Ora che godi della presenza del Signore che hai tanto amato, prega per la tua famiglia, per la comunità che ti ha accompagnata in questi anni e per il nostro Istituto. Chiedi per noi il dono di vocazioni ardenti, dal cuore missionario!
L’Ispettrice
Suor Palmira De Fortunati
Suor Takako Teresia YAMAGUCHI
Carissime sorelle, il 14 gennaio 2020, presso la Casa per Anziani “Hakucho” di Tokio (Giappone), il Signore ha chiamato alla gioia dell’incontro con Lui, a ricompensa di quanto ha offerto nella sua vita, la nostra sorella Suor Takako Teresia YAMAGUCHI.
Nata a Tokyo il 18 luglio 1932
Professa a Chofu (Tokyo) il 5 agosto 1964
Appartenente all’Ispettoria Giapponese “Alma Mater” – Chofu
Suor Yamaguchi era la quinta figlia di quattro sorelle e due fratelli, uno maggiore e uno minore di lei. Fu educata con profondo amore dal papà, operaio in una ditta, e dalla mamma tutta dedita all’educazione dei figli e alla casa. Trascorse l’età della scuola elementare durante la guerra del Pacifico e dovette sfollare lontana dalla famiglia a Gunma e a Yamagata (Giappone). Quando la guerra terminò, poté ritornare in famiglia, dove frequentò la scuola media e superiore. Allo stesso tempo, con la famiglia, frequentava la parrocchia dei Salesiani per studiare il catechismo tre volte alla settimana. Nel 1948, tutta la famiglia ricevette il Battesimo nella Festa dell’Immacolata.
Poiché era dotata di doni artistici, frequentò le scuole con questo indirizzo. Vinse anche dei concorsi a livello nazionale. Conobbe il nostro Istituto attraverso i Salesiani ed entrò in Aspirantato il 1° maggio 1959, a 27 anni di età. Avrebbe potuto avere una bella carriera nel campo dell’arte, ma scelse di lavorare per i bambini poveri che, a quel tempo, erano molti. Il 31 gennaio 1962 fu ammessa al Postulato e il 5 agosto dello stesso anno entrò in Noviziato ed emise la Professione il 5 agosto 1964.
Visse lo Iuniorato a Tokio Aspirantato. Dal 1965 al 1968 lavorò nella casa “Ss. Angeli Custodi” di Tokio come assistente e insegnante. Dal 1968 al 1977 fu nella casa “Maria Ausiliatrice”, sempre in Tokio, con la missione di insegnante di religione, storia e geografia nella Scuola Media. Fu poi trasferita a Osaka ancora come insegnante fino al 1980. Passò poi a Setagaya (Tokyo) con la stessa missione. Nel 1984 ritornò nella Casa “Ss. Angeli Custodi” come assistente delle ragazzine dell’età della Scuola Media dell’Opera Seibi Home, che accoglieva preadolescenti in situazione di disagio familiare e sociale. Là restò fino al mese di marzo del 1990.
In quell’anno, fu scelta, con un’altra suora, per andare in Bolivia come missionaria tra gli immigrati giapponesi, servizio da tempo richiesto dall’Ispettoria Boliviana. Nel mese di aprile fu trasferita alla Casa “Maria Mazzarello” di Tokio per prepararsi e poi nel mese di giugno venne inviata a Roma da dove partì, nel novembre dello stesso anno, per la Bolivia.
In Bolivia, nella Casa di Montero, pur nelle difficoltà di inserimento causate dalla diversità della lingua, del cibo e delle usanze ecc….lavorava volentieri vivendo la sua presenza missionaria in quel Paese. Periodicamente inviava all’Ispettoria Giapponese una specie di giornalino con le notizie e disegni. Sei anni dopo tornò in Giappone e venne mandata a Osaka come delegata VIDES. Nel 2002, chiese di andare nuovamente in Bolivia e vi rimase per tre anni escogitando tanti modi creativi per esercitare la sua missione tra gli immigrati.
Tornata definitivamente in Giappone nel 2005, fu inviata alla Casa “S. Giuseppe” di Chofu, incaricata degli immigrati boliviani di origine giapponese giunti in Giappone per lavorare. Nel 2012, fu trasferita alla Casa “Maria Ausiliatrice” di Tokio Akabane dove esplicò la sua missione principalmente insegnando religione alle ragazze della III Superiore e ai bambini dell’Opera Seibi Home della comunità “Ss. Angeli Custodi”.
Nei ricordi scritti dalle consorelle si legge che suor Yamaguchi non badava a fatiche pur di aiutare le persone in difficoltà, i poveri, i piccoli. Dall’estate 2019, le sue gambe non la sostenevano più per questo dovette essere ricoverata per essere meglio curata. Ultimamente, avendo fatto anche riabilitazione, sembrava stesse meglio, ma improvvisamente il 14 gennaio un malore forte rivelò un tumore all’ultimo stadio allo stomaco e in quello stesso giorno fu chiamata dal Signore.
Affidiamo alla preghiera di tutto l’Istituto questa nostra sorella che ha dato tutta la vita per il Signore e per i giovani.
L’Ispettrice
Suor Morishita Wakayo Teresina
Suor Giustina Angela SCHIRATO
Carissime sorelle, nella serata del 21 gennaio 2020, dalla comunità di Rosà (Vicenza), lo Sposo ha trovato con la lampada accesa e ha invitato alle nozze eterne la nostra cara sorella Suor Giustina Angela SCHIRATO.
Nata a Rodigo (Mantova) il 31 marzo 1932
Professa a S. Salvatore Monferrato (Alessandria) il 5 agosto 1953
Appartenente all’Ispettoria Triveneta “S. Maria Domenica Mazzarello” – Italia
Terza di sei figli, di cui due sorelle e quattro fratelli, Giustina Angela conservò sempre per la famiglia un forte legame di affetto, come dimostra la numerosa corrispondenza che tenne con i genitori e con la sorella. Il suo parroco, parlando di lei, la descrisse come una giovane dall’indole mite e docile, seppur con un temperamento forte, che la accompagnò per tutta la vita e che la sostenne nel vivere le fatiche della missione. A soli 14 anni lasciò la famiglia e si trasferì ad Alessandria per il lavoro in fabbrica.
Come altre giovani, abitava nel convitto delle FMA, dove sentì la chiamata alla vita religiosa salesiana e maturò un “sì” convinto e caratterizzato, fin da subito, dal desiderio della missione ad gentes. Il 31 gennaio 1949 fu ammessa al Postulato ad Alessandria ed il 5 agosto 1951 iniziò il Noviziato a San Salvatore Monferrato, dove emise la Professione il 5 agosto 1953.
Trascorse i primi anni nelle case di Tortona e Giarole, dove fu guardarobiera ed educatrice dei piccoli. Nel 1958 a Torino, Casa “Madre Mazzarello”, si preparò alla missione e nell’ottobre di quello stesso anno partì per il Brasile. Durante il lungo viaggio in nave, così scrisse ai suoi familiari: «Quando hanno iniziato ad avvisare i signori visitatori di scendere perché la nave era in partenza, ho preso il mio crocifisso tra le mani e ho detto: “Tutto per te, o mio Signore. Solo per amore tuo faccio il sacrificio del distacco dai parenti, dalla Patria, dalle Superiore e dalle Consorelle che tanto amo”. Sebbene abbia sentito molto il sacrificio, ho provato pure tanta gioia e mi sento indegna che il Signore, nella sua infinita bontà, mi abbia scelta fra tante ad essere sua sposa. Il tempo, per quanto lungo sia, non sarà mai sufficiente per ringraziarlo».
In Brasile suor Angelina – come venne sempre chiamata – conseguì prima il diploma di taglio e cucito e, successivamente, quello di infermiera; compito a cui si dedicò per gran parte della sua vita, dimostrando sempre una grande capacità di accorgersi delle sofferenze delle persone e di accompagnarle con l’ascolto e l’attenzione ai particolari. Aveva una predilezione per i bambini più poveri; per loro confezionava piccoli oggetti e capi di abbigliamento e li accompagnava con la preghiera e la cura.
Lavorò nelle case di Cuiabà, Coxipò da Ponte e Lins come incaricata della lavanderia, insegnante di ta-glio e confezione e aiuto economa. Dal 1962 al 1973 fu infermiera negli Ospedali di Corumbà, Campo Grande e Três Lagoas. Molti sacerdoti, suore e laici conservarono sempre un affettuoso ricordo di lei, esprimendole gratitudine, sia nelle lettere che inviavano, sia con alcune visite da un capo all’altro dell’Oceano. Nel 1974 tornò in Italia e continuò a svolgere il servizio di infermiera, sacrestana e aiuto portinaia nelle case di Rosà, Padova “Maria Ausiliatrice” e Valdagno. In quegli anni poté anche farsi vicina alla sua famiglia ed assistere la mamma malata. Ritornò nuovamente in Brasile nel 1983, dove fu infermiera a Meruri, Cuiabà, Três Lagoas e Campo Grande. Nel 1993 le venne chiesto di mettere la sua competenza a disposizione delle sorelle della Comunità “Madre Angela Vespa” dell’Auxilium (Roma). Vi rimase fino al 1995, anno in cui tornò in Brasile a Três Lagoas per l’ultima volta, per assistere la zia FMA missionaria suor Maddalena, morta il 16 ottobre 1995.
Nel 1996 rientrò definitivamente in Italia, nella comunità di Rosà, come portinaia ed aiuto infermiera. Dedicava anche parte del suo tempo a realizzare corone del Rosario che regalava a quanti andavano a trovarla o si occupavano di lei: era un suo modo per esprimere l’amore e la fiducia filiale in Maria.
Man mano che le forze vennero meno e che la malattia si fece sentire, dovette gradualmente abbandonare i servizi comunitari che svolgeva. Questo le costò molto, ma imparò ad abbandonarsi gradualmente e con gratitudine all’aiuto delle consorelle e del personale laico che si prendeva cura di lei. Si era dimostrata sempre molto esigente con se stessa e, a volte, anche con gli altri, soffrendo per alcune incomprensioni che si potevano creare. Ma, soprattutto in quest’ultimo tempo, si impegnò a coltivare il dialogo e la pace nelle relazioni.
Carissima suor Angelina, grazie per questa tua testimonianza di umiltà e crescita nell’amore, per la tua capacità di accogliere con affetto i piccoli e i sofferenti. Ora che finalmente godi la pace dell’incontro con il Signore, prega perché anche noi sappiamo coltivare un cuore missionario, innamorato dei poveri.
L’Ispettrice
Suor Palmira De Fortunati
Suor Maria Antonietta PALLADINO
Carissime sorelle, il 21 gennaio 2020, festa di S. Agnese, dalla casa “S. Giuseppe” di Haledon, New Jersey (Stati Uniti), il Signore ha chiamato a sé la nostra carissima Suor Maria Antonietta PALLADINO.
Nata a Guarene (Cuneo) il 31 ottobre 1932
Professa a Nizza Monferrato (Asti) il 5 agosto 1952
Appartenente all’Ispettoria Stati Uniti-Canada “S. Giuseppe” - Haledon
Maria è nata in una famiglia che il Signore aveva arricchito di sette figli. Maria era la più piccola e gemella del fratello Giuseppe. Ricordava con commozione il giorno della prima Comunione, perché aveva percepito la chiamata ad essere tutta e sempre di Gesù. Sognava di diventare maestra per insegnare religione e portare molti fanciulli a conoscere e ad amare il Signore. Questo sogno non lo poté subito realizzare per l’infierire della seconda guerra mondiale. Il fratello maggiore fu preso e portato in uno dei campi di concentramento; un altro si dovette nascondere per non essere trovato dalle SS tedesche. Anche i fratelli più giovani furono catturati e messi a lavorare con le SS. A casa mamma e figlie pregavano intensamente affinché questi figli ritornassero vivi dopo la guerra. Maria stessa rischiò due volte la morte per aver rifiutato di rivelare ai tedeschi dove si era nascosto il fratello. Scriverà: «Dopo la guerra i fratelli ritornarono a casa grazie all’aiuto dei soldati americani. La famiglia, grazie a Dio, si riunì ancora una volta dopo anni di preghiera e di ansietà».
Maria era il braccio destro del papà nel lavoro in campagna, ma sentiva sempre più forte e chiara la chiamata di Gesù alla vita religiosa nell’Istituto delle FMA. Nel novembre del 1948 con la benedizione dei genitori si recò a Nizza Monferrato per cominciare il percorso formativo. Dopo il Postulato, a cui venne ammessa il 31 gennaio 1950, iniziò il Noviziato, ma un mese prima della professione si ammalò. Le superiore pensavano si trattasse di tubercolosi. Invece era un’anemia e i dottori suggerirono l’aria nativa. Così fu ammessa alla prima professione a Nizza Monferrato il 5 agosto 1952.
Subito dopo fu mandata ad Alba per un periodo di riposo. Il confessore, nel frattempo, suggerì a suor Maria di presentare la domanda missionaria. Suor Maria obiettò che, non avendo buona salute, sarebbe stato inutile farla. Tuttavia il confessore insisteva. Obbedì e presentò la domanda alle Superiore. Appena si rimise in salute, ricevette la notizia che la sua domanda missionaria era stata accettata. Scrisse: «La Madonna mi ha sempre accompagnata; ho realizzato il sogno missionario e quello di essere insegnante di tanti bambini per educarli nella fede».
Destinata agli Stati Uniti, arrivò al porto di New York il 23 agosto 1954 e fu inviata alla casa “Maria Ausiliatrice” di North Haledon dove vi era la scuola secondaria e per due anni frequentò alcune classi per imparare la lingua inglese. Dal 1956 al 2003 lavorò instancabilmente in diverse scuole dell’Ispettoria negli Stati del New Jersey, New York e Florida, sempre con la missione di insegnante, catechista e assistente. In alcune comunità offrì anche il servizio di cuoca. Ovunque suor Maria portò l’immancabile sorriso. Aveva un carattere vivace, entusiasta e volitivo. Gli alunni le volevano un gran bene e anche i genitori la stimavano per la sua genuina dedizione e per l’affetto che portava ai loro figli. Dotata di creatività e di buone abilità per il disegno e la pittura, adornava la sua classe e le scuole di tanti bei cartelloni che rendevano piacevoli gli ambienti.
Nel 2003 la sua salute cominciò a declinare e non poteva più stare in classe a tempo pieno. Ma non si scoraggiò: l’assistenza in cortile e in refettorio divenne la sua occupazione preferita. Si dedicava pure ai lavori di casa, al cucito e preparava pranzi caldi e sostanziosi per le consorelle.
Nel 2009 fu accolta nella Casa ispettoriale “S. Giuseppe” di Haledon per ricevere le cure mediche di cui aveva bisogno. Nel marzo del 2010 fu colpita da un ictus che le tolse la parola. Si riprese abbastanza, ma non poteva più esprimersi; sorrideva sempre e quel sorriso diceva tutto. La mattina del 21 gennaio, mentre le sorelle della comunità con l’Ispettrice pregavano il S. Rosario nella sua cameretta, suor Maria volò in Paradiso, certamente accompagnata dall'Ausiliatrice da lei tanto amata.
Cara suor Maria, sentiremo molto la tua mancanza, ma sappiamo che dal Cielo intercederai per l’Ispettoria, l’Istituto e le vocazioni. Ti ringraziamo di cuore.
L’Ispettrice
Suor Joanne Holloman
28 gennaio 2020
26 gennaio 2020
24 gennaio 2020
23 gennaio 2020
22 gennaio 2020
21 gennaio 2020
20 gennaio 2020
19 gennaio 2020
18 gennaio 2020
16 gennaio 2020
15 gennaio 2020
14 gennaio 2020
13 gennaio 2020
12 gennaio 2020
11 gennaio 2020
3 gennaio 2020
Suor Caterina PAVAN
Carissime sorelle, il
12 dicembre 2019, nel suo 87mo anno di vita e nei suoi 65 anni di
vita religiosa, dall’Ospedale «Timone» di Marseille (Francia) ha raggiunto
Colui che aveva tanto cercato la nostra sorella Suor Caterina PAVAN.
Nata a Motta di Livenza (Treviso) il 29
dicembre 1932
Professa a
Battaglia Terme (Padova) il 6 agosto 1955
Appartenente
all’Ispettoria Francia-Belgio Sud «Notre Dame des Nations» - Paris
Caterina
nacque in una famiglia composta da dieci figli, «ricca di fede e di valori
umani», come lei stessa dirà. Il suo parroco amava molto don Bosco. Caterina fu
colpita dal passaggio in famiglia di una FMA, missionaria in Brasile, e questo
spiega il suo desiderio di essere missionaria.
Nell’agosto
1953 entrò in postulato a Padova e qualche anno più tardi fece la domanda per
andare in missione. Visse il Noviziato a Battaglia Terme, dove emise la
Professione il 6 agosto 1955. Durante la preparazione intensiva a Torino,
l’allora Madre generale, madre Linda Lucotti, le disse: «Sarai missionaria in
Francia, la tua salute sembra fragile!...». E nel 1956 partì per Montpellier
dove collaborò in cucina. Lungo tutta la sua vita religiosa salesiana è stata
cuoca, educatrice di internato, catechista, assistente, donna di casa. Dovunque
si lasciò veramente inviare da Dio. Aveva una buona capacità di integrarsi nell’ambiente
da «missionaria», pronta a servire semplicemente e soprattutto ad amare e farsi
amare.
Dal 1957
al 1959 fu a Marseille aiutante in cucina, poi passò a Grenoble come
guardarobiera. Fu educatrice nell’internato «Don Bosco» a Saint-Cyr-sur-Mer
fino al 1985. Una suora, che era con lei in quella casa, racconta: «Ciò che mi ha colpita in suor Caterina era
il suo modo di essere presente, di avere attenzioni delicate e fraterne verso
ogni persona, sia piccoli, sia giovani e adulti. Nell’internato era responsabile
delle ragazze del collegio e aveva saputo creare un vero clima salesiano. Aveva
molta pazienza con alcune giovani piuttosto turbolente; le sapeva calmare dialogando
con loro. Ho ricevuto molto da lei nel vederla agire così». Amava anche «uscire», andare incontro alle
famiglie e ai poveri per la catechesi o per portare aiuto. Si dedicò poi per
alcuni anni fino al 1999 a servizi comunitari nella casa «St. Julitte» di
Marseille. Nel 1999 alla riapertura della comunità «San Giovanni Bosco»
a Marseille Pastré, in qualità di responsabile dell’amministrazione, era
attenta ad ogni persona e testimoniava una vita semplice e sobria.
Partecipava
attivamente alla vita di comunità, collaborando il più possibile con tutti.
Accoglieva con calore le giovani del «Foyer» e si rendeva disponibile alla presenza
educativa tra gli adolescenti del collegio. Sin dall’apertura del portone, si
trovava là, fedele al suo posto per accogliere i giovani. Molto in fretta si
era fatta numerosi amici anche tra gli adolescenti che frequentavano lo sport, che
le correvano incontro e la seguivano... Dal 2004 al 2012
fu a Lyon «S. Balndine» dedita a vari incarichi comunitari e pastorali.
Aveva veramente
l’arte di farsi amare perché per tutti aveva uno sguardo di benevolenza e un
ascolto di condivisione. La gioia era la sua seconda natura, ma sicuramente anche
il segno di un cuore che ama molto il Signore e i giovani! La ricerca del
Signore, della sua volontà le ha dato la possibilità di accogliere con fiducia
e serena disponibilità le diverse missioni che le sono state affidate, anche
quando non se le aspettava. Non opponeva alcuna resistenza né obiezione. Suor
Caterina era una donna forte, combattiva, intraprendente! Aveva le sue idee e
talvolta vi rinunciava con difficoltà, ma l’amore la faceva cedere.
Di temperamento
vivace, perfino irascibile, ha conquistato nel corso degli anni una pace e una
serenità che edificavano tutti coloro che la incontravano. Questa forza di
carattere si è manifestata nella sua lotta contro la malattia e le ha
consentito di dare vita ai suoi giorni fino alla fine. Era riconoscente per
ogni gesto di attenzione a suo riguardo, sia da parte delle consorelle sia del
personale della casa. Dal 2012 si trovava in riposo a Marseille. Il 12 dicembre
u.s. cadde dalle scale e fu ricoverata d’urgenza in Ospedale dove le venne
riscontrata una grave emorragia cerebrale che le aprì le porte del Paradiso.
Grazie, cara suor
Caterina, per la testimonianza di una vita felice vissuta nell’alleanza con il
Signore. Grazie per la tua disponibilità, il tuo coraggio, la tua fede e la tua
gioia! Grazie per il tuo bel volto di Figlia di Maria Ausiliatrice che ci
lasci. Grazie per aver fatto risplendere tra noi l’amore di Gesù, di don Bosco,
di Maria Domenica. Maria, nostra Madre, non ha senz’altro cessato di sussurrare
al tuo orecchio: «Tutto ciò che egli vi
dirà, fatelo». Affidiamo alla tua intercessione tutte le intenzioni della
nostra Ispettoria, dei giovani affinché possiamo, come te, lasciar emergere il
meglio di noi stesse.
L’ispettrice
Suor Geneviève Pellser
Suor Susana ROMÁN
Carissime sorelle, il 16 dicembre 2019, nella Casa “Maria Immacolata” di Córdoba (Argentina), ha celebrato il suo incontro definitivo con Dio Padre la nostra carissima Suor Susana ROMÁN.
Nata a Cafayate, Salta (Argentina) il 3 aprile 1926
Professa a Morón, Buenos Aires (Argentina) il 24 gennaio 1953
Appartenente all’Ispettoria Argentina “N. S. del S. Rosario” – Córdoba
Trascorse il tempo della formazione a Rosario dove soffrì per il cambiamento climatico e per la disciplina, al punto da pensare che quello non fosse il suo posto. Ma poi in un sogno vive don Bosco e Maria Ausiliatrice e questo le restituì la pace e visse con entusiasmo il Postulato e il Noviziato. Il 24 gennaio 1953 fece la prima professione. A Rosario fu subito avviata allo studio per poter insegnare spagnolo, letteratura e latino. Nel 1957 fu assegnata alla casa S. Miguel de Tucumán dove rimase 11 anni, ricordati come i più belli della sua vita religiosa, in una comunità unita e apostolica.
Scrisse: «Nel 1962 ho avuto un'esperienza forte del passaggio di Dio nella mia vita. Una notte, mentre dormivo, sentii una voce interiore che mi diceva: "Non aver paura, ti guiderò io". Questo mi ha portato al totale abbandono in Dio, a vivere intensamente il presente, a occuparmi delle cose senza preoccupazioni e ad essere sempre disponibile». Nel 1968 passò a Santa Rosa (La Pampa), come consigliere e coordinatrice e nel 1970 fu nominata direttrice della comunità. Nel 1976 a Salta fu ancora direttrice della comunità e della scuola elementare, mentre era docente all'Istituto Arcidiocesano di Catechetica. Dal 1979 al 1984 continuò il servizio di animazione a Rodeo del Medio.
In risposta alla sua vocazione missionaria, nel 1987 fu inviata a Formosa, dove poté lavorare a favore degli aborigeni Toba e dei più poveri tra i poveri. Il contatto con loro le diede una nuova visione di Dio. Scrisse: «Sono stati mediazione perché Dio mi rivelasse il suo amore per l’umanità. Lo scoprire che per Lui non esistono situazioni chiuse alla grazia risvegliò in me coraggio, gioia e ottimismo salesiano». Fu Consigliera ispettoriale per due anni, e a Córdoba fu Vicaria ispettoriale e direttrice della comunità. Dal 1992 al 1998 realizzò la sua vocazione missionaria ad gentes a Sucre, in Bolivia, in una residenza per ragazze e, in seguito, fu direttrice e formatrice nell'Aspirantato di Santa Cruz de la Sierra.
Tornata in Argentina, a Salta fu vicaria della comunità e si dedicò alla catechesi e alla formazione degli insegnanti e dei genitori. Nel 2005 il Consiglio Superiore dell'Educazione Cattolica le conferì l’onorificenza “Divino Maestro” in segno di gratitudine per la sua qualificata opera educativa.
Dal 2008 suor Susana si dedicò soprattutto alla preghiera, in preparazione all'incontro con lo Sposo. Nel 2018, a causa dell’indebolimento delle forze, venne accolta nella Casa di riposo “Maria Immacolata” di Córdoba dove si spense lentamente aprendosi all'Abbraccio Eterno. Una consorella testimonia: “Suor Susana possedeva il talento della parola insieme alla passione educativa e alla profondità interiore. Gesù e la sua Parola costituivano il fondamento della sua vita mistica e contemplativa. I suoi consigli e insegnamenti erano intrisi di profonda saggezza”.
Cara suor Susana, ti siamo riconoscenti perché hai sempre lavorato, pregato e cantato le lodi al tuo Creatore e Salvatore, al Dio che ama i più poveri. Ti chiediamo di intercedere perché molte giovani donne si innamorino di Gesù e lo seguano con l'ardore e la gioia apostolica che hanno fatto ardere la tua vita.
L’Ispettrice
Suor Adriana Silvia Gómez
2 gennaio 2020
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