26 dicembre 2016

6 GENNAIO 2017 - GIORNATA DEI RAGAZZI MISSIONARI (GIORNATA DELL'INFANZIA MISSIONARIA)

Giornata dei Ragazzi Missionari (Giornata dell'Infanzia Missionaria)

Cuenca - Ecuador

Manzanillo - Cuba

Dall'Australia (SPR)

Di Kara (Togo)

Cabinda (Angola) - Cronica foto 5


Dall'Ispettoria AEC (Bafia - Camerun)

Dall'Ispettoria CBN

Grazie per la vostra testimonianza (Dall'Ispettoria CMM)

Lasciamoci interpellare... (Papa Francesco)

Dossier Statistico Immigrazione - Radio Impegno

24 dicembre 2016

Dall’Ispettoria Madonna del Cenacolo – ILS (Italia Emiliana Ligure Toscana)

Suor Rosalba SIVILOTTI

Carissime sorelle, la mattina del 21 dicembre 2016, dalla Casa “Immacolata di Lourdes” di Marseille (Francia), la voce dello Sposo che invita alle nozze eterne si è fatta sentire improvvisa al cuore della nostra cara sorella Suor Rosalba SIVILOTTI. Nata a Pignano di Ragogna (Udine) il 19 settembre 1917. Professa a Casanova di Carmagnola (Torino) il 5 agosto 1938. Appartenente all’Ispettoria “Notre-Dame des Nations” Francia-Belgio Sud.
Rose, come è stata sempre chiamata, nacque in provincia di Udine (Italia) in una famiglia di agricoltori amanti del lavoro e aperti alle relazioni genuine. Erano quattro fratelli e due sorelle, e vivevano in un ambiente patriarcale riuniti attorno alla nonna, che era punto di riferimento per piccoli e grandi. Quando Rose aveva 17 anni, i genitori avrebbero voluto che si sposasse, ma lei si oppose. In quel periodo la mamma si ammalò gravemente. Rose offrì a Dio la sua vita per la vita della mamma e il Signore la fece guarire.
Nell’ottobre del 1936 la famiglia emigrò in Francia in cerca di lavoro e così Rose conobbe le FMA di Marseille. Il 31 gennaio 1938 venne ammessa al postulato e, dopo la vestizione a Marseille, fu mandata a Casanova per il Noviziato. Nella generosità delle sue aspirazioni, sognava di partire missionaria in Cina. Restò invece per tre anni a Torino nella Casa “Madre Mazzarello” dove conseguì il diploma di educatrice per la scuola dell’infanzia e, dopo un anno vissuto al Colle Don Bosco come aiutante in cucina, nel 1943 tornò in Francia. A Lyon “St. Laurent” collaborò nell’economato. Due anni dopo, a Marseille “Ville Pastré” fu incaricata dell’orto e svolse questo servizio fino al 1964. Era una donna attiva e intraprendente, guidava il trattore, coltivava i terreni perché potessero produrre e con questo nutrire bambini, consorelle e perfino gente di passaggio. Suor Rose aveva un temperamento equilibrato, sempre sereno e gioioso, una bella testimonianza per le novizie. Era infatti un modello di vita religiosa attiva e dinamica nel lavoro e, al tempo stesso, unita a Dio al quale offriva se stessa perché il suo amore crescesse nel cuore dei giovani.
Nel 1965 venne nominata direttrice della comunità di Gradignan addetta ai confratelli Salesiani. Nel 1970 fece ritorno alla “Ville Pastré” come aiutante dell’economa e dopo due anni passò alla Casa “Don Bosco” di Nice come incaricata del guardaroba nella casa addetta ai Salesiani fino al 1985. Per alcuni anni fu ancora guardarobiera nella comunità “S. Pietro” di Nice, e dal 1997 al 2003 con lo stesso incarico fece parte della casa “S. Famiglia” della stessa città. Aveva 86 anni quando nel 2003 venne accolta nella casa “Immacolata di Lourdes” di Marseille. Di questo periodo scriverà: «Finché ho ancora un po’ di forze, presto l’aiuto in guardaroba nel cucire a mano o a macchina. Sono felice di aver donato la mia vita al Signore!». Suor Rose è un raggio di sole nella comunità: non si lamenta, non dice nulla di negativo contro le persone, testimonia la profonda gioia del cuore. La cappella è il suo luogo preferito, si immerge nella preghiera con il rosario in mano. Non rimpiange di non avere studiato, né di non stare sempre con i giovani. Trova nell’obbedienza il posto che Dio le ha riservato e nella fede percorre un cammino di santità gioiosa.
In questi ultimi mesi forse ha il presentimento di dover partire presto per la Casa del Padre perché ricorda più intensamente il tempo di guerra e le fatiche affrontate, comunque è vigile e autonoma fino all’ultimo. Il 21 dicembre alle ore 4,00 del mattino, suor Rose se ne va in punta di piedi, come ha vissuto. Il giorno prima diceva di essere un po’ stanca, ma questo era più che giustificato dalla sua età di 99 anni!
Cara suor Rose, la tua testimonianza è stata una pagina di Vangelo per chi ha vissuto con te. Tu non facevi grandi discorsi, ma ogni tuo atto e il tuo sorriso ci parlava della bontà di Dio. Ottieni ora da Dio benedizioni per i giovani e vocazioni sante e solide che possano aiutare tanti/e giovani a scoprire la bellezza della sequela di Gesù.

L’Ispettrice
Suor Geneviève Pelsser

23 dicembre 2016

Auguri di Natale 2016 (Sr. Alaide Deretti - Consigliera per le Missioni)




IMMIGRAZIONE NEI MEDIA, DA EMERGENZA A 'LUOGO COMUNE'

Dalla Patagonia (Ispettoria ABB)

Qui in Patagonia stiamo vivendo intensamente gli ultimi sgoccioli dell’anno: anno scolastico e anno catechistico, e mettendoci in diretta con Roma... conclusione dell’anno della Misericordia e chiusura -simbolica e reale- della porta Santa.
Un anno segnato da grandi appuntamenti voluti dal Signore:
La celebrazione del 50º di professione ma anche la salita al cielo di Sr. Teresa che con me avrebbe celebrato i 70 anni di professione e di vita missionaria vissuti quasi tutti in Patagonia.
Il centenario della memoria di Monsignor Giuseppe Fagnano, salesiano che fu il pioniere e fondatore di molte opere qui in Terra del Fuoco e anche la nostra “CASA HISTORICA” ha avuto come protagonista di fondazione dell’opera proprio mons. Fagnano e Sr. Angela Vallese...
E anche l’inizio dell’anno celebrativo che commemorerà i 140 anni della prima spedizione missionaria delle Figlie di Maria Ausiliatrice, con a capo Sr. Angela Vallese, qui in America Latina...
Noi l’abbiamo iniziato con preghiera solenne e agape fraterna e con la condivisione di cioccolatini gustosissimi, come vedrete dalla foto.
Solo manca di concludere l’anno con l’ultimo allacciamento della nuova rete di gas nelle camere delle Suore, voglio dire che per tutto l’anno abbiamo avuto problemi con il riscaldamento e con la cucina a gas... non ci consideriamo eroiche, ma il disagio in molti modi si é fatto sentire. Pensiamo di andare tutte e quattro a dormire, speriamo tranquillamente, in VILLA MORNESE, ossia nelle nostre relative camere per il prossimo Natale!
Il momento più intenso é stato certamente vissuto per la Messa di Prima Comunione che, nella CHIESA SAN BENITO, abbiamo potuto vivere come comunità Cristiana proprio sabato scorso.
Avevo un pensiero fisso nella mente: qui nel barrio, con una solennità veramente eccezionale, questi 15 fanciulli e fanciulle si accostano al banchetto Eucaristico accompagnati dai loro familiari ed amici in una chiesa che ha dell’inverosimile: i papà hanno dato una pennellata di bianco alle pareti e non mancano le PIETRE VIVE, ma mancano letteralmente le rifiniture delle pareti: alle finestre sono accostati grandi teli di plastica... il pavimento continua ad essere di terra...
Ma questa volta abbiamo celebrato, nella CHIESA, LA MESSA DI PRIMA COMUNIONE... Il vento, come sempre ha fatto da padrone assoluto e anche solo per scendere dall’auto per arrivare alla Chiesa le cose si complicavano data la sua prepotenza. Il momento più esilarante era quando spingevano a tutta forza la porta di ferro per entrare in Chiesa, il vento che entrava nell’ultima navata della chiesa, dava una forza tale che solo con 4 mani si poteva aprire e... entrare in Chiesa. Pensavo ancora: quale sarà la vera PORTA SANTA per questo popolo patagonico? Qualcuno di queste care persone sta pensando alla chiusura della PORTA SANTA che si sta realizzando nel medesimo tempo che in Roma?... E vi garantisco che non é fantasia, ma pura realtà che in questa terra anche le prime missionarie hanno vissuto.
Bene! Dopo la celebrazione della Messa di Prima Comunione aspettiamo le sorprese del cielo e della terra per dopodomani quando il nostro caro Vescovo celebrerà la Cresima a 5 ragazzi/e e a 5 giovani che al contempo riceveranno anche la Prima Comunione! Una vera gioia anche per le Catechiste.
Buona preparazione al Natale ormai prossimo. Vi penso e vi ricordo nella preghiera di ogni giorno. Voi per favore ricordatevi di tutti i missionari sparsi nel mondo. Grazie!
Con mucho cariño y bendiciones misioneras
Sr. Paola feliz FMA



22 dicembre 2016

GMM: il 15 le celebrazioni in Italia

Roma - Si celebrerà, il prossimo 15 gennaio, la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato in tutte le parrocchie. In questi giorni le parrocchie italiane stanno ricevendo, dalla Fondazione Migrantes, un sussidio liturgico-pastorale, un manifesto e altro materiale utile all’animazione.
Dal 1991 la Giornata, a livello di Chiesa italiana, vede la realizzazione d’un evento particolare in una delle regioni ecclesiastiche per sostenere e valorizzare le attività a favore del mondo della mobilità: emigrati italiani, immigrati e rifugiati, rom e sinti, fieranti e circensi.
Quest’anno la regione ecclesiastica scelta dalla Commissione episcopale per le migrazioni della Cei è la Lombardia. Il programma prevede, come momento centrale, una solenne liturgia eucaristica a Sant’Angelo Lodigiano, diocesi di Lodi, presieduta dal cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano e presidente della Conferenza episcopale lombarda. Concelebreranno con lui il presidente della Commissione Cei per le migrazioni e della Fondazione Migrantes, monsignor Guerino Di Tora, i vescovi della regione, i direttori diocesani e il direttore generale della Fondazione Migrantes, monsignor Gian Carlo Perego.
La celebrazione, alle ore 11, dalla Chiesa Santi Antonio Abate e Francesca Cabrini sarà trasmessa in diretta televisiva da Rai Uno con la regia di Dino Cecconi e il commento di Enrico Longo Doria.

Nuova versione del sito web della Chiesa di Cuba

14 dicembre 2016

Natale 2016 - Dalle Isole Salomone


Novena y catequesis de navidad (Inspectoría CBN - Colombia)


Migranti, il Papa nomina Czerny e Baggio sottosegretari allo Sviluppo

Suor Giuseppina CRIPPA

Carissime sorelle, nelle prime ore del mattino di lunedì 12 dicembre 2016, dalla Casa “Immacolata Concezione” di Milano, il Signore Gesù ha chiamato a sé la nostra cara sorella Suor Giuseppina CRIPPA. Nata a Biassono (Milano) il 7 novembre 1926. Professa a Contra di Missaglia (Lecco) il 6 agosto 1955. Appartenente all’Ispettoria Lombarda “Sacra Famiglia” – Italia.
Giuseppina nacque a Biassono una cittadina dove un tempo il lavoro faticoso della terra e l’artigianato erano l’unico sostegno economico degli abitanti. È lei stessa che racconta: «Sono nata in una famiglia semplice, dignitosa, dove il lavoro del campo, condiviso dai fratelli nel tempo libero dalla scuola, era l’unica risorsa economica, mentre la mamma attendeva agli impegni casalinghi educando gli otto figli alla fede nella Provvidenza che, come insegnava spesso, non ci abbandona mai».
Nata con una lussazione congenita, Giuseppina venne portata al fonte battesimale il giorno stesso della nascita e per questa sua difficoltà di deambulazione ricevette particolari cure in famiglia. La mamma, donna saggia, pur conservando particolare attenzione alla figlia malata, non tralasciava la cura degli altri familiari facendo sperimentare a ciascuno di essere oggetto di predilezione ed esigendo rispetto tra loro. «Nella mia famiglia - ricordava suor Giuseppina - non è mai mancata la serenità e la gioia; la presenza della mamma era preziosa».
Quando cominciò a frequentare l’oratorio parrocchiale, superò le difficoltà dovute alla deambulazione tanto che, partecipava con entusiasmo e decisione alle gite non sempre adatte alle sue condizioni. Sono ancora sue parole: «L’appartenenza alle “Figlie di Maria”, oltre a sollecitare in me l’impegno di disponibilità alle iniziative parrocchiali, già di per sé invitanti, mi ha fatto scoprire il fascino della Madonna da sentirla molto vicina. Mi ha pure aperta alla coscienza al “trascendente” che si affacciava con insistenza nel terribile duello tra “invito e resistenza”, che mi causava insoddisfazione profonda».
Dopo la scuola elementare, Giuseppina lavorò presso una sartoria, dove imparò l’arte del cucito; divenuta più grande venne assunta in una fabbrica di tessuti a Monza, nel reparto di taglio e cucito «dove il lavoro, oltre che stimolante, dava sicurezza anche per il futuro». Il desiderio di impegnarsi nel sociale era forte in lei tanto che, oltre all’Azione Cattolica, fu attiva nelle ACLI. Sentiva tuttavia il bisogno di dare una svolta decisiva alla sua vita. Guidata spiritualmente dal vice parroco e incoraggiata a scelte più radicali, si avvicinò all’Istituto delle FMA. Si legge nei suoi ricordi: «La mia preoccupazione era data dalla situazione fisica in cui mi trovavo, ma l’incontro, a Triuggio, con l’Ispettrice ha acceso in me la fiamma della speranza dicendomi: “Fa’ presto, la Madonna ti aiuterà”. Avevo 27 anni di età».
Il 30 gennaio 1953 a Triuggio, iniziò il primo periodo di formazione e il 5 agosto dello stesso anno cominciò il noviziato a Contra di Missaglia. Giuseppina descriveva l’esperienza della formazione come “una realtà meravigliosa”. Il problema congenito alla gamba non destava preoccupazione e la buona salute fisica garantiva la possibilità di una donazione totale e generosa. Il 6 agosto 1955 fece la prima Professione e per un anno rimase a Milano in Via Timavo. L’anno seguente raggiunse la comunità “Madre Mazzarello“ di Torino per la preparazione alla vita missionaria che tanto l’attraeva.
Nel 1957 partì per il Centro America e vi rimase per 33 anni donandosi nella scuola dell’infanzia e primaria, nei servizi comunitari e anche come economa nelle case di Costa Rica, El Salvador, Guatemala, Honduras. Fu direttrice per tre anni nella casa addetta ai Salesiani di Planes de Renderos (El Salvador) ed economa per 10 anni, spostandosi in diverse Nazioni del Centro America.
Donna radicata in Dio e docile al suo progetto, ha vissuto con serenità la sua appartenenza all’Istituto mettendosi a servizio degli altri. Pur conoscendo la fatica del suo camminare, fu missionaria sempre disponibile come catechista in parrocchia e seppe mettere a servizio la sua abilità di sarta, grazie alla competenza acquisita in età giovanile.
Nel 1991 ritornò in Italia e lavorò fino al 2000 come sarta nella casa “Immacolata Concezione” di Milano. Qualche anno dopo, un ictus cerebrale le tolse completamente la parola. Visse sette anni offrendo nella sofferenza e nel silenzio il dono sereno di fedeltà al suo Signore tanto amato.

L’Ispettrice
Suor Maria Teresa Cocco

Cronica foto 4 - Visitatoria Regina della Pace (Angola)


4° Domingo de Adviento - Ciclo A



Dall'Ispettoria San Francesco di Sales - Argentina Buenos Aires (ABA)

Queria compartir con vos y con todas las comunidades la alegría del Proyecto de Misión Patagonia que un grupo de hermanas y jovenes laicos van a emprender a finales de 2016 y enero de 2017.

El 29 de noviembre realizamos en la Capilla de la Comunidad de Almagro y frente a los restos de las tres misioneras que dieron origen nuestra inspectoria el envío de 14 misioneros entre Laicos y Religiosas que estaran misionando la ultima semana de diciembre y las primeras semanas de enero. Visitaran las Comunidades de Rio Grande, Puerto San Julian y Las Heras (Patagonia) y el barrio San Manuel en Mar del Plata.

Para nuestra comunidad inspectorial es un tiempo de gracia especial esta misión, ya que fieles a nuestro carisma queremos reforzar el ardor misionero.

Carlos Caballero





Suor Petronella Helena JANSSEN

Carissime sorelle, l’8 dicembre 2016, Festa dell’Immacolata, dall’Ospedale “Proncor” di Campo Grande (Brasile), ha detto il suo ultimo Sì alla volontà del Padre la nostra cara Suor Petronella Helena JANSSEN. Nata a Heerlen (Olanda) il 25 febbraio 1928. Professa a Henley (Inghilterra) il 5 agosto 1959. Appartenente all’Ispettoria Brasiliana “Immacolata Ausiliatrice” - Campo Grande.
Petronella nacque in una famiglia numerosa. I genitori seppero formare una bella famiglia sulle solide fondamenta della vita cristiana. Petronella ricevette il Battesimo il giorno dopo la nascita. Da ragazza conseguì il diploma di infermiera e questa sua abilità le permise di fare tanto bene nella sua vita soprattutto come missionaria. Sentendo la chiamata del Signore a seguirlo più da vicino come religiosa, nel 1956 fu accolta nell’Istituto delle FMA in Inghilterra. Nel 1957 iniziò il cammino formativo nell’Istituto delle FMA a Chertsey e, dopo i due anni di noviziato, emise i voti a Henley il 5 agosto 1959.
Suor Petronella coltivava in cuore l’ideale missionario e perciò nel 1967 venne inviata alla casa di Paarl nel Sud Africa che, a quel tempo, apparteneva alla stessa Ispettoria Anglo-Irlandese. Nell’ottobre 1970 venne destinata al Brasile nell’Ispettoria “Immacolata Ausiliatrice”. Nella casa di Campo Grande Collegio, studiò il portoghese e testimoniò subito il suo ardore missionario con entusiasmo e passione. Si dedicò per tanti anni a curare gli ammalati come infermiera nelle comunità con Ospedale: ”N. S. Auxiliadora” di Três Lagoas, nella “Santa Casa” di Corumbá e di Cuiabá e nella “Colônia Don Filippo Rinaldi” di São Marcos. Si dedicò soprattutto con amore e competenza ai piccoli nel reparto di pediatria. Sono molte le testimonianze di quello che fece per migliorare gli spazi e i servizi, gli ambienti degli ospedali fornendo medicine necessarie, strumenti adatti, alimentazione, giocattoli e intrattenimenti per i bambini. Con il suo coraggio missionario seppe coinvolgere molti benefattori per aiutare i poveri e gli ammalati, in particolare la sua Diocesi di origine e i membri della sua famiglia. Nonostante i lunghi anni trascorsi in Brasile, non riusciva a parlare bene la lingua portoghese, ma questo per lei non era una difficoltà, infatti riusciva a comunicare esprimendo il suo pensiero e la sua bontà in modo eloquente e da tutti comprensibile.
Tutti quelli che vennero in contatto con lei: medici, infermieri, famiglie e anche i bambini, sperimen-tarono le espressioni del suo affetto e tante delicate sollecitudini che non dimenticheranno mai.
Suor Petronella era un’appassionata promotrice della devozione alla Madonna. Sapeva valorizzare le varie opportunità per diffondere immagini e orientamenti per le feste mariane. Era anche molto sensibile al bello e allestì, ovunque passava, dei bei giardinetti coltivando fiori e piante che rallegra-vano e mitigavano la sofferenza agli ammalati.
Nel 2015 venne trasferita da Três Lagoas a Campo Grande, nella casa delle FMA ammalate bisognose di cure. Le consorelle, le infermiere e il personale laico le furono vicine con molto affetto. Suor Petronella, dopo essere stata ricoverata per una settimana nell’Ospedale “PRONCOR” lasciò questa terra per il Cielo. Il medico che l’assisteva diede questa testimonianza: “La vita di suor Petronella si è spenta lentamente come una candela che poco a poco si è consumata, senza sofferenze e con grande pace. Silenziosamente, ma si percepiva che era raccolta in preghiera”.
La Vergine Immacolata, nel giorno della sua festa, venne a prenderla per accompagnarla a partecipare in Paradiso alla vera ed eterna gioia.
L’Ispettoria è molto riconoscente per quello che è stata e ha fatto in favore dei poveri, dei piccoli e degli ammalati.
Presso il Signore, intercedi, cara suor Petronella, per l’Istituto affinché il Signore ci conceda vocazioni missionarie della tua tempra.
Offriamole con generosità la nostra preghiera di suffragio.

L’Ispettrice
Suor Maria Lúcia Barreto

Dall'Ispettoria San Gabriele Arcangelo - Cile: Saludo Misioneras


Messaggio di Sr. Alaide Deretti - 14 dicembre 2016


7 dicembre 2016

Il viaggio dei Missionari nel racconto di Don Bosco (Dalle Memorie Biografiche, Volume XI p. 407 – 409)

«In questo momento in cui vi parlo, essi hanno già traversato l'equatore, sono entrati nell'emisfero meridionale e credo che siano sbarcati, o sbarchino in breve a Rio Janeiro, che è già una città dell'America, la capitale del Brasile. Di qui non c’è più che una sola fermata a Montevideo prima di arrivare alla sospirata Buenos Aires. Da Rio Janeiro a questa città c’è ancora il viaggio di circa una settimana, di modo che io credo che arriveranno a Montevideo al 7 a sera e passino in questa città la festa dell’Immacolata Concezione. Credo che domani o dopodomani arriveranno lettere dalle isole del Capo Verde e poco dopo forse un telegramma, che annunzi l'esito finale del loro viaggio.

Ecco, miei cari giovani, quanto voleva dirvi stasera in riguardo al viaggio del nostri Missionari. Un'altra sera poi vi racconterò altre cose che io feci durante la mia assenza da Torino. Intanto animiamoci tutti a fare veramente bene la festa dell'Immacolata Concezione, continuiamo a fare preghiere speciali per i nostri Missionari, ed anche supplichiamo il Signore perché mandi in grande quantità operai evangelici a lavorare nella sua vigna ed a fare del bene. Naturalmente molti di voi sentono in questo momento gran desiderio di partire e di andare anche a fare il missionario; ebbene io vi so dire che, se vi foste pure tutti in questo numero, ci sarebbe posto per tutti ed io saprei benissimo dove occuparvi, visti i tanti bisogni che ci sono e le tante domande che io ricevo da ogni parte, che ci pregano, ci supplicano e ci dicono come varie Missioni già incominciate si devono lasciar cadere per mancanza di Missionari. Ma per ora incominciate a prepararvi colla preghiera, collo stare veramente buoni, col fare l'uffizio di missionari gli uni cogli altri, dandovi buon esempio; poiché anche collo studiare alacremente, adempiendo bene ai vostri doveri di studio e di scuola, coll'aiuto del Signore potrete riuscire nel vostro intento, amati da Dio e dagli uomini. Buona notte».

La cronaca avverte che queste parole destarono un incendio nel cuore dei giovani, sicché i più smaniavano di partire anche subito per dedicarsi alle lontane Missioni. Tanto entusiasmo per le Missioni non accese solamente gli animi giovanili nell'Oratorio. “Io stesso, depone Don Ascanio Savio, desiderava, benché non aggregato alla sua Congregazione, di essere nel numero dei Missionari in quella prima spedizione e, se non ci andai, si fu per opposizione fattami dall'Arcivescovo monsignor Gastaldi”.
Il Beato comprendeva benissimo le difficoltà speciali che i preti incontravano per venire alla Congregazione e farsi Missionari. - I poveri vescovi, diceva, si trovano imbrogliati; hanno un bisogno stragrande di sacerdoti; alcuni non sanno più come fare per avere un numero sufficiente di vice - parroci. Quando sono interpellati da un prete che vuole andare alle Missioni straniere, è impossibile che rispondano con un sì allegro come facevano una volta, lodandolo del buon proposito, confermandolo, incoraggiandolo, spingendolo ad eseguirlo.
Per lo più rispondono che c’è bisogno di Missionari nella propria diocesi.
Ma il moltiplicarsi delle domande di entrare in Congregazione anche da parte di preti era appunto uno degli effetti prodotti dalla spedizione dei Missionari. Prima la Congregazione si sviluppava lentamente nell'oscurità: nulla o ben poco se ne conosceva lontano dal Piemonte. Allora invece, prima, durante e dopo la spedizione, giornali italiani ed esteri parlarono dei Salesiani e di Don Bosco, sicché la notizia della Pia Società si diffuse in lungo e in largo, richiamando l'attenzione di molti e attirando soggetti sempre più numerosi.

Così avvenne pure che anche da paesi remoti si guardasse all'Oratorio come a un vivaio di Missionari. 

La bellezza della cultura dell’incontro

6 dicembre 2016

FMA Angola - Crônica Foto 3

Lectio Divina - 3^ Domingo Adviento - ciclo A

Media e migrazioni: il 19 dicembre la presentazione del IV Rapporto della "Carta di Roma"

Roma - Il 19 dicembre, alle ore 11.30, presso la Camera dei deputati (sala Aldo Moro), sarà presentato il IV Rapporto Carta di Roma, fotografia delle tendenze che hanno caratterizzato un anno di racconto di migrazioni e minoranze. Nell’agenda di quotidiani e Tg quanto spazio ha trovato questo tema? Quale il linguaggio utilizzato per raccontarlo? Quali le buone e le cattive pratiche emerse? Come i news media hanno contribuito (o contrastato) alla diffusione dei discorsi d’odio? Risponde a questi e altri quesiti il rapporto curato da Associazione Carta di Roma, i cui dati sono elaborati dall’Osservatorio di Pavia, in collaborazione con l’Osservatorio europeo per la sicurezza. La presentazione, momento di confronto tra media e esperti, sarà aperta dal saluto della presidente della Camera dei deputati Laura Boldrini. Seguiranno l’introduzione a cura di Giovanni Maria Bellu, presidente dell’Associazione Carta di Roma, la presentazione dei dati di Paola Barretta, ricercatrice senior dell’Osservatorio di Pavia e il commento di Ilvo Diamanti, politologo, professore di Analisi dell’Opinione pubblica all’Università di Urbino e direttore scientifico di Demos. Concluderanno il panel gli interventi dei giornalisti Attilio Bolzoni (La Repubblica), Maria Cuffaro (Rai) e Karl Hoffmann (ARD).

Bollettino Paz Christi





5 dicembre 2016

La gioia

Quando un missionario va...

«Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!» (Mt 3,2). Con queste stesse parole Gesù darà inizio alla sua missione in Galilea (cfr Mt 4,17); e tale sarà anche l’annuncio che dovranno portare i discepoli nella loro prima esperienza missionaria (cfr Mt 10,7). L’evangelista Matteo vuole così presentare Giovanni come colui che prepara la strada al Cristo che viene, e i discepoli come i continuatori della predicazione di Gesù. Si tratta dello stesso gioioso annuncio: viene il regno di Dio, anzi, è vicino, è in mezzo a noi! Questa parola è molto importante: “Il regno di Dio è in mezzo a voi”, dice Gesù. E Giovanni annuncia quello che Gesù dopo dirà: “Il regno di Dio è venuto, è arrivato, è in mezzo a voi”. Questo è il messaggio centrale di ogni missione cristiana. Quando un missionario va, un cristiano va ad annunciare Gesù, non va a fare proselitismo, come se fosse un tifoso che cerca per la sua squadra più aderenti. No, va semplicemente ad annunciare: “Il regno di Dio è in mezzo a voi!”. E così il missionario prepara la strada a Gesù, che incontra il suo popolo. (Papa Francesco)

3 dicembre 2016

S. Francesco Saverio SJ

Francesco Saverio (Javier 1506 – isola di Sancian 1552) è detto “il San Paolo delle Indie”. La sua opera missionaria fu, infatti, decisiva per lo sviluppo del cristianesimo moderno in tutta la macro-regione dell’Asia meridionale. La Chiesa lo celebra come patrono principale dei missionari. Il suo percorso di vita non fu però così lineare.

Originario della Navarra, Francesco è compagno di stanza d’Ignazio di Loyola e di Pietro Favre, al tempo dei loro studi a Parigi. Se tra Ignazio e Pietro nasce subito un’intesa, Francesco mantiene a lungo una dura diffidenza verso il nobile Basco, che da cavaliere è stato un nemico dell’indipendenza politica della Navarra. Inoltre, Francesco è deciso a perseguire le sue ambizioni di carriera. Perciò i pii propositi d’Ignazio sono per lui degli ostacoli. A un certo punto, però, il suo cuore è vinto dalla testimonianza dell’affetto disinteressato che i suoi due coinquilini nutrono per il Cristo.

Quando i primi gesuiti si stabiliscono a Roma, Francesco è quasi da subito inviato in India, ma come per sbaglio. Il gesuita che avrebbe dovuto partire al suo posto cade infatti ammalato. Francesco si trova così ad affrontare lunghi e pericolosi viaggi e gli imprevisti dell’incontro con popolazioni così diverse: dai poveri pescatori delle coste dell’India ai nobili intellettuali del Giappone. Inoltre, ha a che fare con i commercianti europei che perseguono i loro interessi senza troppi scrupoli. In tutto questo lo sostiene il sapersi collaboratore della missione del Cristo: intere popolazioni ascoltano il Vangelo per la prima volta. Un importante aiuto gli viene anche dalla solida amicizia con gli altri gesuiti, ravvivata dallo scambio di lettere.

Quando Francesco muore a 46 anni, ha percorso più di 62.000 chilometri in soli 10 anni. E’ alle porte della Cina, dove pure avrebbe voluto annunciare il Vangelo.

2 dicembre 2016

San Francesco Saverio: missionario catechista

San Francesco Saverio fu un grande missionario e un grande catechista. E fu grande missionario perché grande catechista. Questo lo dimostrò nella sua prima missione nell’India meridionale. Nel suo metodo missionario procurò subito di imparare la lingua dei suoi catechizzandi. Ebbe poi una opzione preferenziale per i bambini e i ragazzi. Proprio per essi preparò dei Catechismi. Per gli adulti invece creò un “metodo per pregare” e anche un catechismo adatto a loro.

Nel Giappone, cambiando i soggetti da evangelizzare, cambiò metodologia. Ne studiò prima la struttura sociale, quindi cominciò i primi approcci con i signori feudali e con i bonzi, attraverso numerose “discussioni o dialoghi”.

San Francesco Saverio dava grande importanza al ministero della Parola, e questa annunciata con stile popolare. Lo considerava come il centro di tutta la evangelizzazione. Lui stesso affermava: “Le vostre prediche saranno frequenti tanto quanto potranno esserlo, poiché questo è un bene universale da cui si ottiene molto frutto, servizio a Dio e vantaggio per le anime”.

Intervento di Mons. Galantino

2° Domingo del Adviento Ciclo A


Intenzione di preghiera di Papa Francesco per il mese di dicembre

... vi chiedo di non cancellare il Natale

Sussurrare il Vangelo al cuore dell'Asia

Dall'Ispettoria Sacro Cuore - ECU

El 26 de noviembre realizamos el encuentro de hermanas misioneras de la zona Amazonía, en Macas. El objetivo: fortalecer la vida msionera de las hermanas, compartir una jornada de reflexión, actualizar el proyecto misionero, motivar la celebración de los 140 años y comprometer a cada una en la revitalización y reestructuración de las obras (Proyecto R+R).
Con una celebración emotiva se hizo memoria de las 6 primeras misioneras que vinieron a América, y no podía faltar la Beata María Troncatti. Al final cada una de las 7 comunidades llevó un nombre para investigar la vida y sobre todo comprometerse a revivir su memoria con la práctica de las virtudes.
Unidas en comunión de oraciones para ser FMA felices de ser misioneras. 
Sor Elena Tinitana
ECU