28 novembre 2014

Congresso Mondiale della Pastorale dei Migranti








AMERICA/MESSICO - Dalla prima domenica di Avvento: dodici giorni di preghiera per la pace

Città del Messico – I Vescovi del Messico invitano a pregare e a lavorare per la pace nel paese. Il comunicato della Conferenza Episcopale messicana, inviato anche all’Agenzia Fides, ha per titolo "Preghiamo e lavoriamo per la pace", e viene diffuso mentre il paese sta vivendo una situazione di grave tensione e crisi.
"Il nostro paese è in crisi. Questo ci fa male e ci riguarda tutti. La disuguaglianza, l'ingiustizia, la corruzione, l'impunità, la complicità e l'indifferenza ci hanno fatto precipitare nella violenza, nella paura e nella disperazione" si legge nelle prime righe del comunicato. Per questi motivi i Vescovi propongono che dal 30 novembre al 12 dicembre (per 12 giorni) tutti i messicani si uniscano in preghiera per la pace nel paese. Così giungeranno alla festa della Madonna di Guadalupe, il 12 dicembre, chiedendo la conversione dei messicani e, in modo speciale, di quanti provocano sofferenza e morte. Venerdì 12 dicembre, festa della Beata Vergine Maria di Guadalupe, il Santo Padre Francesco celebrerà nella Basilica Vaticana la Santa Messa per l’America Latina.
Dalle ultime notizie risulta che aumentato le manifestazioni contro il governo e le autorità locali da quando è stato accertato il coinvolgimento del sindaco e di altre autorità di Ayotzinapa (vedi Fides 10/11/2014) nella vicenda dei 43 studenti scomparsi. Negli ultimi giorni ci sono state manifestazioni nella capitale, con un numero consistente di studenti e di delegazioni provenienti da tutto il paese. Impressionante la richiesta della pace e della non violenza espressa da tutti i partecipanti davanti al palazzo del governo della capitale.


Nadie Sin Hogar 2014

Nadie Sin Hogar 2014

Nadie Sin Hogar 2014

Nadie Sin Hogar 2014

 


Cáritas Española, con la colaboración de FACIAM, la fePsh (Federación de Entidades de apoyo a las Personas Sin Hogar) la XAPSLL (Xarxa d'atenció a Persones sense llar) y BesteBi (Plataforma por la inclusión social y a favor de las personas sin hogar de Bizkaia) impulsamos un año más la Campaña NADIE SIN HOGAR, que este año se celebrará el 30 de Noviembre de 2014 con el lema “POR UNA VIVIENDA DIGNA Y ADECUADA. NADIE SIN HOGAR”.
La Campaña tiene como objetivo principal visibilizar la dificultad en el acceso, sostén y garantía del derecho a una vivienda digna y adecuada para todas las personas, con especial atención a las que mayor exclusión sufren, las personas en situación de sin hogar. Entre los derechos humanos, el derecho a una vivienda digna y adecuada posibilita llevar a cabo una vida autónoma y el desarrollo de las potencialidades que cada persona lleva consigo de forma inherente.
La Declaración Universal de los Derechos Humanos, la Carta Social Europea y la Constitución Española sostienen que toda persona tiene derecho a una vivienda digna y adecuada. A pesar de ello, constatamos cómo la vivienda es desde hace décadas un bien de inversión, y no un derecho básico para poder realizar en plenitud la dignidad que todo ser humano tiene. Esta opción ha tenido como resultado la aparición de un numeroso grupo de personas y familias en situación de exclusión residencial y social que nunca ha podido acceder a ese derecho, que no tienen techo o, aún teniéndolo, no disfrutan de una vivienda digna, adecuada, en paz y en un entorno habitable y sustentable.
Ante esto, proponemos un nuevo modelo residencial basado en la vivienda digna y adecuada como derecho humano. El derecho a vivir en un hogar (con lo que conlleva de entorno, vivienda, integralidad del ser —derechos, relaciones, sentido vital—) es un derecho de todo ser humano, y parte esencial (junto con todos los derechos) de la vida en dignidad. En especial para los que nunca tuvieron acceso a ese derecho, los invisibilizados por la sociedad, los más excluidos: LAS PERSONAS SIN HOGAR QUE VIVEN EN LA CALLE.

27 novembre 2014

IV Congresso Missionario Nazionale 2014 (20-23 novembre - Sacrofano - RM)

Relazioni

USCIRE - giovedì 20 novembre
“Fu rivolta a Giona questa Parola del Signore”

RELAZIONI BIBLICHE:

“Alzati, e va’ a Ninive” – La Parola di Dio nella globalizzazione pdf

S. E. Mons. Ambrogio Spreafico, biblista e Presidente della Commissione Episcopale per la Cooperazione Missionaria tra le Chiese e l'Evangelizzazione dei Popoli
Guarda la clip video sintesi

"Passando in mezzo a loro, se ne andò”– Missione oltre i confini pdf

Suor Antonietta Potente, teologa Domenicane di San Tommaso d'Aquino
Guarda la clip video sintesi

INCONTRARE - venerdì 21 novembre
“Ninive era una città molto grande”

ANALISI SOCIOLOGICA
"Annunciare nella città, oggi"
Rilettura e analisi dei contributi della fase preparatoria alla luce della situazione socio-culturale attuale pdf

Aluisi Tosolini, Filosofo
Guarda la clip video sintesi

RELAZIONE ANTROPOLOGICA
"Stare a Ninive". La città luogo di incontro con la Grazia (tra crisi e opportunità) pdf

Mauro Magatti e Chiara Giaccardi, sociologi
Video clip di Chiara Giaccardi sintesi

Video clip di Mauro Magatti sintesi

DONARSI - sabato 22 novembre
“Tu sei un Dio misericordioso e clemente”

RELAZIONE TEOLOGICO – PASTORALE
“Il Dio del per-dono”: dono ricevuto e testimonianza cristiana attiva nella città e nel mondo. P. Gustavo Gutierrez, teologo



RIPARTIRE - domenica 23 novembre
“Annunzia loro quanto ti dirò”

Per un rinnovato impegno missionario "lontano" e "ai lontani" delle nostre comunità cristiane
Conclusioni pdf

#savealeppo



Suor Ottilia BAISTROCCHI

Carissime sorelle, una lunga vita fedele, eloquente e laboriosa è stata quella della nostra amata missionaria, che il Signore ha chiamato a sé il 3 novembre 2014 dall’Ospedale Italiano diretto dalle FMA di Damasco (Siria), Suor Ottilia BAISTROCCHI. Nata a Soragna (Parma) il 24 ottobre 1918. Professa a Bosto di Varese il 6 agosto 1945. Appartenente all’Ispettoria Medio Oriente “Gesù Adolescente”.
Il papà era muratore e la mamma lavorava qualche giorno in campagna per sostenere economicamente la numerosa famiglia. Educarono sette figli: tre maschi e quattro femmine. Frequentando l’oratorio salesiano, ha potuto conoscere più da vicino Mons. Guglielmo Galli, il confessore delle Suore, che la indirizzò alla vita consacrata salesiana e la seguì nei primi anni di vita religiosa. Nelle sue brevi memorie scrisse: «Mi trovavo a Milano per lavoro ed ebbi, dopo una confessione, la penitenza di andare all’oratorio. Mi accusai di disobbedienza la domenica seguente perché nuova nell’ambiente. Mi fu detto: “Vieni nel pomeriggio qui in chiesa e troverai una suora con le ragazze”. Così fu, e così iniziò la mia conoscenza delle FMA». Aveva 18 anni Ottilia quando chiese di entrare nell’Istituto ma il papà si oppose severamente alla sua scelta di farsi suora. Dovette aspettare il compimento dei 21 anni, allora l’età del diritto all’indipendenza, ed entrò a Milano in via Bonvesin de la Riva. Ritardò di tre anni la professione per motivi di salute e della guerra, causa di tante sofferenze fisiche e morali per molte comunità italiane.  
Il suo itinerario di missione e di dono instancabile fu il seguente: nel 1945 a S. Nazzano Valcamonica fu maestra di lavoro; nel 1946 commissioniera in Oneglia (Genova); l’anno dopo a Milano Via Tonale lavorò come sarta nella casa addetta ai Salesiani. Fu poi maestra di lavoro a Fenegrò. Nel 1949 venne inviata come missionaria in Egitto, dove fu insegnante di taglio e cucito e assistente ad Alessandria fino al 1954. In seguito fu a Heliopolis “Sacro Cuore”, come aiutante in sartoria; dal 1959 al 1968 al Cairo “Maria Ausiliatrice” come insegnante di cucito poi tornò a Heliopolis fino al 1974 e poi a Kahhale (Libano). Dal 1979 al 1985 fu direttrice della comunità di Betlemme poi passò di nuovo a Kahhale come insegnante di cucito. Dal 1994 si trovava all’Ospedale di Damasco come responsabile del laboratorio. Fino a quando le forze glielo permisero, si donò con la precisione e la tenacia di sempre. La sua gioia e la sua fede trasparivano ovunque e la sua amorevolezza era un dono per tutti.
Dieci anni prima della sua partenza per il Cielo si era espressa così: «Io sono già avanti nella terza età, mi sforzo per viverla in atteggiamento di fede e di riconoscenza al Signore per il dono della chiamata. Ammetto con realismo i miei limiti e accetto con pena, ma anche con pace di essere perdente, per vivere con più intimità con Gesù unico mio conforto. Lui conosce e agisce nella mia povertà e Maria è aiuto e compagna di viaggio. Sono contenta di impiegare le forze che ancora mi rimangono a beneficio della comunità e dell’opera. È un dono che ancora mi fa il Signore».
Dalla testimonianza della direttrice, suor Anna Maria Scarzello, scorgiamo la grandezza del suo animo assetato di Dio: «Sabato sera, festa di Tutti i Santi, suor Ottilia non stava bene. Il Direttore dell’Ospedale, Dr. Joseph Fares, ordinò gli esami e il ricovero immediato in cura intensiva. Suor Ottilia si mostrava serena e ha ricevuto con riconoscenza l'Unzione degli infermi esprimendo il suo unico desiderio "Che il Signore già mi prenda!”. Così si è spenta assistita dalle Sorelle dell’Ospedale e della vicina comunità-scuola di Damasco che l’accompagnavano con la preghiera. Erano le 11,30 del mattino del 3 novembre. La nostra suor Ottilia è ormai parte della numerosa schiera che loda il Signore per l’eternità». Siamole larghe nelle preghiere di suffragio.

L’Ispettrice
Suor Lina Abou Naoum

Suor Lina PEGORARO

Carissime sorelle, il 30 ottobre 2014 nella casa “S. Maria D. Mazzarello” di Guanabacoa – Habana (Cuba) è stata chiamata alla casa del Padre la nostra cara sorella Suor Lina PEGORARO. Nata a Cassola (Vicenza) il 22 ottobre 1922. Professa a Casanova di Carmagnola (Torino) il 5 agosto 1944. Appartenente all’Ispettoria Antillana “San Giuseppe”.
Suor Lina proviene da una famiglia formata da dieci figli dei quali lei era la più piccola. I genitori, dalle solide radici cristiane e con una fede profonda, le inculcarono soprattutto con l’esempio la frequenza ai Sacramenti e la preghiera del rosario pregato in famiglia. Visse l’infanzia in un ambiente di armonia e di pace, ricevendo ottime lezioni di vita che contribuirono alla sua formazione. La mamma la educava a soccorrere anche con denaro una famiglia povera e questa esperienza la aprì all’amore verso i più bisognosi. Nell’adolescenza amava ascoltare le prediche su San Antonio di Padova che poi raccontava in famiglia.
A Rosà, paese dove viveva la famiglia, durante le missioni predicate dai Francescani fu colpita da una frase del Vangelo e, guidata dal Sacerdote della sua parrocchia, capì che il Signore la voleva tutta sua. Si avvicinava la seconda guerra mondiale, ma Lina era sicura che Gesù l’avrebbe aiutata e, dopo aver superato alcune difficoltà familiari, il 27 maggio 1941 giunse a Torino. Nel forte distacco, la sostenne la grazia del Signore e l’aiuto di Maria Ausiliatrice che aveva imparato ad amare e ad invocare. Ad Arignano iniziò l’Aspirantato, il 31 gennaio 1942 il Postulanto e poi entrò nel Noviziato di Casanova dove emise i primi voti il 5 agosto 1944.
Dopo la professione rimase ad Arignano dove continuò gli studi e l’anno seguente giunse alla casa missionaria “Madre Mazzarello” di Torino. Era da poco finita la guerra e con le altre consorelle si dedicò alla pulizia e al riordino degli ambienti mentre cresceva in lei il desiderio di essere missionaria.
Il 3 dicembre 1946, insieme ad altre tre missionarie, partì per Cuba dove giunse a Granja Delfin il 30 dicembre, riconoscente al Signore e a Maria Ausiliatrice della loro protezione. Nel 1947 venne inviata a Moca, nella Repubblica Dominicana per una nuova fondazione. In seguito passò a Jarabacoa come assistente delle Aspiranti e insegnante nella scuola elementare. Nel 1954 ritornò a La Habana (Cuba) come assistente delle Aspiranti e Postulanti e nel 1957 fu nominata maestra delle novizie a Guanabacoa. L’8 aprile 1961, l’Ispettrice, Madre Ersilia Crugnola, la mandò a Roma per partecipare al corso per le maestre delle novizie ma presto ricevette la notizia del trionfo della rivoluzione castrista, con la conseguente chiusura delle case e l’esodo delle Suore. Ritornata nella Repubblica Dominicana continuò a Jarabacoa la missione come maestra delle novizie fino al 1972. Fu poi nominata segretaria ispettoriale e, nel 1980, ritornò a Cuba condividendo la vita e la missione delle tre comunità: Guanabacoa, Camagüey e La Víbora. Mise in comune i doni che Dio le aveva concesso per il servizio della comunità e della missione: animava l’oratorio, le celebrazioni liturgiche, visitava gli infermi, era catechista, insegnante di disegno, di musica e di italiano, assistente delle aspiranti e postulanti, di nuovo maestra delle novizie, delegata delle exallieve e dell’Associazione ADMA, direttrice e segretaria ispettoriale dal 1982 al 1991.
Nel 1998, nella visita di Giovanni Paolo II a Cuba, ebbe la gioia di rappresentare i religiosi missionari e rivolse un saluto al Papa. Nella visita di Benedetto XVI, nel 2012, ricevette dalle sue mani la S. Comunione.
Suor Lina aveva un temperamento allegro: era serena e semplice, il suo modo di essere rifletteva la bontà che conquista i cuori. Aveva lo sguardo limpido e trasparente, la sua presenza orientava al Signore. In un’occasione ebbe a dire: “Il nostro cammino è arduo e difficile a volte, ma la presenza di Gesù ci sostiene ogni giorno”. Era donna di fede, di profonda preghiera e di un’incondizionata dedizione al Signore. La esprimeva nel tratto amorevole con le sorelle, le bambine, i giovani, gli anziani e in particolare con i più bisognosi di aiuto materiale e spirituale. Si mostrava riconoscente per quanto riceveva da qualsiasi persona. Aveva un forte senso di appartenenza alla Chiesa e all’Istituto che esprimeva nell’ardore missionario e nell’impegno catechistico. Da alcuni anni era stata colpita dal cancro che poco a poco la consumò.
Cara suor Lina, grazie per la tua dedizione missionaria nelle Antille. Grazie per la tua capacità di ascolto, per la tua vicinanza solidale ai più poveri, per la fedeltà e la testimonianza che hanno lasciato un’impronta di santità. Chiediamo che la tua donazione sia feconda di vocazioni religiose e missionarie per la Chiesa e per l’Istituto.

L’Ispettrice
Suor Carmen M. Figueroa

DAL DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO AL PARLAMENTO EUROPEO

Strasburgo, Francia 
Martedì, 25 novembre 2014

«Parlare della dignità trascendente dell'uomo, significa dunque fare appello alla sua natura, alla sua innata capacità di distinguere il bene dal male, a quella “bussola” inscritta nei nostri cuori e che Dio ha impresso nell’universo creato; soprattutto significa guardare all'uomo non come a un assoluto, ma come a un essere relazionale. Una delle malattie che vedo più diffuse oggi in Europa è la solitudine, propria di chi è privo di legami. La si vede particolarmente negli anziani, spesso abbandonati al loro destino, come pure nei giovani privi di punti di riferimento e di opportunità per il futuro; la si vede nei numerosi poveri che popolano le nostre città; la si vede negli occhi smarriti dei migranti che sono venuti qui in cerca di un futuro migliore.»


«È necessario affrontare insieme la questione migratoria. Non si può tollerare che il Mar Mediterraneo diventi un grande cimitero! Sui barconi che giungono quotidianamente sulle coste europee ci sono uomini e donne che necessitano di accoglienza e di aiuto. L'assenza di un sostegno reciproco all'interno dell'Unione Europea rischia di incentivare soluzioni particolaristiche al problema, che non tengono conto della dignità umana degli immigrati, favorendo il lavoro schiavo e continue tensioni sociali. L'Europa sarà in grado di far fronte alle problematiche connesse all'immigrazione se saprà proporre con chiarezza la propria identità culturale e mettere in atto legislazioni adeguate che sappiano allo stesso tempo tutelare i diritti dei cittadini europei e garantire l'accoglienza dei migranti; se saprà adottare politiche corrette, coraggiose e concrete che aiutino i loro Paesi di origine nello sviluppo socio-politico e nel superamento dei conflitti interni – causa principale di tale fenomeno – invece delle politiche di interesse che aumentano e alimentano tali conflitti. È necessario agire sulle cause e non solo sugli effetti.»

1° Domingo de Adviento - Ciclo B




25 novembre 2014

Roma: vendita di Natale di REFUGEE ScART, una bancarella piena di ‘gioielli nati dai rifiuti’

Il 6 e 7 dicembre, si rinnova a Roma l’appuntamento con la vendita solidale natalizia delle creazioni di REFUGEE ScART, il progetto  umanitario della Spiral Foundation Onlus che ha realizzato a Roma, a sostegno di rifugiati arrivati in Italia, un laboratorio di creazioni artigianali ottenute dal riciclo di materiali di scarto.
Gli oggetti in vendita quest’anno, provengono da: Nepal, Vietnam e Roma e sorprendono per la cura e la fantasia della loro esecuzione; sono realizzati interamente con materiali di scarto 100% dagli artigiani di REFUGEE ScART e sono il risultato della creatività e sensibilità estetica delle terre d’origine, unite alle volontà di contribuire al bene comune utilizzando rifiuti per trasformarli in doni preziosi.
Dalla sua creazione REFUGEE ScART ha riciclato tonnellate di plastica dando così un importante contributo positivo alla ecologia della città’ di Roma.
La vendita si terrà il 6 e 7 dicembre dalle ore 10,00 alle ore 20,00 a Roma, in via Paolo Mercuri, 8 (Piazza Cavour) e continuerà fino al 19 dicembre, previo appuntamento.

Leggi anche:
Per informazioni:
www.refugeescart.org

http://www.programmaintegra.it/

Messaggio RM Novembre 2014

Don Ángel Fernández Artime condivide l’esperienza vissuta durante la 145° Spedizione Missionaria Salesiana, ricorda la centralità di Valdocco come culla della salesianità – esortando anche tutti i confratelli ad andarvi in pellegrinaggio – e invita a ricevere con affetto e a tradurre nella vita quotidiana il Capitolo Generale XXVII.



24 novembre 2014

Chiesa missionaria libera e in uscita: le conclusioni del IV Convegno Missionario Nazionale

Sacrofano – È una Chiesa missionaria in cammino e in ascolto che – a partire dalla base – aiuta se stessa a non sentirsi sotto assedio. È decentrata e vive la periferia. È giovane. Ma è soprattutto una Chiesa missionaria fatta di persone che hanno voglia di rimettere al centro del discorso missionario Gesù e il vangelo. Una comunità che fa proprio l’invito alla liberazione, rivolto dal teologo peruviano Gustavo Gutiérrez.
Questi i messaggi emersi al termine della grande kermesse missionaria di Sacrofano, il quarto ed ultimo giorno del Convegno missionario nazionale, al quale hanno partecipato 880 delegati in sala, e oltre 100 da tutto il mondo - tra missionari, volontari, laici e religiosi - collegati in rete sui social e in diretta skype.
Un Convegno che lascia traccia di sé fin dal suo epilogo e che, come auspica don Alberto Brignoli, Ufficio della Cooperazione missionaria tra le Chiese, tra gli organizzatori dell’evento insieme a Missio, avrà delle ripercussioni serie nella vita quotidiana e verrà “tenuto in caldo” per portare altri frutti. Si desidera una Chiesa in uscita che sappia stare, quando è necessario ascoltare, e che sappia uscire quando è necessario mettersi a servizio delle periferie umane. Un luogo di frontiera che sappia anche “denunciare” le tante povertà.
Nell’elencare una serie di ‘suggestioni’ raccolte soprattutto nei laboratori, don Brignoli ha detto: “Aiutiamoci ad essere meno burocrati, aiutiamoci a lasciarci raccontare; aiutiamoci ad inviare missionari ad gentes!”. Inoltre l’invito è quello di sentirsi “diocesi in rete”, di cambiare dialogo nella comunicazione e di usare le nuove tecnologie mettendole a servizio della missione, come è stato fatto in questi giorni. Insomma una Chiesa missionaria che si rinnova e che si nutre direttamente alla fonte della Parola; che non cerca filtri e che non vuole orpelli. Che desidera ricominciare a respirare “l’odore delle pecore” dai suoi pastori e da se stessa.


21 novembre 2014

Papa: migranti ricchezza per i Paesi che li accolgono

"Solo andata" (Erri De Luca,Alessandro Gassman)


Una poesia di Erri De Luca, la musica tra violino e pizzica del Canzoniere grecanico salentino, la regia di Alessandro Gassman. Da questo incontro di sensibilità forti e genuine per i diritti umani è nato, prodotto da Oh!Pen e patrocinato da Amnesty International Italia, "Solo andata". Non solo e non tanto un video-clip ma un cortometraggio che descrive la dolcezza dell'approdo e restituisce dignità e umanità ai migranti e ai richiedenti asilo, né problema né emergenza, ma necessità e prodotto di guerre e altre violazioni dei diritti umani.
Pensato come reazione ai giorni terribili dell'ottobre scorso, i giorni in cui centinaia di uomini, donne e bambini persero la vita in una serie di naufragi nel Mediterraneo, "Solo andata" è più che mai attuale. Nonostante l'Italia abbia potenziato le attività di ricerca e salvataggio con l'operazione "Mare nostrum", l'approccio complessivo dell'Europa verso i migranti e i richiedenti asilo è complessivamente invariato: prima le frontiere, poi le persone.
"Solo andata" ci ricorda anche che la storia dell'Italia è una storia di migrazione. Un ricordo affondato e negato troppo spesso.

Papa Francesco: nella comunità cristiana “nessuno è straniero” e tutti “meritano accoglienza e sostegno”

Città del Vaticano - “Oggi, nonostante gli sviluppi avvenuti e le situazioni, a volte penose e persino drammatiche, che si sono registrate, l’emigrazione resta ancora un’aspirazione alla speranza”. Lo ha detto questa mattina papa Francesco incontrando i partecipanti al VII Congresso Mondiale della Pastorale delle migrazioni, promosso dal Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti che si è svolto presso la Pontificia Università Urbaniana a Roma sul tema “Cooperazione e sviluppo nella pastorale delle migrazioni”. Per il Papa, “soprattutto nelle aree depresse del pianeta, dove la mancanza di lavoro impedisce la realizzazione di un’esistenza dignitosa per i singoli e per le loro famiglie, è forte la spinta a ricercare un futuro migliore altrove, anche a rischio di delusioni e di insuccessi, provocati in gran parte dalla crisi economica che, in misura diversa, tocca tutti i Paesi del mondo”.
Dopo aver ringraziato “per l’impegno e la sollecitudine” verso uomini e donne che anche oggi intraprendono il “viaggio della speranza” sulle strade dell’emigrazione, il pontefice, citando il tema del Congresso,ha detto che “la connessione tra cooperazione e sviluppo evidenzia, da un lato, i differenti interessi degli Stati e dei migranti e, dall’altro, le opportunità che potrebbero derivarne per entrambi. In effetti – ha aggiunto - i Paesi che accolgono traggono vantaggi dall’impiego di immigrati per le necessità della produzione e del benessere nazionale, non di rado limitando anche i vuoti creati dalla crisi demografica. A loro volta, i Paesi dai quali partono i migranti registrano una certa attenuazione del problema della scarsità di impiego, e soprattutto traggono beneficio dalle rimesse, che vengono incontro alle necessità delle famiglie rimaste in patria. Gli emigrati, infine, possono realizzare il desiderio di un futuro migliore per sé stessi e per le proprie famiglie”.
Papa Francesco ha quindi evidenziato alcuni problemi a partire dal riscontro nei Paesi di provenienza dei migranti, dell’impoverimento dovuto alla perdita delle “menti” migliori, la “fragilità di bambini e ragazzi che crescono senza uno o entrambi i genitori, e il rischio di rottura dei matrimoni per le assenze prolungate. Nelle Nazioni che li accolgono, di riflesso, vediamo difficoltà d’inserimento in tessuti urbani già problematici, come pure difficoltà di integrazione e di rispetto delle convenzioni sociali e culturali che vi trovano”.
Francesco ha quindi sottolineato il ruolo svolto dagli operatori pastorali: “ruolo prezioso di invito al dialogo, all’accoglienza e alla legalità, di mediazione con le persone del luogo di arrivo. Nei Paesi d’origine, invece, la prossimità alle famiglie e ai giovani con genitori migranti può attenuare le ricadute negative della loro assenza”.
Per il Papa la comunità cristiana è “continuamente impegnata ad accogliere i migranti e a condividere con loro i doni di Dio, in particolare il dono della fede. Essa promuove progetti nell’evangelizzazione e nell’accompagnamento dei migranti in tutto il loro viaggio, partendo dal Paese d’origine attraverso i Paesi di transito fino al Paese di accoglienza, con particolare attenzione a rispondere alle loro esigenze spirituali attraverso la catechesi, la liturgia e la celebrazione dei Sacramenti”. Purtroppo i migranti vivono spesso “situazioni di delusione, di sconforto e di solitudine. In effetti, il lavoratore migrante si trova teso tra lo sradicamento e l’integrazione. E anche qui che la Chiesa cerca di essere luogo di speranza: elabora programmi di formazione e di sensibilizzazione; alza la voce in difesa dei diritti dei migranti; offre assistenza, anche materiale, senza esclusioni, affinché ognuno sia trattato come figlio di Dio”. Nell’incontro con i migranti – ha poi spiegatoil Papa – è “importante adottare una prospettiva integrale, in grado di valorizzarne le potenzialità anziché vedervi solo un problema da affrontare e risolvere. L’autentico diritto allo sviluppo riguarda ogni uomo e tutti gli uomini, in visione integrale. Questo richiede che si stabiliscano per tutti livelli minimi di partecipazione alla vita della comunità umana. Tanto più è necessario che ciò si verifichi nella comunità cristiana, dove nessuno è straniero e, quindi, ognuno merita accoglienza e sostegno”. La Chiesa, “oltre ad essere una comunità di fedeli che riconosce Gesù Cristo nel volto del prossimo, è madre senza confini e senza frontiere”. “È madre di tutti e si sforza di alimentare la cultura dell’accoglienza e della solidarietà, dove nessuno è inutile, fuori posto o da scartare”, ha detto poi il pontefice concludendo il suo intervento sottolineando che i migranti, con “la loro stessa umanità, prima ancora che con i loro valori culturali, allargano il senso della fraternità umana. Nello stesso tempo, la loro presenza è un richiamo alla necessità di sradicare le ineguaglianze, le ingiustizie e le sopraffazioni. In tal modo, i migranti possono diventare partner nella costruzione di un’identità più ricca per le comunità che li ospitano, così come per le persone che li accolgono, stimolando lo sviluppo di società inclusive, creative e rispettose della dignità di tutti”.

16 novembre 2014

IV Convegno missionario nazionale, Sacrofano (Roma) 20-23 novembre 2014

FORMAZIONE - Il Convegno, organizzato dall'Ufficio Nazionale per la Cooperazione Missionaria tra le Chiese della Conferenza Episcopale Italiana, assieme alla fondazione Missio, sezione delle Pontificie Opere Missionarie, e alla fondazione Cum (Centro Unitario Missionario), si svolgerà dal 20 al 23 novembre 2014 presso: Fraterna Domus, Sacrofano (Roma). Si rivolge agli operatori della pastorale missionaria e a coloro che collaborano a rendere le comunità ecclesiali più aperte all'evangelizzazione dei popoli e alla missione.

Si tratta di un evento di particolare rilievo per la Chiesa in Italia la quale, facendo proprio l’invito di Papa Francesco ad “uscire dalla propria comodità e avere il coraggio di raggiungere tutte le periferie che hanno bisogno della luce del Vangelo” (EG 20), avverte forte l’esigenza di liberarsi da certi stereotipi sulla missione che negli ultimi anni ne hanno affievolito lo slancio. In questa prospettiva ci si aspetta anche un significativo contributo per il Convegno Ecclesiale Nazionale che si svolgerà a Firenze il prossimo anno.
La segreteria del Convegno ha preparato degli strumenti di lavoro affinché ogni Chiesa particolare, nelle sue diverse espressioni d’impegno missionario e con il coordinamento del Centro missionario diocesano, possa essere coinvolta nella preparazione dell’evento nazionale attraverso la preghiera, lo studio e la proposta di concrete prospettive di conversione missionaria. Ci si augura che tale materiale possa essere diffuso il più ampiamente possibile alle Parrocchie, agli Istituti Missionari “ad vitam”, agli Istituti Religiosi aventi missioni, ai Seminari, agli Organismi di volontariato internazionale, alle Associazioni laicali ed ai Movimenti con esperienza di missione “ad gentes”, ai gruppi di animazione missionaria presenti sul territorio affinché possa essere adeguatamente valorizzata la loro specifica esperienza.
Strumento di lavoro e schede coinvolgono i destinatari in una triplice riflessione: la missione come incarnazione nelle vicende dell’oggi e del mondo, nella via del dialogo (“uscire”); la missione come comprensione del mondo quale luogo teologico di salvezza, che domanda accoglienza e qualità di relazioni (“incontrare”); la missione come comunione e cooperazione tra le Chiese, all’insegna della reciprocità e del servizio (“donarsi”).


" Alzati e va' "- Inno del IV Convegno Missionario Nazionale (Sacrofano)

Inno del IV Convegno Missionario Nazionale (20-23 novembre 2014); musiche di Mons. Marco Frisina, esecuzione del Coro della Diocesi di Roma, diretto da Emanuele Faiola; all'organo: M° Don Fabio Massimillo.



Alzati e va’

Testo e Musica di don Marco Frisina

Rit. Alzati e va’, ed annuncia la mia Parola,
va’ incontro al mondo e proclama il mio Vangelo.
Alzati e va’, io ti mando ad ogni uomo,
porta la mia gioia e la misericordia.

1.Tu sarai per me come segno per il mio popolo,
sulle tue labbra porrò la mia Parola

Rit. Alzati e va’, ed annuncia la mia Parola,
va’ incontro al mondo e proclama il mio Vangelo.
Alzati e va’, io ti mando ad ogni uomo,
porta la mia gioia e la misericordia

2.Dona la tua vita come pane per ogni uomo.
Va’, abbraccia il mondo e rischiara le sue tenebre.

Rit. Alzati e va’, ed annuncia la mia Parola,
va’ incontro al mondo e proclama il mio Vangelo.
Alzati e va’, io ti mando ad ogni uomo,
porta la mia gioia e la misericordia

3.Per le vie del mondo annunciando la mia salvezza,
porterai speranza, donerai consolazione.

Rit. Alzati e va’, ed annuncia la mia Parola,
va’ incontro al mondo e proclama il mio Vangelo.
Alzati e va’, io ti mando ad ogni uomo,
porta la mia gioia e la misericordia

4.Porta il mio Vangelo ai confini della terra,
e conduci gli ultimi alla festa del perdono.

Rit. Alzati e va’, ed annuncia la mia Parola,
va’ incontro al mondo e proclama il mio Vangelo.
Alzati e va’, io ti mando ad ogni uomo,
porta la mia gioia e la misericordia

14 novembre 2014

2014 Human Development Report es_en_fr




Il popolo dei migranti sotto osservazione

«In cammino con migranti e rifugiati, la Chiesa si impegna a comprendere le cause che sono alle origini delle migrazioni, ma anche a lavorare per superare gli effetti negativi e a valorizzare le ricadute positive sulle comunità di origine, di transito e di destinazione dei movimenti migratori». È la sintesi del messaggio di papa Francesco in occasione della 100a Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2014. Nei prossimi giorni, dal 17 al 21 novembre, si terrà il VII Congresso mondiale della Pastorale dei Migranti presso la Pontificia Università Urbaniana di Roma sul tema «Cooperazione e sviluppo nella pastorale delle migrazioni». Un appuntamento al quale parteciperanno circa 300 esperti del settore provenienti da 93 paesi dei cinque continenti. L’apertura dei lavori è prevista per lunedì 17 novembre alle 17,30 con l’intervento del cardinale Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale dei Migranti e degli Itineranti; l’intervento conclusivo coinciderà con l’udienza del Santo Padre venerdì 21 alle 12.
Il Congresso esordirà con una certezza: i migranti intrecciano una fitta rete di scambio culturale tra paesi differenti per storia e tradizioni. Da questo presupposto muoveranno i lavori dei congressisti, riuniti a Roma non solo per studiare e consolidare strategie di collaborazione, ma anche per individuare possibilità di partnership in un contesto di sviluppo per la dignità umana. L’obiettivo finale consisterà nel capire come sfruttare al meglio le risorse offerte dalla diaspora per il progresso della collettività.
Diverse le migrazioni, diversi i tavoli di discussione. In primo luogo, i dati ufficiali del Dipartimento degli Affari economici e sociali delle Nazioni Unite registrano una crescita esponenziale delle migrazioni lavorative. Molto spesso i migranti si spostano con le proprie famiglie, trovando muri anziché ponti a causa dei pregiudizi culturali che mantengono a distanza il diverso da sé. L’attenzione del congresso convergerà dunque sulla famiglia migrante, bisognosa di un accompagnamento pastorale valido per sanare le ferite inferte dall’abbandono delle proprie radici. In secondo luogo si affronterà il tema della migrazione femminile, che rappresenta ormai il 50% della popolazione migratoria globale; donne spinte dal desiderio di ricongiungersi con i nuclei familiari d’appartenenza, ma più di frequente in fuga dalle violenze e dall’indigenza. Altro argomento all’ordine del giorno sarà quello della migrazione giovanile, con il suo bagaglio di problemi e di opportunità: sono sempre di più i giovani costretti a lasciare le proprie case alla ricerca di un lavoro e chiamati a misurarsi con le loro fragilità e le loro aspettative.
Secondo il rapporto dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite sullo Sviluppo e la Migrazione internazionale del 30 luglio 2014, nella speciale classifica dei dieci paesi con il più alto tasso di migrazione internazionale spicca il Messico, con circa 12.930.000 persone emigrate; seguono l’India con 11.810.000 unità e la Russia con 11.260.000. Si collocano dietro Cina, Bangladesh e Ucraina (rispettivamente con 8.440.000, 6.480.000 e 6.450.000). Gli Stati Uniti guidano invece la classifica dei paesi preferiti dai migranti con 42.810.000: un numero elevatissimo che resta ineguagliato pur sommando il flusso dei migranti in paesi come Russia, Germania, Arabia Saudita e Canada.
Le stime calcolate per aree continentali vedono l’Asia al vertice con circa 92.500.000 persone emigrate, seguita dall’Europa (58.400.000 unità), dall’America Latina e Caraibi (36.700.000) e dall’Africa (31.300.000). Fanalino di coda l’America del Nord con circa 4.300.000 persone emigrate e l’Oceania (1.900.000). Al contrario, l’Europa resta la meta preferita dei migranti con 72.400.000 unità; seguono l’Asia con 70.800.000 e l’America del Nord con 53.100.000 immigrati. Gli ultimi posti spettano all’Africa (18.600.000), all’America Latina e Caraibi (8.500.000) e all’Oceania (7.900.000).
Lo studio delle cifre dei flussi migratori parla chiaro: c’è una tendenza quasi scontata verso i paesi del nord del mondo, sebbene una migrazione giovane verso i paesi a sud non sia più un fattore del tutto trascurabile. Il Congresso, da parte sua, dovrà servire come occasione per cogliere vantaggi e sfide del fenomeno migratorio, focalizzando la riflessione sui diritti e sull’identità dei migranti al fine di garantire dignità e sviluppare sinergie possibili per il futuro.


Italia - Don Bosco a Montecitorio a 200 anni dalla sua nascita

(ANS – Roma) – Nell’ambito degli eventi per il Bicentenario della nascita di Don Bosco – evento ufficialmente riconosciuto dal Comitato storico-scientifico per gli anniversari d’interesse nazionale italiano – è in programma per il prossimo 18 novembre una conferenza sul tema: “Italiani alla fine del mondo. Missionari salesiani in Patagonia e nella Terra del Fuoco”. L’evento avrà luogo a Roma, nella sala Aldo Moro del Parlamento italiano (Montecitorio), e vi parteciperà anche Don Ángel Fernández Artime, Rettor Maggiore.
Dopo il saluto della Presidenza della Camera di Deputati, prenderanno la parola i proff. María Andrea Nicoletti (Universidad Nacional Río Negro, San Carlos de Bariloche, Argentina), Nicola Bottiglieri (Università di Cassino e del Lazio Meridionale, Italia) e Gabriella Dionisi (Università della Tuscia, Italia) che illustreranno l’esperienza dei pionieri missionari salesiani d’Italia fra i nativi dell’America, mandati nel 1880 fra gli indios della Patagonia direttamente da Don Bosco, come si rileva dal VI volume dell’Epistolario del santo che verrà presentato dal coordinatore dell’evento, prof. don Francesco Motto.
A conclusione degli interventi il Rettor Maggiore dei Salesiani, Don Ángel Fernández Artime, riferirà sulla peregrinazione dell’urna di Don Bosco (via aereo, nave, treno, tram e auto) in Argentina e in 1.000 città di 100 paesi di 4 continenti. Un fatto storico unico, per un personaggio nato in Italia.
Nel corso della conferenza, cui presenzieranno, fra gli invitati, gli ambasciatori di Argentina e Cile, il card. Raffaele Farina, SDB, Bibliotecario emerito della Biblioteca Apostolica Vaticana, onorevoli deputati e professori, verrà omaggiato il lungometraggio “A sud del sud”, di Salvatore Metastasio, con la consulenza storica di don Motto, in uscita in questi giorni, in DVD, presso la ElleDiCi.
L’appuntamento si colloca subito prima del Congresso Storico Internazionale del Bicentenario, in programma dalla mattina del giorno seguente, mercoledì 19, fino a domenica 23 novembre, sul tema “Sviluppo del carisma di Don Bosco fino alla metà del secolo XX”.


Essere fedeli alla Patagonia...


33° Domingo T.O. ciclo A



33° Domenica del T.O.


13 novembre 2014

Dialogo cattolici-musulmani: "non è mai accettabile usare la religione per giustificare" violenze

La dichiarazione conclusiva del Forum cattolico-musulmano riunito a Roma sul tema "Lavorare Insieme a servire gli altri". Necessità di un'educazione dei giovani mirata a realizzare "il rispetto dell'altro". L'importanza del dialogo interreligioso "per superare pregiudizi, distorsioni, sospetti, e generalizzazioni inappropriate". L'incoraggiamento di papa Francesco. 
Città del Vaticano - "Non è mai accettabile usare la religione per giustificare" atti di "terrorismo, oppressione, violenza contro persone innocenti, persecuzione, profanazione di luoghi sacri, e la distruzione del patrimonio culturale". E' "unanime" e senza equivoci la dichiarazione conclusiva del Forum cattolico-musulmano che per tre giorni ha tenuto a Roma il suo terzo seminario sul tema "Lavorare Insieme a servire gli altri", conclusosi oggi.
Oltre alla condanna del terrorismo e della violenza la dichiarazione finale sottolinea la necessità di una educazione dei giovani mirata a realizzare "il rispetto dell'altro", sottolinea l'importanza del dialogo interreligioso "per superare pregiudizi, distorsioni, sospetti, e generalizzazioni inappropriate", dialogo che dovrebbe concretamente "moltiplicare le opportunità di incontro e di collaborazione su progetti comuni per il bene comune". Nel documento si sottolinea inoltre "l'importanza vitale di servizio e una cooperazione reciproca".
Significativi i passi dedicati alla educazione. "La formazione dei giovani, sia essa in famiglia, a scuola, nell'università, in chiesa o in moschea, è della massima importanza per la promozione di una identità a tutto tondo, che costruisce il rispetto per gli altri. A tal fine, i programmi scolastici e libri di testo dovrebbero ritrarre un'immagine obiettiva e rispettosa dell'altro".
Il "fruttuoso incontro" ha visto anche un incoraggiamento di papa Francesco che ieri ha ricevuto I partecipanti al seminario, invitandoli a proseguire sulla strada del dialogo.
La delegazione cattolica è stata guidata dal cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, mentre quella musulmana è stata presieduta dal prof. Seyyed Hossein Nasr della George Washington University, a causa di problemi di salute del coordinatore di parte islamica, il principe giordano Ghazi bin Muhammad. Della delegazione hanno fatto parte esponenti religiosi e studiosi provenienti da Malaysia, Algeria, Bosnia Erzegovina, Indonesia, Emirati arabi uniti, Kosovo, Canada, Argentina e Italia.


Perché sei diverso?

Al centro del video "Perché sei diverso?" l'inclusione e la valorizzazione di tutte le diversità perché ogni persona, in qualunque contesto possa sentirsi libera di mettere in circolo tutte le sue energie, senza preoccuparsi di proteggersi o nascondersi per i propri aspetti identitari.


AMERICA/GUATEMALA - Rafforzare l'impegno missionario nonostante la violenza nel paese e l'indifferenza della gente

Chimaltenango  – Dal 7 al 9 novembre, nella città di Chimaltenango, più di 2 mila e 500 persone, provenienti dalle 14 circoscrizioni ecclesiastiche del paese, hanno dato vita al IV Congresso Missionario del Guatemala (COMGUA), promosso dalle Pontificie Opere Missionarie (POM) e dalla diocesi di Sololá-Chimaltenango. Il suo scopo principale è stato quello di rafforzare l'impegno missionario in un Guatemala pervaso dalla violenza e dall'indifferenza della gente.
"La missione, un’opzione contro-culturale” afferma la prima parte del documento finale, pervenuto all’Agenzia Fides, che riguarda la grande difficoltà di vivere la missione come una opzione comunitaria contro una società individualista ed egoista. "Siamo seduti a riva e ci spaventano le periferie, ma dobbiamo uscire, diventare missionari" si legge nel documento, che continua: “lo slogan del Congresso ci invita a ‘fissare lo sguardo su Gesù’. Abbiamo preso nuova consapevolezza del nostro bisogno di rivolgersi a Gesù e al suo messaggio”.
"Mossi da un sincero desiderio di conversione permanente, personale e pastorale, abbiamo pregato Gesù: perché la Chiesa del Guatemala rompa gli schemi vecchi del passato; per non avere paura della forza rinnovatrice dello Spirito, che apre nuovi orizzonti alla nostra missione e, così, ci fa raggiungere molte periferie geografiche ed esistenziali a cui a volte abbiamo paura di avvicinarci".
"Con l'aiuto di Papa Francesco ci siamo resi conto che molte delle nostre strutture ecclesiali servono solo per accogliere, e non ‘per uscire’... quindi dobbiamo continuare la Missione Continentale con questa visione, questo è il nostro compito adesso" sottolinea il documento finale.

Links:
Il Messaggio finale completo (spagnolo):


ASIA/COREA DEL SUD - Gli studenti cattolici: portare l’annuncio di Cristo in scuole e università

Seul – Oggi è urgente più che mai portare un annuncio e una testimonianza cristiana nelle scuole e nelle università: lo afferma la Federazione degli studenti cattolici, movimento che ha celebrato in Corea il 60° anniversario della fondazione, rilanciando la sua azione evangelizzatrice. 
Come riferisce una nota inviata all’Agenzia Fides dall’Arcidiocesi di Seul, gli studenti promuovono una spiritualità della pace e dell’armonia, e si dicono “pronti a portare la fede nella nostra vita di tutti i giorni, pronti a mettersi al servizio di ogni studente di college e a guardare la società attraverso gli occhi di Dio” afferma Stella Byun Ji-young, il Presidente della Federazione, descrivendo la loro opera pastorale come “una chiesa che funziona all'interno di scuole e università”.
La Federazione si compone di 48 associazioni studentesche cattoliche, presenti in 36 tra atenei, università e istituti di istruzione. I membri si riuniscono settimanalmente per la preghiera, lo studio della Bibbia e la testimonianza della fede. All'inizio e alla fine di ogni semestre si celebra una Santa Messa nell’università. 
“Il 70% dei nostri membri studenti ha lasciato la propria città per venire a studiare a Seul” ha spiegato don Joseph Eun Sung-je, che segue il movimento, “ma ha problemi ad unirsi alle parrocchie locali: per questo la presenza del movimento e la preghiera nell’università sono preziose”. “In una società altamente competitiva come la Corea, gli studenti universitari affrontano molte sfide. Inoltre i valori del mondo laico possono differire molto dagli insegnamenti del Vangelo” spiega Byun Ji-young. “Condividere un cammino di fede con altri studenti è utile e dà forza nell’affrontare le sfide e i problemi di ogni giorno” conclude.


12 novembre 2014

VII Congreso Mundial de la Pastoral de Migrantes

Ciudad del Vaticano: Con el tema “Cooperación y desarrollo en la pastoral de las migraciones” se llevará a cabo en Roma del 17 al 21 de noviembre el VII Congreso Mundial de la Pastoral de Migrantes. Organizado por el Pontificio Consejo para la Pastoral de Migrantes, el encuentro tiene como objetivo dar respuestas adecuadas al fenómeno de la migración económica y promover el potencial social que los pueblos en movimiento traen a la Iglesia y a toda la comunidad. 
Tres serán los aspectos a tratar: la diáspora y cooperación al desarrollo del mundo y de la Iglesia, los migrantes como parte en el desarrollo de los países de origen, de tránsito y de destino, y la dignidad del migrante, creado a imagen y semejanza de Dios, hijo de Dios, que lleva impresa la imagen de Cristo migrante. 
Se hablará de la familia migrante como fuente de cultura de la vida, necesitada de un atento acompañamiento pastoral para sanar las heridas causadas por el abandono de las propias raíces y para donar a su vez el valor del amor. 
Se afrontará la realidad de la migración femenina que representa casi el 50% de la población migratoria, las mujeres hoy son protagonistas y cada vez más se desplazan en búsqueda de mejores condiciones de vida. 
Se analizarán además los problemas y las potencialidades vinculadas a la migración juvenil: siempre más jóvenes se alejan de sus hogares para encontrar trabajo y llegan en los países que los reciben con todas sus fragilidades y expectativas. 
El Congreso quiere ofrecer la ocasión para captar ventajas y desafíos del fenómeno migratorio poniendo la atención sobre los derechos e identidad de los migrantes para garantizar su dignidad y promover sinergias para construir bases sólidas para el futuro.


L'Africa NON è un virus

11 novembre 2014

Bangkok pronta ad espellere oltre 200 profughi Rohingya, in fuga dal Myanmar

Fonti della polizia confermano: “Saranno rimessi sulle barche e rispediti in mare, sono un problema del governo birmano". Attivisti pro diritti umani parlano di “imponente esodo marittimo” in atto nelle ultime settimane. Dietro la fuga, disperazione e paura per il futuro. Anche donne sui barconi dei disperati. 

Bangkok - Più di 200 "boat-people" Rohingya in fuga da violenze e persecuzioni in Myanmar, trattenuti nel sud della Thailandia, saranno espulsi e rimessi in mare nei prossimi giorni dietro provvedimento del governo di Bangkok. È quanto riferiscono fonti della polizia thai, incurante degli appelli lanciati in queste ore da diversi gruppi attivisti pro diritti umani, che chiedono la fine dei respingimenti, una politica che mette in grave pericolo la vita dei profughi. Sanya Prakobphol, alto ufficiale di polizia e capo del distretto di Kapoe (provincia meridionale di Ranong), sottolinea che "saranno rimessi sulle barche e rispediti in Birmania". Egli aggiunge che una volta oltrepassato il confine marittimo e fatto ritorno nelle acque birmane "saranno un loro problema". 
L'8 novembre scorso la guardia costiera thai ha intercettato e arrestato per immigrazione clandestina circa 259 membri della minoranza musulmana, che il governo del Myanmar non riconosce come propri cittadini. L'avvistamento è parte di un "imponente esodo marittimo" in atto in queste ultime settimane, come denunciano movimenti attivisti, dietro il quale vi sono disperazione e paura per il futuro.
I profughi intercettati al largo delle coste thai sarebbero diretti verso la Malaysia, Paese del sud-est asiatico a larga maggioranza musulmana, in cerca di una professione e di condizioni di vita migliori; fra di loro vi erano anche diverse donne, che volevano ritrovare i mariti già espatriati in passato per lavoro. 
Dal giugno del 2012 lo Stato occidentale di Rakhine è teatro di scontri violentissimi fra buddisti birmani e Rohingya, che hanno causato almeno 200 morti e 250mila sfollati. Secondo stime delle Nazioni Unite in Myanmar - nazione a maggioranza buddista, con 50 milioni di abitanti - vi sono tuttora 1,3 milioni di appartenenti alla minoranza musulmana, che il governo considera immigrati irregolari e che per questo sono oggetto di abusi e persecuzioni.  
Ad oggi vi sono ancora 140mila sfollati rinchiusi nei centri profughi che, secondo quanto stabilito dal governo birmano, devono accettare la classificazione di bengali - e ottenere la cittadinanza - oppure rimanere "a vita" nei campi. All'interni essi sono privati dei diritti di base, fra cui assistenza sanitaria, educazione o un lavoro. Contro l'emarginazione e l'abbandono in cui versa la minoranza musulmana è intervenuta a più riprese anche la Chiesa cattolica birmana


Il poster della Strenna 2015: dopo 200 anni Don Bosco è sempre con i giovani


(ANS – Roma) – Nel giorno anniversario della prima spedizione missionaria di Don Bosco, l’11 novembre, il Dicastero per la Comunicazione Sociale mette a disposizione il poster della Strenna 2015, sul tema “Come Don Bosco, con i giovani, per i giovani”. “Il sogno dei 9 anni di Don Bosco, oggi, forse sarebbe così” afferma il suo primo ideatore, don Bruno Ferrero, Direttore del Bollettino Salesiano d’Italia.
Il poster della Strenna nell’Anno Bicentenario di Don Bosco è da oggi disponibile per essere scaricato digitalmente dal sito sdb.org: è fornito in 7 diverse lingue – italiano, inglese, spagnolo, francese, portoghese, polacco e tedesco – sia come file completo (versione jpg), sia come file editabile (versione psd, con font appositi), e a due diversi livelli di qualità (alta, per la stampa; media, per gli altri usi).
A presentarlo e spiegarlo è il suo primo ideatore, don Bruno Ferrero: “Il sogno dei 9 anni di Don Bosco, oggi, forse sarebbe così. Con i giovani in bilico tra il cielo e la terra, sospesi e senza un vero punto d’appoggio sicuro, un punto stabile che fornisca quel minimo di sicurezza necessaria per incominciare a vivere.
La domanda del nostro tempo è: dove sono gli adulti? Rintanati nel gruzzolo di privilegi che si sono conquistati, esauriti, pessimisti, hanno poco da trasmettere.
I ragazzi e i giovani devono ‘arrangiarsi’ con il loro piccolo bricolage morale di tutti i giorni, specchiandosi su Facebook. Senza passato e senza futuro. Sono veramente poveri e abbandonati.
Ci sono bambini e adolescenti che credono di non poter mai accontentare i genitori qualsiasi cosa facciano, e che di conseguenza ripudiano inconsciamente il mondo adulto e i suoi ‘stupidi’ valori.
‘Guarda’ dice Maria a Don Bosco. ‘Ecco il tuo campo, ecco dove devi lavorare’. Don Bosco non ha paura è abituato a camminare su una corda tesa tra il cielo e la terra. Lui solo sa raggiungere i giovani dove sono. Lui va là, dove sono i giovani. A tutti ripete: ‘Volete una vita qualunque o volete cambiare il mondo? Potete contare su di me. Io vengo con voi. La vita è una magnifica avventura e insieme possiamo farcela’.
E agli educatori chiede: ‘Dovete dimostrare, non insegnare!’ e anche ‘I giovani sanno quello che vogliono, ma non sanno quello che è veramente necessario per loro. Questi giovani hanno veramente bisogno di una mano benefica, che prenda cura di loro, li coltivi, li guidi...’”
Il poster della Strenna 2015 è “con i giovani, per i giovani” anche per un altro motivo: una volta concepita l’idea del poster e prodotti i primi bozzetti – con il contributo del salesiano coadiutore Luigi Zonta di Torino – l’elaborazione grafica è stata sviluppata del giovane artista Luca Pontassuglia, 20enne, animatore dell’oratorio salesiano di Vasto, cresciuto nel gruppo degli “Amici di Domenico Savio”. Diplomato presso il Liceo Artistico “B. Jacovitti” di Termoli, pur così giovane, vanta già molti lavori artistici: nel novembre del 2012 per i diversi quadri, pitture, sculture, realizzate con eccellenti risultati, ha avuto il riconoscimento di “Alfiere del lavoro” consegnatogli dal Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano.
Da ricordare, infine, anche il contributo offerto dalla redazione dell’Agenzia Info Salesiana, in termini di coordinamento, per le traduzioni in lingua e l’adattamento grafico ­– seguito dal sig. Andrés Felipe Loaiza.
Nella sua versione cartacea il poster verrà diffuso in tutto il mondo allegato al numero di ottobre di ANSFoto.

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Papa: sviluppate un dialogo costruttivo con l’Islam


"Il contatto con le altre religioni, è una realtà particolarmente presente in alcune delle vostre diocesi, poiché l’islam vi è fortemente maggioritario, in condizioni di rapporti reciproci tra comunità molto diversi da un luogo all'altro. Credo sia importante che i chierici ricevano nel seminario una formazione più strutturata, in modo da sviluppare sul posto un dialogo costruttivo con i musulmani, dialogo sempre più necessario per vivere con loro una coabitazione pacifica. Di fatto, «se tutti noi credenti in Dio desideriamo servire la riconciliazione, la giustizia e la pace, dobbiamo operare insieme per bandire tutte le forme di discriminazione, di intolleranza e di fondamentalismo confessionale» (Africae munus, n. 94). Inoltre la Chiesa deve testimoniare incessantemente l’amore di Dio, creatore di tutti gli uomini, non facendo alcuna distinzione religiosa nella sua azione sociale "(cfr. ibidem).

ABUSI CONTRO IMMIGRATI: ORA RECUPERARE CREDIBILITÀ

Colpita dalle accuse di violazione dei diritti dei lavoratori immigrati mosse da Unione Europea e Stati Uniti, la Thailandia cerca di recuperare credibilità e mercato. Servizi apparsi sulla stampa internazionale il mese scorso e le testimonianze raccolte da gruppi per la difesa dei diritti umani riguardo gli abusi verso birmani, cambogiani e vietnamiti impiegati nell’industria ittica hanno portato il paese al livello più negativo, il terzo, nella lista dei paesi che meno si impegnano per la cancellare il lavoro forzato. Il rischio concreto di sanzioni se il governo non dovesse intervenire efficacemente si associa a un calo già presente dell’export, soprattutto per quei prodotti o quelle aziende che sono stati segnalati come maggiori responsabili della situazione.
L’export thailandese di prodotti ittici verso l’area Ue vale 7 miliardi di dollari all’anno, essenziale oltretutto per un’economia in rallentamento su molti fronti. Non ultimo come conseguenza del colpo di stato militare, della permanenza della legge marziale e di provvedimenti attuati o allo studio che vorrebbero limitare investimenti e presenza straniera a tutela dell’imprenditoria locale in un momento in cui il paese avrebbe, tra le priorità, quella aprirsi a esperienze, know-how e interventi mirati dall’estero per reggere concorrenza regionale e modificare le regole socio-culturali che ne ostacolano lo sviluppo.
Nonostante la giunta la potere, oggi a fianco di istituzioni civili comunque controllate dai militari abbia regolarizzato un gran numero di immigrati prima illegali, resta la scarsa convinzione nel combattere fenomeni di abuso che chiamano in causa interessi locali e anche la difficoltà culturale a individuare pari dignità per tutti, thai e non thai.
Lo stesso direttore generale del dipartimento europeo del ministero degli Esteri thailandese nei giorni scorsi ha ammesso che i servizi sulla stampa estera sono stati il catalizzatore per promettere interventi contro gli abusi e per le iniziative utili a rilanciare immagine e export, in Europa e altrove. Il coordinamento di varie agenzie per individuare le aree di sfruttamento è innovativo, anche se viene sottolineato con eccessivo interesse l’uso di documenti falsificati che, ad esempio, nasconderebbero l’età reale degli immigrati.
Comunque sia, nessuna risposta è stata data alla richiesta Ue che il governo di Bangkok fornisca un rapporto semestrale sui progressi della situazione. Una richiesta avanzata a nove dei consumatori europei che alla qualità chiedono sia associata una produzione non interessata dal lavoro coatto o in condizioni inferiori agli standard. La minaccia di un “cartellino giallo” per l’export thai è concreta e costituisce un deterrente efficace, ma si scontra anche con una complessa situazione politica e economica, con interessi in conflitto e le logiche che ne derivano, a uso soprattutto interno.


8 novembre 2014

Udienza alle partecipanti al XXIII Capitolo Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice

Alle ore 11.15 di questa mattina, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza le partecipanti al XXIII Capitolo Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice che ha per tema: "Essere, oggi, con i giovani casa che evangelizza".
Pubblichiamo di seguito il discorso che il Papa ha pronunciato nel corso dell’incontro:

Discorso del Santo Padre

Care Sorelle, la madre Yvonne ha ringraziato per l’udienza ma non sarebbe stata possibile senza la sua insistenza! Io non so se questa Superiora generale sa governare, non so, è cosa vostra, ma che sa bussare alle porte, e forte, sì! Vi assicuro! La ringrazio, madre, di quello che Lei ha detto. Anch’io mi permetto di essere insistente pensando alla Patagonia… Non dico di più!

In questi giorni avete focalizzato la vostra attenzione sul tema "Essere oggi con i giovani casa che evangelizza", che ben si colloca nel contesto sociale ed ecclesiale di oggi, segnato da tante forme di miseria spirituale e materiale. Infatti oggi si soffre per indigenza, ma anche per carenza di amore e di relazioni.
In tale contesto, voi potete cogliere soprattutto le fragilità dei giovani ai quali vi dedicate con impegno amorevole, secondo lo stile di Don Bosco e sulla scia di Madre Mazzarello. A tutti siete chiamate ad offrire il messaggio del Vangelo, che si riassume nell’amore del Padre misericordioso verso ogni persona.

Dai vostri lavori stanno emergendo orientamenti fondamentali per la vita di ciascuna religiosa e di ogni comunità.

Innanzitutto l’impegno a lasciarvi guidare dalla prospettiva di "uscire", di mettersi in cammino verso le tante zone di confine geografiche ed esistenziali, con una attenzione preferenziale ai poveri e alle diverse forme di esclusione. Ce ne sono tante!

Poi la consapevolezza della necessità di attuare opportuni percorsi di cambiamento e di conversione pastorale, trasformando così le vostre case in ambienti di evangelizzazione, dove soprattutto i giovani siano coinvolti nella stessa vostra missione. Si tratta di instaurare un clima di corresponsabilità che favorisca il cammino di fede dei singoli e l’adesione personale a Gesù, affinché Egli continui ad affascinare ciascuno. In questo modo si formano i giovani a diventare essi stessi agenti di evangelizzazione per altri giovani.

Non posso che incoraggiarvi ad andare avanti con entusiasmo in queste linee d’azione che lo Spirito Santo vi sta suggerendo. Aprite il cuore ad accogliere le mozioni interiori della grazia di Dio; allargate lo sguardo, allargate lo sguardo per riconoscere i bisogni più autentici e le urgenze di una società e di una generazione che cambiano.
Siate ovunque testimonianza profetica e presenza educativa, mediante un’accoglienza incondizionata dei giovani, affrontando la sfida dell’interculturalità e individuando percorsi per rendere efficaci i vostri interventi apostolici in un contesto – quello giovanile – permeato dal mondo virtuale e dalle nuove tecnologie, specialmente quelle digitali.

Per fare tutto questo occorre mettere sempre Cristo al centro della propria esistenza; occorre lasciarsi plasmare dalla Parola di Dio, che illumina, orienta e sostiene; occorre alimentare lo spirito missionario con la preghiera perseverante, con l’adorazione, con quel "perdere il tempo" davanti al Tabernacolo.

In pari tempo, siete chiamate a testimoniare un ideale di comunione fraterna tra di voi, con sentimenti di accoglienza reciproca, accettando i limiti e valorizzando le qualità e i doni di ciascuna, secondo l’insegnamento di Gesù: «Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avrete amore gli uni per gli altri» (Gv 13,35). Voglio ripetere un consiglio che in questi giorni ho dato a un altro gruppo di religiosi: l’unità. Mai, mai fra voi invidia, gelosie, non permetterle queste cose! E unità in casa. Ma il più pericoloso è il terrorismo nella vita religiosa: è entrato, il terrorismo delle chiacchiere. Se tu hai qualcosa contro una sorella, vai e lo dici in faccia. Ma mai questo terrorismo, perché una chiacchiera è una bomba che tu getti sulla comunità e la distrugge. Unità senza il terrorismo delle chiacchiere.

E questa unità richiede – voi lo sapete bene – un serio cammino di formazione, che comprenda l’aggiornamento anche in quelle scienze umane che possono aiutarvi nella vostra missione. Vi è chiesto infatti di saper ascoltare con disponibilità e comprensione quanti ricorrono a voi per un sostegno morale e umano, di saper interpretare le situazioni in cui operate, al fine di poter inculturare il messaggio evangelico. A tale proposito, la missione ad gentes vi offre un campo vastissimo per fare dono di voi stesse con amore.

Nel corso dei lavori capitolari non avete mancato di riflettere sulla vostra quotidiana attività apostolica, che vi pone a contatto con le gioie, le attese e le sofferenze della gente. Stando nei cortili con i bambini, nelle aule con gli alunni, con i giovani nelle città reali o nei "quartieri virtuali", nei mercati con le giovani donne, voi accostate realtà e problemi sempre nuovi che vi interpellano. Siate per tutti missionarie di speranza e di gioia, testimoniando i valori propri della vostra identità salesiana, specialmente la categoria dell’incontro, aspetto fondamentale del vostro carisma: esso è una sorgente sempre fresca e vitale a cui potete attingere quell’amore che rivitalizza la passione per Dio e per i giovani. Le inevitabili difficoltà, che si incontrano nel cammino, non rallentino l’entusiasmo della vostra azione apostolica. Anzi, l’esempio di san Giovanni Bosco e di santa Domenica Mazzarello vi spinge a contribuire ancora più entusiasticamente alla nuova evangelizzazione con le vostre attività nell’ambito dell’educazione e della scuola, della catechesi e della formazione dei giovani all’apostolato.

Care Sorelle, sapete bene quanto la Chiesa stimi la vita consacrata. Essa infatti si pone nel cuore stesso della Comunità ed è elemento decisivo per la sua missione, alla quale offre un contributo specifico mediante la testimonianza di una vita totalmente donata a Dio e ai fratelli. Sia questo, con il materno aiuto di Maria Santissima, che voi venerate col titolo di Ausiliatrice, l’impegno di ciascuna e dell’intera vostra Congregazione! Con questo auspicio, imparto di cuore a voi e a tutte le vostre consorelle la Benedizione Apostolica. E vi chiedo di pregare per me, e di non dimenticare la Patagonia! Grazie.

http://www.news.va/
Patagonia Argentina



Siate missionarie di gioia

7 novembre 2014

Dossier Statistico Immigrazione 2014

AMERICA/PARAGUAY - I Vescovi in difesa degli indigeni si appellano alla Commissione InterAmericana per i Diritti Umani

Salto del Guairá – La Conferenza Episcopale del Paraguay, attraverso la Pastorale Indigena, ha annunciato che farà appello alla Commissione Interamericana per i Diritti Umani, se lo Stato non garantirà alle comunità indigene Y’apo Ava-Guaranì il proprio territorio.
Secondo una nota pervenuta all’Agenzia Fides, il 5 novembre, presso la sede della Conferenza Episcopale, la segretaria della Pastorale Indigena, Raquel Peralta, ha dato lettura di una dichiarazione dei Vescovi del Paraguay nella quale si esprime la grande preoccupazione dei Vescovi per la sentenza emessa a Ciudad de Salto del Guairá, che ordina lo sfratto alla comunità indigena Y’apo Ava-Guaranì, dal distretto di Corpus Christi.
"Siamo preoccupati perché tale sentenza viola i diritti delle comunità indigene a vivere nelle loro terre ancestrali, bene tutelato dal diritto, dalla Costituzione, dalle convenzioni internazionali e da altre disposizioni di legge. Siamo anche preoccupati per le gravi conseguenze di tali misure sulla loro cultura e sulla loro sopravvivenza come popolo" si legge nel documento dei Vescovi.
La segretaria della Pastorale Indigena, Raquel Peralta, ha affermato che se la sentenza non sarà modificata, la comunità e la Chiesa faranno ricorso alla Commissione Interamericana per i Diritti umani. A giugno si erano verificati degli scontri per l’intervento violento del servizio di sicurezza della Società Laguna SA, che risulta proprietaria del territorio, contro gli indigeni, causando un morto e molti feriti.


Lectio Divina


32° Domingo T.O. - Ciclo A




6 novembre 2014

Rapporto ACS 2014 sulla libertà religiosa nel mondo

Il rispetto della libertà religiosa nel mondo continua a diminuire. È quanto emerge dalla XII edizione del Rapporto sulla Libertà Religiosa nel Mondo della Fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre. Il rapporto, nato nel 1999, fotografa il grado di rispetto della libertà religiosa in 196 paesi, analizzando le violazioni subite dai fedeli di ogni credo e non solo dai cristiani. «La libertà religiosa è per sua stessa natura un diritto da garantire a chiunque – scrive nella prefazione del volume Paul Bhatti, già ministro federale pachistano per l’Armonia nazionale e gli affari delle minoranze e fratello del compianto Shahbaz Bhatti, ministro per le minoranze ucciso nel 2011 – e, considerata la situazione di moltissimi gruppi religiosi, il Rapporto ci obbliga a guardare con nuovi occhi a questo diritto fondamentale, che è condizione imprescindibile di ogni società libera e giusta».
I cristiani si confermano ancora una volta il gruppo religioso maggiormente perseguitato. Minoranza oppressa in numerosi paesi, molte delle terre in cui i cristiani abitano da secoli, se non da millenni, sono oggi sconvolte dal terrorismo.
Redatto da giornalisti, esperti e studiosi, il rapporto prende in esame il periodo compreso tra l’ottobre 2012 e il giugno 2014. Dei 196 paesi analizzati, in ben 116 si registra un preoccupante disprezzo per la libertà religiosa, ovvero quasi il 60%. Nel periodo in esame sono stati rilevati cambiamenti in 61 paesi, ed è interessante notare come soltanto in sei di questi – Cuba, Emirati Arabi Uniti, Iran, Qatar, Taiwan e Zimbabwe – tali trasformazioni hanno coinciso con un miglioramento della situazione. Peraltro, ad eccezione di Taiwan e Zimbabwe, anche in queste nazioni si riscontrano limitazioni elevate o medie alla libertà religiosa. Inoltre spesso i miglioramenti sono il frutto di iniziative locali, più che segnali di un progresso nazionale.

Schede paese e approfondimenti sono disponibili in italiano su questo sito internet, oppure scaricando la nuova app ACS per smartphone (disponibile per apple e android), e in varie lingue sul sito religion-freedom-report.org.

Quest’anno il Rapporto si accompagna al Focus sulla Libertà Religiosa, una pubblicazione di 32 pagine che, oltre ad una panoramica generale sui dati emersi dall’analisi, contiene una graduatoria che suddivide i paesi in quattro categorie in base al grado di violazione della libertà religiosa: elevatomedio,preoccupantelieve. La classifica è ovviamente indicativa, i fattori che condizionano la libertà religiosa sono altamente variabili e poco si prestano ad una valutazione oggettiva. La classifica è stata realizzata prendendo in considerazione gli episodi di violenza a sfondo religioso e indicatori diversi quali il diritto alla conversione, a praticare la fede, a costruire luoghi di culto e a ricevere un’istruzione religiosa.
In 14 dei 20 paesi dove si registra un elevato grado di violazione della libertà religiosa, la persecuzione dei credenti è legata all’estremismo islamico: Afghanistan, Arabia Saudita, Egitto, Iran, Iraq, Libia, Maldive, Nigeria, Pakistan, Repubblica Centrafricana, Somalia, Sudan, Siria e Yemen.
Negli altri sei paesi, l’elevato grado di violazione della libertà religiosa è legato all’azione di regimi autoritari quali quelli di Azerbaigian, Birmania, Cina, Corea del Nord, Eritrea e Uzbekistan.
Le violenze a sfondo religioso – che contribuiscono in modo determinante al costante aumento dei flussi migratori – sono legate al regresso della tolleranza e del pluralismo religioso. Il progressivo distacco dal pluralismo religioso è chiaramente documentato nel Rapporto. In varie nazioni del Medio e dell’Estremo Oriente inizia ad appalesarsi il cosiddetto fenomeno degli stati mono-confessionali, in cui il gruppo religioso dominante cerca di prevaricare sulle minoranze, imponendo la sharia o approvando normative quali la legge anti-blasfemia. La recente affermazione dello Stato Islamico in Iraq è un chiaro esempio di tale fenomeno.
Il volume rileva inoltre altre tendenze preoccupanti, quali l’aumento dell’intolleranza religiosa e dell’“ateismo aggressivo” in Europa Occidentale; il crescente analfabetismo religioso delle classi politiche occidentali; il numero allarmante di episodi anti-semiti nel Vecchio Continente.
Ulteriore novità dell’edizione 2014 sono le analisi continentali di studiosi ed esperti: sulla situazione della libertà religiosa in AFRICAAMERICA DEL NORDAMERICA LATINAASIAEUROPA OCCIDENTALE, MEDIO ORIENTERUSSIA E ASIA CENTRALE. Tutte le analisi sono disponibili online.
L’Asia si conferma il continente dove la libertà religiosa è maggiormente violata. Nei paesi in cui vi è una religione di maggioranza si riscontra un incremento del fondamentalismo non soltanto islamico, ma anche indù e buddista. Analizzando la situazione del Medio Oriente si nota come i paesi in cui la libertà religiosa è negata offrono un terreno fertile all’estremismo e al terrorismo. Se in Russia il crescente numero di immigrati musulmani comporta il rischio di una radicalizzazione della presenza islamica, nei paesi dell’Asia Centrale, il timore di rivolte sulla falsa riga delle primavere arabe, ha provocato un inasprimento delle restrizioni imposte ai gruppi religiosi.
In Africa, la tendenza più preoccupante degli ultimi due anni è senza dubbio la crescita del fondamentalismo islamico – sotto l’impulso di gruppi come Al Qaeda nel Maghreb islamico, Boko Haram e al Shabaab – e si riscontra un aumento di casi di intolleranza religiosa in Egitto, Libia e Sudan. Non mancano tuttavia esempi di dialogo e cooperazione religiosa in Camerun, Nigeria, Centrafrica, Uganda, Zambia, Sudafrica e Kenya.
In Europa Occidentale si registrano minacce sia alla libertà religiosa che alla libertà di coscienza.
In numerosi paesi vi è inoltre una tendenza laicizzante che cerca di escludere la religione dalla vita pubblica. Anche in America del Nord si riscontrano casi relativi all’obiezione di coscienza.
In America Latina gli ostacoli alla libertà religiosa sono quasi sempre causati dalle politiche di regimi apertamente laicisti o atei, come quelli di Venezuela ed Ecuador, che limitano la libertà di tutti i gruppi religiosi, senza alcuna distinzione di credo.