31 gennaio 2011

Festa di S. Giovanni Bosco


In quest’anno, celebriamo il 125esimo del sogno missionario di Don Bosco, fatto a Barcellona, nella notte dal 9 al l0 aprile del 1886. 

Nella notte dal 9 al 10 aprile Don Bosco fece un nuovo sogno missionario, che raccontò a Don Rua, a Don Branda e al Viglietti, con voce rotta a volte dai singulti. Il Viglietti lo scrisse subito dopo e per ordine suo ne inviò copia a Don Lemoyne, affinché se ne desse lettura a tutti i Superiori dell’Oratorio e servisse di generale incoraggiamento. “Questo però, avvertiva il segretario, non è che l’abbozzo di una magnifica e lunghissima visione”. Il testo che noi pubblichiamo è quello del Viglietti, ma un po’ ritoccato da Don Lemoyne nella forma per renderne più corretta la dizione.
Don Bosco si trovava nelle vicinanze di Castelnuovo su un poggio detto «Colle del vino». Di lassù lo sguardo spaziava. Ed ecco, ode lo strepito e il chiasso di una numerosa moltitudine di ragazzi. Poco dopo se li vede spuntare dinanzi e corrergli incontro per gridargli: «Ti abbiamo aspettato tanto, ma finalmente ci sei e non ci sfuggirai». Don Bosco li guarda e si chiede che cosa vogliano da lui. A un tratto vede avanzare un immenso gregge guidato da una Pastorella che, separati gli agnelli dalle pecore, si ferma dinanzi a lui per dirgli: «Guarda ciò che ti sta dinanzi. Ebbene: ricorda il sogno da te fatto a nove anni di età». Con un sorriso fa venire attorno a don Bosco i ragazzi, e gli dice: «Guarda ora da questa parte; spingi il tuo sguardo. Anzi, spingetelo voi tutti per leggere quanto sta scritto. Che cosa si vede?». «Scorgo montagne, poi mare e altri monti e mari», risponde don Bosco. «Io leggo Valparaiso», trilla un fanciullo.
«E io Santiago», interloquisce un ragazzo. «Adesso - continua la Pastorella – volgiti a guardare da questa parte». «Scorgo montagne, colline e mari», soggiunge don Bosco. «Noi leggiamo Pechino», esclamano i ragazzi. E don Bosco vede un'immensa città attraversata da un largo fiume su cui si scorgevano ponti lunghissimi. «Bene» approva la nobile e stupenda Pastorella, che sembra la Mamma di tutti quei giovani. Poi aggiunge: «Ora, tira una sola linea da un'estremità all'altra, da Pechino a Santiago; fa' centro nel mezzo dell'Africa, e avrai un'idea esatta di quanto dovranno fare i tuoi salesiani». «Ma come è possibile fare tutto questo? - obietta don Bosco. - Le distanze sono immense, i luoghi inaccessibili; sono pochi i salesiani...». «Non ti turbare. Faranno questo i tuoi figli e i figli dei tuoi figli e i loro figli ancora; ma si procuri di conservare lo spirito della tua Congregazione». Poi con uno sguardo profondo la Pastorella aggiunge: «Mettiti di buona volontà. C'è una sola cosa da fare: Raccomanda ai tuoi figli che coltivino costantemente la virtù della Vergine Madre». «Ebbene - conclude don Bosco - predicherò a tutti queste parole».«Sta' attento però con quelli che studiano le scienze divine, perché la scienza del Cielo non si deve mischiare con le cose della terra». Di colpo, tutto si eclissa e svanisce. Don Bosco non vede più nulla. Quando don Bosco raccontò per la prima volta questo sogno, gli facevano corona alcuni sacerdoti che di tratto in tratto esclamavano: «Oh, la Madonna! ». E Don Bosco sottolineava: «Lei ci ama. È la Mamma». (Cfr. MB XVIII, 71 – 74)

Carissime sorelle,
Veramente la Madonna ha guidato ogni passo della vita di Don Bosco. Nel primo sogno, quando aveva solo nove anni, Gesù li dice: “Io ti darò la Maestra”, e in quest’ultimo sogno Missionario, la Maestra gli dice: «Non ti turbare. Faranno questo i tuoi figli e i figli dei tuoi figli e i loro figli ancora; ma si procuri di conservare lo spirito della tua Congregazione», e poi: «Mettiti di buona volontà. C'è una sola cosa da fare: raccomanda ai tuoi figli che coltivino costantemente la virtù della Vergine Madre». 
Oggi siamo chiamate a continuare con coraggio e con la stessa passione di Don Bosco e di Madre Mazzarello, il cammino segnalato dalla Madonna. Siamo Figlie di un grande sognatore, ma un sognatore con i piedi sulla terra, lo sguardo verso il cielo e le maniche rimboccate per continuare ad estendere il Regno di Dio, annunciando a tutte le generazioni la Buona Notizia del Vangelo. Con gioia vi auguro BUONA FESTA di DON BOSCO! 
Un abbraccio fraterno,

Sr. Alaide Deretti
Consigliera per le Missioni


 
Ricordiamo che è stata inviata alle Ispettrici e Superiore di Visitatoria una lettera di invito per il corso di formazione permanente a Roma, UPS - Casa Generalizia da settembre a dicembre 2011. Il corso è una proposta di formazione per le sorelle missionarie ad/inter gentes e per chi lavora in contesti pluriculturali e/o plurirreligiosi di frontiera. Essa si inserisce nell’insieme del percorso formativo per le missionarie, secondo la programmazione dell’Ambito.
Questa esperienza formativa si articola in due momenti:
1. Riflessione e prassi sulla Missione ad/inter gentes nell’Istituto, oggi. Nella prima settimana a Mornese, Torino, Nizza e poi lungo il corso nella Casa Generalizia in convergenza e sinergia con gli altri Ambiti.  2. Partecipazione al 16° Corso di formazione permanente per missionarie/i (settembre - dicembre 2011) offerto dalla Facoltà di Teologia della Pontificia Università Salesiana di Roma. Subito dopo seguirà, per chi lo desidera e in accordo con l’Ispettrice, un Pellegrinaggio in Terra Santa.

29 gennaio 2011

Tradicional gesto del Papa de liberar dos palomas


Ciudad del Vaticano (AICA) - El próximo domingo, 30 de enero, en el marco del rezo mariano del ángelus, Benedicto XVI realizará el tradicional gesto de la liberación de dos palomas, después de saludar a los niños y adolescentes de Acción Católica de Jóvenes de la diócesis de Roma, quienes junto con sus padres se darán cita en la Plaza de San Pedro, hacia el medio día, acompañados por el cardenal vicario Agostino Vallini y por Don Giuseppe Forlai, asistente de la Acción Católica diocesana.
Los chicos llegarán a la Plaza en la conclusión de su tradicional Caravana de la Paz, una iniciativa que llega a su edición número treinta y que pone su nota juvenil, cada año, en el mes de enero, el mes de la Paz. También el domingo, dos niños acompañarán al Papa en el rezo mariano, y dirigirán al Santo Padre un mensaje de parte de todos los niños de Roma, para inmediatamente después de dar lectura del texto, liberar las dos palomas símbolo de la paz.

Misión juvenil diocesana en el fin del mundo


Río Grande (Tierra del Fuego) (AICA) - Más de un centenar de jóvenes provenientes de distintas parroquias de la diócesis de Río Gallegos participaron de la Misión Juvenil Diocesana que se realizó del 4 al 11 de enero en la ciudad de Rio Grande (Tierra del Fuego).
Como en los años anteriores, por la mañana tuvieron encuentros de formación cristiana y espiritual y por la tarde visitaron las familias de los barrios: Mirador, Los Fueguinos, Provincias Unidas, 22 de Julio, Betel, Unidos, 15 de Octubre, todos de Río Grande y Tierra del Fuego. La propuesta es repetir esta instancia por tres años consecutivos, es decir hasta 2013.
En esos mismos días el obispo, acompañado por uno de los grupos, visitó la comunidad de Tolhuin, en la que se creó la parroquia Sagrada Familia y tomó posesión el primer párroco, presbítero Luis Ascona. El pastor diocesano también visitó distintas localidades pertenecientes a la parroquia rural La Candelaria, que tiene como sede la Misión Salesiana de Río Grande.
En la misa de clausura, los seminaristas Ricardo Toledo y Pedro Turesso recibieron el ministerio del Lectorado y del Acolitado, respectivamente.
Varios adultos acompañaron a los misioneros prestando servicio en las comidas, alojamiento, transporte, etc. 
En la Misión estuvieron presentes varias comunidades religiosas femeninas y masculinas, sacerdotes diocesanos y salesianos, y seminaristas de la diócesis.
La sede en la que se reunieron los misioneros fue el gimnasio del Colegio Don Bosco, cedido por los salesianos.
Según señaló el presbítero Ariel Silguero, párroco de la Sagrada Familia, de Río Grande, “las eucaristías diarias y las celebraciones litúrgicas fueron espacios de juvenil y participada oración, como así también los momentos del rezo de laudes, la adoración eucarística y la lectura orante de la Palabra vividos cada mañana. El ambiente de protagonismo y participación, el apostolado personalizado y perseverante, crearon un clima misionero y vocacional que ayudó a los jóvenes a reforzar el compromiso evangélico de seguir a Jesús más de cerca. Este espacio de convivencia y apostolado de la Pastoral Juvenil Diocesana es un verdadero regalo de Dios para nuestros jóvenes, una escuela de formación cristiana”.

28 gennaio 2011

Prelado argentino presidirá una misa por África

Invitación a la misa por África
Buenos Aires (AICA) - El obispo de Luena (Lwena), monseñor Jesús Tirso Blanco SDB, religioso argentino que por más de 15 años sirvió en la Iglesia en Angola y hoy es obispo de la diócesis más extensa de ese país africano, presidirá una misa por África el próximo domingo 30 de enero a las 19 en el santuario eucarístico Jesús Sacramentado (Corrientes 4433, Buenos Aires), iglesia de la Casa General de las Siervas de Jesús Sacramentado.
El obispo celebrará las primeras vísperas de la fiesta litúrgica de San Juan Bosco, fundador de la congregación a la que pertenece, y también sus bodas de plata sacerdotales.

O que está em jogo no Fórum Social Mundial 2011


"Depois de Dakar, um novo ciclo no processo dos fóruns irá começar", escrevem Gustave Massiah e Nathalie Péré-Marzano, representantes da Research and Information Centre for Development (CRID - France) no Conselho Internacional do Fórum Social Mundial, em artigo publicado por Adital, 27-01-2011.
Eis o artigo.

Salesian priest’s work inspires Buddhists

(By John Choi, Seoul) - Staff at the headquarters of the Jogye Order of Korean Buddhism in Seoul say they have been inspired and moved by the missionary work of late Salesian Father John Lee Tae-seok.
The workers from the largest Buddhist denomination in South Korea were speaking after watching “Don’t Cry, Tonj,” a film about the life of the Korean Salesian missioner who worked in Tonj, in war-torn Sudan.
The screening for 200 monks and lay workers was organized by Venerable Jaseung, chief executive of the order.
“I watched the film twice and was in two minds as to whether I should show it to the staff,” he said.
“It depicts the good life of a Catholic missioner and I was worried some of us would convert to Catholicism after being moved by the film,” he added.
“Father Lee who lived an unselfish life and cared for underprivileged people can be a good role model for us. If we could have one Buddhist cleric like him, the better it would be for Buddhism,” he said.
“I hope our clerics will be encouraged by the film and become clerics of purpose and honesty,” he added.
Father Lee, graduated from a medical college in 1987 and was ordained as Salesian priest in 2001 before serving the sick, poor and children in Tonj, Sudan.
During his nine years there, he built a clinic for Hansen’s disease patients and a boarding school. He also formed a brass band to raise children’s spirits during the country’s civil war.
Father Lee died in January 2010 at age 48, two years after being diagnosed with colon cancer.
“Father Lee’s story was so moving. His life crosses religious boundaries and his sharing of everything he owned is a good example for all of us,” one Buddhist worker said.

27 gennaio 2011

Sistematización Pastoral de la Movilidad Humana de America Latina y el Caribe

ASIA/PAKISTAN - Asia Bibi è in cella di isolamento

Lahore (Agenzia Fides) – Asia Bibi, la donna cristiana condannata a morte con l’accusa di blasfemia e rinchiusa da un anno e mezzo nel carcere di Sheikhpura, è stata trasferita in una cella di isolamento. E’ quanto l’Agenzia Fides apprende dal marito di Asia, Ashiq Masih, che ha appena fatto visita alla moglie. Dopo le minacce ricevute, e dato il pericolo che Asia possa essere uccisa in ogni momento, le autorità del carcere, in accordo con le autorità governative, hanno deciso finalmente di elevare le misure di sicurezza a protezione della donna.
Asia attualmente si trova in un cella da sola, è controllata a vista da due guardie, mentre due telecamere la riprendono 24 ore su 24. Inoltre il cibo che le viene somministrato è rigidamente controllato. Per evitare rischi di avvelenamento, alla donna viene fornito cibo crudo e le è stato concesso di cucinare il cibo per conto suo.
Asia, riferisce Ashiq a Fides, “è tuttora triste e preoccupata per i suoi figli. Le ho detto di confidare in Dio e che stiamo facendo di tutto per ottenere la sua liberazione. Le ho anche riferito che tutti i cristiani e le persone di buona volontà in Pakistan pregheranno per lei nella Giornata per la pace del 30 gennaio”.
Secondo la Masihi Foundation, che si occupa dell’assistenza alla famiglia di Asia, “la donna oggi gode di maggior sicurezza, ma sarà definitivamente salva solo quando potrà lasciare il paese”. La Fondazione sta cercando di organizzare la visita al carcere da parte dei figli di Asia ed è in attesa delle necessarie autorizzazioni. Nessuna novità, invece sul possibile trasferimento della donna in un altro carcere. Ashiq, infine, ha definito la manifestazione pro Asia Bibi promossa oggi, 26 gennaio, dalla società civile italiana, “un buon segnale e una speranza soprattutto per i giovani, che possano imparare i valori di giustizia e di tolleranza”. (PA) (Agenzia Fides 26/1/2011)

Il Forum Sociale Mondiale torna in Africa (Dakar, 6 - 11 Febbraio 2011)

Dopo tre anni dalla prima presenza nel continente con l’edizione celebrata a Nairobi, il Forum Sociale Mondiale torna in Africa dopo un anno 2010 in cui sono stati celebrati in tutto il mondo oltre 45 Forum tematici. Migliaia tra attività autorganizzate, incontri, dibattiti, iniziative di centinaia di organizzazioni della società civile che lavorano ad un “altro mondo possibile” si incontreranno dal 6 all’11 febbraio 2001, nel Campus della Università Cheikh Anta Diop a Dakar, in Senegal.

Tra 20.000 e 60.000 i partecipanti attesi per questa 11esima edizione del Forum alla quale prenderanno parte, tra gli altri, molte personalità come l’ex presidente del Brasile, Ignacio Lula Da Silva, Martine Aubry prima segretaria del Partito Socialista Francese, Evo Morales, (Presidente della Bolivia) o Ségolène Royal, ex candidata alla presidenza francese. Ogni giorno circa 300 diverse attività si svolgeranno tra panel, conferenze e workshop dove i partecipanti scambieranno le proprie esperienze, reti e pratiche migliori. In questo stesso spazio verrà ospitato, inoltre, l’Accampamento internazionale dei Giovani.

Visita il sito FSM 2011: www.fsm2011.org 

Programma Generale
4 – 5 Febbraio: nei giorni precedenti l’inizio dei lavori, a Dakar si terranno diverse iniziative connesse con il Forum:

- L’Assemblea della Carta Mondiale dei Migranti, che si terrà nell’Isola di Gorée (20 minuti di traghetto da Dakar), simbolo della tratta degli schiavi africani

- il Forum delle Autorità Locali e Forum dei Parlamentari [www.redfal.org]

- il Forum sulla scienza e la democrazia [http://fm-sciences.org/?lang=en]

6 Febbraio: arrivo delle carovane di vari partecipanti al Foro da differenti zone d’Africa, che mobiliteranno persone lungo il loro cammino, che passa attraverso molte delle città principali. Marcia d’apertura.

7 Febbraio: Giornate dell’Africa e la Diaspora 

8-9 Febbraio: Giorni delle attività autorganizzate
In questi giorni si terranno i tradizionali Forum registrati dalle differenti organizzazioni (seminari, riunioni, eventi culturali) relativi ai 12 assi tematici principali del FSM.

10 – 11 Febbraio: Assemblee tematiche dei partecipanti: a differenza con gli incontri dei primi due giorni promuoveranno la convergenza tra i differenti tipi d’azione (campagne, eventi, reti di scambio e alleanze) portati avanti dalle organizzazioni che partecipano al Forum. 11 Febbraio, in serata: la convergenza tra le Assemblee, dove si registrerà l’incrocio dei programmi concordati nei giorni di lavoro precedenti.

Il Messaggio del Papa per la Giornata Missionaria 2011 nelle diverse lingue


Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Sul sito dell’Agenzia Fides (www.fides.org) è disponibile il Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI per la Giornata Missionaria Mondiale del 23 ottobre 2011, nelle diverse lingue: italiano, inglese, francese, spagnolo, portoghese, tedesco, cinese, arabo. (SL) (Agenzia Fides 27/1/2011)

Suore missionarie e giovani fra le popolazioni colpite dal sisma del febbraio scorso


(Cile) - Profittare del periodo delle vacanze invernali per portare la loro testimonianza di solidarietà fra la gente di Curanilahue e Coliumo, località cilene colpite dal terremoto il 27 febbraio dello scorso anno. E’ quanto realizzato dalle religiose missionarie della Scuola Maria Auxiliadora di Punta Arenas ed alcuni giovani del gruppo Jusam (Gioventù salesiana missionaria) attraverso l'esperienza chiamata “oratorio festivo”, ospitata - fino al 29 gennaio - nella scuola Gabriela Mistral, come parte del Progetto comunitario di riabilitazione fisica, sociale ed economica, promosso dalla Caritas di Concepción. A riportare l’iniziativa è l’agenzia Fides, informata dalla Conferenza episcopale cilena. Suor Silvia Barañados, consigliera e coordinatrice della pastorale scolastica, ha spiegato che nell'oratorio festivo “c'è un tempo fissato per i giochi, uno per l'animazione, e quindi per condividere un momento forte di annuncio: c'è una buona notizia che portiamo, l'annuncio di Gesù che ci ama. Così la catechesi, mirata e basata sulla realtà nella quale ci troviamo, dove magari non tutti sono credenti e forse anche non tutti sono cattolici – spiega suor Silvia - offre la possibilità di lavorare sui valori comuni. Infine diamo la possibilità di ricevere un aiuto alimentare, per questo abbiamo avuto il sostegno della Caritas". (R.G.)

26 gennaio 2011

EUROPA/GERMANIA - Annunciare il Vangelo nel mondo universitario: Congresso europeo


Monaco di Baviera (Agenzia Fides) - Una sessantina di delegati delle Conferenze episcopali d’Europa rappresentanti vescovi, direttori nazionali per la pastorale universitaria, cappellani universitari e associazioni e movimenti ecclesiali operanti nel mondo dell’università, parteciperanno al Congresso che si svolgerà a Monaco di Baviera (Germania) dal 27 al 30 gennaio 2011, sul tema “Formazione, educazione e Vangelo” - Prospettive della pastorale universitaria in Europa. All’incontro, promosso dal Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE), prenderanno parte anche delegati della Congregazione per l’educazione cattolica e del Pontificio Consiglio per la pastorale dei migranti e degli itineranti. Obiettivo dell’incontro è anzitutto quello di raccogliere e valutare le esperienze del passato e di riflettere sulle modalità e gli ambiti prioritari della futura collaborazione della pastorale universitaria in Europa, anche alla luce dei molteplici cambiamenti operati dal processo di Bologna. Una riforma che ha sancito l’armonizzazione dei sistemi di istruzione superiore a livello europeo e ha portato numerose conseguenze per il lavoro della Chiesa nell’università in Europa. Successivamente, i partecipanti cercheranno di verificare quali sono gli ambiti privilegiati dove la fede vissuta e la riflessione teologica riescono ad entrare in un dialogo vivo con la riflessione scientifica. (SL) (Agenzia Fides 20/1/2011)

L'annuncio del Vangelo, il servizio più prezioso della Chiesa al mondo - Il Papa diffonde il suo Messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale 2011

CITTÀ' DEL VATICANO, martedì, 25 gennaio 2011 (ZENIT.org).- La diffusione della Buona Novella evangelica è il servizio più importante della Chiesa al mondo, sottolinea Papa Benedetto XVI nel Messaggio che ha scritto per la Giornata Missionaria Mondiale, che quest'anno si celebrerà domenica 23 ottobre.
Il Pontefice inizia il testo, sul tema “Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi”, ricordando che in occasione del Giubileo del 2000 Papa Giovanni Paolo II “ha ribadito con forza la necessità di rinnovare l’impegno di portare a tutti l’annuncio del Vangelo 'con lo stesso slancio dei cristiani della prima ora'” (Lettera Apostolica Novo millennio ineunte, 58). 
Per Benedetto XVI, “è il servizio più prezioso che la Chiesa può rendere all’umanità e ad ogni singola persona alla ricerca delle ragioni profonde per vivere in pienezza la propria esistenza”, e per questo motivo “quello stesso invito risuona ogni anno nella celebrazione della Giornata Missionaria Mondiale”. 
“L’incessante annuncio del Vangelo, infatti, vivifica anche la Chiesa, il suo fervore, il suo spirito apostolico, rinnova i suoi metodi pastorali perché siano sempre più appropriati alle nuove situazioni - anche quelle che richiedono una nuova evangelizzazione - e animati dallo slancio missionario”, osserva il Papa nel testo. 
Questo obiettivo, rileva, “viene continuamente ravvivato dalla celebrazione della liturgia, specialmente dell’Eucaristia”, perché “la liturgia è sempre una chiamata ‘dal mondo’ e un nuovo invio ‘nel mondo’ per testimoniare ciò che si è sperimentato”. 

Missione universale 

Destinatari dell’annuncio del Vangelo, prosegue il Pontefice, “sono tutti i popoli”, e la Chiesa “per sua natura è missionaria”, per cui “non può mai chiudersi in se stessa”, ma “si radica in determinati luoghi per andare oltre”. Il Vangelo, infatti, “non è un bene esclusivo di chi lo ha ricevuto, ma è un dono da condividere, una bella notizia da comunicare”, e “questo dono-impegno è affidato non soltanto ad alcuni, bensì a tutti i battezzati”. 
“Non possiamo rimanere tranquilli al pensiero che, dopo duemila anni, ci sono ancora popoli che non conoscono Cristo e non hanno ancora ascoltato il suo Messaggio di salvezza”, sottolinea. 
Accanto a questi, “si allarga la schiera di coloro che, pur avendo ricevuto l’annuncio del Vangelo, lo hanno dimenticato e abbandonato, non si riconoscono più nella Chiesa”, così come “molti ambienti, anche in società tradizionalmente cristiane, sono oggi refrattari ad aprirsi alla parola della fede”. 
“È in atto un cambiamento culturale, alimentato anche dalla globalizzazione, da movimenti di pensiero e dall’imperante relativismo, un cambiamento che porta ad una mentalità e ad uno stile di vita che prescindono dal Messaggio evangelico, come se Dio non esistesse, e che esaltano la ricerca del benessere, del guadagno facile, della carriera e del successo come scopo della vita, anche a scapito dei valori morali”, dichiara Benedetto XVI. 

Solidarietà 

Il Vescovo di Roma riconosce poi che l’evangelizzazione “è un processo complesso e comprende vari elementi”, tra i quali spicca la solidarietà. 
“Non è accettabile”, infatti, “che nell’evangelizzazione si trascurino i temi riguardanti la promozione umana, la giustizia, la liberazione da ogni forma di oppressione, ovviamente nel rispetto dell’autonomia della sfera politica”. 
“Disinteressarsi dei problemi temporali dell’umanità significherebbe 'dimenticare la lezione che viene dal Vangelo sull’amore del prossimo sofferente e bisognoso'”, indica il Pontefice citando l'Esortazione apostolica di Papa Paolo VI Evangelii nuntiandi. 
Attraverso la partecipazione corresponsabile alla missione della Chiesa, “il cristiano diventa costruttore della comunione, della pace, della solidarietà che Cristo ci ha donato, e collabora alla realizzazione del piano salvifico di Dio per tutta l’umanità”. 
“Le sfide che questa incontra chiamano i cristiani a camminare insieme agli altri, e la missione è parte integrante di questo cammino con tutti”, conclude Benedetto XVI. “In essa noi portiamo, seppure in vasi di creta, la nostra vocazione cristiana, il tesoro inestimabile del Vangelo, la testimonianza viva di Gesù morto e risorto, incontrato e creduto nella Chiesa”.

25 gennaio 2011

Libertà per Asia Bibi


http://www.religioniperlapaceitalia.org/

ASIA BIBI, una cittadina pakistana di religione cristiana, rischia la morte per la condanna che le è stata inflitta in seguito all’ingiusta accusa di blasfemia.
Sulla base della legge contro la blasfemia sono stati incriminati ed arrestati, nell’arco di 25 anni, circa 1000 cittadini pakistani, tra i quali 479 musulmani, 340 ahmadi, 119 cristiani e altri  appartenenti a minoranze religiose come hindu e sikh. Inoltre 33 persone, sotto processo per blasfemia o assolte dalle accuse, sono state vittime di esecuzioni extragiudiziali.
La blasfemia è considerata universalmente un gesto grave non solo dal punto di vista strettamente religioso, ma anche per il suo carattere di offesa e di provocazione nei confronti dei credenti, che vengono, attraverso aggressioni verbali di questo tipo, colpiti in una sfera di importanza centrale nella loro vita più intima.
Proprio qualche anno fa abbiamo assistito alle drammatiche reazioni suscitate dalle “vignette danesi”, derisorie e sprezzanti nei confronti dell’islam e del suo profeta; gli autori delle vignette stesse si sono giustificati in nome del diritto alla libertà di espressione …
Sempre in nome della “libertà di espressione” vengono offesi, non raramente, anche credenti di altre tradizioni religiose ed il fatto è spesso considerato irrilevante anche da chi pensa di richiamarsi ai diritti ed alla giustizia.
Considerare grave la blasfemia non significa, però, accettare sanzioni intransigenti fino alla condanna alla prigione o, addirittura, alla morte.
Questa convinzione certamente animava il governatore del Punjab,  Salman Taseer, di religione musulmana, il quale, per aver espresso l’esigenza di una revisione della legge contro la blasfemia e per aver manifestato la sua solidarietà con Asia Bibi, da lui ritenuta innocente, ha pagato tragicamente con la vita.

Mercoledì 26  GENNAIO  2011, DALLE ORE 11,30 ALLE 13,30
MANIFESTAZIONE in PIAZZA  MONTECITORIO/ ROMA
per la LIBERTÀ di ASIA BIBI.

L’iniziativa, promossa da Associazione Parlamentari Amici del Pakistan, Associazione di Cooperazione Internazionale Italia - Pakistan (Isiamed), Associazione Pakistani cristiani in Italia, Amnesty International – Sezione Italiana, Comunità di Sant'Egidio, TV2000, Religions for Peace, Umanitaria Padana Onlus, ha riscosso ampio consenso nella società civile, nel mondo della cultura, nelle comunità religiose di varie tradizioni, nelle istituzioni politiche nazionali e locali.

VATICANO - Messaggio del Santo Padre per la Giornata Missionaria 2011


Città del Vaticano (Agenzia Fides) – “Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi” (Gv 30,21) è il tema del Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI in occasione della Giornata Missionaria Mondiale 2011, che si celebrerà domenica 23 ottobre. Di seguito il testo completo.

“In occasione del Giubileo del 2000, il Venerabile Giovanni Paolo II, all'inizio di un nuovo millennio dell’era cristiana, ha ribadito con forza la necessità di rinnovare l’impegno di portare a tutti l’annuncio del Vangelo «con lo stesso slancio dei cristiani della prima ora» (Lett. Ap. Novo millennio ineunte, 58). È il servizio più prezioso che la Chiesa può rendere all’umanità e ad ogni singola persona alla ricerca delle ragioni profonde per vivere in pienezza la propria esistenza. Perciò quello stesso invito risuona ogni anno nella celebrazione della Giornata Missionaria Mondiale. L’incessante annuncio del Vangelo, infatti, vivifica anche la Chiesa, il suo fervore, il suo spirito apostolico, rinnova i suoi metodi pastorali perché siano sempre più appropriati alle nuove situazioni – anche quelle che richiedono una nuova evangelizzazione – e animati dallo slancio missionario: «La missione rinnova la Chiesa, rinvigorisce la fede e l’identità cristiana, dà nuovo entusiasmo e nuove motivazioni. La fede si rafforza donandola! La nuova evangelizzazione dei popoli cristiani troverà ispirazione e sostegno nell'impegno per la missione universale» (GIOVANNI PAOLO II, Enc. Redemptoris missio, 2).

Andate e annunciate
Questo obiettivo viene continuamente ravvivato dalla celebrazione della liturgia, specialmente dell’Eucaristia, che si conclude sempre riecheggiando il mandato di Gesù risorto agli Apostoli: “Andate…” (Mt 28,19). La liturgia è sempre una chiamata ‘dal mondo’ e un nuovo invio ‘nel mondo’ per testimoniare ciò che si è sperimentato: la potenza salvifica della Parola di Dio, la potenza salvifica del Mistero Pasquale di Cristo. Tutti coloro che hanno incontrato il Signore risorto hanno sentito il bisogno di darne l’annuncio ad altri, come fecero i due discepoli di Emmaus. Essi, dopo aver riconosciuto il Signore nello spezzare il pane, «partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme dove trovarono riuniti gli Undici» e riferirono ciò che era accaduto loro lungo la strada (Lc 24,33-34). Il Papa Giovanni Paolo II esortava ad essere “vigili e pronti a riconoscere il suo volto e correre dai nostri fratelli a portare il grande annunzio: “Abbiamo visto il Signore!”

A tutti
Destinatari dell’annuncio del Vangelo sono tutti i popoli. La Chiesa, «per sua natura è missionaria, in quanto essa trae origine dalla missione del Figlio e dalla missione dello Spirito Santo, secondo il disegno di Dio Padre» (CONC. ECUM. VAT. II, Decr. Ad gentes, 2). Questa è «la grazia e la vocazione propria della Chiesa, la sua identità più profonda. Essa esiste per evangelizzare» (PAOLO VI, Esort. Ap. Evangelii nuntiandi, 14). Di conseguenza, non può mai chiudersi in se stessa. Si radica in determinati luoghi per andare oltre. La sua azione, in adesione alla parola di Cristo e sotto l’influsso della sua grazia e della sua carità, si fa pienamente e attualmente presente a tutti gli uomini e a tutti i popoli per condurli alla fede in Cristo (cfr Ad gentes, 5).
Questo compito non ha perso la sua urgenza. Anzi, «la missione di Cristo redentore, affidata alla Chiesa, è ancora ben lontana dal suo compimento … Uno sguardo d’insieme all'umanità dimostra che tale missione è ancora agli inizi e che dobbiamo impegnarci con tutte le forze al suo servizio» (GIOVANNI PAOLO II, Enc. Redemptoris missio, 1). Non possiamo rimanere tranquilli al pensiero che, dopo duemila anni, ci sono ancora popoli che non conoscono Cristo e non hanno ancora ascoltato il suo Messaggio di salvezza.
Non solo; ma si allarga la schiera di coloro che, pur avendo ricevuto l’annuncio del Vangelo, lo hanno dimenticato e abbandonato, non si riconoscono più nella Chiesa; e molti ambienti, anche in società tradizionalmente cristiane, sono oggi refrattari ad aprirsi alla parola della fede. È in atto un cambiamento culturale, alimentato anche dalla globalizzazione, da movimenti di pensiero e dall'imperante relativismo, un cambiamento che porta ad una mentalità e ad uno stile di vita che prescindono dal Messaggio evangelico, come se Dio non esistesse, e che esaltano la ricerca del benessere, del guadagno facile, della carriera e del successo come scopo della vita, anche a scapito dei valori morali.

Corresponsabilità di tutti
La missione universale coinvolge tutti, tutto e sempre. Il Vangelo non è un bene esclusivo di chi lo ha ricevuto, ma è un dono da condividere, una bella notizia da comunicare. E questo dono-impegno è affidato non soltanto ad alcuni, bensì a tutti i battezzati, i quali sono «stirpe eletta, … gente santa, popolo che Dio si è acquistato» (1Pt 2,9), perché proclami le sue opere meravigliose.
Ne sono coinvolte pure tutte le attività. L’attenzione e la cooperazione all’opera evangelizzatrice della Chiesa nel mondo non possono essere limitate ad alcuni momenti e occasioni particolari, e non possono neppure essere considerate come una delle tante attività pastorali: la dimensione missionaria della Chiesa è essenziale, e pertanto va tenuta sempre presente. E’ importante che sia i singoli battezzati e sia le comunità ecclesiali siano interessati non in modo sporadico e saltuario alla missione, ma in modo costante, come forma della vita cristiana. La stessa Giornata Missionaria non è un momento isolato nel corso dell’anno, ma è una preziosa occasione per fermarsi a riflettere se e come rispondiamo alla vocazione missionaria; una risposta essenziale per la vita della Chiesa.

Evangelizzazione globale
L’evangelizzazione è un processo complesso e comprende vari elementi. Tra questi, un’attenzione peculiare da parte dell’animazione missionaria è stata sempre data alla solidarietà. Questo è anche uno degli obiettivi della Giornata Missionaria Mondiale, che, attraverso le Pontificie Opere Missionarie, sollecita l’aiuto per lo svolgimento dei compiti di evangelizzazione nei territori di missione. Si tratta di sostenere istituzioni necessarie per stabilire e consolidare la Chiesa mediante i catechisti, i seminari, i sacerdoti; e anche di dare il proprio contributo al miglioramento delle condizioni di vita delle persone in Paesi nei quali più gravi sono i fenomeni di povertà, malnutrizione soprattutto infantile, malattie, carenza di servizi sanitari e per l’istruzione. Anche questo rientra nella missione della Chiesa. Annunciando il Vangelo, essa si prende a cuore la vita umana in senso pieno. Non è accettabile, ribadiva il Servo di Dio Paolo VI, che nell'evangelizzazione si trascurino i temi riguardanti la promozione umana, la giustizia, la liberazione da ogni forma di oppressione, ovviamente nel rispetto dell’autonomia della sfera politica. Disinteressarsi dei problemi temporali dell’umanità significherebbe «dimenticare la lezione che viene dal Vangelo sull'amore del prossimo sofferente e bisognoso» (Esort. Ap. Evangelii nuntiandi, 31.34); non sarebbe in sintonia con il comportamento di Gesù, il quale “percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e infermità” (Mt 9,35).

Così, attraverso la partecipazione corresponsabile alla missione della Chiesa, il cristiano diventa costruttore della comunione, della pace, della solidarietà che Cristo ci ha donato, e collabora alla realizzazione del piano salvifico di Dio per tutta l’umanità. Le sfide che questa incontra, chiamano i cristiani a camminare insieme agli altri, e la missione è parte integrante di questo cammino con tutti. In essa noi portiamo, seppure in vasi di creta, la nostra vocazione cristiana, il tesoro inestimabile del Vangelo, la testimonianza viva di Gesù morto e risorto, incontrato e creduto nella Chiesa.

La Giornata Missionaria ravvivi in ciascuno il desiderio e la gioia di “andare” incontro all’umanità portando a tutti Cristo. Nel suo nome vi imparto di cuore la Benedizione Apostolica, in particolare a quanti maggiormente faticano e soffrono per il Vangelo.
Dal Vaticano, 6 gennaio 2011, Solennità dell’Epifania del Signore. 
Benedictus PP XVI
(Agenzia Fides 25/01/2011)

Da alcuni giorni...

l’Ambito Missione ad/inter gentes ha inaugurato il blog ANDATE.
Ringrazio anzitutto le risonanze arrivate tempestivamente e da tante parti del mondo riguardo alla novità del blog. Siamo felici che questo canale di comunicazione arrivi dove noi forse non arriviamo… e con quanta facilità! Felici anche della collaborazione di tante di voi che già cominciano a inviare notizie, esperienze, fotografie, testimonianze per condividere con tutte le FMA e così far crescere lo spirito missionario del nostro Istituto.

San Paolo, coraggioso apostolo e annunciatore della Buona Notizia del Vangelo, ci aiuti ogni giorno per mai perdere la gioia di vivere per Gesù e renderlo conosciuto e amato da tanti giovani.

Ricordiamo che l’Ambito ha inviato il 13 gennaio, alle Ispettrici e Superiore di Visitatoria, una lettera di invito riguardo alla formazione specifica delle sorelle missionarie e sul ritorno periodico in Patria.

Questo periodo inizierà a Roma, il 7 maggio, poi ci sarà una sosta a Mornese e a Torino con la partecipazione alla Festa di Maria Ausiliatrice. Il 25 maggio 2011, le missionarie andranno nelle loro famiglie. La sosta a Mornese è impostata come Esercizi Spirituali, a Dio piacendo sarà presente Madre Marinella Castagno.

L’obiettivo di questo incontro di formazione è:

«Alla luce della nuova visione della “missio ad/inter gentes” nell’ottica “più grande di tutto è l’amore”, CG XXII:
- Vivere questa sosta come momento forte di animazione missionaria.
- Permettere un distensivo incontro con i familiari.
- Offrire la possibilità di rinnovamento attraverso un interscambio di esperienze missionarie in contatto col centro della Chiesa e dell’Istituto. (Cfr. C 130, R 72)»

Nei prossimi giorni, un’altra lettera sarà inviata, informandovi sul periodo di formazione per le missionarie previsto per i mesi di settembre a dicembre 2011.

Con grande gioia, la gioia di un cuore veramente missionario, cresciamo nella convinzione:
“Non è infatti per me un vanto predicare il vangelo; è un dovere per me: guai a me se non predicassi il vangelo!” (1Cor 9,16)

Sr. Alaide Deretti
Consigliera per le Missioni

20 gennaio 2011

Braille Bible strengthens faith of visually impaired

(Chennai – India). Jancy Rani, a visually impaired student, always wanted to conduct Bible readings at Mass. Her wish became true recently beyond her wildest dreams.
On Jan. 9, the tenth grader used a Braille Bible to give the second reading at a Mass concelebrated by 120 Latin rite bishops in Chennai.
The Mass was part of a public reception for the bishops, who met in the city for the plenary of the Conference of Catholics Bishops of India.
“It was an amazing experience to read on such a big occasion,” Rani told ucanews.com Jan. 18.
She said she and her friends love to read “our Braille Bibles and strengthen our faith.”
During the reception, Apostolic Nuncio Archbishop Salvatore Pinocchio gave the first copies of a new inter-confessional Braille Bible in Tamil to Rajamanickam Xavier and Regina Mary, two visually impaired teachers.
We can understand the Bible better since we can read it ourselves, Xavier, told ucanews.com.
“We used to listen to others reading the Bible, now we can read it ourselves which gives us spiritual satisfaction,” Mary said.
The Brothers of Sacred Heart started translating the New Testament and Psalms in Braille at a cost of 6.5 million rupees (US$144,450) in 2006.
The congregation runs the Amalarakkinni School for the Blind, which has 120 students.
School director, Sacred Heart Brother Levil, said their students always wanted to participate in the liturgy so “we felt the need for a Braille version.”
The congregation has printed 500 copies and each copy, costing 750 rupees, comprises 21 volumes and is printed on thick plastic sheets.
BSH provincial Brother Pancras said they will soon begin translating the Old Testament and share it with other institutions helping the visually impaired.

Published Date: January 19, 2011

Source: ucanews.com

19 gennaio 2011

Giovani in missione


(Piemonte - Italia) – Nell’ultimo weekend (15 e 16 gennaio 2011), un gruppo di giovani volontari del Piemonte e Valle d’Aosta  si è incontrato al Colle Don Bosco per una nuova tappa di formazione al volontariato salesiano.
Accompagnati da Sr. Anna Maria Geuna e da Don Luca Barone, i giovani hanno riflettuto sul tema «La spiritualità giovanile salesiana - Un dono dello Spirito per la MISSIONE della Chiesa». L’incontro è stato organizzato dalla Pastorale giovanile e dall’Animazione missionaria FMA e SDB del Piemonte.
Durante l’incontro, i giovani hanno ricevuto la destinazione delle esperienze missionarie. Per i Salesiani sono 6 i gruppi in partenza. Per le FMA, invece, sono 3 gruppi destinati a Oyem (Gabon), Bafia (Camerun) e Kafubu/Lubumbashi (Rep. Dem. Congo). Ciascuno di essi sarà accompagnato da una FMA.
I volontari svolgeranno l’esperienza missionaria durante l’ultima settimana di luglio e le tre prime settimane del mese di agosto.
Nel mese di maggio, il gruppo concluderà la preparazione nella Basilica di Maria Ausiliatrice, dove riceverà il mandato missionario durante la celebrazione.

Fede in Dio e spirito missionario, basi della santità di Giovanni Paolo II


Il Prefetto del dicastero per le Cause dei Santi commenta la beatificazione

CITTA' DEL VATICANO, martedì, 18 gennaio 2011 (ZENIT.org).- Fede nella presenza di Dio e spirito missionario: sono questi i due pilastri dell'esempio di santità che Papa Giovanni Paolo II ha lasciato al mondo.

Ne è convinto il Cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, che in un'intervista rilasciata a “L'Osservatore Romano” ha commentato la beatificazione del Pontefice polacco, programmata per domenica 1° maggio.

Secondo il porporato, Papa Wojtyła ha lasciato alla Chiesa e alla società contemporanea “essenzialmente due atteggiamenti”. 

“Il primo è una grande fede nella presenza di Dio nella storia, perché l'incarnazione è efficace, vince il male: la grazia della presenza eucaristica del Signore supera tutte le barriere e i regimi antiumani”, ha affermato, ricordando che il Pontefice defunto “ha vissuto i regimi nazista e comunista, e ha visto l'implosione e la distruzione di entrambi”. 

“Il secondo atteggiamento è il suo grande spirito missionario. I viaggi del Papa erano attività missionaria vera e propria. Raggiungeva i confini della terra per annunciare il Vangelo di Cristo”. 

Il Cardinale Amato ha anche commentato l'iter della causa di beatificazione, che “ha avuto due facilitazioni”.

La prima, ha osservato, è stata il fatto che Benedetto XVI “ha subito concesso la dispensa dai cinque anni di attesa prescritti”, per cui la causa “ha avuto inizio quasi immediatamente dopo la morte di Giovanni Paolo II”; la seconda è stata “una sorta di corsia preferenziale: avendo avuto la deroga, la causa si è trovata senza una lista d'attesa davanti, per cui ha potuto procedere senza l'impedimento di altri procedimenti in corso”. 

In questo contesto, l'accuratezza, “che è stata massima”, si è sposata con “una grande sollecitudine, una grande professionalità da parte della postulazione”, “per cui il 19 dicembre 2009 il Papa ha potuto firmare il decreto sulle virtù eroiche”. 

E' poi iniziato l'esame del miracolo – la guarigione dal morbo di Parkinson della suora francese Marie Simon Pierre Normand –, che “è stato studiato con grande attenzione, direi con pignoleria, anche perché su di esso c'era una grande pressione mediatica”, ha confessato il Prefetto del dicastero vaticano. 

“I medici, sia francesi, sia italiani, non hanno in alcun modo affrettato i tempi e hanno sottoposto tutto a un attento approfondimento. Abbiamo lasciato la stessa libertà alla nostra consulta medica, affinché i periti potessero procedere secondo la loro coscienza e la loro scienza”. 

“La celerità della causa non è stata a scapito né dell'accuratezza dell'iter procedurale, né della professionalità nel presentare il personaggio – ha tenuto a sottolineare –. Del resto, la fama di santità era talmente diffusa e accertata che il nostro compito è stato agevolato”. 

Il Cardinale Amato ha segnalato che i fedeli hanno esercitato non una “pressione”, quanto un “accompagnamento”.

“Il sensum fidelium è quello che noi chiamiamo, in termine tecnico, la fama di santità e di segni, che è indispensabile per una causa”. “'Santo subito' è una cosa buona, ma deve essere 'santo sicuro', perché la fretta non porta buoni frutti”. 

Per il Cardinale, il fatto che sia la prima volta che un Pontefice beatifica un suo predecessore negli ultimi dieci secoli è un segno “di continuità, non solo nel magistero, ma anche nella santificazione personale”.

“Del resto, in questi ultimi due secoli abbiamo una serie di vescovi di Roma dei quali è stata riconosciuta la santità, sia pure in gradi diversi: Pio X, Pio XII, Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I – ha riconosciuto –. Pontefici che si sono passati il testimone non solo del magistero e della guida della Chiesa, ma anche dell'esempio nella santificazione”. 

Interpellato su un ricordo personale di Giovanni Paolo II, il Cardinale Amato ha affermato che aveva “un grande senso dell'amicizia, del rispetto”. 

“Mi ha scelto come segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede. Sono stato ordinato Vescovo da lui il 6 gennaio 2003: eravamo in dodici, gli ultimi a ricevere da Papa Wojtyła l'ordinazione episcopale. Lo incontravo ogni mese, da segretario della Dottrina della Fede, sollecitato dall'allora Cardinale Ratzinger, che era il mio diretto superiore. E Giovanni Paolo II ascoltava a lungo, ascoltava sempre”.

“La cosa che più mi colpiva era la sua capacità di ascolto. Noi parlavamo, lui ascoltava. E solo dopo, quando ci rivedevamo a pranzo, faceva le sue osservazioni – ha concluso il porporato –.  Era evidente la sua volontà di capire a fondo”. 

18 gennaio 2011

44°settimana di preghiera per l'unità dei cristiani


Il tema della Settimana per l'unità dei cristiani 2011 scelto dalle Chiese di Gerusalemme:

“Erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nell'unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere”. (Atti 2, 42)

(Radio Vaticana) - E' il tema della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 2011 scelto, per questa edizione, la 44ª da quando prese il via nel 1968, dai leader cristiani di Gerusalemme, tra i quali il patriarca latino emerito Michel Sabbah, il vescovo della chiesa evangelica luterana di Terra Santa e Giordania, Munib Younan, ed altri membri del patriarcato greco ortodosso di Gerusalemme e della chiesa siriaco-ortodossa, melkita cattolica, armeno-ortodossa ed episcopaliana. “Il tema ed i testi proposti – si legge in un comunicato del Consiglio Mondiale delle Chiese (Wcc) ripreso dall'agenzia Sir – sono stati definiti congiuntamente dalla Commissione Fede e Costituzione del Wcc e dal Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani e sono un invito al rinnovamento e al ritorno a ciò che nella fede è essenziale, un’esortazione a ricordare il tempo in cui la Chiesa era ancora una”. “L’unità che cerchiamo non è una mera astrazione – afferma Olav Fykse Tveit, segretario generale del Wcc – per i cristiani di Gerusalemme, che vivono in continuità con la comunità apostolica di Gerusalemme, la chiesa madre di tutti noi, questa unità comporta preghiera e riflessione in un contesto di sofferenza e disperazione. Con loro pregheremo per la pace e la giustizia di tutti gli abitanti della Terra Santa”. Come tradizione la Settimana avrà luogo dal 18 al 25 gennaio 2011.

* * * * *

Quattro elementi di unità sono essenziali alla vita di ogni comunità cristiana e al cammino di fede di ogni cristiano:
  • la parola trasmessa dagli apostoli;
  • la comunione (koinonia);
  • la celebrazione eucaristica;
  • l'offerta di una incessante preghiera.


Il nostro impegno oggi


Il movimento ecumenico necessita l’impegno di ogni singolo credente. Quando preghiamo dobbiamo chiedere a Dio di cambiarci, di convertirci per lavorare attivamente per l'unità. La preghiera accompagna l'azione concreta per l'unità.
Occorre avere senso della realtà, saper ascoltare e dialogare, apprezzando i valori autenticamente cristiani presenti nelle alte Chiese e nelle loro tradizioni.

Proponiamo di raccogliere esperienze che ci possono inspirare ulteriori azioni ecumeniche.
Aspettiamo la vostra collaborazione!



21 de janeiro - Dia Nacional de Combate à Intolerância Religiosa


(Brasil). Por ocasião do Dia Nacional de Combate à Intolerância Religiosa, o Conselho Nacional de Igrejas Cristãs do Brasil - CONIC - divulgou no dia 14-01-2011, uma nota.

Eis a nota.
      
“Amarás o Senhor teu Deus de todo o coração, de toda a tua alma e de todo o teu espírito. Este é o maior e o primeiro mandamento. E o segundo, semelhante a este, é: Amarás teu próximo como a ti mesmo.” (Mateus 22,37-39)

      Caros irmãos e irmãs,
      Paz e bem!
      
A parábola do Bom Samaritano ajusta-se bem à reflexão sobre "quem é o meu próximo". Nesta parábola, Jesus quis demonstrar que a caridade, a salvação da alma independe do credo religioso que se professa. O que importa é auxiliar o próximo, independentemente dele professar ou não a nossa religião.

Na história das grandes religiões monoteístas – cristianismo, islamismo e judaísmo – temos momentos de convivência harmoniosa e respeitosa, mas também períodos de grande intolerância e violência, seja entre as diversas religiões, ou mesmo no contexto intra-religioso. A humanidade tem passado por grandes transformações, mas estas não conseguiram superar o preconceito e a intolerância. O respeito às diferenças é fundamental. Como diz Aristóteles, enquanto o respeito constitui uma virtude que nunca pode pecar por excesso, porque quanto mais respeito se tem mais se ama, a tolerância é o exemplo de uma virtude que se obriga ao meio termo porque, em excesso, resulta em indiferença, e, em falta, traz o sabor da intolerância. 

No século XX, ocorreram muitas guerras e conflitos religiosos, e o holocausto sofrido pelos judeus manchou indelevelmente a história da humanidade com o manto da intolerância. No mundo globalizado do século XXI, o preconceito e a intolerância se apresentam em novas formas, procurando legitimação sob o manto de luta contra o terrorismo. Os movimentos de migrações humanas, em que vemos inúmeros campos de refugiados espalhados pelo mundo, nos colocam frente a frente com a crise do modelo  econômico capitalista, que aumenta a desigualdade social, e amplia a tensão entre diferentes culturas. Neste contexto, aparece um campo minado no qual os preconceitos e intolerâncias se potencializam e crescem.

No Brasil a situação não é diferente. Sofremos o impacto das transformações que ocorrem no mundo, e carregamos ainda uma enorme dívida social e histórica, que juntos geram o preconceito de classe e a discriminação racial. Nestas condições, o preconceito e a intolerância tendem a se perdurar nos mais variados espaços: no trabalho, nas escolas, nas universidades, nos meios de comunicação em geral e, infelizmente, também dentro dos vários segmentos religiosos.

O Dia Nacional de Combate à Intolerância Religiosa, celebrado no dia 21 de janeiro, quer contribuir para transformar esta realidade. De acordo com o IBGE, os brasileiros se declaram praticantes de mais de 30 religiões diferentes. A diversidade é uma das nossas grandes riquezas e precisamos estimular na sociedade a convivência pacífica dentro das diferenças religiosas. Infelizmente, desde a colonização, quando os negros foram trazidos à força como mão-de-obra escrava para o Brasil, e seus valores, sua cultura e sua religião lhes foram arrancadas, ou quando os judeus, fugindo da Inquisição na Europa, foram obrigados a se converter ao cristianismo, tendo de adotar o Brasil como pátria, que convivemos com a intolerância religiosa em nosso país. Cristo pregou o amor ao próximo e podemos afirmar, como cristãos , que a base da tolerância está calcada na figura de Cristo, que nos passou todos os ensinamentos de como amar o próximo como a nós mesmos. Ao renunciar a si mesmo em favor da humanidade, ele nos deu o exemplo do que devemos fazer. Em suas pregações, nos alerta de que devemos ser severos para conosco mesmos e indulgentes para com o próximo, e não o contrário.

A intolerância religiosa ainda está presente no cotidiano de milhões de brasileiros e brasileiras, e deve  ser denunciada e combatida. Não podemos permitir, que em nome de Deus, perseguições e desrespeito à dignidade humana sejam perpetrados. O Conselho Nacional de Igrejas Cristãs do Brasil quer conclamar toda a sociedade e religiões do Brasil a celebrar, no próximo dia 21 de janeiro, o Dia Nacional de Combate à Intolerância Religiosa. Somos chamados a colocar em prática o mandamento de Jesus de amar teu próximo como a ti mesmo. Em assim fazendo, estaremos ajudando a construir um futuro melhor e mais inclusivo para todos, em que a diversidade religiosa seja respeitada e garantida para todas as pessoas.
        
      Rev. Luiz Alberto Barbosa
      Secretário Geral
      Conselho Nacional de Igrejas Cristãs do Brasil