31 ottobre 2015

Dalla Patagonia!

OTTOBRE mese del  Rosario … mese missionario … mese nel quale , IN PATAGONIA, sta per concludersi l’anno scolastico  e si iniziano le vacanze estive. Mi direte: CHE BELLO! E sì, sono finita proprio quasi alla fine del mondo.  Tutto però pare avere la sua novità, mese per mese.
Vi descrivevo nella mia ultima lettera che, come frutto PARTICOLARE DEL BICENTENARIO di DON BOSCO, abbiamo dato il via all’ORATORIO di DON BOSCO e ora stiamo preparando la terza giornata... Una al mese per potenziare le forze e preparare le nuove speranze per quando la cappella sarà terminata!!! (aspetta e spera, ma noi siamo sulla breccia e non ci lasciamo sfuggire qualsiasi occasione!)
Ecco il programma della terza giornata:

¿Querés divertirte, jugar y pasar un rato con amigos?
ENTONCES VENITE AL Oratorio de Don Bosco en San BENITO.
Te esperamos domingo 22 de noviembre en la sede del CUARTEL de los bomberos
de  CALLE 13 Y 32 -  14.30 a 17 hs.
Lo único que tenés que traer es muchas ganas de pasarla bien.

Però che cosa é capitato nel secondo incontro dell’11 ottobre? Avevamo chiesto alla Scuola Materna di ospitarci e fino all’antivigilia tutto era pronto, ma una telefonata della Direttrice ci avvisò che non si poteva usare il locale perché era già stato concesso a un altro gruppo (e qui si complicarono le cose... ma non mi detti per vinta. In meno di due ore dovevo risolvere la faccenda per poter avvisare gli animatori in tempo giusto per organizzarsi dato che la scuola finiva alle 12.10!!!)  Ho preparato velocemente una nuova richiesta ai pompieri che ci avevano accolto ... poi ascolto la voce del cuore e via con la macchina nei 9Km. che mi separano dal barrio. Nel frattempo mi chiamano dalla sede dei pompieri, ma sono impossibilitata a rispondere perché non potevo accostarmi nella strada, per una sosta. Dopo solo 5 minuti richiamano e questa volta sono fortunatissima potendo fermarmi vicino alla laguna dei flamencos e subito la responsabile dei pompieri in servizio in quel momento, mi telefonava dandomi conferma della disponibilità ... Magnifico e ringrazio Maria Ausiliatrice e … don Bosco! Naturalmente mi mancava solo l’ultima conferma e, ‘IN SEDE’ potemmo autorizzare la disponibilità del locale per il secondo incontro. Avvisai con il cellulare Majo (MAria JOsé), la responsabile degli Animatori che tutto era risolto e poteva avvisare tutti e per tempo. Erano le 12,05!
Il bello doveva capitare nel pomeriggio della domenica. Animatori pronti nel salone dei pompieri, giochi organizzati, anche la merenda aspettava il suo tempo, ma alle 14,30 non appariva nessuno. Intervengo ... come sempre chiedendo: “Vado a vedere alla scuola Materna, perché può essere sopravvenuto un frainteso. Prendo la chiave della macchina... e, col desiderio di risolvere la faccenda parto ... via col vento (dello Spirito!) a un Km. dalla Scuola si accosta una automobile e mi dice. “Ma Hermanita, non c’e nessuno alla Scuola Materna! “Claro que no!” Siamo all’oratorio nel salone dei pompieri … Buenos, puedo darte Veronica … en tu coche???”
A Veronica si aggregarono altri 8 amici che ascoltavano divertiti il dialogo... tra le due macchine. Quindi sono ripartita con il carico di 9 fanciulli/e sulla macchina da 5!. E arrivata all’oratorio già si erano presentati altri tre ragazzetti. Ma per me non bastavano per iniziare “alla Grande” e via per il secondo viaggio. Dopo due Km circa intravedo Katia. Una vera gitana dei giorni nostri: 12 anni e frequenta la seconda media! Si iscrisse al secondo anno di catechismo per la Prima Comunione... frequentò la catechesi per 6 incontri e poi non la incontrammo più. Anche Miriam, la catechista non sapeva cosa pensare. Fermo la macchina e chiedo: “Katia, hai degli amici con i quali puoi condividere una domenica all’oratorio???” “Si, Si! Sparisce e ritorna con 10 amici del vicinato... Tutto in regola, ma in totale sono 11!!!  8 dietro e tre davanti e si riparte... Nei tre Km che ci separano devo forzatamente passare davanti alla Polizia e prego in segreto: Signore mio, e Maria nostro Auxilium, non permettere che si rompa la gioia di questi tuoi figli/e. E arriviamo tranquillamente alla meta desiderata! Giochi tranquilli, pomeriggio alla salesiana e alla fine, caccia al tesoro per trovare “UN TESORO NASCOSTO” fuori dal salone. Tutti pronti e tutti, al via, perlustrarono l'accampamento dei vigili ... ma niente. Alla fine Bruno dà un sussulto dopo aver aperto il baule della macchina e grida : “IL TESORO É NELLA MACCHINA DEL MIRACOLO!!!” quando vide le 4 casse di panettone! Non so cosa volesse dire, ma sicuro si espresse molto bene vedendo la generosità dei benefattori di Rio Gallegos.
Si é conclusa così anche la seconda giornata di Oratorio e a tutti i partecipanti si distribuisce una “CARTITA de DON BOSCO”con l’impegno di conservarla gelosamente perché alla fine ci sarà anche la premiazione.
La nostra casa é un poco come la casa ispettoriale della Patagonia essendo servita molto bene per i mezzi di trasporto sia aerei che di pullman. Le comodità per i gruppi giovanili che chiedono alloggio é fantastica. Basta dire che l’ultimo gruppo di 36 giovanissimi con i loro professori sono venuti da Río Turbio per una tre - giorni di ritiro e la MESSA della DOMENICA hanno chiesto di partecipare in San Benito. Già abbiamo preoccupazione di posti ... se poi si aggiungono altre 36 persone ... Signore, mandacela buona e permetti che possiamo celebrare all’aperto! ... Il vento, il freddo, la gente li affidiamo alla tua bontà materna.  E così potete vedere i risultati dalle due foto.
Da ultimo chiedo, come altre volte, un aiuto per le vetrate della Cappella di san Benito. Già in parte avete provveduto molto generosamente e delle 36 finestre, ci mancherebbe il contributo di Euro 800 ciascuna per le ultime 15.
É il mese missionario e si avvicinano le feste natalizie. So che la provvidenza arriverà a completare l’opera. A nome di tutta la Patagonia dove VIVO COME OPERAIA DELL’ULTIMA ORA vi dico il mio e il LORO GRACIAS!

Con l’affetto di sempre

Sr. Paola feliz FMA

Animazione del gioco

Oratorio - riflessione e preghiera

Celebrazione all'aperto

Finestre della Cappella

Piano Terra

Mancano solo i vetri

Suor Margherita MERONI

Carissime sorelle, il 25 ottobre 2015, dall’ospedale “San Camillo” di Ban Pong – Ratchaburi (Thailandia), il Signore della Vita ha chiamato alla gioia eterna la nostra carissima sorella Suor Margherita MERONI. Nata a Ranica (Bergamo) il 23 maggio 1927. Professa a Contra di Missaglia (Lecco) il 6 agosto 1950. Appartenente all’Ispettoria Thailandese “S. Maria Mazzarello”.
Margherita, terzogenita di 4 fratelli e sorelle, nacque in una famiglia ricca di fede e sempre disponibile verso gli altri, specialmente verso i poveri. Di carattere aperto e vivace, ha avuto la grazia di avere una santa mamma che con tante industrie e amore ha cercato di moderare la vivacità della figlia cercando di tenerla occupata e vicina a sé. Aveva 11 anni quando una sorella della mamma, zia Albina, FMA, si ammalò gravemente e in pochi giorni si spense. Aveva 24 anni di età e 2 di professione. Margherita alla notizia disse in cuor suo: “Io prenderò il suo posto”. La zia stessa prima di morire aveva detto alla sorella, mamma di suor Margherita: “Ho chiesto al Signore di mandare una mia nipote al mio posto”. 
All’età di 15 anni, Margherita per aiutare la famiglia, andò a lavorare a Pavia, in un’opera che le suore del suo paese avevano aperto là; per 5 anni fece il grande sacrificio di stare lontana dai suoi. In quell’ambiente maturò la sua vocazione e si risvegliò in lei la promessa fatta quando aveva 11 anni. A Pavia conobbe le FMA che appartenevano all’Ispettoria di Novara. Margherita ebbe un incontro con la direttrice e anche con Madre Carolina Novasconi e restò molto colpita dalla bontà e amabilità di questa superiora. Le aprì il cuore e le confidò il suo desiderio di consacrarsi al Signore. Così fu accettata a Milano nella casa di Via Bonvesin de la Riva dove giunse, accompagnata dai genitori, il 20 settembre 1947. Grande fu il distacco, ma presto si rasserenò e iniziò con gioia la prima tappa della sua formazione religiosa.
Dopo la professione, fu guardarobiera a Triuggio. Fatta la domanda missionaria, venne accettata e nel 1952 fu mandata a Torino per un anno di preparazione e fu destinata alla missione della Thailandia, detta allora Siam. Il 15 settembre 1953 fu accolta con gioia dalle consorelle e giovani della Casa di Ban Pong dove iniziò lo studio della lingua Thai, mentre con grande generosità era disponibile per qualunque bisogno e lavoro. Dal 1960 al 1983 fu economa nella casa ispettoriale. Fu trasferita nuovamente a Ban Pong come economa fino al 1991, anno in cui, pur rimanendo membro di quella comunità assunse la responsabilità delle prestazioni domestiche nella casa di formazione “Nazareth” di Ban Pong. Fu per un anno direttrice nella casa Ispettoriale e per un sessennio: 1998-2004 nel pensionato di Hua Mak. Dal 2009 al 2012 lavorò nel Centro di Riabilitazione per giovani non vedenti di Sam Phran, poi fu trasferita a Ban Pong in riposo.
Suor Margherita nei suoi 65 anni di vita consacrata, di cui 62 come missionaria, svolse quasi sempre il servizio di economa con oculatezza e spirito preveniente verso le sorelle, con delicatezza e rispetto verso le collaboratrici domestiche. Era instancabile nel donarsi agli altri senza alcuna esigenza per se stessa, povera e distaccata da tutto, sempre fedelissima ai suoi doveri compiuti con tanto amore. La preghiera fu sempre il suo sostegno. Era interessata alla vita della Chiesa, dell’Istituto e leggeva volentieri documenti e riviste che poi condivideva con gusto alle collaboratrici e alle sorelle della comunità. La sua compagnia era desiderata e portava sempre una nota allegra nella comunità.
Suor Margherita soffriva di disturbi cardiaci. Il 14 ottobre scorso è stata ricoverata d’urgenza al vicino ospedale “S. Camillo” per una visita medica a causa della fatica respiratoria. Dopo 11 giorni di degenza nella sala rianimazione il cuore ha ceduto. Suor Maria Assunta Sumiko Inoue, in visita canonica all’Ispettoria era stata a trovarla due giorni prima del decesso. Il Signore l’aveva trovata pronta per il cielo. Offriamo per lei i nostri suffragi e contiamo sulla sua preghiera di intercessione per ottenere buone  vocazioni per la Chiesa, l’Istituto e l’Ispettoria. 

L’Ispettrice
Suor Maria Anna Tovichian

Card. Tauran: le religioni promuovano la cultura del rispetto


“Il nostro patrimonio spirituale è grande, lavoriamo insieme per curare i mali sociali e culturali del nostro tempo attraverso il dialogo e la cooperazione”.
 Posted by Missionarietà on Sábado, 31 de outubro de 2015

Ennesima tragedia migranti: due naufragi al largo della Grecia


27 morti, compresi numerosi bambini, nella notte e in mattinata nell’Egeo. Ban ki-Moon da Madrid: "Europa dia prova di solidarietà e leadership compassionevole".

È di almeno 27 migranti morti, tra cui 13 bambini, il bilancio del naufragio di due barconi al largo della Grecia nel corso della notte. Lo annuncia il ministero della Marina di Atene, riferendo che nei pressi dell'isola di Kalymnos i morti sono stati 19, mentre 138 sono le persone messe in salvo. Tra i corpi recuperati, quelli di dieci bambini, compresi due neonati. Altre tre persone sarebbero annegate al largo di Rodi, mentre 15 bambini sono stati ricoverati a Lesbo e tre trasportati ad Atene per essere sottoposti a terapia intensiva.

Due altri naufragi sono poi avvenuti questa mattina sempre nell'Egeo, secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa turca Anadolu. Il primo al largo delle coste di Ayvacik: sono state salvate 19 persone, ma sono annegati quattro bambini. Più a sud, al largo di Didima, i superstiti sono 29, ma sono morti due bambini. Altre vittime vengono segnalate al largo della Spagna.

Intanto, mentre in mare si consumano tragedie, in Europa si susseguono le polemiche sull’accoglienza dei profughi, tra chi parla di "vergogna" e di "dolore infinito" e chi invece — come il Governo slovacco — propone l’edificazione di nuove barriere, se dovessero fallire i meccanismi di “difesa” delle frontiere esterne.

Proprio oggi il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, da Madrid ha invitato l’Europa a dare prova di solidarietà e di "leadership compassionevole". "Costruire muri o recinzioni non è una risposta" ha detto, si tratta di una "questione mondiale che richiede una solidarietà politica mondiale".

30 ottobre 2015

Presentazione Dossier Statistico Immigrazione 2015


Il 29 ottobre è stato presentato a Roma e in altre 20 città italiane il Dossier Statistico Immigrazione 2015, realizzato...

Posted by Missionarietà on Sexta, 30 de outubro de 2015

Dossier Statistico Immigrazione 2015: 15 punti chiave
Centro Studi e Ricerche IDOS - Rivista Confronti

Posted by Missionarietà on Sexta, 30 de outubro de 2015

Presentazione Dossier Statistico Immigrazione 2015
Ugo MelchiondaGli elementi fondamentali su cui mi soffermo in...

Posted by Missionarietà on Sexta, 30 de outubro de 2015

Presentazione del Dossier Statistico Immigrazione 2015

Nel 2014 i migranti nel mondo (232 milioni nel 2013 secondo l’Onu) sono giunti probabilmente a sfiorare i 240 milioni, con una incidenza superiore al 3% sulla popolazione mondiale. Movimenti migratori di una tale entità obbligano a riflettere sulle disuguaglianze che attraversano il pianeta: sono 1,2 miliardi le persone che sopravvivono con un reddito al di sotto di un dollaro giornaliero (Rapporto Undp). Del resto, ancora nel 2014 il 48,0% della ricchezza globale è concentrato nelle mani dell’1,0% più ricco della popolazione mondiale, il 46,5% è detenuto da un quinto di essa, mentre il restante 80,0% della popolazione deve vivere con il 5,5% della ricchezza globale (Rapporto Oxfam).
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L'Ambito per le Missioni ha partecipato alla presentazione del Dossier Statistico Immigrazione 2015.


Día de todos los Santos


Sintesi del Dossier Statistico Immigrazione 2015


Dossier Immigrazione 2015


Roma - Si è tenuta oggi alle 10.30 a Roma presso il Teatro Orione la presentazione del Dossier Statistico Immigrazione...

Posted by Missionarietà on Sexta, 30 de outubro de 2015

29 ottobre 2015

Vescovo di Vasai: La Nostra Aetate è la via per “l’arte di vivere insieme” tra religioni diverse

Mons. Felix Anthony Machado sottolinea ad AsiaNews l’importanza della dichiarazione conciliare sul dialogo interreligioso. La religione non è solo un affare privato, è anche in modo inevitabile una realtà pubblica. In Asia non c’è altro modo per dialogare se non attraverso il rispetto della persona. L’attualità del messaggio della “Nostra Aetate”, in un’epoca in cui i cristiani vivono in società conflittuali ma costruiscono ponti di amicizia per superare i confini di diffidenza tra le religioni.


Mumbai – In Asia “non c’è altro modo per dialogare l’un con l’altro – in adesione alla nostra etica, cultura e mentalità asiatica – se non attraverso il rispetto della sacralità della vita umana. Non possiamo diffondere gli insegnamenti del Vangelo di Gesù, che è Verbo vivente, senza un profondo rispetto per le altre persone. Questo significa che il ‘dialogo è indispensabile’”. Lo ha detto ad AsiaNews mons. Felix Anthony Machado, arcivescovo di Vasai (nello Stato indiano del Maharashtra) e presidente dell’Ufficio per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della Federazione delle conferenze episcopali asiatiche (Fabc), in occasione del 50mo anniversario della dichiarazione conciliare Nostra Aetate sulle religioni non cristiane. Secondo la dottrina della Chiesa cattolica, continua il prelato, “il rispetto della vita umana, della sua inviolabile dignità, è il fondamento del dialogo interreligioso”.

La “Nostra Aetate – Dichiarazione sulle relazioni della Chiesa con le religioni non cristiane” è uno dei 16 documenti del Concilio Vaticano II [in tutto sono stati pubblicati quattro Costituzioni, tre Dichiarazioni e nove Decreti – ndr] ed è stata pubblicata il 28 ottobre 1965. Prima di quella data, ricorda il vescovo, “gli studiosi delle religioni, in particolare quelli cristiani, studiavano e leggevano i testi sacri delle altre confessioni. Esistevano anche rapporti cordiali tra fedeli di culti diversi. Quello che è cambiato da allora è il modo in cui Nostra Aetate ha reso i cristiani consapevoli dei motivi dell’incontro, della relazione con religioni diverse”. La dichiarazione conciliare, sostiene, “ha reso le persone consce delle caratteristiche del nostro tempo, che è un’epoca in cui gli uomini sono molto più vicini e i legami di amicizia tra popoli differenti sono rafforzati”.

La Nostra Aetate “incoraggia una relazione positiva, amichevole e costruttiva tra persone di tradizione religiosa diversa. La Chiesa cattolica insegna che il dialogo è parte della sua missione evangelizzatrice. Se, da una parte, la Chiesa incoraggia i cristiani ad aprirsi al dialogo con gli altri, dall’altra gli chiede di rimanere radicati in modo inflessibile nella essenziale verità della loro fede”.

Mons. Machado sottolinea però che esiste una profonda differenza tra l’invito della Chiesa a promuovere il dialogo interreligioso e il modo in cui i governi incoraggiano l’armonia religiosa, spesso sotto il controllo dello Stato. “Non basta controllare le persone attraverso le leggi” dice. Piuttosto è necessario promuovere “l’arte di vivere insieme nella società tra fedeli di religioni diverse. La religione non è solo un affare privato. È anche in modo inevitabile una realtà pubblica. La religione non deve mai permettere di essere strumentalizzata per soddisfare gli interessi di qualcuno”.

Oggi più di prima, continua il vescovo, “i cristiani vivono in molte società segnate da tensioni e conflitti tra le comunità religiose, che alimentano un clima di paura diffusa e sospetto, dove le persone sono sopraffatte dall’impotenza e dalla rassegnazione”. La Chiesa invece “incoraggia i cristiani a vivere la propria fede costruendo ponti di amicizia per superare i confini religiosi. Invitando i fedeli di tradizioni diverse a collaborare insieme in tutti i livelli della società, i cristiani testimoniano i valori del Regno di Dio, così come ha predicato Gesù Cristo, Signore e Salvatore del mondo”.

Il presule sottolinea l’importanza di “coltivare le relazioni tra le religioni, in particolare nei momenti favorevoli. Non bisogna aspettare che la crisi prenda il sopravvento. Vivere la verità della fede cristiana in un mondo multi-confessionale è la sfida a cui sta rispondendo in modo encomiabile la Chiesa cattolica”.

Poi rilancia il ruolo da protagonista della comunità cristiana nella società: “Voi, protagonisti attivi e impegnati attraverso l’apostolato del mare, testimoniando la speranza di [un dialogo] ecumenico e interreligioso nell’ambiente che vi circonda, date un contributo straordinario nel cuore della Chiesa”.

Da ultimo, mons. Machado afferma che ogni enciclica papale, compresa la Laudato sì di papa Francesco, mostra una traccia visibile della Nostra Aetate in quanto insegnamento base della Chiesa. Ricorda che anche “la prima enciclica di papa Giovanni Paolo II interpretava l’orbe terrestre come una mappa delle varie religioni [Redemptor hominis, cap. II, par. 11 – ndr]. Oggi la Laudato sì sulla dottrina ambientale della Chiesa, incentrata sul rispetto e la cura del creato, deve diventare elemento vitale del nostro dialogo interreligioso e della collaborazione tra fedeli”.

UDIENZA GENERALE INTERRELIGIOSA


UDIENZA GENERALE INTERRELIGIOSA IN OCCASIONE DEL 50° ANNIVERSARIO DELLA PROMULGAZIONE DELLA DICHIARAZIONE CONCILIARE - "...

Posted by Missionarietà on Quinta, 29 de outubro de 2015

UDIENZA GENERALE INTERRELIGIOSA

28 ottobre 2015 - 50º della DICHIARAZIONE SULLE RELAZIONI DELLA CHIESA CON LE RELIGIONI NON CRISTIANE - NOSTRA AETATE

Posted by Missionarietà on Quinta, 29 de outubro de 2015

UDIENZA GENERALE INTERRELIGIOSA

28 ottobre 2015 - 50º della DICHIARAZIONE SULLE RELAZIONI DELLA CHIESA CON LE RELIGIONI NON CRISTIANE - NOSTRA AETATE

Posted by Missionarietà on Quinta, 29 de outubro de 2015

DICHIARAZIONE SULLE RELAZIONI DELLA CHIESA CON LE RELIGIONI NON CRISTIANE NOSTRA AETATE


26 ottobre 2015

ANGELUS - Piazza San Pietro Domenica, 25 ottobre 2015


Vi confesso che questa profezia del popolo in cammino l’ho confrontata anche con le immagini dei profughi in marcia...

24 ottobre 2015

“Il mondo arabo ha bisogno dei cristiani”, parola di musulmano

L'educazione all’incontro con l’altro è al centro del Royal Institute for Inter-Faith Studies di Amman. Per il vice direttore Amer al-Hafi la presenza cristiana in Medioriente è cruciale per l’identità stessa della regione.


Un momento di lavoro al Royal Institute for Inter-Faith Studies di AmmanUn momento di lavoro al Royal Institute for Inter-Faith Studies di Amman
«I cristiani sono il cuore del Medioriente»: è un’affermazione che non lascia indifferenti se a pronunciarla è un musulmano. Eppure Amer al-Hafi, giordano, vice direttore del Royal Institute for Inter-Faith Studies di Amman, ribadisce a più riprese che il suo Paese e la regione intera non possono perdere il loro patrimonio cristiano. Invitato da Oasis a Milano in ottobre, in occasione della conferenza “Raccontarsi e lasciarsi raccontare. A che serve il dialogo interreligioso”, al-Hafi ha raccontato l’esperienza giordana di dialogo interreligioso e che cosa significa l’incontro con l’altro nella situazione conflittuale di oggi nel suo Paese.

Dottor al-Hafi, com’è nato il vostro istituto e qual è il suo obiettivo?

In Giordania cristiani e musulmani convivono da sempre, anzi i cristiani sono in questa regione da prima dell’avvento dell’Islam. A mio avviso, il nostro regime politico, la monarchia, è uno dei fattori più importanti per la stabilità e la coesistenza delle due religioni. Nel 1994, il principe Hasan bin Talal ha fondato il Royal Institute for Inter-Faith Studies, con lo scopo di studiare i rapporti tra cristiani e musulmani. L’istituto è un forte segno per le relazioni tra cristiani e musulmani in Giordania e ne è un modello per tutta la regione perché, come dice il nome stesso [inter-faith], siamo aperti ai fedeli di tutte le religioni. A questo scopo svolgiamo diverse attività, tra cui la pubblicazione di libri e l’organizzazione di conferenze e incontri.

Le attività dell’Istituto si rivolgono quindi sia ai cristiani, sia ai musulmani?

Sì, si tratta del primo istituto nel suo genere. Per i primi dieci anni è stato diretto dal dottor Kamal al-Salibi, cristiano di origine libanese e professore all’American University di Beirut; il suo successore, il dottor Kamel Abu Jabir, è un giordano cristiano ortodosso. Gli impiegati stessi sono per metà cristiani e per metà musulmani. C’è un forte sentimento di unità, senza divisioni tra gli appartenenti alle diverse religioni. Nonostante le sfide che si avvertono oggi, siamo fiduciosi perché la profonda fede della nostra comunità deriva dal nostro essere arabi, cosa che impedisce il razzismo religioso e la divisione.

A mio avviso, le scuole sono un luogo privilegiato per il dialogo. L’istituto offre programmi che coinvolgono studenti e insegnanti anche di altri Paesi?

Da un paio di anni, abbiamo iniziato alcune attività con le scuole. Una tra queste è la “Harmony Week” [La Settimana dell’Armonia], una settimana in cui organizziamo diverse attività e lezioni in scuole cristiane ortodosse, europee e pubbliche. Coinvolgiamo anche alcune università, sia statali che private. Abbiamo organizzato, ad esempio, un corso sulle “emozioni” viste da Cristianesimo e Islam in collaborazione con la Humboldt University di Berlino. Di solito questo genere di corsi riguarda argomenti metafisici, come la dottrina cristiana e musulmana, la Trinità, la Crocifissione e altre questioni talvolta complicate. Noi, invece, abbiamo voluto scoprire l’essere umano, abbiamo scavato nella nostra umanità prendendo in analisi questioni che condividiamo e possiamo capire tutti, come l’amore, la tristezza, la compassione. Abbiamo progettato il corso insieme: insegnanti giordani e tedeschi, cristiani o musulmani, hanno tenuto lezioni ad Amman e a Berlino, con studenti di entrambi i Paesi e di entrambe le religioni. Credo che sia stata una modalità di incontro molto efficace: tra due religioni e al contempo tra Europa e Medio Oriente. Da professore di dialogo interreligioso posso dire che questa esperienza di studio e insegnamento comune è qualcosa di nuovo che potrebbe ispirare un nuovo metodo per le nostre attività e per la nostra stessa cultura.

Come affrontano gli studenti lo studio accademico della religione dell’altro, che può essere il vicino, il nemico ecc..?

Non è facile insegnare la storia di religioni che hanno avuto una lunga serie di conflitti con la propria. Parlare di Cristianesimo è più semplice che parlare di Ebraismo, insegnare la storia del Buddismo è più facile che insegnare l’Induismo. Ogni volta che un conflitto coinvolge la propria religione, che siano i musulmani dell’India o del Pakistan, l’esperienza lascia un segno negativo e rimane nella memoria dei fedeli, influenzandoli inevitabilmente e chiudendoli allo studio della religione dell’altro. Durante il primo incontro con gli studenti chiedo sempre loro il motivo che li spinge a studiare le religioni e attraverso questo dialogo cerco di riempire i buchi e risolvere le ambiguità che possono esistere nel loro approccio all’altro. Una ragazza, ad esempio, voleva studiare le religioni per trovarne i punti negativi e convincere tutti che l’Islam è più giusto. Ho girato la questione: cosa penserebbe di uno studente australiano che venisse in Giordania per trovare le falle nell’Islam, combattere i musulmani e convincerli a credere in Gesù? Gli studenti iniziano così a rivedere le proprie posizioni, grazie alla riflessione a partire da un punto di vista diverso da quello di partenza. Penso che chiunque voglia insegnare qualcosa debba essere ottimista e credere nel dialogo, dopotutto anche Gesù e il profeta Maometto erano maestri. Bisogna essere onesti, dare informazioni corrette e non suscitare odio negli studenti. Le altre religioni sono parte del patrimonio umano, per questo sono aperto a conoscere di più.

Alla luce dell’attuale situazione mediorientale e la crisi provocata dai movimenti fondamentalisti islamici come Isis, al-Qaida e al-Nusra, come sono cambiati i rapporti tra cristiani e musulmani in Giordania?

È una sfida veramente grande e molto complessa. I nostri giovani hanno accesso a internet e Isis ha il suo jihad digitale, con oltre dodicimila adepti che si occupano della propaganda sui social network e del reclutamento online. Anche molti mass media non danno informazioni corrette e travisano il conflitto. Questa atmosfera conflittuale sta lentamente arrivando anche in Giordania. I pareri in merito sono contrastanti e la paura che Isis possa vincere in parte la guerra è grande. Ciò che abbiamo ad Amman è però un messaggio positivo, un discorso comune e molte iniziative a favore del dialogo tra cristiani e musulmani. Naturalmente spero che la Giordania non sia mai interessata direttamente dal conflitto, ma per contrastare l’invasione di Isis e la sua opera di divisione e distruzione nel nome del jihad e dell’Islam dobbiamo lavorare ancora molto. Da veri musulmani e da veri giordani, da persone che credono nella nazione araba e nella sua cultura, dobbiamo affrontare insieme i fondamentalisti. Non si tratta di una minaccia per i sunniti o per gli sciiti, è una minaccia per tutti. Per combattere l’uso strumentale dei media, ho ideato un programma televisivo dal titolo “One Hour Of Love” [Un’ora d’amore]. Voglio parlare a tutti i giordani e a tutti gli arabi, perché tutti condividiamo il valore dell’amore.

Il fenomeno delle migrazioni legato al conflitto in Siria e Iraq sta svuotando queste regioni dai cristiani. Si può immaginare un Medio Oriente senza Cristianesimo?

L’emigrazione, uscire dalla propria terra e dalle proprie radici, è il modo più facile per allontanarsi dalla sfida. Se uno si taglia fuori dalla propria terra, cultura e comunità, perde la guerra, perde il messaggio della propria fede e perde in parte anche la propria fede. Se uno crede nel messaggio che annuncia, non si deve arrendere: nel nome dell’Islam e nel nome di Gesù dobbiamo alzarci e sconfiggere coloro che cercano di distruggere i nostri valori in questa guerra contro l’umanità e contro tutte le confessioni presenti in Iraq, in Siria e in tutta la regione. È una guerra contro gli arabi, contro gli “arabi prima di Mosè, di Gesù e di Maometto”, come diceva re Abdullah I, primo re di Giordania. Non possiamo essere divisi, dobbiamo sviluppare insieme il nostro Paese. Affrontare questo dolore è come una crocifissione, come quello sopportato da Gesù. Non è un dolore nuovo per il cristianesimo, specialmente per i cristiani arabi che vivono nel cuore della cristianità, la Terra Santa. Il Medioriente senza i cristiani non esiste, sono il cuore. Se perdiamo i cristiani, perdiamo il nostro spirito, lo dico da musulmano perché so che il Cristianesimo è parte della cultura araba e ha anche aiutato i musulmani quando sono arrivati in Giordania, Nord Africa e Siria.

Spesso però i cristiani sono considerati cittadini di seconda categoria in alcuni Paesi a maggioranza musulmana. Come può essere risolto questo problema?

In primo luogo dobbiamo rileggere la storia e il rapporto tra religione e Stato, tra Sharîʻa, politica e legge per capire che non tutti gli insegnamenti dell’Islam hanno la stessa importanza. Le leggi imposte dall’Islam hanno valore in relazione al contesto storico in cui sono state determinate. È uno dei temi più importanti che dobbiamo affrontare nella nostra religione. Se ciò non è risolto, il risultato è quello che vediamo oggi in Siria e Iraq. Sono domande profonde e molto dibattute nelle nostre comunità. Società civile e cittadinanza egualitaria sono valori che vanno sostenuti e rifondati nella nostra comunità e possono davvero risolvere molti problemi.

23 ottobre 2015

Nuova presenza in Azerbaigian (Ispettoria slovacca) - Archivio fotografico


22 ottobre 2015

A RISCHIO FAME QUASI UNA PERSONA SU DUE

Trentamila persone a rischio di morte per fame e tre milioni e 900.000 malnutrite o in condizioni di insicurezza alimentare: sono gli altri numeri, oltre a quelli dei morti e degli sfollati, del conflitto civile in Sud Sudan. A diffondere le stime sono stati oggi enti dell’Onu, in particolare il Fondo per l’infanzia (Unicef), l’Organizzazione per l’agricoltura e l’alimentazione (Fao) e il Programma alimentare mondiale (Pam).
“Siamo all’inizio del raccolto e dovremmo assistere a un miglioramento significativo della situazione di sicurezza alimentare – ha sottolineato Joyce Luma, responsabile del Pam - ma purtroppo ciò non accade in regioni come la parte meridionale dello Stato di Unity”. In quest’area vivrebbero 30.000 persone a rischio fame, a causa dei combattimenti tagliate per altro fuori dal raggio d’azione delle agenzie umanitarie.
Secondo gli organismi dell'Onu, il quadro economico e sociale è in peggioramento anche a livello nazionale. Rispetto a un anno fa, anche in conseguenza dell’abbandono dei campi dovuto agli scontri armati, il numero delle persone bisognose di aiuto sarebbe aumentato dell’80%.

Simposio Internazionale sulla Pastorale della Strada


21 ottobre 2015

Suor Emma Guidotto

Carissime sorelle, il 12 ottobre 2015, nell’Ospedale “Prontocord” di Manaus (Brasile), la Vergine Madre Aparecida ha accompagnato all’incontro con il Signore della Vita la nostra cara Suor Emma GUIDOTTO. Nata a Mogliano Veneto (Treviso) il 30 luglio 1923. Professa a Casanova di Carmagnola (Torino) il 5 agosto 1944. Appartenente all’Ispettoria Brasiliana “Santa Teresinha” – Manaus.
Emma nacque in una famiglia numerosa nella quale c’erano nonni e zie che la circondarono di tanto affetto. Fin da ragazza frequentò la parrocchia dove respirò un clima di cordialità e di impegno. Si formò così una personalità sensibile, aperta alla preghiera e all’impegno pastorale e missionario. Comprese che era importante mettersi al servizio dei piccoli con la catechesi, il gioco e le attività dell’Azione cattolica. L’ambiente ricco di proposte favorì in lei la risposta alla chiamata del Signore ad essere tutta sua.
Nel 1941 partì per il Piemonte e il 31 gennaio 1942 iniziò il Postulato ad Arignano e visse i due anni di Noviziato a Casanova. Emise i voti religiosi il 5 agosto 1944. Per i primi due anni fu a Torino, nella casa “Madre Mazzarello”, dove si preparò per andare in missione anche con la formazione come infermiera. Giunse in Brasile nel mese di novembre 1946. Iniziò la vita missionaria nella lontana terra della regione dell’Alto Rio Negro. Fu infermiera nella casa “Maria Auxiliadora” di São Gabriel da Cachoeira. Lavorare come infermiera fu il suo modo migliore di essere in comunione con i fratelli sofferenti nel corpo e di offrire sollievo al loro dolore.
Nel 1949-1950 fu infermiera e assistente delle aspiranti nel “Patronato Santa Teresinha” di Manaus. Nel 1951 venne nominata direttrice di Taracuá e svolse questo servizio di autorità anche nelle case di Santa Izabel do Rio Negro e Barcelos. Nel 1969, dopo 25 anni vissuti nell’Amazzonia, ritornò in Italia, anche per motivi di salute, fu infermiera a Conegliano e direttrice nella casa di riposo di S. Michele al Tagliamento.
Nel 1983 ritornò a Manaus e fu assistente nel noviziato “São José” ed anche economa. Dal 1985 al 1991 fu ancora direttrice nella comunità del “Centro Social Dom Bosco” di Salinas. Nel 1992 fu infermiera nel “Centro Social Auxílio” di Belém e l’anno seguente fu trasferita a Manaus come animatrice della comunità “M. Maria Maddalena Mazzone” fino al 2004. Nel 2005, indebolita nella salute e bisognosa di cure, rimase nella stessa comunità. Era sempre attenta agli altri e cercava di intensificare la sua offerta al Signore, tanto amato, per il bene dell’Ispettoria e dell’Istituto.
Suor Emma era un’anima eucaristica e mariana, con gli occhi e il cuore fissi su Gesù. Seppe fare della sua vita una donazione costante al prossimo. Era molto precisa, ordinata e discreta. Accompagnava con la preghiera l’apostolato del Santo Padre. Quando morì il fratello, missionario in India, il suo dolore fu intenso, ma silenzioso e offerto con grande fiducia nel Signore. Parlava della Madonna a tutte le persone che andavano a visitarla. Era infatti da tutti conosciuto il suo filiale amore per la Madre di Gesù.
Ecco la testimonianza di una exallieva: “Ho sempre considerato suor Emma mia vera mamma, ero orfana fin da adolescente. Aveva cura della mia salute. Conservo di lei i più bei ricordi: era affettuosa, delicata, attenta, sempre materna, gioviale. Viveva di Dio e Dio si manifestava nei suoi atteggiamenti. Fu per me una vera benedizione. La visitavo molte volte e accanto a lei sperimentavo la tenerezza di Dio”.
Suor Emma fu una FMA autentica, amabile, serena, sempre sorridente. Viveva di Dio e il suo pensiero era sempre in Lui. Come animatrice della comunità era disponibile ad ogni bisogno delle sorelle e le riceveva con affetto per il colloquio personale, sempre puntuale e attenta alle persone e alla comunità.
Trascorse l’ultimo anno sempre a letto, parlava guardando la persona attentamente e con il sorriso. Al saluto tradizionale di “Viva Gesù”, rispondeva con entusiasmo: Viva Maria sempre con noi!.
Il 3 ottobre venne ricoverata in Ospedale a motivo di una forte influenza che si trasformò in una grave polmonite. Benché curata con competenza e amore, non ottenne nessun miglioramento. Nell’ora dell’Angelus, nella festa della Madonna Aparecida, Patrona del Brasile, con la lampada accesa andò incontro allo Sposo.
Cara suor Emma, i tuoi occhi azzurri contemplano ora la luce del Cielo. Intercedi per noi, per l’Ispettoria e per l’Istituto. Offriamo per lei la nostra riconoscente preghiera di suffragio.

L’Ispettrice
Suo Madalena Luiza Scaramussa

XXX Domingo T. O.



20 ottobre 2015

Nuova presenza in Azerbaigian


18 ottobre 2015

VATICANO - Giornata Missionaria: le statistiche della Chiesa cattolica 2015

Città del Vaticano (Agenzia Fides) – In occasione della Giornata Missionaria Mondiale, domenica 18 ottobre, l’Agenzia Fides presenta come di consueto alcune statistiche scelte in modo da offrire un quadro panoramico della Chiesa nel mondo. Le tavole sono tratte dall’ultimo «Annuario Statistico della Chiesa» (aggiornato al 31 dicembre 2013) e riguardano i membri della Chiesa, le sue strutture pastorali, le attività nel campo sanitario, assistenziale ed educativo. Tra parentesi viene indicata la variazione, aumento (+) o diminuzione (-) rispetto all’anno precedente, secondo il confronto effettuato dall’Agenzia Fides.

Popolazione mondiale
Al 31 dicembre 2013 la popolazione mondiale era pari a 7.093.798.000 persone, con un aumento di 70.421.000 unità rispetto all’anno precedente. L’aumento globale riguarda anche quest’anno tutti i continenti: gli aumenti più consistenti, in misura più contenuta rispetto all’anno passato, ancora una volta sono in Asia (+27.776.000) e Africa (+23.808.000), seguiti da America (+17.865.000), Europa (+289.000) e Oceania (+683.000).

Numero dei cattolici
Alla stessa data del 31 dicembre 2013 il numero dei cattolici era pari a 1.253.926.000 unità con un aumento complessivo di 25.305.000 persone rispetto all’anno precedente. L’aumento interessa tutti i continenti, è più deciso, come lo scorso anno, in America (+15.051.000) e Africa (+7.637.000), seguite da Asia (+2.161.000), Europa (+285.000) e Oceania (+171.000).
La percentuale dei cattolici è aumentata dello 0,19%, attestandosi al 17,68%. Riguardo ai continenti, si sono registrati aumenti in Africa (+0,29), America (+0,38), Asia (+0,03), Europa (+0,03). Anche quest’anno l’Oceania è in lieve diminuzione (-0,01).

Abitanti e cattolici per sacerdote
Il numero degli abitanti per sacerdote è aumentato anche quest’anno, complessivamente di 180 unità, raggiungendo quota 13.752. La ripartizione per continenti vede, come per gli anni precedenti, aumenti in America (+132), Europa (+49) ed Oceania (+147); diminuzioni in Africa (-506) e Asia (-360).
Il numero dei cattolici per sacerdote è aumentato complessivamente di 54 unità, raggiungendo il numero di 3.019. Anche quest’anno si registrano aumenti in America (+115), Europa (+21) ed Oceania (+38), diminuzioni in Asia (-17) e Africa (-17).

Circoscrizioni ecclesiastiche e stazioni missionarie
Le circoscrizioni ecclesiastiche sono 8 in più rispetto all’anno precedente, arrivando a 2.989, con nuove circoscrizioni create in Africa (+2), America (+1), Asia (+1), Europa (+3) ed Oceania (+1). Le stazioni missionarie con sacerdote residente sono complessivamente 1.871 (24 in più rispetto all’anno precedente) e registrano aumenti in Africa (+26), Asia (+58) ed Oceania (+2); diminuzioni in America (-49) ed Europa (-13). Le stazioni missionarie senza sacerdote residente sono aumentate complessivamente di 3.074 unità, raggiungendo così il numero di 133.869. Aumentano in Africa (+1.569), America (+802), Asia (+584) ed Oceania (+121). Unica diminuzione in Europa (-2).

Vescovi
Il numero totale dei Vescovi nel mondo è aumentato di 40 unità, raggiungendo quota 5.173. Contrariamente alla situazione degli ultimi anni, che ha visto aumentare i Vescovi diocesani e diminuire quelli religiosi, quest’anno risultano aumentati entrambi. I Vescovi diocesani sono 3.945 (28 in più), mentre i Vescovi religiosi sono 1.228 (12 in più). L’aumento dei Vescovi diocesani interessa tutti i continenti ad eccezione dell’Oceania (-5): America (+16), Asia (+8), Africa (+3) ed Europa (+6). I Vescovi religiosi aumentano ovunque: Africa (+2), America (+1), Asia (+6), Europa (+3), mentre non hanno variazioni in Oceania.

Sacerdoti
Il numero totale dei sacerdoti nel mondo è aumentato di 1.035 unità rispetto all’anno precedente, raggiungendo quota 415.348. A segnare una diminuzione consistente è ancora una volta l’Europa (- 2.283) e, in misura più lieve, l’Oceania (-3), mentre gli aumenti si registrano in Africa (+1.693), America (+188) e Asia (+1.440). I sacerdoti diocesani nel mondo sono aumentati globalmente di 971 unità, raggiungendo il numero di 280.532, con aumenti in Africa (+1.1.86), America (+539), Asia (+900), Oceania (+19). La diminuzione, anche quest’anno, è in Europa (-1.673). I sacerdoti religiosi sono aumentati in complesso di 64 unità e sono 134.816. Consolidando la tendenza degli ultimi anni, crescono in Africa (+507) e in Asia (+540), mentre le diminuzioni interessano America (-351), Europa (-610) ed Oceania (-22).

Diaconi permanenti
I diaconi permanenti nel mondo sono aumentati di 1.091 unità, raggiungendo il numero di 43.195. L’aumento più consistente si conferma ancora una volta in America (+684) e in Europa (+373), cui si aggiungono quest’anno Africa (+8), Asia (+8) ed Oceania (+18).
I diaconi permanenti diocesani sono nel mondo 42.650, con un aumento complessivo di 1.084 unità. Crescono ovunque: in Africa (+5), America (+660), Asia (+23), Europa (+381), Oceania (+15). I diaconi permanenti religiosi sono 545, aumentati di 7 unità rispetto all’anno precedente, con aumenti in Africa (+3), America (+24) e Oceania (+3), e diminuzioni in Asia (-15) ed Europa (-8).

Religiosi e religiose
I religiosi non sacerdoti sono diminuiti, in controtendenza rispetto agli ultimi anni, di 61 unità arrivando al numero di 55.253. Aumenti si registrano in America (+45), Asia (+167) ed Oceania (+78), diminuzioni in Africa (-218) ed Europa (-133). Anche quest’anno si conferma la tendenza alla diminuzione globale delle religiose, quest’anno di 8.954 unità, che sono complessivamente 693.575. Gli aumenti sono, ancora una volta, in Africa (+1.293) e Asia (+172), le diminuzioni in America (–4.548), Europa (-5.662) e Oceania (–209).

Istituti secolari
I membri degli Istituti secolari maschili sono complessivamente 712, con una diminuzione globale di 59 unità. A livello continentale cresce solo l’Africa (+2), mentre diminuiscono America (-15), Asia (-8), Europa (-38), invariata anche quest’anno l’Oceania.
I membri degli Istituti secolari femminili sono diminuiti complessivamente di 747 unità, per un totale di 23.955 membri. Aumentano in Africa (+66) e Asia (+3) mentre diminuiscono in America (-270), Europa (-545) ed Oceania (-1).

Missionari laici e Catechisti
Il numero dei Missionari laici nel mondo è pari a 367.679 unità, con un aumento globale di 5.191 unità ed aumenti in tutti i continenti: Africa (+31), America (+3.083), Asia (+990) ed Europa (+1.088). Unica lieve diminuzione in Oceania (-1).
I Catechisti nel mondo sono diminuiti complessivamente di 13.075 unità, raggiungendo quota 3.157.568. Consistenti aumenti si registrano in Africa (+9.414) e in Asia (+4.529), mentre le diminuzioni interessano gli altri continenti: America (-24.091), Europa (-1.072), Oceania (-1.225).

Seminaristi maggiori
I seminaristi maggiori, diocesani e religiosi, sono globalmente diminuiti di 1.800 unità, e hanno così raggiunto il numero di 118.251. Gli aumenti si registrano solo in Africa (+164), mentre diminuiscono in America (-1.180), Asia (-372), Europa (-354) ed Oceania (-58).
I seminaristi maggiori diocesani sono 71.537 (-452 rispetto all’anno precedente) e quelli religiosi 46.714 (-1.348). Per i seminaristi diocesani gli aumenti interessano Africa (+238) e Asia (+10), mentre diminuiscono in America (-507), Europa (-154) e Oceania (-39). I seminaristi maggiori religiosi diminuiscono in tutti i continenti: Africa (-74), America (-673), Asia (-382), Europa (-200) ed Oceania (-19).

Seminaristi minori
Il numero totale dei seminaristi minori, diocesani e religiosi, è diminuito di 775 unità, raggiungendo il numero di 101.928. Sono aumentati in America (+42), Asia (+407) e Oceania (+9), mentre sono diminuiti in Africa (-233) ed Europa (-1.000).
I seminaristi minori diocesani sono 78.556 (-1.398) e quelli religiosi 23.372 (+623). Per i seminaristi diocesani la diminuzione si registra in tutti i continenti ad eccezione dell’Asia (+527): in Africa (-993), America (-164), Europa (-764), Oceania (-4). I seminaristi minori religiosi invece sono in crescita in Africa (+760), America (+206) e Oceania (+13), mentre diminuiscono in Asia (-120) ed Europa (-236).

Istituti di istruzione ed educazione
Nel campo dell’istruzione e dell’educazione, la Chiesa gestisce nel mondo 73.263 scuole materne frequentate da 6.963.669 alunni; 96.822 scuole primarie per 32.254.204 alunni; 45.699 istituti secondari per 19.407.417 alunni. Inoltre segue 2.309.797 alunni delle scuole superiori e 2.727.940 studenti universitari.

Istituti sanitari, di beneficenza e assistenza
Gli istituti di beneficenza e assistenza gestiti nel mondo dalla Chiesa comprendono: 5.034 ospedali con le presenze maggiori in America (1.495) ed Africa (1.167); 16.627 dispensari, per la maggior parte in Africa (5.252), America (4.751) e Asia (3.558); 611 lebbrosari distribuiti principalmente in Asia (328) ed Africa (201); 15.518 case per anziani, malati cronici ed handicappati, per la maggior parte in Europa (8.158) ed America (3.679); 9.770 orfanotrofi per la maggior parte in Asia (3.944); 12.082 giardini d’infanzia con il maggior numero in Asia (3.498) e America (3.412); 14.391 consultori matrimoniali, per gran parte in America (5.747) ed Europa (5.715); 3.896 centri di educazione o rieducazione sociale e 38.256 istituzioni di altro tipo.

Circoscrizioni ecclesiastiche dipendenti dalla Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli
Le Circoscrizioni ecclesiastiche dipendenti dalla Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli (Cep) al 13 ottobre 2015 sono complessivamente 1.111, con un aumento di 2 circoscrizioni (in Asia) rispetto all’anno precedente. La maggior parte delle circoscrizioni ecclesiastiche affidate a Propaganda Fide si trova in Africa (507) e in Asia (478). Seguono America (80) ed Oceania (46).
(SL) (Agenzia Fides 17/10/2015)

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17 ottobre 2015

Auguri a tutte le FMA Missionarie ad gentes!!!

Auguri a tutte le FMA Missionarie ad gentes in questa Giornata Missionaria Mondiale 2015. Il mondo é la nostra casa! Cari saluti da parte di sr. Alaide Deretti e delle Collaboratrici dell'Ambito Missioni.



16 ottobre 2015

Suor Dolores SAVIÑÓN

Carissime sorelle, il giorno 7 ottobre 2015, nella Casa di riposo “Madre Ersilia Crugnola” di Santo Domingo (Rep. Dominicana), il Signore ha chiamato a festeggiare la vita senza fine la nostra sorella Suor Dolores SAVIÑÓN. Nata a Mexico D.F. (Messico) il 7 settembre 1915. Professa a La Habana (Cuba) il 17 aprile 1938. Appartenente all’Ispettoria Antillana “San Giuseppe” – Santo Domingo.
Dolores era l’ultima di cinque sorelle. Aveva solo un anno quando morì la mamma. Il papà, aiutato dalla famiglia, portò avanti l’educazione delle cinque figlie delle quali quattro si consacrarono al Signore: due FMA, suor Dolores e suor Carmen, e altre due nella Congregazione delle Serve di Maria: suor Consuelo e suor María. La sorella Irene rimase con il papà, si specializzò in cardiologia ed esercitò la professione medica seguendo la spiritualità delle Serve di Maria.
Dolores fu interna nel collegio “Santa Julia” di México realizzando così la sua preparazione all’insegnamento con una solida formazione integrale. Ella stessa assicurava che non trovò molta differenza tra l’ambiente dell’internato e quello del noviziato. A 20 anni entrò nell’Istituto; visse il periodo del Postulato a Castroville (Stati Uniti) e fece professione a La Habana (Cuba).
Dal 1938 al 1961 fu insegnante e assistente in varie case di Cuba: Santiago di Cuba, Guaymaro, La Vigia, El Carmen, Luaces. Cuore vibrante e missionario, fin dal primo momento si donò con dedizione instancabile e vicinanza fraterna agli alunni, ai giovani, agli adulti che il Signore metteva sul suo cammino. Confiscate le case religiose con la rivoluzione castrista, nel 1961 passò alla Repubblica Dominicana dove con la generosità e la creatività propria del suo ardore missionario offrì il suo servizio di insegnante, assistente, incaricata della scuola, economa, vicaria e incaricata della portineria in molte case della città di Santo Domingo. Nel 2010, a motivo di una caduta, venne accolta nella Casa di riposo “Madre Ersilia Crugnola”.
Un aspetto caratteristico di suor Dolores fu la carità che espresse verso i poveri e verso le conso-relle: amava veramente ognuna. Il suo tratto era delicato. Come economa offriva largamente ciò di cui c’era bisogno senza opporre difficoltà. Sapeva essere vicina, amica; si poteva dialogare con lei su qualsiasi tema e manteneva l’atteggiamento di ascolto, di dialogo e di sincero interesse per la persona. Era una sorella con forte senso di appartenenza, per questo le fu affidato il delicato servizio delle relazioni pubbliche; a lei si aprivano tutte le porte per il suo modo gentile. Si distingueva anche per il vero spirito di preghiera. Anche da anziana, in cappella cercava di stare in ginocchio. Riconoscente per ogni favore, viveva il distacco cercando e preferendo il bene dell’Ispettoria al proprio.
Le exallieve trovavano in lei una madre alla quale potevano confidare gioie e pene. Era attenta a ciascuna, sapeva accoglierle con cordialità e tenerezza, come chi non ha nient’altro da fare.
Nella tappa finale del dolore, il suo letto divenne un altare di offerta. All’inizio le costò accettare di trascorrere le giornate in camera. Desiderava trovarsi in comunità e anche con la sedia a rotelle faceva di tutto pur di stare con le consorelle. Seguiva le preghiere e i canti che si facevano con lei; rispondeva con energia e fervore. Il 7 ottobre 2015, all’età di 100 anni e un mese, nella serenità dell’aurora, la sua esistenza si consumò come incenso gradito al Signore nella testimonianza di una vita vissuta in pienezza.
Grazie, cara suor Dolores, per la grandezza del tuo esserti fatta dono d’amore al Signore che servivi in quanti ti avvicinavano, specialmente i più bisognosi. Ci lasci la testimonianza del tuo spirito gioviale e della tua saggezza di vita. Ottienici di saper essere fedeli al progetto di Dio allargando lo sguardo verso le realtà di questo mondo che attendono di sentire la voce del Buon Pastore.

L’Ispettrice
Suor Basilia Ramírez

Suor María Concepción RAMÍREZ

Carissime sorelle, domenica 4 ottobre 2015, nella casa “Madre Mazzarello” di Sevilla (Spagna), il Signore della Vita ha chiamato a contemplare il suo Volto di luce e di misericordia la nostra cara sorella Suor María Concepción RAMÍREZ. Nata a Espejo – Córdoba (Spagna) l’8 dicembre 1923. Professa a San José del Valle - Cádiz (Spagna) il 6 agosto 1949. Appartenente all’Ispettoria Spagnola “Maria Ausiliatrice” – Sevilla.
Conchita, come veniva chiamata familiarmente, nacque in una famiglia unita, laboriosa, serena e profondamente cristiana. Era la prima di cinque figli: quattro sorelle e un fratello. Diceva che nella sua famiglia tutti erano felici fino a quando, nel 1936 a causa della guerra, persero il padre.
Conchita lavorò sempre con generosità per aiutare la sua numerosa famiglia e, fin da giovane, si caratterizzava per la sua allegria e il senso dell’humore, per la sua intelligenza pratica e per la genero-sità. Partecipava attivamente alle varie attività della parrocchia, alla catechesi e alla visita agli infermi.
Poco a poco maturò la sua vocazione alla vita religiosa. Aveva un grande desiderio di essere missionaria e tutta del Signore. Il parroco, suo confessore, la mise in contatto con le FMA. La lettura della biografia di Madre Mazzarello la entusiasmò. Prese la decisione di iniziare il cammino formativo quando venne a conoscere che era un Istituto mariano, e lei amava profondamente la Madonna, e missionario dedito all’educazione della gioventù povera.
Dopo la professione religiosa, le superiore accolsero la sua domanda di andare in missione. Visse l’anno 1949-‘50 a Torino “Madre Mazzarello” con il gruppo delle neo-missionarie che si preparavano a partire. Nel mese di agosto 1950 partì per la Colombia. Tre anni dopo la sua partenza, anche la sorella Laura entrò nel nostro Istituto. Mantennero sempre una stretta relazione ed ebbero la gioia di condividere gli ultimi anni nella casa “Madre Mazzarello” di Sevilla.
In Colombia fu assistente delle interne e lavorò nelle case di formazione. Insegnò religione, taglio e cucito e lavori manuali nelle case di Bogotá, Caqueza, Usaquén e Chía. Nel 1967 venne nominata direttrice di Popayan “Cristo Re”. È sempre stata benvoluta e la gente era riconoscente della sua generosa e sacrificata dedizione a tante bambine bisognose.
Dopo 21 anni come missionaria, nel 1971 per motivi di salute, fece ritorno nell’Ispettoria di Sevilla non senza pena, ma nella piena adesione alla volontà di Dio. Nelle numerose comunità dove lavorò in questi 32 anni, fu economa e cuciniera, guardarobiera, assistente delle interne, vicaria, catechista, dedita alla pastorale rurale e ai servizi comunitari. Lavorava sempre con entusiasmo, generosità, senso di responsabilità e spirito di preghiera. Ovunque suor Conchita ha lasciato un buon ricordo per la sua allegria e per l’umiltà. Aveva un profondo senso di riconoscenza al Signore, ne sentiva la Presenza e cercava di trasmetterla. Diffondeva anche la devozione alla Madonna di cui era devota figlia.
Nel 2008, a motivo della salute delicata, venne accolta nella casa “Madre Mazzarello” di Sevilla, dove ha vissuto accettando con fede e serenità la sua situazione ed esprimendo riconoscenza per le attenzioni che riceveva.
Cara suor Conchita, hai lasciato un grande vuoto nella comunità, soprattutto nella tua sorella suor Laura e nei familiari ai quali eri molto unita. Ricorderemo il tuo spirito di preghiera semplice e profonda, la tua fiducia nel Signore e in Maria Ausiliatrice. Siamo sicure che loro ti hanno aperto la porta del Paradiso e che ora godi nella pienezza dell’Amore. Eri pronta all’incontro definitivo con il Padre poiché hai vissuto innamorata dello Sposo.
Intercedi per l’Ispettoria, per l’Istituto affinché siamo capaci di vivere con passione la nostra consacrazione e altre giovani ascoltino la chiamata del Signore ad essere FMA, missionarie di speranza e di gioia come lo fosti tu.

L’Ispettrice
Suor María Dolores Ruiz Pérez

Suor María Fanny del Socorro AGUILAR

Carissime sorelle, al tramonto della domenica 4 ottobre 2015, nella “Clinica Barta” di Santa Cruz (Bolivia), la Madonna ha accompagnato all’incontro con il Dio della Vita la nostra cara sorella Suor María Fanny del Socorro Aguilar. Nata ad Amalfi – Antioquia (Colombia) il 14 dicembre 1926. Professa a Usaquén – Bogotá (Colombia) il 5 agosto 1947. Appartenente all’Ispettoria Boliviana “N. S. della Pace”.
Marina, come veniva familiarmente chiamata, nacque in una famiglia le cui caratteristiche erano la fede robusta, la concordia e la sollecitudine nell’aiutare quanti si trovavano nel bisogno.
Negli anni 1944 - 45, iniziò il cammino formativo a Bogotá. Il 5 agosto 1945, passò al Noviziato a Usaquén dove, secondo lei, trascorse due anni che plasmarono la sua identità di felice FMA missionaria.
Dopo la professione fu maestra e assistente a Medellín. L’anno seguente andò a Torino “Casa Madre Mazzarello” per la preparazione missionaria e là continuò gli studi. Nel 1950 venne inviata a North Haledon (Stati Uniti), per lo studio della lingua inglese. Nel 1951 con l’entusiasmo e la generosità che la caratterizzavano, partì per la sua prima terra di missione: la Tailandia, dove lavorò fino al 1956, come assistente delle interne e maestra a Banpog e poi a Haad-Yai. Passò poi in Giappone, dove, con generosità e dedizione fu catechista, assistente delle pensionanti, portinaia e sacrestana a Tokyo Meguro, Osaka e Beppu. Per alcuni anni fu anche economa nella casa di Tokyo Meguro. Un giorno un’Ispettrice le chiese se voleva andare in Bolivia come missionaria, lei era indecisa perché era contenta della sua missione in Giappone. Poi nella preghiera capì che il Signore l’attendeva in Bolivia.
Il 20 ottobre 1989 arrivò in Bolivia con suor Teresita Yamaguchi e suor Maddalena Kanna per la missione pastorale con le famiglie giapponesi nelle colonie di San Juan de Yapacaní e Okinawa, situate nell’oriente boliviano. Dal 1990 le case di Montero, Okinawa, Santa Cruz e l’Aspirantato “Sacro Cuore” furono testimoni della generosità con la quale svolse i vari servizi di portinaia, catechista e assistente. Più a lungo fu economa in varie comunità.
La cara suor Marina si distinse per l’amabilità, delicatezza e senso di responsabilità. Era una donna ricca di fede, di profonda vita di preghiera, di ardore missionario e creatività apostolica soprattutto nella sua missione di catechista. Nonostante la salute delicata, restò sempre  fedele a quello che il Signore le affidava attraverso le mediazioni.
Uno dei volontari degli Stati Uniti che lavorò due anni a Okinawa attesta: ”Suor Marina fu un’autentica missionaria salesiana che, dove passava, lasciava un’impronta di speranza e di gioia. Con la sua parola efficace aveva il dono di convincere le persone a prendere buone decisioni per la vita, come è successo a me. Grazie a suor Marina ho scoperto la mia vocazione sacerdotale. Ricordo che la chiama-vamo “la abuelita” con molto affetto perché ci trattava con amorevolezza e generosità”.
Le consorelle del Giappone dicono che era un’ardente missionaria, umile e ricca di zelo apostolico, nella scuola come all’oratorio. Lavorava volentieri tra le bambine e le giovani ed era da loro benvoluta.
Due settimane fa venne ricoverata in ospedale a motivo di problemi cardiaci. Si abbandonò alla volontà del Signore accettando con fede e fiducia la malattia. Serenamente andò incontro al Signore a ricevere il premio alla sua generosa dedizione missionaria.
Cara suor Marina, essere con i giovani missionarie di speranza e di gioia è il compito che ci ha lasciato il CG XXIII. Tu sei stata pioniera nel vivere questo impegno. Eri sempre presente tra le bambine e le giovani, soprattutto con quelle della “Casa Maín” che aiutavi con tenerezza e comprensione. Le consorelle dell’Ispettoria e anche gli amici con i quali hai condiviso parte della tua vita missionaria ti ringraziano per la tua presenza sollecita. Grazie per la tua fedeltà e per la testimonianza serena della tua vita missionaria. Continueremo a rimanere unite a te nella preghiera. Tu ottienici dal Padre per la Chiesa, l’Istituto e l’Ispettoria, vocazioni della tua tempra, dal cuore missionario.
Riposa in pace, cara suor Marina!

L’Ispettrice
Suor Edith Franco Ruiz

Documento finale del Simposio Internazionale di Pastorale della Strada, tenutosi in Vaticano nei giorni 13 - 17 settembre scorso.


Domingo Mundial de las Misiones - DOMUND

15 ottobre 2015

Veglia missionaria a San Giovanni il 15 ottobre

Si aprirà con un’introduzione di don ALBERTO PACINI, rettore della basilica di sant’Anastasia e già missionario “fidei donum” della diocesi di Roma, la Veglia missionaria diocesana che, presieduta dal cardinale vicario AGOSTINO VALLINI, si svolgerà giovedì 15 ottobre alle 20.30 nella basilica di San Giovanni in Laterano. Seguiranno due interventi dedicati alla Siria, dove la presenza dei cristiani è sempre più a rischio, e al Nepal, colpito dal devastante terremoto che il 25 aprile scorso ha causato oltre 8mila morti e quasi 20mila feriti. A parlare della Siria sarà FRANCESCO GIOVANNELLI, coordinatore di “Aiutiamo la Siria onlus”, quindi ALBERTO LUZZI, dell’associazione “Jay Nepal”, presenterà gli interventi effettuati subito dopo il sisma e i progetti per la ricostruzione. Si tratta di due realtà con cui il Centro missionario diocesano ha realizzato alcuni microprogetti per le popolazioni locali.

Cuore della veglia, promossa dal Centro diocesano per la cooperazione missionaria tra le Chiese sul tema “Mandati per annunciare ai poveri un lieto messaggio”, sarà la testimonianza del cardinale LUIS ANTONIO TAGLE, arcivescovo di Manila e presidente di Caritas Internationalis, che illustrerà l’esperienza della Chiesa nelle Filippine.

Durante la liturgia il cardinale VALLINI affiderà il mandato missionario a diverse religiose in partenza per l’Indonesia, gli Stati Uniti d’America e il Vietnam e a due famiglie, originarie rispettivamente delle parrocchie di San Giuseppe al Trionfale e di San Tarcisio, che andranno in Belgio e Francia. «Parlare oggi di una Chiesa missionaria – spiega il vescovo ausiliare MATTEO ZUPPI, incaricato del Centro diocesano per la cooperazione missionaria tra le Chiese – non vuol dire limitarsi solo a Paesi lontani, ma guardare anche vicino; significa portare il Vangelo ai più poveri. E coloro che decidono di partire hanno un senso di debito per le tante cose ricevute: quel desiderio di donare ricchezza spirituale a chi non l’ha mai conosciuta e trasmettere la testimonianza del Vangelo della carità».

AMERICA/MESSICO - Prima Messa in lingua nahuatl: “I popoli nahuatl sono speranza e non scarto”

Puebla  – Per la prima volta nella Basilica di Guadalupe a Città del Messico è stata celebrata una Messa solenne in lingua nahuatl (lingua nativa), che è stata presieduta dall'Arcivescovo di Puebla, Sua Ecc. Mons. Victor Sanchez, Presidente della Commissione episcopale per la Pastorale Biblica.
La celebrazione, organizzata dalla Commissione per la Cultura della Conferenza Episcopale Messicana (CEM) e dalla Pastorale Indigena, ha vista la partecipazione di rappresentanti di 20 diocesi del Messico, che dopo la Messa hanno presentano un programma di danze proprie delle regioni indigene dove si parla questa lingua.
La nota inviata a Fides riporta informazioni della Agenzia Notimex, che evidenziano l'importanza e il rispetto dei messicani per questa lingua nativa, in quanto la Vergine di Guadalupe si espresse in questa lingua nel suo dialogo con Juan Diego sulla collina di Tepeyac, a nord di Città del Messico.
Per la celebrazione che si è svolta ieri, martedì 13 ottobre, sono stati utilizzati i testi la cui traduzione è stata concordati tra circa 50 gruppi che parlano questa lingua appartenenti ad almeno 12 arcidiocesi e diocesi del Paese, e con i missionari di due congregazioni religiose, come ha ricordato Sua Ecc. Mons. Felipe Arizmendi Esquivel, Arcivescovo di San Cristóbal de las Casas e presidente della Commissione per la Cultura della CEM.
Mons. Arizmendi Esquivel ha tenuto l’omelia durante la celebrazione, e dopo una riflessione sull’esempio di Maria, Madre di Dio e madre nostra, ha detto: "Questo è ciò di cui il popolo nahuatl ha necessità: la speranza. Questo è ciò di cui i nostri popoli nativi hanno bisogno: la speranza. Essi hanno una storia, hanno la cultura, hanno un presente e un futuro. Essi non sono condannati a sparire. Non devono vergognarsi della loro ricchezza culturale. Dobbiamo apprezzare ciò che Dio e la Vergine desiderano per loro. Non sono i rifiuti nel nostro paese, non sono scarto, non sono segno di arretratezza. Sono speranza. Hanno molto da dare alla società. Dio, la Vergine e la Chiesa hanno bisogno di loro. Il Messico non è il Messico senza di loro. Loro siamo noi."
La traduzione in lingua nahuatl è stata patrocinata dalla CEM, attraverso le Commissioni per la Pastorale biblica, Pastorale Liturgica, Dottrina della Fede, Pastorale Indigena e Pastorale per la Cultura già da agosto 2012. Da allora ci sono stati 11 incontri di studio e di lavoro che hanno coinvolto la maggior parte delle comunità indigene di cultura nahuatl.