Pubblicato il Documento finale del Simposio Internazionale sulla Pastorale della Strada. Presentate al Papa le riflessioni e le deliberazioni emerse durante i lavori del 13-17 settembre
Un "Piano d’azione" in risposta al fenomeno dei bambini e delle donne che si guadagnano da vivere sulla strada o vivono in strada. Si presenta così il Documento finale del Simposio Internazionale sulla Pastorale della Strada promosso e organizzato dal Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti.
Durante l’incontro, svolto a Roma dal 13 al 17 settembre scorso, sono stati studiati specifici piani d’azione per contrastare questa realtà drammatica che richiede interventi tempestivi sia da parte della Chiesa Universale e delle Chiese locali, che da parte delle Istituzioni civili.
I delegati provenienti da 42 Paesi di tutti i continenti e da 12 istituzioni cattoliche e congregazioni religiose hanno presentato a Papa Francesco le riflessioni e le deliberazioni emerse durante i giorni di lavoro, come informa una nota del Dicastero. Il Documento finale mira a dare dignità e rispetto ai bambini e alle donne vittime di sfruttamenti e abusi e sprona a un rinnovato impegno comune nella lotta a gravi crimini contro l’umanità.
In particolare, il Documento cambia per la prima volta la terminologia usata in passato: non si parla più di ‘bambini di strada’ o ‘donne di strada’, ma di “bambini o donne che si guadagnano da vivere sulla strada o vivono in strada”. Esso, inoltre, contesta ogni atto legale e ogni politica favorevole alla prostituzione, realtà che disonora l’essere umano, creato a immagine e somiglianza di Dio ed esige che i Governi e gli Stati proteggano con ogni mezzo legale bambini e donne che si guadagnano da vivere o che vivono in strada, sostenendo le istituzioni impegnate alla loro liberazione e riabilitazione e rinforzando i procedimenti atti alla riunificazione e reintegrazione delle vittime all’interno delle famiglie naturali e di sani contesti familiari, offrendo libero accesso all’educazione e offrendo loro un lavoro dignitoso.
Nel testo vengono poi esortati Governi e Stati a gararantire a queste categorie di bambini e donne, e alle loro famiglie, il diritto universale di ottenere una carta d’identità e altri documenti legali oltre che di assicurare il loro inserimento, come beneficiari, all’interno di programmi integrali e inclusivi di sviluppo, nei progetti internazionali e nelle politiche economiche nazionali, regionali e comunali, così come all’interno di politiche e servizi di protezione. Un sollecito anche per tutti i vescovi a scrivere una specifica lettera pastorale, a livello nazionale, diocesano o di Congregazioni, nel contesto della XIV Assemblea Ordinaria Generale del Sinodo sulla famiglia, proponendo apposite conferenze, dibattiti e momenti di preghiera [cattolica/ ecumenica/interreligiosa] incentrati sulla vita della famiglia di bambini e donne in questione.
Sempre ai vescovi, il Documento finale chiede che assicurino la giustizia sociale nei confronti di queste persone considerandole non come stranieri o semplici bisognosi di carità, ma come ordinari parrocchiani e cittadini con ogni diritto e dignità. Infine, un invito anche a tutti i trafficanti, gli sfruttatori e i clienti "a convertirsi", abbandonando queste attività illecite e inserendosi in programmi di riabilitazione appropriata.