31 ottobre 2016

Calendario Missionario _ NOVEMBRE 2016

- 1/11: “Solennità di Tutti i Santi che con Cristo sono nella gloria”, ove continuano il servizio missionario d’intercessione in favore dell’umanità. - Giornata della santificazione universale.
- 2/11: Giorno di preghiera per tutti i defunti.- Giornata degli antenati.
- 3/11: S. Ermengaudio, Vescovo di Seu d’Urgell, Catalogna (+1035), uno dei grandi evangelizzatori spagnoli nelle terre ricuperate dopo le invasioni degli arabi musulmani.
- 3/11: S. Martino de Porres (1579-1639), mulatto vissuto a Lima (Perù), nel Convento di San Domenico come fratello coadiutore, portinaio, infermiere; fu uomo di preghiera, austerità e carità.
- 4/11: S. Carlo Borromeo (1538-1584), arcivescovo di Milano; uomo di dottrina e carità, organizzò sinodi e seminari per la formazione del clero, promosse la vita cristiana con assidue visite pastorali.
- 5-11: a Scutari (Albania) proclamazione dei Beati martiri Mons. Vinçenc Prennushi, francescano, arcivescovo di Durazzo, insieme ad altre 37 vittime del comunismo dopo la II Guerra Mondiale.
- 5/11: S. Guido Maria Conforti (1865-1931), vescovo di Parma, animatore dello spirito missionario nella comunità ecclesiale, fondatore dei Missionari Saveriani.
- 5/11: Servo di Dio Giorgio La Pira (1904-1977), laico, professore, politico, deputato e ministro, sindaco di Firenze, promotore del dialogo e operatore di pace.
- 6/11: (In questa o in altra data): “Giornata del Ringraziamento” a Dio per i frutti della terra.
- 7/11: S. Prosdocimo (s. III), ritenuto il fondatore della comunità cristiana intorno a Padova e suo primo vescovo.
- 9/11: Dedicazione della Basilica di S. Giovanni in Laterano, cattedrale del Papa in quanto vescovo di Roma; è la chiesa “madre e capo di tutte le chiese dell’Urbe e dell’orbe”.
- 9/11: Ricordo della caduta del “Muro di Berlino” (1989), avvenimento simbolo di rapporti nuovi fra i popoli.
- 10/11: S. Leone Magno, papa e dottore della Chiesa (+461), salvò Roma e l’Italia dalle invasioni degli Unni e dei Vandali.
- 11/11: S. Martino di Tours (+397), fondatore di monasteri ed evangelizzatore della Francia rurale, con fama di taumaturgo; fu il primo Santo non martire venerato nella Chiesa latina.
- 11/11: B. Vincenzo Eugenio Bossilkov (Bulgaria, 1900-1952), religioso passionista e vescovo di Nicopoli, ucciso in carcere a Sofia per la sua ferma comunione con la Chiesa di Roma. Due giorni dopo, altri tre sacerdoti agostiniani dell’Assunzione furono martirizzati in carcere a Sofia.
- 12/11: S. Giosafat Kuncewicz (1580-1623), vescovo di Vitebsk e di Polock in Polonia-Bielorussia, protomartire dell’unione dei greco-russi con la Chiesa cattolica di Roma.
- 15/11: S. Alberto Magno (Colonia, +1280), domenicano tedesco, vescovo, uomo di pace, dottore della Chiesa e patrono dei cultori di scienze naturali; seppe unire scienze umane e studi teologici.
- 15/11: S. Giuseppe Pignatelli (1737-1811), sacerdote gesuita italiano, che, con santità di vita e abilità, si dedicò alla restaurazione della quasi estinta Compagnia di Gesù, dopo le soppressioni, la Rivoluzione Francese e le guerre napoleoniche.
- 15/11: B. Maria della Passione (Elena) de Chappotin de Neuville (1839-1904), religiosa francese, missionaria in India, fondatrice delle Francescane Missionarie di Maria.
- 15-16/11: SS. Rocco González (nato in Asunción, Paraguay), Alfonso Rodríguez e Giovanni del Castillo (nati in Spagna), martiri gesuiti nelle riduzioni del Paraguay (+1628), per il loro impegno missionario nella difesa e promozione degli indigeni. Il film Mission ne ha riprodotto l’epopea.
- 16/11: Giornata Internazionale della Tolleranza, istituita dall’ONU-UNESCO nel 1995.
- 17/11: Ricordo dell’inaugurazione del Canale di Suez (Egitto, 1869), nuova via di comunicazione commerciale e culturale fra i popoli.
- 18/11: S. Filippina Rosa Duchesne (1769-1852), religiosa francese, missionaria negli USA, ove creò varie scuole e morì nello stato del Missouri.
-20/11: Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo, Re dell’Universo. - Chiusura del Giubileo della Misericordia.
- 20/11: Giornata Internazionale dei Diritti del Bambino, creata dall’ONU nel 1989.
- 21/11: Presentazione della Beata Vergine Maria al tempio. – Giornata Pro Orantibus, per i monaci e le religiose claustrali di vita contemplativa.
- 22/11: Santa Cecilia, martire romana (s. II-III). - Giornata Internazionale della Musica.
- 23/11: S. Colombano, abate (+615), nato in Irlanda, missionario itinerante in Francia, Svizzera e Italia, fondatore di numerosi monasteri.
- 23/11: B. Michele Agostino Pro (1891-1927), gesuita messicano, martirizzato durante la persecuzione contro la Chiesa. Assieme a lui, si ricordano tanti altri martiri messicani.
- 24/11: BB. Pietro Kibe Kasui (1587-1639), gesuita giapponese, e 187 compagni martiri, uccisi fra il 1603 e il 1639; quattro di essi erano sacerdoti e tutti gli altri laici, fra i quali anche donne e bambini. È il terzo gruppo di martiri giapponesi (dopo quelli del 1597 e 1622).
- 24/11: S. Andrea Dung Lac (+1839), sacerdote, e vari altri compagni martiri in Vietnam. Giovanni Paolo II nel 1988 ne canonizzò 117: vescovi, sacerdoti e laici uccisi in vari luoghi, modi e tempi.
- 24/11: Anniversario dell’importante Esortazione apostolica di Papa Francesco, Evangelii Gaudium (2013), per l’annuncio della “Gioia del Vangelo” nel mondo attuale.
- 25/11: Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne (ONU 1999).
- 26/11: S. Leonardo da Porto Maurizio (1676-1751), sacerdote francescano italiano, itinerante, dedicato alle missioni popolari. È l’ideatore della Via Crucis.
- 26/11: B. Giacomo Alberione (1884-1971), fondatore della Famiglia Paolina (una decina di istituzioni), per diffondere il Vangelo con i mezzi di comunicazione sociale e per promuovere le vocazioni.
- 26/11: Ricordo del Card. Charles Lavigerie (1825-1892), vescovo francese di Algeri, fondatore dei Missionari d’Africa (Padri Bianchi).
- 27/11: I^ Domenica di Avvento, tempo liturgico missionario per ricordare i popoli che ancora attendono il primo annuncio di Cristo Salvatore.
- 29/11 (e giorni vicini): BB. Edoardo Burden (+1588), Giorgio Errington (+1596) e compagni; S. Cutberto Mayne (+1577), SS. Edmondo Campion (+1581) e compagni; B. Riccardo Langley (+1586) e tanti altri sacerdoti e laici martirizzati in Inghilterra sotto la regina Elisabetta I.
- 29/11: BB. Dionigi Berthelot e Redento Rodríguez, religiosi carmelitani, fatti schiavi e poi martirizzati da musulmani (+1638) ad Aceh (Sumatra, Indonesia).
- 30/11: S. Andrea, apostolo, fratello di Simon Pietro. Predicò il Vangelo in Grecia, ove morì crocifisso.

29 ottobre 2016

Giubileo della Missione. Eravamo la...
















Giubileo della Missione

Giubileo della Missione

Giubileo della Missione

Dossier Statistico Immigrazione 2016 - Pagina dell'Evento





Video Rai News 24 Dossier Statistico Immigrazione Idos 2016

“Una Chiesa senza frontiere, Madre di tutti”

EUROPA/SPAGNA - La Missione a 360°, itinerario virtuale dove lavorano i missionari in tutto il mondo

Madrid – Le Pontificie Opere Missionarie (POM) della Spagna, in occasione della Giornata Missionaria Mondiale, hanno preparato un "itinerario virtuale" della Chiesa cattolica in tutto il mondo, elaborato con fotografie inviate dagli stessi missionari che operano nei cinque continenti. "Questa iniziativa della realtà virtuale vuole mostrare la ricchezza della missione svolta dalla Chiesa in tutto il mondo e avvicinarsi ai luoghi in cui i nostri missionari attualmente svolgono il loro lavoro" si legge nella nota inviata a Fides.
"Mision 360" è frutto del contributo fotografico di alcuni missionari da Mozambico, Zimbabwe, Repubblica Democratica del Congo, Brasile, Nicaragua, Ecuador e Corea del Sud. Con questo tour virtuale è possibile "entrare" nei luoghi del loro lavoro di evangelizzazione, di sostegno e di promozione umana. L’indirizzo per visitare questo tour:


28 ottobre 2016

Sale il bilancio delle vittime nel Mediterraneo: il 2016 è l’anno più letale

L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) esprime grande preoccupazione per l’elevato numero di rifugiati e i migranti che nel 2016 hanno perso la vita attraversando il Mediterraneo. Ad oggi, nonostante manchino ancora due mesi alla fine dell’anno, si contano almeno 3.740 morti e dispersi – poco meno dei 3.771 registrati nel 2015, finora l’anno più mortale.

Questo tragico bilancio viene rilevato nonostante il forte calo complessivo del numero di persone che hanno attraversato il Mediterraneo per raggiungere l’Europa. Finora, sono circa 327.800 i rifugiati e migranti che hanno intrapreso la pericolosa traversata, a fronte del 1,015,078 registrato nel 2015. Dall’inizio del 2016, una persona ogni 88 che hanno tentato la traversata ha perso la vita, un dato in netta crescita rispetto all’1 ogni 269 dello scorso anno. Nel Mediterraneo Centrale questo dato è addirittura più alto, con una morte ogni 47 arrivi.

Le cause di tale incremento sono molteplici: circa la metà di coloro che attraversano il Mediterraneo sono diretti in Italia e si imbarcano dal Nord Africa, una rotta notoriamente più pericolosa. I trafficanti stanno inoltre utilizzando imbarcazioni di qualità sempre più scarsa, tra cui fragili gommoni che spesso non resistono all’intera durata del viaggio. La causa di diversi incidenti sembra essere il maltempo, ma anche le tattiche dei trafficanti stanno cambiando: in molti casi si sono verificate partenze di massa di migliaia di persone in contemporanea. Questo può essere dovuto al fatto che il traffico di esseri umani si sta orientando verso nuove modalità o la percezione che i rischi legati alla traversata siano minori che in passato, il che rende il lavoro dei soccorritori più arduo.

Affrontare questa situazione, garantendo al contempo sistemi di asilo funzionanti, rimane una sfida politica per molti paesi, ma le misure per salvare vite umane ci sono e l’UNHCR esorta tutti i paesi a fare di più in questo senso. Rafforzare l’accesso a percorsi regolari che garantiscano sicurezza ai rifugiati deve diventare una priorità più urgente e ciò va realizzato attraverso azioni quali un rafforzamento del reinsediamento e dell’ammissione umanitaria, il ricongiungimento familiare, la sponsorizzazione privata, e la concessione di visti ai rifugiati per motivi umanitari, di studio e di lavoro. L’elevato tasso di mortalità ricorda inoltre l’importanza della continua e intensa azione di ricerca e soccorso, senza la quale il numero di vittime sarebbe certamente superiore. L’UNHCR ringrazia i governi ed i soggetti privati che ogni giorno, e spesso in condizioni difficili, contribuiscono a questo importante lavoro di salvataggio di vite umane.

27 ottobre 2016

Sempre più famiglie e occupati: così i migranti aiutano l’Italia

Dossier statistico 2016. Idos mette in luce i numeri controcorrente della presenza straniera nel nostro paese: oltre 2,4 milioni di famiglie, 72 mila nuovi nati e oltre due milioni di lavoratori. Ma gli stipendi sono inferiori a quelli degli italiani del 30 per cento.


ROMA – Sono numeri controcorrente, che tendono a ribaltare la visione negativa sui migranti e richiedenti asilo, quelli contenuti nel Dossier statistico immigrazione, realizzato da Idos in partenariato con la rivista Confronti e in collaborazione con l’Unar. In particolare, il rapporto 2016, mette in luce il supporto dei migranti in Italia a livello demografico e previdenziale, ma anche a livello occupazionale e chiede alla politica un coinvolgimento sociale nuovo.

Due milioni e mezzo di famiglie: 72 mila i nuovi nati. Nello specifico, il dossier sottolinea che i 5.026.153 stranieri residenti in Italia (secondo i dati Istat) alla fine del 2015 sono aumentati in un anno di appena 12 mila unità. Alla stessa data sono 2.425.000 le famiglie con almeno un componente straniero, in tre quarti dei casi composte esclusivamente da stranieri. Ma la staticità della presenza immigrata è solo apparente: infatti, nel 2015 sono 72 mila i nuovi nati da genitori entrambi stranieri, circa un settimo di tutte le nascite dell’anno; inoltre, nelle anagrafi comunali si sono registrati 250.000 cittadini stranieri in arrivo dall'estero, un numero che, seppure diminuito rispetto agli anni passati, ricorda i consistenti flussi in uscita degli italiani negli anni ’60. Si contano quasi 45.000 cittadini stranieri che si sono trasferiti all'estero e 178.000 che hanno acquisito la cittadinanza italiana, portando così a circa 1 milione e 150 mila i cittadini italiani di origine straniera residenti nel paese. Nel corso dell’anno poi, protraendosi la congiuntura economica problematica, a 64.000 persone non è stato rinnovato il permesso di soggiorno, mentre i ritorni assistiti sono stati solo 3.697 tra il 2009 e il 2015.

“Demograficamente è infondato parlare di arrivi e presenze disfunzionali – spiega il rapporto -. Nel periodo 2011-2065, nello scenario centrale delle proiezioni demografiche curate dall’Istat, la dinamica naturale in Italia sarà negativa per 11,5 milioni (28,5 milioni di nascite contro 40 milioni di decessi) e quella migratoria sarà positiva per 12 milioni (17,9 milioni di ingressi contro 5,9 milioni di uscite). Va sottolineato che da anni la popolazione in Italia è in diminuzione Questa tendenza peggiorerà, trovando tuttavia un parziale temperamento nei flussi degli immigrati”. Quindi, secondo Idos con gli attuali flussi migratori si sta già verificando ciò che per l’Italia si ritiene funzionale da un punto di vista demografico. La presenza degli immigrati è quanto mai positiva anche sotto l’aspetto previdenziale – aggiungono- specialmente per quanto riguardale pensioni per invalidità, vecchiaia e superstiti (Ivs, la branca più impegnativa della sicurezza sociale), fornisce un copioso gettito contributivo (10,9 miliardi di euro nel 2015). I non comunitari titolari di pensione per Ivs gravano solo per lo 0,3% sul totale delle pensioni (39.340 su 14.299.048): a beneficiarne sono soprattutto le donne, che incidono per il 63,9%, mentre un decimo dei titolari è residente all'estero. Benché sia consistente l’aumento annuale dei nuovi beneficiari, il differenziale rispetto agli italiani sarà elevato ancora per molti anni e andrà a beneficio delle casse previdenziali. Più rilevante (ma sempre a un livello proporzionalmente più basso rispetto agli italiani) è l’incidenza degli immigrati non comunitari sulle pensioni assistenziali, erogate non su base contributiva: si tratta di 59.228 casi su 3.857.802 (incidenza dell’1,5% sul totale).

Oltre due milioni di occupati (+65 mila) ma solo il 7 per cento svolge una professione qualificata. Stesso discorso fa il dossier per quanto riguarda il supporto degli immigrati a livello occupazionale Nel 2015 gli stranieri presenti nell’Ue sono stati il 7,3 per cento degli occupati e il 12,5 per cento dei disoccupati, mentre in Italia l’incidenza è stata del 10,5 per cento tra gli occupati e del 15 per cento tra i disoccupati. Ad avere un’occupazione sono stati complessivamente 2.359.000 stranieri nel corso dell’anno, aumentati di 65 mila unità rispetto al 2014. Nel periodo 2008-2015 per gli immigrati il tasso di occupazione si è ridotto di 8,1 punti (per gli italiani di 2,1) e il tasso di disoccupazione è aumentato di 7,7 punti (per gli italiani di 4,8). Ma solo il 6,8 per cento degli stranieri lavora nelle professioni qualificate, mentre il 35,9 per cento svolge professioni non qualificate (la percentuale è più alta per le donne immigrate) e un altro 30 per cento lavora come operaio. In media la retribuzione netta mensile per gli immigrati è inferiore del 28,1 per cento (979 euro contro i 1.362 degli italiani) e il divario è ancora più ampio tra le donne straniere e quelle italiane.Nonostante le condizioni più onerose, gli immigrati esprimono la stessa soddisfazione degli italiani per quanto riguarda il lavoro(rispettivamente 7 e 7,3 in una scala da 1 a 10), tuttavia con una più elevata percezione dell’insicurezza della loro occupazione. I saldi occupazionali rilevati dall'archivio Inail sono stati positivi solo per le collettività maggiormente coinvolte in attività autonome, specie nel commercio(Cina, Egitto, Bangladesh, Pakistan). “Gli immigrati nati all'estero nel 2015 hanno inciso per il 23,8 per cento sul numero degli assunti nell'anno e per il 28,9 per cento sui nuovi assunti, valori che sottolineano la loro funzionalità al mercato occupazionale in numerosi comparti e, in particolare, in quello del lavoro presso le famiglie e in agricoltura – sottolinea il rapporto -Sul piano generale va detto che le assunzioni si sono molto ridotte, specialmente nell'industria”. Nelle piccole e medie imprese (fino a 9 dipendenti) è impiegato il 74,1 per cento degli occupati immigrati e l’81,9 per cento dei nuovi assunti. Positivo anche l’andamento delle imprese a gestione immigrata, aumentate del 5 per cento e di 26 mila unità e arrivate al numero di circa 550 mila.

La metà delle donne immigrate resta impiegata nel lavoro domestico ( 8 su 10 in tra le ucraine, mentre appena 2 ogni 10 tra i senegalesi e i bangladesi). Nel 2015, secondo l’Osservatorio sul lavoro domestico dell’Inps, le badanti e le colf sono 886.125, di cui 672.194 con cittadinanza straniera (incidenza del 75,9 per cento, mentre nel 2009 era stato raggiunto il valore massimo pari all’83,4%). Tra le persone straniere prevalgono le colf (367.908, pari al 54,7 per cento), che però nel 2015 sono diminuite del 5,4 per cento, mentre le badanti sono aumentate di poco più di 2 punti percentuali: tuttavia, secondo stime, le persone che lavorano in nero uguagliano quelle assicurate. In questa fase di crisi anche le donne italiane si sono inserite maggiormente nel comparto e tra il 2007 e il 2015 sono passate da 140 mila a 213.931, con un aumento di 73 mila unità (9 mila in media in più l’anno). Infine, sottolinea il rapporto, altro settore portante nell'occupazione straniera è l’agricoltura (in media per 3,8 per cento impiegati, valore che sale al 5,6 per cento) ma qui il caporalato, però, continua a imperversare, esercitando il suo sfruttamento a livello transregionale, anche con il coinvolgimento di aziende, agenzie di somministrazione di lavoro temporaneo, agenzie di viaggio operanti a livello internazionale. “Il reclutamento di lavoratori (specialmente quelli originari dell’Est Europa e del Centro Africa) avviene anche nei pressi dei centri di accoglienza di richiedenti asilo – sottolinea Idos -. La rete del caporalato si è modernizzata e dirige le operazioni di sfruttamento ricorrendo sempre più all’utilizzo continuo di telefonini e internet, senza più limitarsi solo al reclutamento sulle piazze, come avveniva nel passato”. (ec)

Presentazione del Dossier Statistico sull'Immigrazione 2016

Corridoi Umanitari

Dossier Statistico Immigrazione 2016 - Minori non accompagnati

25 ottobre 2016

Le donne migranti

XV Giornata del Dialogo cristiano-islamico




Dalla Repubblica Democratica del Congo

Con las niñas de la Maison Mazzarello preparamos la acogida de la Madre...
Todos estamos contentos de ver como se trabaja para poder tener agua... esperemos... pues las cosas se complican a causa de la VEJEZ de los tubos y demas...pero bueno! ahi vamos!!!!
Gracias por la oracion, que sé no nos falta y que sostiene nuestra vida misionera....
Un abrazo para todos.
María del Carmen Larai fma







La lettura popolare della Bibbia

Centenario de la PUM

Da Río Gallegos

Carissimi,

Quello di ottobre è un mese missionario, veramente importante e bello e lo sto vivendo in pienezza con la mia gente...
Incomincio a dirvi che nella bellezza di un anno, per me giubilare, non poteva mancare la testimonianza di una famiglia che potesse celebrare le proprie nozze d’oro. E proprio in San Benito, JOSÉ e IRMA, e nel giorno esatto del loro 50º, il sabato 1º di ottobre hanno condiviso la loro gioia con il popolo del Barrio. L’abbiamo celebrato in modo semplice come semplice fu vissuta la loro lunga vita di fedeltà coniugale: hanno saputo rivestire di gioia e di servizio le loro giornate e i loro anni. Quando Irma ha compiuto gli anni le chiesi a bruciapelo: “Ma quanti anni hai Irma!” ella mi rispose tranquillamente “67!” Dunque ti sei sposata giovanissima! Sì sì e il nostro SÌ all'altare promesso al Signore ... dura da 50 anni, y es lo mismo! (E è il medesimo!) Quindi azzardai una richiesta... “Hai una foto del tuo matrimonio? Se ce l’hai, portala per il primo di ottobre a San Benito che la mettiamo sull'altare... sai Irma, per i nostri giovani e giovanissimi può essere una bella testimonianza oltre che un motivo di curiosità!”. "Ma certamente te la porto una foto... la scelgo tra le tante che fanno parte del nostro album fotografico... sai... sono come quelle di un tempo... non sono come quelle di oggi che devi cercarle tra 1000 che appaiono sul telefonino... che confusione... mio signore!”. E così fu: il giorno giubilare di José e Irma tutto pronto: l’altare con tovaglia bianca sopra quella dorata; rose color d’oro, candelieri ugualmente dotati, la foto “del primo Sí-per-SERMPRE!", canti adatti alla circostanza. Poi la merenda come si usava un tempo: pane e salame... poi la torta e poi i regali. I giovanissimi della Catechesi si sono impegnati per regalare PULCINI VIVI per la casa di campagna e, non essendo pronti i pulcini perché mancavano alcuni giorni alla schiusa ... regalarono una scatola trasparente e dentro 50 bigliettini con scritto: 1 pulcino... 1 pulcino... 1 pulcino... 1 pulcino... Incuriosito José mi domandò dove erano i pulcini... e dovetti confermare che erano alle prese con la futura nascita e che quando sarebbero nati i ragazzi avrebbero festeggiato nuovamente! Tutto fa parte di una vita e una vita semplicemente vissuta.

Non so se posso descrivervi qualche cosa della CANONIZZAZIONE del PRIMO SANTO al 100% Argentino: il Sacerdote José Gabriel Brochero detto familiarmente CURA BROCHERO! Tutto il popolo Argentino era in gran movimento per questo evento. Anche da Río Gallegos sono partiti scout, devoti e Sacerdoti: chi viaggiando a ROMA e altri a Cordoba dove il neo Santo ha vissuto in dedizione totale la sua opera pastorale. Alle 5 della mattina, domenica 16 ottobre, anche noi eravamo in collegamento diretto con ROMA e sicuramente vi dico che l’emozione era altissima. Penso che anche il Papa Francesco fu scosso da un fremito di gioia nel proclamare il primo Santo della sua terra d’origine... Come si sa sono sorprese della Provvidenza. Lascio a voi immaginare il resto... soprattutto pensando che anche i due ragazzi che furono miracolati per intercessione di San José Gabriel erano presenti per il meraviglioso avvenimento.

E a San Benito ci fu un colpo d’ala per la Chiesa! Quando il venerdì 30 settembre fummo a distribuire il Notiziario della Cappella S. Benito nei 44 negozi, con le due “missionarie” che mi accompagnano, vedemmo qualcosa di meraviglioso: le quattro cupole delle torri campanarie apparivano nel massimo dello splendore. In una settimana di lavoro, con gru speciali, costruirono una meraviglia! Ma chi operò tutto questo? Chiedendo a Gladys, la persona che accompagnò Padre Juan per molti anni nel suo ministero Sacerdotale, candidamente mi rispose: “Fueron los ANGELITOS DEL PADRE JUAN!”. La realtà é che molte volte Padre Juan invitava la gente più comune a mettere mano all'opera dove c’era bisogno ... e il lavoro veniva effettuato puntualmente e con vero successo. Puó essere che anche questa volta ... passarono gli ANGIOLETTI DEL PADRE JUAN??? All'interno della chiesa é tutto da costruire: condutture d’acqua, riscaldamento, pavimentazione, rifiniture murarie e anche le finestre aspettano la loro collocazione che sarà solo alla fine dell’opera. Ma preghiamo e speriamo sempre confidando nella provvidenza.
Per ora prepariamo PIETRE VIVE DELLA CHIESA CHE è IN SAN BENITO e lavoriamo nella catechesi e nell'animazione liturgica domenicale con molto sacrificio per gli spazi che diventano sempre più stretti. Nel mese di novembre riceveranno la prima Comunione e la Cresima un bel gruppo di ragazzi, ragazze e alcuni giovani. Anche l’oratorio continua il suo ritmo con cadenza mensile funziona bene. Ve ne parlerò la prossima volta.

Vi penso e vi ricordo nella preghiera di ogni giorno. Voi per favore ricordatevi di tutti i missionari sparsi nel mondo. Grazie!
Con mucho cariño y bendiciones misioneras
Sr. Paola feliz FMA



22 ottobre 2016

Un augurio di buona festa a tutte le missionarie e i missionari ad gentes!

"Maria Santissima, icona sublime dell’umanità redenta, modello missionario per la Chiesa, insegni a tutti, uomini, donne e famiglie, a generare e custodire ovunque la presenza viva e misteriosa del Signore Risorto, il quale rinnova e riempie di gioiosa misericordia le relazioni tra le persone, le culture e i popoli". (Papa Francesco)


90° Giornata Missionaria Mondiale - Chiesa missionaria, testimone di misericordia

XV Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico

XV Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico
27 ottobre 2016 - 25 muharram 1438
Misericordia, diritti: presupposti per un dialogo costruttivo


«Questa parola del Signore fu rivolta a Zaccaria: "Ecco ciò che dice il Signore degli
eserciti: Praticate una giustizia vera: abbiate amore e misericordia ciascuno verso il suo
prossimo"» (Zaccaria 8,9).

«E si rivolse Giobbe al suo signore: "Il male mi ha colpito, ma Tu sei il più misericordioso
dei misericordiosi"» (Corano XXI, 83).

La misericordia e il rispetto dei diritti del prossimo (la vedova, l'orfano, il forestiero, il
misero) come ci ricorda il profeta Zaccaria, e l’attenzione per i perseguitati e gli esclusi
come Giobbe, sono i tratti caratteristici della fede comune dei cristiani e dei musulmani
nell’unico Dio.

Fare tesoro della misericordia e impegnarsi nella promozione dei diritti sono vie che
favoriscono il dialogo.

È su questi valori importanti che si incentra la XV Giornata ecumenica del dialogo
cristiano-islamico del 27 ottobre.

L'iniziativa è nata nel 2001 dopo le tragedie dell'11 settembre e la Giornata del 27 ottobre
è diventata, nel corso degli anni, una importante occasione di testimonianza comune di
essere figli e figlie della stessa comunità umana. Uomini e donne che cercano di vivere la
loro fede in libertà e pace e costruire ponti e non muri.

Il Comitato Promotore Nazionale della
Giornata Ecumenica del dialogo cristiano-islamico

20 ottobre 2016

Udienza Generale - Giornata Missionaria Mondiale

Saluto di cuore i pellegrini provenienti dalla Slovacchia, particolarmente i gruppi parrocchiali e la gioventù salesiana di Bratislava. Fratelli e sorelle, domenica prossima celebreremo la Giornata Missionaria Mondiale, occasione preziosa per riflettere sull’urgenza dell’impegno missionario della Chiesa e di ciascun cristiano. Anche noi siamo chiamati ad evangelizzare nell’ambiente in cui viviamo e lavoriamo. Con questi voti volentieri benedico voi e le vostre famiglie. Sia lodato Gesù Cristo! (Papa Francesco)

https://youtu.be/4nchJycRwqA?t=1h9m37s

19 ottobre 2016

Fernando López nos trae los modos indígenas de cuidar la 'Madre Tierra'

Messaggio del Papa Francesco per la Giornata Missionaria Mondiale 2016


Message du Pape François pour la Journée Mondiale des Missions 2016


Message of Pope Francis for World Mission Day 2016


Mensagem de Papa Francisco para o Dia Mundial das Missões 2016


Mensaje del Santo Padre Francisco para la Jornada Mundial de las Missiones 2016

A San Giovanni in Laterano, il 20 ottobre la Veglia missionaria

Presieduta dal cardinale vicario Agostino Vallini, la celebrazione avrà come tema “Misericordia fino ai confini del mondo”


Le testimonianze di chi ha sperimentato la carità nell’accoglienza e di chi la porta nel mondo attraverso le opere di misericordia accomunate dall’incontro con santa Teresa di Calcutta saranno al centro della Veglia missionaria diocesana “Misericordia fino ai confini del mondo”.

L’appuntamento è organizzato dal Centro per la cooperazione missionaria tra le Chiese della diocesi di Roma e sarà presieduto dal cardinale vicario Agostino Vallini, giovedì 20 ottobre alle 20.30, nella basilica di San Giovanni in Laterano. La preghiera inizierà con la proiezione sul sagrato di un video che riassume le esperienze missionarie realizzate dalle parrocchie, attraverso viaggi e progetti nel mondo. Subito dopo si attraverserà la Porta Santa della Misericordia e, a seguire, sarà la volta delle testimonianze.

A pronunciare la prima sarà un missionario laico nato in Cina che vive da molti anni in Italia. Un’integrazione difficile e sofferta la sua ma resa possibile grazie all’incontro con le suore di Madre Teresa, che lo hanno ospitato. Proprio nella casa delle Missionarie della Carità è rimasto affascinato dal messaggio di Cristo concretizzato nelle loro opere. Tanto da voler chiedere il battesimo e coltivare la vocazione di missionario laico.

Un padre della congregazione fondata dalla santa di Calcutta invece racconterà la sua opera in direzione opposta, cioè nella missione ad gentes. Il suo impegno missionario nel mondo ha portato all’apertura di alcune case della famiglia religiosa e ha reso possibile l’accoglienza dei più poveri in diversi Paesi.

Poi, sarà il momento della lettura di un brano del Vangelo al quale seguirà la riflessione del cardinale vicario. La Veglia si concluderà con la consegna del mandato missionario che sarà conferito a chi entro l’anno partirà da Roma per portare nel mondo il Vangelo.

“La veglia si muove su due linee: l’anno giubilare che dà il senso della misericordia e le opere di Madre Teresa che danno concretezza alla misericordia – spiega don Michele Caiafa, addetto al Centro per la cooperazione missionaria tra le Chiese -. Credo che non ci possa essere annuncio senza testimonianza, perché l’impegno missionario ad gentes è basato sull’annuncio della parola che viene sostenuto e reso credibile con le opere di misericordia che rappresentano la vita quotidiana delle missioni”.

All’appuntamento, che precede la Giornata missionaria mondiale del 23 ottobre, parteciperanno diversi gruppi in rappresentanza di istituti religiosi maschili e femminili, comunità parrocchiali e associazioni.

“In diocesi – racconta monsignor Paolo Lojudice, vescovo incaricato del Centro diocesano per la cooperazione missionaria tra le Chiese – viene prestata particolare attenzione all’impegno ‘ad gentes’. Sono numerose le esperienze portate avanti nelle parrocchie e stiamo pensando anche a un’esperienza missionaria di scout in Brasile, perché l’obiettivo della diocesi deve essere quello di mettere in moto dei percorsi. Come ci dice il Papa nell’Evangelii Gaudium, dobbiamo mettere in moto situazioni piuttosto che annunciare proclami che non trovano seguito. Quindi, come Centro missionario cercheremo di mettere in rete queste realtà senza dimenticare la missione in loco, grazie alla quale forniamo servizi di assistenza ai migranti”.

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18 ottobre 2016

Suor Giuseppina COLORU

Carissime sorelle, la mattina dell’11 ottobre 2016, dall’Ospedale Martini di Torino, il Signore ha chiamato alla festa del Cielo la nostra carissima Suor Giuseppina COLORU. Nata a Ozieri (Sassari) il 14 ottobre 1915. Professa Casanova di Carmagnola (Torino) il 5 agosto 1938. Appartenente all’Ispettoria Piemontese “Maria Ausiliatrice” – Italia.
Suor Giuseppina apparteneva alla Comunità di Torino “S. Giuseppe”, che si preparava a festeggiare fra tre giorni i suoi 101 anni di età! Ora la sua festa si farà con Maria Ausiliatrice e con tutti i Santi, nella Casa del Padre.
In famiglia Giuseppina era la maggiore di due sorelle e tre fratelli; anche la sorella Vittoria l’aveva seguita tra le FMA. Trascorse i primi anni di vita in Sardegna, mentre il papà combatteva lontano, nella prima guerra mondiale. Terminata la guerra, la mamma, con le due bambine e il figlioletto neonato Giovanni, raggiunse il papà, i nonni e gli zii, che si trovavano già a Torino da tempo. In città la famiglia andò ad abitare molto vicino ai Salesiani di Via Luserna, dove lei poté frequentare anche la classe prima elementare. In seguito la scuola fu chiusa, ma rimase l’oratorio. Qui trascorse serenamente l’infanzia e la giovinezza: era “allegra, vivacissima e anche birichina, amante più del gioco che dello studio”. Dopo i sedici anni, riconosceva di essere divenuta più posata, dedita al dovere e orientata a curare la vita spirituale, fino a sentire “attrazione per la vita religiosa, grande entusiasmo per don Bosco e tanta devozione a Maria Ausiliatrice, nella quale ho riposto tutta la mia fiducia”.
Guidata dal confessore salesiano don Giovanni Battista Calvi, nel 1936 fu accettata come postulante da suor Rosina Gilardi, ed ebbe come direttrice suor Angela Vespa. Del tempo di noviziato, vissuto a Casanova, ricorda che fu un tempo “fervoroso”: aveva “l’unico desiderio di una buona preparazione spirituale, di una totale dedizione a Dio e di essere missionaria”.
Dopo la professione, infatti, fu subito mandata missionaria a Londra, nella scuola italiana, ma questo impegno durò poco, perché la seconda guerra mondiale impose la chiusura della scuola e della casa. La sua seconda comunità fu quella di Chertsey, dove rimase come insegnante e studente dal 1939 al 1951. Quindi dal 1951 a Chertsey Sandgates fu direttrice, insegnante, segretaria e consigliera ispettoriale (1952-58). Più tardi, commentando questo tratto della sua vita, scriveva: “Sono infinitamente riconoscente alle Superiore e a Dio, perché ebbi così modo di continuare la mia preparazione intellettuale e soprattutto spirituale”.
Il passaggio successivo fu “un bel salto a Quito, in Ecuador, per l’insegnamento in una scuola bilingue, per 26 anni, non lavorando tra i poveri (ma facendo anche qualche cosa per loro), però sempre in missione, dando tutta me stessa per il bene di quelle giovani a me affidate, che ho tanto amato”.
Tornò infine, come scriveva, “al luogo di partenza, in attesa dell’ultima chiamata”. Era il 1986: dall’anno della sua prima partenza missionaria erano passati 48 anni. La comunità di Torino “Madre Mazzarello” l’accolse nuovamente, non più giovane, ricca di esperienza e soprattutto riconoscente al Signore per la sua vita missionaria. Ecco la sua conclusione rispetto alla nuova missione, che iniziava a 71 anni compiuti: “Qui cerco ancora di dare qualche aiuto ai giovani e di accrescere il mio desiderio di dono assoluto al Signore”.
L’aiuto ai giovani, nella Scuola “Madre Mazzarello” di Torino, per qualche anno consisteva ancora nell’insegnamento, poi dal 2003 in lezioni di recupero per gli alunni che trovavano difficoltà nell’ap-prendimento della Lingua inglese. In comunità ebbe ancora il compito di vicaria dal 1986 al 1989; fino all’ultimo esprimeva verso tutte le consorelle la sua delicata e gioiosa fraternità.
Nel 2009 ultranovantenne, raggiunse, nella casa per anziane di Torino “S. Giuseppe”, la sorella suor Vittoria, che sarebbe morta dopo pochi mesi, il 24 febbraio 2010. Qui negli ultimi anni della sua vita suor Giuseppina rimase in riposo, via via più bisognosa di assistenza e cura per la precarietà della salute. Continuò però la sua missione con la consegna assoluta di sé al Signore. “A Lui e alla dolce Mamma Celeste domando fervore e aiuto fino all’ultima chiamata”. Questa la conclusione delle sue note autobiografiche, che hanno il tono di un festoso ‘Magnificat’ per essere stata chiamata, preparata e resa ‘missionaria’.
Mentre ringraziamo il Signore per la vita lunga e fruttuosa di suor Giuseppina, offriamo per lei preghiere di suffragio e le chiediamo di ottenere dal Padrone della messe nuovi generosi operai per il suo Regno.

L’Ispettrice
Suor Elide Degiovanni

Difficoltà e prospettive di una svolta missionaria ...

16 ottobre 2016

Suor Gina CARDIN

Carissime sorelle, il 10 ottobre 2016, nella casa di cura “Betania Home” di Tokyo (Giappone), dopo un lungo cammino di fedele consacrazione al Signore, è stata chiamata a vivere la vita piena insieme a Lui la nostra sorella Suor Gina CARDIN. Nata a Campodarsego (Padova) il 19 agosto 1923. Professa a Cornedo (Vicenza) il 6 agosto 1946. Appartenente all’Ispettoria Giapponese “Alma Mater”.
Ginetta, come era chiamata in famiglia, era la sesta figlia di 15 fratelli e sorelle nati da genitori ricchi di fede e onestà. Il papà era contadino e giardiniere, la mamma era casalinga e si prendeva cura dei figli con amore e fede. Anche suor Gina amò molto la sua famiglia. Quando era ragazza, aiutava la mamma nelle faccende di casa e si dedicava a lavori di cucito per i fratelli e le sorelle, cercando di andare incontro ai desideri di ciascuno. A 20 anni, decise di seguire la chiamata di Gesù, nonostante la sofferenza nel lasciare la famiglia, specialmente la mamma, con tanto lavoro.
Il 21 novembre 1943 iniziò l’Aspirantato a Padova e il 31 gennaio 1944 fu ammessa al Postulato a Cesuna. Lo stesso anno incominciò il Noviziato e il 5 agosto 1946 emise la prima professione a Cornedo.
Nel mese di settembre, fu inviata nella comunità di Carrara “S. Stefano” con la missione di maestra nella Scuola dell’infanzia. Dopo due anni, fu trasferita a Conegliano ma, avendo fatto la domanda missionaria, nel settembre del 1949 venne inviata a Torino “Madre Mazzarello” dove, oltre a prepararsi alle missioni con lo studio, aiutava l’economa della casa. Il 10 ottobre 1950, partì per il Giappone.
Arrivata a Tokyo nella Casa ispettoriale, incominciò a studiare la lingua giapponese, mentre aiutava nel laboratorio. Nel 1954, ricevette l’obbedienza di andare nella casa di Osaka come assistente delle aspiranti e incaricata del laboratorio. Da qui, venne trasferita al noviziato di Chofu come assistente delle novizie dal 1957 al 1960, anno in cui divenne Maestra delle novizie. Incominciò così la sua lunga missione come formatrice. Terminato infatti il servizio di Maestra, nel 1969 fu nominata animatrice della comunità di Shimizu, poi passò con lo stesso ruolo a Chofu “Maria Ausiliatrice” e poi a Beppu “Sacro Cuore”. Suor Gina sentiva il senso di responsabilità e leggeva molto per essere idonea alla sua missione. Teneva una fitta corrispondenza con il fratello sacerdote, don Igino, a cui chiedeva consiglio e con il quale aveva una profonda affinità spirituale.
Terminata la sua missione come formatrice e animatrice, dal 1986 al 1998, fu incaricata della portineria, telefono e sacrestia, prima a Osaka e poi a Tokyo nella casa “Madre Mazzarello”. Infine passò alla casa ispettoriale dove offrì il suo servizio nella cappellania e nella traduzione della cronaca della casa.
Nonostante fosse delicata di salute, non aveva disturbi di rilievo, ma un po’ per volta, divennero palesi i segni dell’avanzare dell’età. Incominciò ad incurvarsi, a dimenticare, a sentire la fatica, ma pregava tanto. Ogni momento libero, la si trovava in cappella con il rosario e pregava a lungo sempre inginocchiata. Amava in modo particolare la Madonna e ne raccomandava la devozione alle persone che andavano a trovarla.
Nel 2012, non essendo più sufficienti le cure che le prestava la comunità, fu accolta nella Casa di cura “Betania Home” diretta da religiose. Le fu scoperto il morbo di Alzheimer e presto suor Gina non riconobbe più nessuno, ma quando vedeva le suore si rallegrava. Dall’inizio di settembre, le sue condizioni precipitarono e la portarono all’incontro con il Signore che lei ha sempre cercato e amato con tutto il cuore. La raccomandiamo alle preghiere di tutte le sorelle e ringraziamo il Signore per la sua vita fedele e generosa.

L’Ispettrice
Suor Teresina Morishita Wakayo       

13 ottobre 2016

“Migranti minorenni, vulnerabili e senza voce”

GMM: giovedì il Messaggio di Papa Francesco

Città del Vaticano - “Migranti minorenni, vulnerabili e senza voce”. Questo il tema scelto da Papa Francesco per la prossima Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che si celebrerà il 15 gennaio 2017. Giovedì 13 ottobre verrà diffuso il Messaggio del Pontefice e nella Sala Stampa della Santa Sede, per l’occasione, il Card. Antonio Maria Vegliò, Presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, terrà una conferenza stampa di presentazione del Messaggio.

11 ottobre 2016

Studio, fede e missione: il congresso dei giovani di Vinh

La diocesi occupa tre province nel centro del Vietnam. All’inizio del mese, 2mila partecipanti si sono riuniti in preparazione al congresso di Hanoi (16-17 novembre). Testimonianze e seminari sul tema:“Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca” (Luca, 5:4). Il vescovo: “Il ruolo dei giovani è sempre più decisivo per la società e per la Chiesa. Siano missionari”.

Hanoi (AsiaNews) – Circa 2mila giovani vietnamiti si sono riuniti nei primi giorni di ottobre per il secondo congresso della gioventù, organizzato in preparazione dell’evento organizzato dell’arcidiocesi di Hanoi a livello nazionale che si terrà i prossimi 16 e 17 novembre. Provenienti da 8 parrocchie del distretto di Bột Đà (diocesi di Vinh), i partecipanti hanno passato alcuni giorni di attività, preghiera e incontri sul tema: “Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca” (Luca, 5:4).

Il congresso è iniziato con una assemblea generale, dove i giovani hanno potuto mettere in comune esperienze e problemi della vita cristiana nelle loro parrocchie. In seguito, alcuni sacerdoti hanno tenuto seminari su temi di attualità per la pastorale. P. Peter Nguyễn Ngọc Giao ha parlato della “missione dopo il Concilio vaticano II”, mentre p. Paul Phạm Trọng Phương ha compiuto una riflessione su “I giovani e la vita nella società secondo la Buona novella”.

I giorni del congresso hanno coinciso con quelli di apertura dei corsi nei college e nelle università. L’Associazione cattolica degli studenti della diocesi di Vinh ha organizzato un evento di inaugurazione dell’anno scolastico. Mons. Paul Maria Cao Đình Thuyên, vescovo emerito di Vinh, ha celebrato una messa per i giovani della sua diocesi.

Hung, un assistente sociale e studente presso la University of Labour and Social Affairs di Cầu Giấy (Hanoi), racconta: “Sono al secondo anno di studi sull’assistenza sociale. Vado a messa ogni domenica e partecipo ad alcuni gruppi di giovani cattolici che lavorano in programmi di protezione della vita [il Vietnam ha il più alto tasso di aborti nel sud-est asiatico ndr]. Imparando dalla misericordi di Dio, vogliamo aiutarci nello studio e incoraggiarci a vicenda nella vita di tutti i giorni”.

Mons. Paul Nguyễn Thái Hợp, vescovo di Vinh, sottolinea l’importanza di questi momenti comunitari che coinvolgono i giovani cattolici, perché “la società sta affrontando molti problemi, come quello della disonestà, del tradimento e delle scorrettezze in ambito universitario. Per questo, il ruolo degli studenti è sempre più decisivo”. Il vostro compito, ha detto rivolgendosi ai partecipanti al congresso, “è quello di ‘costruire voi stessi’, le vostre famiglie e, facendo questo, costruire il Paese e la Chiesa. Come credenti dovete partecipare alla missione della Chiesa, perché Dio è con noi per sempre”.

La diocesi di Vinh include tre province del Vietnam centrale: Nghệ An, Hà Tĩnh e Quảng Bình. Su una popolazione di poco più di 5 milioni, i cattolici sono 526.145 (10%). Tra i fedeli cattolici, i giovani contano per il 56% del totale.

Migrare è un diritto. Ma per tutti?


Quand’è che migrare è un diritto? Per chi? Per cosa? Ma è davvero un diritto? Si, lo è. É un diritto di tutti e tutte. L’articolo 13 della Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948, attualmente firmata da tutti gli stati aderenti alle Nazioni Unite, afferma che “ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato, ma ha anche il diritto di lasciare qualsiasi paese, incluso il proprio e di ritornarci”.

Come tutte le dichiarazioni non è formalmente vincolante per gli Stati membri, ma i principi che la compongono sono ormai considerati, dal punto di vista sostanziale, come principi generali del diritto internazionale e come tali vincolanti per tutti i soggetti di tale ordinamento.

Il diritto a spostarsi è ripreso dal Patto internazionale sui diritti civili e politici del 1966 il cui articolo 12 ribadisce che i diritti affermati dalla Dichiarazione “non possono essere sottoposti ad alcuna restrizione, tranne quelle che siano previste dalla legge, siano necessarie per proteggere la sicurezza nazionale, l’ordine pubblico, la sanità o la moralità pubbliche, ovvero gli altrui diritti e libertà, e siano compatibili con gli altri diritti riconosciuti dal presente Patto” e che “nessuno può essere arbitrariamente privato del diritto di entrare nel proprio Paese”.

I principi però sono belli seppur difficili da capire e tradurre perché si prestano ad una pluralità di interpretazioni. Quindi, almeno in linea di principio, spostarsi è un diritto fondamentale perché fa parte di un diritto ad esistere e ad abitare nella grande casa comune che è la terra, il mondo. Spostarsi, essere liberi di andare e tornare è sinonimo di possibilità di sviluppare il proprio futuro, non solo in termini di svago, turismo, studio e ricerca, ma anche per lavorare, per raggiungere parte della propria famiglia, per agganciare uno scopo che dia senso alla vita, per sopravvivere con maggiore dignità.

Chi può farlo? Sempre in linea di principio, tutti e tutte senza discriminazioni di genere, di razza, di religione, di cittadinanza, di appartenenza a un determinato gruppo sociale, di opinioni politiche. Le libertà di ogni persona sono ribadite anche nella Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (1950). Fuori dal principio, invece, la risposta cambia. Il diritto a spostarsi non è uguale per tutti o non vale per tutti: questa è un’evidenza pressoché inconfutabile.

Inoltre, a prescindere dalle cause che spingono a migrare, il diritto a spostarsi dovrebbe significare anche essere messi nelle condizioni di poterlo fare, cioè poter ottenere i documenti per viaggiare, per accedere ad un paese straniero. Non averli è una deprivazione e vederseli rifiutare è una violazione del diritto che ogni persona ha di lasciare il paese di origine o di residenza.

A questo proposito, si possono intravedere delle incoerenze tra i principi della dichiarazione universale sottoscritti da tutti gli Stati e le normative che gli Stati stessi emanano in materia di immigrazione, sulla base di una concezione di interesse nazionale che in teoria non dovrebbe essere in contrasto con l’interesse globale rappresentato dalla Dichiarazione Universale.

Queste normative esprimono o si traducono, ad esempio, in politiche migratorie selettive ed escludenti e nella burocratizzazione del processo di ottenimento dei documenti, come i visti di ingresso o i permessi di soggiorno. Più che assicurare il diritto a spostarsi, esse rappresentano un ostacolo non sempre facile da superare e restringono o annientano il campo delle opportunità delle persone di poter aspirare ad una vita migliore.

Perché migrare? Le cause sono complesse: spesso legate a meccanismi economico-finanziari che producono condizioni di deprivazione economica e sociale, alla presenza di condizioni di violenza o conflitto, anche armato o a modifiche drammatiche del clima o a catastrofi o incidenti legati all’intervento dell’uomo. Partire, più o meno spontaneamente – la storia ci ricorda che gli esodi forzati hanno fatto parte delle trasformazioni del mondo – nasce dal desiderio di proiettarsi nel futuro, liberamente, in condizioni di sicurezza e di pace.

Forse chi parte avrebbe desiderato trovare condizioni migliori laddove è nato o vissuto, ma la vita apre anche alla possibilità di andare. Spostarsi, essere liberi di andare e tornare è sinonimo di possibilità di sviluppare il proprio futuro. Il futuro è un diritto vitale se si considera che la vita è già un progetto di futuro, è qualcosa che si lancia e ci lancia in avanti, include una necessaria presa in carico per essere mantenuta, una cura di sé, degli altri, del mondo.

Restare, certo, ma nel caso si manifestino nel proprio paese di origine o di domicilio discriminazioni, ogni persona avrebbe diritto a muoversi e a chiedere ad un altro paese l’asilo, cioè la protezione, perché la garanzia di queste libertà fondamentali è sancita dalla Convenzione di Ginevra del 1951. È la più importante e forte forma di protezione possibile di cui può godere uno straniero o un apolide.

In Europa, la Convenzione di Dublino del 1990 prova a regolare la questione tra 12 Paesi dell’Unione, ma il diritto di asilo è così importante che in ogni parte del pianeta sono state sottoscritte convenzioni per sostenerlo. Lo ha fatto l’Africa nel 1969 attraverso la Convenzione dell'Organizzazione dell'Unità Africana (OUA) che regola gli aspetti specifici dei problemi dei rifugiati in Africa, adottata nel 1974; lo ha fatto anche l’America centrale, attraverso la Dichiarazione di Cartagena nel 1984 e adottata dal Colloquio sulla protezione internazionale dei rifugiati in America Centrale, Messico e Panama.

A livello nazionale, in Italia il diritto di asilo è garantito dall’articolo 10 comma 3 della Costituzione italiana: “lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge”.

Guardiamo ai movimenti di persone più recenti. Nonostante ostacoli e chiusure, essi hanno conosciuto, a livello globale, un’accelerazione. Tecnologia, infrastrutture, mezzi di trasporto hanno dato il loro contributo. C’è però un paradosso che non ci si può esonerare dal vedere. Questa accelerazione sembra essersi compiuta più a favore di merci e capitali che a favore del diritto fondamentale delle persone di spostarsi, quale legittimo progetto di futuro.

Le merci arrivano a noi da ogni angolo della terra e sempre più da angoli che geograficamente si trovano al di sotto del 35° parallelo nord. Il loro viaggio dentro lo spazio allargato della terra-casa-mondo appare più libero di quello delle persone che, provenienti dagli stessi paesi di origine delle merci, vorrebbero raggiungere le medesime destinazioni. Il parallelo in questione passa per l’isola di Lampedusa. Per l’Italia, l’Europa e il resto del mondo questo significa qualche cosa?


Sara Bin

(articolo tratto da www.unimondo.org, a cura dell'Istituto Secolare Missionarie Comboniane)