Carissime sorelle, la mattina dell’11 ottobre 2016, dall’Ospedale Martini di Torino, il Signore ha chiamato alla festa del Cielo la nostra carissima Suor Giuseppina COLORU. Nata a Ozieri (Sassari) il 14 ottobre 1915. Professa Casanova di Carmagnola (Torino) il 5 agosto 1938. Appartenente all’Ispettoria Piemontese “Maria Ausiliatrice” – Italia.
Suor Giuseppina apparteneva alla Comunità di Torino “S. Giuseppe”, che si preparava a festeggiare fra tre giorni i suoi 101 anni di età! Ora la sua festa si farà con Maria Ausiliatrice e con tutti i Santi, nella Casa del Padre.
In famiglia Giuseppina era la maggiore di due sorelle e tre fratelli; anche la sorella Vittoria l’aveva seguita tra le FMA. Trascorse i primi anni di vita in Sardegna, mentre il papà combatteva lontano, nella prima guerra mondiale. Terminata la guerra, la mamma, con le due bambine e il figlioletto neonato Giovanni, raggiunse il papà, i nonni e gli zii, che si trovavano già a Torino da tempo. In città la famiglia andò ad abitare molto vicino ai Salesiani di Via Luserna, dove lei poté frequentare anche la classe prima elementare. In seguito la scuola fu chiusa, ma rimase l’oratorio. Qui trascorse serenamente l’infanzia e la giovinezza: era “allegra, vivacissima e anche birichina, amante più del gioco che dello studio”. Dopo i sedici anni, riconosceva di essere divenuta più posata, dedita al dovere e orientata a curare la vita spirituale, fino a sentire “attrazione per la vita religiosa, grande entusiasmo per don Bosco e tanta devozione a Maria Ausiliatrice, nella quale ho riposto tutta la mia fiducia”.
Guidata dal confessore salesiano don Giovanni Battista Calvi, nel 1936 fu accettata come postulante da suor Rosina Gilardi, ed ebbe come direttrice suor Angela Vespa. Del tempo di noviziato, vissuto a Casanova, ricorda che fu un tempo “fervoroso”: aveva “l’unico desiderio di una buona preparazione spirituale, di una totale dedizione a Dio e di essere missionaria”.
Dopo la professione, infatti, fu subito mandata missionaria a Londra, nella scuola italiana, ma questo impegno durò poco, perché la seconda guerra mondiale impose la chiusura della scuola e della casa. La sua seconda comunità fu quella di Chertsey, dove rimase come insegnante e studente dal 1939 al 1951. Quindi dal 1951 a Chertsey Sandgates fu direttrice, insegnante, segretaria e consigliera ispettoriale (1952-58). Più tardi, commentando questo tratto della sua vita, scriveva: “Sono infinitamente riconoscente alle Superiore e a Dio, perché ebbi così modo di continuare la mia preparazione intellettuale e soprattutto spirituale”.
Il passaggio successivo fu “un bel salto a Quito, in Ecuador, per l’insegnamento in una scuola bilingue, per 26 anni, non lavorando tra i poveri (ma facendo anche qualche cosa per loro), però sempre in missione, dando tutta me stessa per il bene di quelle giovani a me affidate, che ho tanto amato”.
Tornò infine, come scriveva, “al luogo di partenza, in attesa dell’ultima chiamata”. Era il 1986: dall’anno della sua prima partenza missionaria erano passati 48 anni. La comunità di Torino “Madre Mazzarello” l’accolse nuovamente, non più giovane, ricca di esperienza e soprattutto riconoscente al Signore per la sua vita missionaria. Ecco la sua conclusione rispetto alla nuova missione, che iniziava a 71 anni compiuti: “Qui cerco ancora di dare qualche aiuto ai giovani e di accrescere il mio desiderio di dono assoluto al Signore”.
L’aiuto ai giovani, nella Scuola “Madre Mazzarello” di Torino, per qualche anno consisteva ancora nell’insegnamento, poi dal 2003 in lezioni di recupero per gli alunni che trovavano difficoltà nell’ap-prendimento della Lingua inglese. In comunità ebbe ancora il compito di vicaria dal 1986 al 1989; fino all’ultimo esprimeva verso tutte le consorelle la sua delicata e gioiosa fraternità.
Nel 2009 ultranovantenne, raggiunse, nella casa per anziane di Torino “S. Giuseppe”, la sorella suor Vittoria, che sarebbe morta dopo pochi mesi, il 24 febbraio 2010. Qui negli ultimi anni della sua vita suor Giuseppina rimase in riposo, via via più bisognosa di assistenza e cura per la precarietà della salute. Continuò però la sua missione con la consegna assoluta di sé al Signore. “A Lui e alla dolce Mamma Celeste domando fervore e aiuto fino all’ultima chiamata”. Questa la conclusione delle sue note autobiografiche, che hanno il tono di un festoso ‘Magnificat’ per essere stata chiamata, preparata e resa ‘missionaria’.
Mentre ringraziamo il Signore per la vita lunga e fruttuosa di suor Giuseppina, offriamo per lei preghiere di suffragio e le chiediamo di ottenere dal Padrone della messe nuovi generosi operai per il suo Regno.
L’Ispettrice
Suor Elide Degiovanni
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