31 maggio 2020

Il Papa prega per popoli indifesi dell’Amazzonia segnata dal coronavirus

Il Papa prega per popoli indifesi dell’Amazzonia segnata dal coronavirus

EVANGELIZZATORI CON SPIRITO


259. Evangelizzatori con Spirito vuol dire evangelizzatori che si aprono senza paura all’azione dello Spirito Santo. A Pentecoste, lo Spirito fa uscire gli Apostoli da se stessi e li trasforma in annunciatori delle grandezze di Dio, che ciascuno incomincia a comprendere nella propria lingua. Lo Spirito Santo, inoltre, infonde la forza per annunciare la novità del Vangelo con audacia (parresia), a voce alta e in ogni tempo e luogo, anche controcorrente. Invochiamolo oggi, ben fondati sulla preghiera, senza la quale ogni azione corre il rischio di rimanere vuota e l’annuncio alla fine è privo di anima. Gesù vuole evangelizzatori che annuncino la Buona Notizia non solo con le parole, ma soprattutto con una vita trasfigurata dalla presenza di Dio.

Evangelli Gaudium - Papa Francesco

28 maggio 2020

Suor Ida GRASSO

Carissime sorelle, il 24 maggio 2020, solennità dell’Ascensione e di Maria Ausiliatrice, dalla Casa “San Giuseppe” di Haledon, New Jersey (Stati Uniti), il Signore ha chiamato alle nozze eterne la nostra carissima Suor Ida GRASSO.

Nata a Bra (Cuneo) il 19 febbraio 1925
Professa a Pessione (Torino) il 5 agosto 1950
Appartenente all’Ispettoria Stati Uniti-Canada “S. Giuseppe” - Haledon

Ida, seconda di cinque figli, cresce in un clima di fede semplice ma forte, di serenità e intenso affetto.
I genitori sono esigenti in quanto a buona educazione e condotta di vita e, allo stesso tempo, comprensivi e aperti all’ascolto. Il papà è un impiegato delle Ferrovie dello Stato, mentre la mamma è tutta dedita all’educazione dei figli. La vita procede tranquilla e serena tra casa, lavoro, scuola, chiesa e momenti di distensione. Quando Ida decide di parlare ai genitori del suo ideale di farsi religiosa, essi, increduli, non riescono a darsi pace. Oltre alla sofferenza per questa tensione, in Ida affiora un certo senso di colpa al pensiero che, lasciando l’impiego in ufficio, possa causare difficoltà economiche alla famiglia. Ne parla con il confessore il quale l’assicura: “Tu segui la strada che il Signore ti indica; prenditi cura degli ‘affari suoi’ e Lui prenderà il tuo posto nella tua famiglia”. Ma Ida non ha contatti con nessuna Congregazione religiosa.
La Provvidenza le viene incontro quando, in occasione della Messa per il 25° di Matrimonio dei suoi genitori, il direttore dei Salesiani, don Salvatore Foti, loro ospite per quel giorno, chiede al papà: “Con quattro ragazze, signor Grasso, non ve ne sarà una per il Signore?”. Al che Ida risponde: «Può darsi di sì». Scopre in quel tempo che, fra le tante Congregazioni, esiste anche l’Istituto delle FMA. Con la mediazione del direttore, che conosce bene madre Linda Lucotti, viene in contatto con l’Ispettrice suor Maria Fanello. Dopo un breve incontro con la mamma, l’Ispettrice fissa la data per l’entrata nell’Istituto.
Il 15 ottobre 1947, accompagnata dal papà e dalla mamma, arriva a Torino per l’Aspirantato. Il 31 gennaio successivo riceve la medaglia di Postulante e il 5 agosto entra nel Noviziato di Pessione. Scrive: «In un primo incontro confidai alla Maestra il desiderio di andare in missione, ma ne fui sconsigliata perché “per andare in missione” – diceva – “bisogna essere forti, robuste…e tu sei così piccola. Perciò dimentica la missione e pensa a prepararti per essere una brava FMA”». Il 5 marzo 1950, mentre è novizia del secondo anno, ha la grazia di partecipare alla beatificazione di Domenico Savio. Nel mese di maggio dello stesso anno, madre Linda Lucotti visita il Noviziato. Alla richiesta della Madre se ha vocazione missionaria, Ida risponde ripetendo quanto aveva espresso alla Maestra. La Madre accetta la sua domanda, ma è necessaria l’autorizzazione dei genitori. Essi, nonostante il dolore di vederla andare ancora più lontano, le concedono il permesso.
Dopo la professione il 5 agosto 1950, suor Ida è trasferita alla Casa “Madre Mazzarello” di Torino, per la preparazione alla missione: viene destinata agli Stati Uniti. Il 5 marzo 1951 parte da Genova e raggiunge New York il Giovedì Santo. Dopo circa una settimana dal suo arrivo, parte per il Messico. Si doveva, infatti, andare per un certo tempo in una nazione limitrofa per poter ottenere il permesso di residenza negli Stati Uniti. Rimane a Monterrey poco meno di un anno, occupandosi dell’oratorio e dell’assistenza alle alunne. Ricevuto finalmente il visto, rientra negli Stati Uniti a fine dicembre 1951. La prima casa è la ‘Mary Help of Christians Academy’ di North Haledon, New Jersey, dove è assistente delle alunne interne. Nell’agosto del 1952 comincia la sua missione di insegnante e di preside della scuola avendo conseguito la laurea in filosofia e lingue neolatine a Washington. Dal 1959 al 1988 è direttrice nelle case di Paterson e di Port Chester.
Nel dicembre 1965 è nominata Ispettrice in sostituzione di madre Lidia Carini, servizio che realizza passando da uno Stato all’altro in visita alle numerose comunità degli Stati Uniti e del Canada, allora appartenenti all’unica Ispettoria Statunitense. Nel 1975 è nominata Ispettrice dell’Ispettoria Inglese. Concluso il sessennio, nel 1982, madre Rosetta Marchese la chiama a Roma come direttrice della Comunità “Auxilium”. Nel 1989 è nominata Delegata di alcune missioni dell’Africa Est e, dopo un anno, Superiora della Visitatoria Africa Est con sede a Nairobi (Kenya). Nel 1992 ad Addis Abeba insegna al Seminario Maggiore interdiocesano e intercongregazionale dell’Etiopia. Per due anni è anche animatrice della comunità di Addis Abeba e Segretaria ispettoriale. Nel 1998 viene inviata a Nairobi “Auxilium” come Segretaria e Vicaria ispettoriale.
L’anno dopo Madre Marinella Castagno le chiede di trasferirsi a Nairobi Mutuini “S. Giuseppe” per l’insegnamento nel Noviziato FMA. Suor Ida scrive: «Mi trovo immersa in un clima formativo che spero mi prepari all’incontro finale con il Signore di questa mia vita, vissuta nella povertà umana ma arricchita dalla presenza amorosa del Signore e dal sostegno materno di Maria Ausiliatrice. Al buon Dio, sempre e solo il mio GRAZIE!».
Il 26 novembre 2015 arriva negli Stati Uniti fra la gioia delle sorelle statunitensi di averla di nuovo fra loro. È evidente che il suo fisico è logoro; ormai vede e sente pochissimo. Cominciano anche i primi sintomi della demenza senile. Sono anni di sofferenza fisica e morale, ma suor Ida non perde le sue caratteristiche di religiosa fedele soprattutto alla S. Messa. A qualsiasi ora si svegli durante la notte, chiede: «A che ora è la Messa? Aiutatemi a prepararmi per la S. Messa». Ad una consorella che cerca di starle vicino e ad aiutarla durante i pasti, confida le sue sfide e sofferenze, ma conclude sempre dicendo: «Va bene così».
Durante gli ultimi tre mesi, mentre il Covid-19 infuria e fa strage dappertutto, la cara suor Ida si indebolisce sempre più. Le sorelle e il personale infermieristico della Casa ispettoriale l’assistono con amore offrendole tutti gli aiuti possibili per sollevarla dai dolori. La sera del 24 maggio mentre l’Ispettrice e la direttrice con le sorelle della comunità e le infermiere pregano il S. Rosario e cantano inni mariani, la carissima suor Ida vola serenamente in Paradiso lasciandoci in un’atmosfera di pace. E non poteva essere altrimenti! L’Ausiliatrice, il cui aiuto potente aveva sperimentato in modo tangibile nella sua vita missionaria e particolarmente in Africa, le è stata vicina e l’ha introdotta nella gioia senza fine.
Quanta gratitudine dobbiamo a questa sorella! È stata una grande missionaria dal cuore umile e mite, saggio e disponibile!

L’Ispettrice
Suor Joanne Holloman

23 maggio 2020

Auguri per la Festa di Maria Ausiliatrice

"Io vi raccomando di invocare sempre il nome di Maria, specialmente con questa giaculatoria: Maria Ausiliatrice dei Cristiani, prega per noi. È una preghiera non tanto lunga, ma che si esperimentò molto efficace". (Don Bosco)


17 maggio 2020

Suor Annalisa BARATTO

Carissime Sorelle, all’alba del 14 maggio 2020, dalla la casa di riposo “Betania Home” di Tokyo (Giappone), dopo una lunga vita tutta donata al Signore, è tornata alla casa del Padre la nostra carissima Suor Annalisa BARATTO.

Nata a Castelfranco Veneto (Treviso) il 22 giugno 1919
Professa a Casanova di Carmagnola (Torino) il 5 agosto 1939
Appartenente all’Ispettoria Giapponese “Alma Mater” – Chofu

Annalisa nacque in una grande famiglia composta da 17 figlie e figli, di cui lei era la nona. Che la famiglia fosse ricca di valori cristiani lo dimostra il fatto che sei sorelle divennero Figlie di Maria Ausiliatrice (ora sono tutte in Paradiso!) e tre fratelli sacerdoti: due Salesiani e uno degli Oblati di Maria, missionario in Canada. Frequentò la scuola elementare e media nel suo paese, aiutando la mamma ad accudire le sorelline e i fratellini. Non abbiamo notizie sul rapporto della famiglia Baratto con la Famiglia salesiana. Ma sappiamo che, prima di Annalisa, erano già entrate nel nostro Istituto tre sorelle.
Annalisa iniziò il cammino formativo a Padova il 29 settembre 1934, a 15 anni. Dopo un periodo di studio, ottenne il diploma di Maestra per la Scuola dell’infanzia. Il 31 gennaio 1937 fu ammessa al Postulato e il 5 agosto dello stesso anno incominciò il Noviziato a Conegliano Veneto. Avendo presentato la domanda missionaria, per il secondo anno fu trasferita al Noviziato di Casanova dove il 5 agosto 1939 emise la prima Professione.
Subito dopo, per prepararsi alle missioni, fu mandata alla Casa “Madre Mazzarello” di Torino. Dopo alcuni mesi (il 23 novembre 1939) partì per il Giappone, dove giunse il 2 gennaio 1940. Al suo arrivo fu subito inviata nella casa “Madre Mazzarello” di Beppu, come assistente delle Aspiranti, incaricata della musica e impegnata nello studio della lingua giapponese. Imparò presto ad amare questa terra ed essendo molto giovane, apprese facilmente le abitudini giapponesi. Rimase in quella casa per 17 anni, fino a quando venne trasferita nella casa “S. Cuore” pure a Beppu.
Nel 1959 le venne chiesto il sacrificio di lasciare il Giappone per recarsi come missionaria in Corea che, a quel tempo, faceva parte dell’Ispettoria Giapponese. Vi rimase per dieci anni con gli stessi compiti di assistente delle Aspiranti e Postulanti e incaricata della musica. Non aveva frequentato corsi particolari di musica, se non quello che aveva imparato durante la formazione a Padova; ma amava molto la musica e ha saputo trasmettere questo amore anche alle Aspiranti e Postulanti. Ancora adesso, tante suore della Corea, ricordano la loro assistente per la dolcezza nel tratto e per il suo amore alla musica.
Nel 1969, al ritorno dalla Corea, fu inviata alla casa di Yamanaka impegnata nei lavori comunitari e nell’oratorio festivo. Una FMA, che era oratoriana a quel tempo, afferma: «Suor Annalisa vedeva la presenza di Dio anche nella bellezza della natura. Io ho ricevuto la grazia del Battesimo incoraggiata dalla sua parola. Quando le confidai che fin dalla scuola elementare desideravo diventare suora, ella mi rispose: “Io l’avevo capito che il Signore ti chiamava!”. Questo fu per me un incoraggiamento a pensarci nuovamente e a decidere di incominciare il cammino formativo!».
Nel 1978 venne trasferita a Nakatsu, a servizio della Comunità salesiana, incaricata della lavanderia e stireria. Dopo due anni, passò alla comunità di Tokyo Setagaya, aiutando nei lavori comunitari. Nel 1981 venne mandata a Chofu “Mamma Margherita”, presso lo Studentato salesiano che a quel tempo ospitava tanti Salesiani, Chierici e Aspiranti. Era felice di poter collaborare, con il suo lavoro nella lavanderia e stireria, alla formazione dei giovani Salesiani. Lo faceva pregando molto e vivendo con serenità la sua missione. Vi rimase fino al 1998. Poi fu accolta nella Casa “S. Giuseppe” di Chofu, con le forze, sia fisiche che psichiche, molto indebolite. Nel 2004 si ritenne necessario affidarla alla Casa di cura “Betania Home”, diretta da religiose autoctone che ebbero cura di lei fino ad oggi, per quasi 20 anni!
L’anno scorso celebrò i 100 anni di vita ancora con coscienza vigile. Ma durante l’anno le sue capacità si ridussero sempre più. Nella festa di Madre Mazzarello la direttrice e altre consorelle che andarono a visitarla le parlarono del Paradiso; e si capiva che seguiva attentamente. Ascoltò e sembrò accompagnare la lode che esse cantavano alla Madonna. Siamo certe che Maria è venuta incontro a questa nostra sorella che visse per 80 anni una lunga e amorosa fedeltà come FMA! La raccomando alla preghiera di tutto l’Istituto.

L’Ispettrice
Suor Morishita Wakayo Teresina

Preghiera _ Settimana Laudato Si'

Settimana Laudato Si’

Speaking up For our Common Home - Intergenerational

As part of Development and Peace - Caritas Canada's 'For our Common Home' campaign, Canadians from across Canada and partners express themselves on the importance of nature and its protection, the role of Indigenous peoples in protecting our land and water, and their wishes for the future.


10 maggio 2020

Suor Pierina OLIVIERI

Carissime sorelle, il 6 maggio 2020, festa di S. Domenico Savio, dall’Ospedale di Circolo di Varese, il Signore ha chiamato a sé la nostra carissima Suor Pierina OLIVIERI.

Nata a Castellanza (Varese) i1 7 dicembre 1929
Professa a Bosto di Varese il 5 agosto 1954
Appartenente all’Ispettoria Lombarda “Sacra Famiglia” - Italia

Pierina, da tutti conosciuta e chiamata Piera, nacque in una famiglia composta dai genitori e quattro figli: due fratelli maggiori di lei e una sorella gemella. Nulla sappiamo dei suoi anni giovanili e di come sia nata la sua vocazione, perché non ha lasciato alcun cenno autobiografico ed era piuttosto riservata e schiva nel parlare di sé. Dallo Stato di famiglia conosciamo che prima di entrare nell’Istituto lavorava come operaia e, da quanto attesta il suo parroco don Augusto Castiglioni, sappiamo che “aveva una buona condotta di vita cristiana”. Ed egli, rilasciando questa dichiarazione all’Ispettrice, aggiungeva: “Ora tocca a Lei, ne faccia una Santa”. Piera fu ammessa al Postulato a Sant’Ambrogio il 31 gennaio 1952 e l’anno seguente iniziò il Noviziato a Bosto di Varese, dove nel 1954 fece la prima Professione.
Avendo espresso il desiderio di essere missionaria, subito dopo la Professione fu inviata a Torino nella Casa “Madre Mazzarello” per studiare e prepararsi. Il 30 settembre 1955 partì per l’India. La sua prima destinazione fu la Casa di Pallikonda dove per due anni fu addetta al dispensario. Poi venne trasferita a Polur, dove per un biennio prestò il servizio di infermiera. Successivamente lavorò nelle case di Polur, Katpadì “S. Cuore”, Madras, Bombay Wadala, Yercaud, Bangalore “S. Cuore”, Tirupattur “Madre Mazzarelo” e Lonavla. Svolse, di volta in volta, compiti vari: assistente delle novizie, maestra di ricamo, taglio e cucito, aiuto-economa, economa, incaricata del lavoro con le donne povere a Kune. A Tirupattur nel 1975 venne nominata direttrice, servizio che offrì per sei anni.
Ritorna in Italia nel 1985 per recuperare la salute, fu accolta nella casa di Bosto di Varese e l’anno dopo tornò di nuovo in India, a Yercaud. Ma nel 1987 rientrò definitivamente in Italia. Fino al 1991 prestò il suo aiuto in guardaroba prima a Bosto di Varese “M. Ausiliatrice”, poi per quattro anni a Valle Olona. Nel 1995 nella Comunità “M. Ausiliatrice” di Varese svolse il servizio di refettoriera e aiuto nei lavori comunitari. Dal 2009 era in riposo nella Comunità “Suor Luisa Oreglia”.
Suor Piera è stata una fervente missionaria secondo il cuore di don Bosco e di madre Mazzarello, generosa, aperta e cordiale. Lavorava sodo, amava i poveri e pregava molto. Le sue novizie di allora concordano nel dire che era un’ottima assistente, sensibile e comprensiva, ma allo stesso tempo ferma e decisa. Era una sarta meravigliosa. Insegnava a confezionare gli abiti e a ricamare, dimostrandosi molto paziente, ma esigeva la perfezione nel lavoro. Anche da direttrice ha lasciato il ricordo di una donna generosa, che infondeva fiducia. Amava molto le ragazze del laboratorio e le incoraggiava sempre. A Lonavla, nella provincia di Bombay, fu una delle prime pioniere della missione di Kune. Le piaceva lavorare per le tribù Katkari: si prendeva cura delle donne povere e insegnava loro il ricamo e il cucito, aiutandole così a guadagnarsi un po’ di soldi. Ogni volta che non c’era l’auto, andava a piedi da Lonavla a Kune e non la fermava nessuna fatica. Trovava la forza nella preghiera del Rosario che recitava spesso durante il giorno.
Certamente, ritornata in Italia, suor Piera ha portato nel cuore la sua amata India, dove ha speso le energie migliori della sua vita e dove è stata amata e apprezzata dalle consorelle e dalla gente. Ancora recentemente riceveva gli auguri in occasione delle feste di Natale e di Pasqua da qualche suora indiana, che la ricordava con riconoscente affetto. Di natura molto sensibile, non fatichiamo a comprendere quanto dovette soffrire nel lasciare la missione. Non esprimeva facilmente i suoi sentimenti. Però, se le si chiedeva di parlare dell’India, allora raccontava volentieri. Nonostante l’atteggiamento serio e riservato non le mancava la battuta scherzosa. Qualcuno amabilmente l’ha definita “un burbero benefico”. Infatti dietro l’apparente severità del tratto, nascondeva un cuore generoso, sempre pronto e disponibile ad aiutare dove c’era bisogno. Era puntuale alla preghiera e agli atti comunitari, assolveva con fedeltà e precisione i compiti che le erano assegnati e, finché ha potuto, ha cercato di dare il suo contributo alla comunità.
Colpita purtroppo dal Covid 19 e portata in Ospedale, è morta dopo diversi giorni di grave sofferenza. Siamo certe che il Signore Gesù l’ha già introdotta nella vita piena e tuttavia preghiamo per lei, ricordandola con affetto e gratitudine.

L’Ispettrice
Suor Maria Teresa Cocco

4 maggio 2020

Em nota, Bispos da Amazônia Brasileira exigem medidas urgentes dos governos para combater a Covid-19 na região

Covid. I vescovi dell’area amazzonica chiedono urgenti misure

Suor Amaya RAZQUIN DEL VALLE

Carissime sorelle, il 26 aprile 2020, terza Domenica di Pasqua, dalla Clínica “Cardio Salud” di Montero Santa Cruz (Bolivia), è andata a ricevere l’abbraccio del Padre la nostra carissima missionaria Suor Amaya RAZQUIN DEL VALLE.

Nata a Pamplona (Spagna) il 27 maggio 1934
Professa a Barcelona (Spagna) il 5 agosto 1963
Appartenente all’Ispettoria Boliviana “N. S. de la Paz” - Cochabamba

Suor Amaya, settima di nove figlie, ricevette dai genitori una fede solida e la testimonianza di una vita cristiana sempre aperta alla volontà di Dio, anche dopo la morte prematura del papà. E l’impegno di cercare in tutto la volontà del Signore fu il filo conduttore della sua vita. Fino all'età di nove anni desiderava diventare come la mamma: una donna sacrificata e laboriosa. Ma la visione di un documentario sulle missioni cambiò il corso della sua vita, facendole comprendere che Dio la voleva tutta per sé nella vita religiosa e missionaria. Così cominciò ad allenarsi alla vita missionaria facendo i lavori più duri e sacrificati in casa e offrendo tutto per le missioni. Contemporaneamente, si nutriva quotidianamente dell’Eucaristia, perché sentiva che da lì le proveniva la forza necessaria per andare avanti. Non le fu facile seguire la chiamata del Signore, ma la certezza di essere da Lui chiamata la portava a dire: «Sono tua, sono nata per te. Che cosa vuoi da me, Signore?». Mentre era in Inghilterra per lavoro, scrisse alle FMA di Pamplona che aveva conosciuto durante una convalescenza e di cui ammirava lo spirito di famiglia e la fraternità.
Visse con grande gioia l’ammissione all’Aspirantato e poi al Postulato il 31 gennaio 1958, sempre a Pamplona. Aveva cominciato il Noviziato a Barcelona il 5 agosto 1958 ma, per seri motivi di salute, dovette interromperlo. Dopo essersi ripresa, tornò a lavorare in Inghilterra. Lì ricevette una lettera delle Superiore con la comunicazione che era riammessa alla formazione. Ma lei chiese di ricominciare il Noviziato in Inghilterra. Visse così i due anni di Noviziato nella casa “Maria Ausiliatrice” di Henley - on - Thames, nella speranza di poter poi andare missionaria in Africa. Però, due mesi prima della professione fu richiamata in Spagna. Così, dopo una sosta a Torino, arrivò a Barcelona dove emise i primi voti il 5 agosto 1963.
Iniziò la sua vita di FMA con gioia, ma sempre sognando le missioni. I primi anni li trascorse in diverse case della Spagna: a Barcelona Sarrià come assistente, ad Alicante come insegnante di taglio e confezioni, a Tossa de Mar come cuoca. Visse un anno (1970-’71) a Roma, Casa Generalizia come dispensiera. La sua domanda missionaria fu accolta dall’allora Madre Generale madre Ersilia Canta che la inviò ad Hastings (Inghilterra) dove si dedicò ai lavori domestici per due anni.
Nel 1975 partì per la Bolivia. Aveva finalmente realizzato il suo sogno! Così la Bolivia divenne la sua “patria del cuore”, dove visse concretamente l’opzione per i più poveri, in particolare per la promozione delle donne, delle ragazze e delle giovani campesinas. Affrontava con coraggio le difficoltà che le si presentavano, i limiti personali, la povertà di mezzi e le circostante non sempre facili. Iniziò la sua missione come insegnante ad Okinawa. Continuò poi ad educare le ragazze a Montero “Maria Ausiliatrice”, Sucre “Maria Ausiliatrice” e Sucre Aranjuez “Madre Mazzarello”, La Paz e Villa Victoria. Nel 1984 tornò ad Okinawa come economa. Dal 1986 al 1991 fu a Sucre “Maria Ausiliatrice”, nuovamente insegnante e dedita alle opere sociali. Tornata poi nella Casa “Madre Mazzarello, inizialmente fu economa e poi direttrice della comunità (1994-1999). Infine tornò a Montero “Maria Ausiliatrice” come insegnante e assistente.
Le opere che ha animato e gestito sono la più eloquente testimonianza della sua opzione per i più poveri. Era convinta che ai poveri doveva essere restituita la dignità di persone. La sua vicinanza, il suo affetto e il suo apprezzamento per le suore si esprimevano in una coerente e gioiosa testimonianza della sua vocazione di FMA missionaria. Trasmetteva il suo ardente amore per Dio, la fiducia nella Provvidenza, la l’affetto incondizionato alla Vergine Maria e una fraternità capace di lenire il dolore, di perdonare in silenziosa carità e di cercare solo il bene dei più poveri.
Cara suor Amaya, pur sapendo dei tuoi seri problemi cardiaci, ci hai sorpreso con la tua improvvisa partenza. Ora che stai già contemplando il volto di Dio che hai tanto amato e insegnato ad amare, intercedi per noi, tue sorelle, e chiedi al Padrone della messe di concederci vocazioni della tua tempra. Intercedi pure per il nostro Istituto, per il prossimo Capitolo Generale e per la cessazione della pandemia del coronavirus che colpisce i più poveri, quelli per cui hai speso la tua vita con tanta generosità e passione. Riposa in pace!

L'Ispettrice
Suor Lucila Guerra Mendoza

Suor Maria de las Nieves DE LA CRUZ SIERRA

Carissime sorelle, il 26 aprile 2020, dalla comunità ˮS. M. Domenica Mazzarelloˮ di Pétion-Ville (Haïti), il Signore ha chiamato a Sé la nostra carissima Suor Maria de las Nieves DE LA CRUZ SIERRA.

Nata a Santo Domingo (Rep. Dominicana) il 30 dicembre 1948
Professa a Santo Domingo (Rep. Dominicana) il 5 agosto 1979
Appartenente all’Ispettoria «N. S. del Perpetuo Soccorso» - Port-au-Prince

A Nieves, quando entrò in Aspirantato, mancava poco per completare gli studi di medicina, avendo già un baccalaureato in scienze fisiche e matematica. Aveva ottenuto pure il diploma di insegnante per la scuola elementare e di maestra di cucito, oltre che partecipato a seminari di musica, teatro, calligrafia, disegno, relazioni umane, psicologia dell’infanzia. Il 7 ottobre 1976 venne ammessa al Postulato a Moca e il 4 agosto 1977 al Noviziato ˮSan Joséˮ a Santo Domingo, dove emise i primi voti il 5 agosto 1979. Dopo la professione continuò gli studi e, contemporaneamente, iniziò l’insegnamento prima a Moca e poi a S. Domingo ˮS. Cuoreˮ e ˮMaria Ausiliatriceˮ.
Nel 1983 passò a Petion-Ville come assistente e studente. A Santo Domingo ˮMaria Ausiliatriceˮ riprese l’insegnamento e si dedicò anche all’oratorio. Dal 1986 Haïti divenne la sua ˮpatria di adozioneˮ. Dopo un anno a Cap Haitien come insegnante, continuò la missione di educatrice a Port-au-Prince ˮMaria Ausiliatriceˮ dove fu pure consigliera, coordinatrice della fede e animatrice dell’oratorio. A Thorland ˮMarie Régineˮ era anche incaricata dello sport, mentre a Citè Lintheau animava gli ˮenfant de la rueˮ, oltre i gruppi giovanili e di adulti. A Hinche ˮSacro Cuore di Gesùˮ dal 2002 al 2005 fu catechista. Tornò poi a Port-au-Prince ˮMaria Ausiliatriceˮ come assistente degli ˮenfants de la rueˮ. Dal 2010 al 2013 a La Descubierta ˮS. G. Boscoˮ si dedicò alla pastorale degli haitiani al confine, missione che continuò a Petion-Ville ˮS. M. D. Mazzarelloˮ fino alla fine.
Suor Nieves era gioiosa, a volte anche comica. Preparava con cura gli interventi educativi e aveva un ottimo rapporto con i destinatari della sua missione, nei quali lasciava un’impronta indelebile. Le giovani, ormai adulte, tornavano per incontrarla: la cercavano ovunque. Aveva una grande sensibilità verso i poveri; sapeva creare spazi e modalità per aiutarli e realizzava ogni attività con gioia e soddisfazione. Tutte le sorelle che hanno vissuto con lei hanno ricordi edificanti. Ne è prova il fatto che, il giorno dopo la sua partenza per il Cielo, abbiamo ricevuto dalle suore di Santo Domingo tante testimonianze significative. Tutte descrivono suor Nieves: gioiosa, serena, determinata, responsabile in quello che faceva ed efficace nella missione. Assumeva i cambiamenti richiesti dalle circostanze senza pensarci due volte. Nel suo ˮdiario di bordoˮ si coglie quasi un ˮsesto sensoˮ: il cielo la rassicurava nelle sue imprese e le faceva correggere le scelte un po’ maldestre. La Vergine Maria era la sua confidente privilegiata. In questo ˮdiarioˮ ha riportato le esperienze spirituali con Lei, il Sacro Cuore e San Giuseppe.
Suor Nieves tendeva a minimizzare i suoi mali. Un mese fa il medico le aveva chiesto di andare da un oncologo perché aveva notato qualcosa di sospetto nel fegato. Lei ha obbedito. Ma, dopo aver ricevuto i risultati delle analisi, ha informato l’Ispettrice che le era stata scoperta una piccola ciste. Ha, quindi voluto coprire la realtà per non preoccupare altri. Alle sorelle e ai fratelli, quando la chiamavano o lei stessa li chiamava, cercava di assicurarli sul suo stato di salute. Era però consapevole della gravità della sua condizione, e aveva chiesto di andare al suo paese di origine per ulteriori esami; ma in questo periodo non vi era la possibilità di viaggiare.
Suor Nieves è partita per la dimora eterna nel giorno del Signore, festa della Madonna del Buon Consiglio. Era sicuramente pronta per il grande Incontro. Una FMA dominicana afferma: "La data è molto significativa. È morta il 26 aprile, Giornata mondiale della Gratitudine, che aveva come tema: La tua vita è un albero che porta molto frutto. Il tema si applica bene anche a suor Nieves, perché è stata un albero che ha dato molti buoni frutti per la salvezza delle anime e per la gloria di Dioˮ. Preghiamo perché possa contemplare il Padre che ha amato e servito sopra ogni altra cosa. Le affidiamo le intenzioni dell’Istituto, del CG XXIV e delle nostre Ispettorie di Haïti e Antille, il dono di buone vocazioni, di missionarie zelanti come lei e la cessazione della pandemia che colpisce il mondo.

L’Ispettrice
Suor Aline Nicolas