Carissime sorelle, il 6 maggio 2020, festa di S. Domenico Savio, dall’Ospedale di Circolo di Varese, il Signore ha chiamato a sé la nostra carissima Suor Pierina OLIVIERI.
Nata a Castellanza (Varese) i1 7 dicembre 1929
Professa a Bosto di Varese il 5 agosto 1954
Appartenente all’Ispettoria Lombarda “Sacra Famiglia” - Italia
Pierina, da tutti conosciuta e chiamata Piera, nacque in una famiglia composta dai genitori e quattro figli: due fratelli maggiori di lei e una sorella gemella. Nulla sappiamo dei suoi anni giovanili e di come sia nata la sua vocazione, perché non ha lasciato alcun cenno autobiografico ed era piuttosto riservata e schiva nel parlare di sé. Dallo Stato di famiglia conosciamo che prima di entrare nell’Istituto lavorava come operaia e, da quanto attesta il suo parroco don Augusto Castiglioni, sappiamo che “aveva una buona condotta di vita cristiana”. Ed egli, rilasciando questa dichiarazione all’Ispettrice, aggiungeva: “Ora tocca a Lei, ne faccia una Santa”. Piera fu ammessa al Postulato a Sant’Ambrogio il 31 gennaio 1952 e l’anno seguente iniziò il Noviziato a Bosto di Varese, dove nel 1954 fece la prima Professione.
Avendo espresso il desiderio di essere missionaria, subito dopo la Professione fu inviata a Torino nella Casa “Madre Mazzarello” per studiare e prepararsi. Il 30 settembre 1955 partì per l’India. La sua prima destinazione fu la Casa di Pallikonda dove per due anni fu addetta al dispensario. Poi venne trasferita a Polur, dove per un biennio prestò il servizio di infermiera. Successivamente lavorò nelle case di Polur, Katpadì “S. Cuore”, Madras, Bombay Wadala, Yercaud, Bangalore “S. Cuore”, Tirupattur “Madre Mazzarelo” e Lonavla. Svolse, di volta in volta, compiti vari: assistente delle novizie, maestra di ricamo, taglio e cucito, aiuto-economa, economa, incaricata del lavoro con le donne povere a Kune. A Tirupattur nel 1975 venne nominata direttrice, servizio che offrì per sei anni.
Ritorna in Italia nel 1985 per recuperare la salute, fu accolta nella casa di Bosto di Varese e l’anno dopo tornò di nuovo in India, a Yercaud. Ma nel 1987 rientrò definitivamente in Italia. Fino al 1991 prestò il suo aiuto in guardaroba prima a Bosto di Varese “M. Ausiliatrice”, poi per quattro anni a Valle Olona. Nel 1995 nella Comunità “M. Ausiliatrice” di Varese svolse il servizio di refettoriera e aiuto nei lavori comunitari. Dal 2009 era in riposo nella Comunità “Suor Luisa Oreglia”.
Suor Piera è stata una fervente missionaria secondo il cuore di don Bosco e di madre Mazzarello, generosa, aperta e cordiale. Lavorava sodo, amava i poveri e pregava molto. Le sue novizie di allora concordano nel dire che era un’ottima assistente, sensibile e comprensiva, ma allo stesso tempo ferma e decisa. Era una sarta meravigliosa. Insegnava a confezionare gli abiti e a ricamare, dimostrandosi molto paziente, ma esigeva la perfezione nel lavoro. Anche da direttrice ha lasciato il ricordo di una donna generosa, che infondeva fiducia. Amava molto le ragazze del laboratorio e le incoraggiava sempre. A Lonavla, nella provincia di Bombay, fu una delle prime pioniere della missione di Kune. Le piaceva lavorare per le tribù Katkari: si prendeva cura delle donne povere e insegnava loro il ricamo e il cucito, aiutandole così a guadagnarsi un po’ di soldi. Ogni volta che non c’era l’auto, andava a piedi da Lonavla a Kune e non la fermava nessuna fatica. Trovava la forza nella preghiera del Rosario che recitava spesso durante il giorno.
Certamente, ritornata in Italia, suor Piera ha portato nel cuore la sua amata India, dove ha speso le energie migliori della sua vita e dove è stata amata e apprezzata dalle consorelle e dalla gente. Ancora recentemente riceveva gli auguri in occasione delle feste di Natale e di Pasqua da qualche suora indiana, che la ricordava con riconoscente affetto. Di natura molto sensibile, non fatichiamo a comprendere quanto dovette soffrire nel lasciare la missione. Non esprimeva facilmente i suoi sentimenti. Però, se le si chiedeva di parlare dell’India, allora raccontava volentieri. Nonostante l’atteggiamento serio e riservato non le mancava la battuta scherzosa. Qualcuno amabilmente l’ha definita “un burbero benefico”. Infatti dietro l’apparente severità del tratto, nascondeva un cuore generoso, sempre pronto e disponibile ad aiutare dove c’era bisogno. Era puntuale alla preghiera e agli atti comunitari, assolveva con fedeltà e precisione i compiti che le erano assegnati e, finché ha potuto, ha cercato di dare il suo contributo alla comunità.
Colpita purtroppo dal Covid 19 e portata in Ospedale, è morta dopo diversi giorni di grave sofferenza. Siamo certe che il Signore Gesù l’ha già introdotta nella vita piena e tuttavia preghiamo per lei, ricordandola con affetto e gratitudine.
L’Ispettrice
Suor Maria Teresa Cocco
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