3 ottobre 2016

Mons. Perego: "costruire stabili corridoi umanitari e vie legali che accompagnino i migranti"

Roma - “L’Europa di domani non si costruisce con la crescita della denatalità, con i respingimenti, con nuovi muri e lastricando i fondali del Mediterraneo con i corpi di uomini e donne, giovani e bambini. L’Europa di domani si costruisce solo sulla tutela della dignità di ogni persona, sulla giustizia sociale, sulla cooperazione e condivisione dei beni”. È quanto afferma Mons. Gian Carlo Perego, Direttore generale della Fondazione Migrantes, in una nota per il Sir in occasione della prima Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione, istituita con una legge promulgata il 21 marzo 2016. Significativa la data scelta: “All’alba del 3 ottobre 2013 – ricorda Mons. Perego – a poche decine di metri dalle coste dell’isola di Lampedusa, un barcone di migranti s’inabissava”. Furono 368 i morti, molti dei quali donne e bambini. “Quel giorno – prosegue – il mondo s’indignò, l’Europa pianse, l’Italia si svegliò creando l’operazione ‘Mare nostrum’” con cui si sono salvate 170mila persone nel Mediterraneo e oltre 270mila successivamente sono state tratte in salvo con navi anche di altri Stati europei. Ma – evidenzia il direttore Migrantes – “ancora troppi sono stati i morti nel Mediterraneo: dal 3 ottobre 2013 ad oggi, oltre 11.500”. Per Mons. Perego, quella di oggi è “una Giornata della memoria” – avendo “consapevolezza di chi sono i migranti che sbarcano, non clandestini, ma migranti in fuga” – ma anche una “Giornata della verità sui migranti”, per “sensibilizzare l’opinione pubblica – come recita l’art. 2 della legge – alla solidarietà civile nei confronti dei migranti”, impegnandosi “perché l’accoglienza non sia discrezionale, ma diffusa in tutti gli 8mila Comuni italiani”, ammonisce Perego. Inoltre è “una Giornata per educare” e “per chi crede è anche una Giornata per pregare e per recitare il nostro ‘Miserere’: abbi pietà di noi, Signore per tante morti innocenti”. “Ci auguriamo che questa Giornata possa diventare l’occasione per gridare insieme non solo il nostro sdegno – conclude – ma anche la volontà di costruire stabilmente corridoi umanitari e vie legali che accompagnino i migranti e le loro famiglie e consentano l’ingresso in Italia e in ogni Paese d’Europa, senza altre morti innocenti”.

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