«In questo momento in cui vi parlo, essi hanno già
traversato l'equatore, sono entrati nell'emisfero meridionale e credo che siano
sbarcati, o sbarchino in breve a Rio Janeiro, che è già una città dell'America,
la capitale del Brasile. Di qui non c’è più che una sola fermata a Montevideo
prima di arrivare alla sospirata Buenos Aires. Da Rio Janeiro a questa città
c’è ancora il viaggio di circa una settimana, di modo che io credo che arriveranno a Montevideo al 7 a sera e
passino in questa città la festa dell’Immacolata Concezione. Credo che
domani o dopodomani arriveranno lettere dalle isole del Capo Verde e poco dopo
forse un telegramma, che annunzi l'esito finale del loro viaggio.
Ecco, miei cari giovani, quanto voleva dirvi stasera in
riguardo al viaggio del nostri Missionari. Un'altra sera poi vi racconterò
altre cose che io feci durante la mia assenza da Torino. Intanto animiamoci
tutti a fare veramente bene la festa
dell'Immacolata Concezione, continuiamo a fare preghiere speciali per i
nostri Missionari, ed anche supplichiamo il Signore perché mandi in grande
quantità operai evangelici a lavorare nella sua vigna ed a fare del bene. Naturalmente molti di voi sentono in questo
momento gran desiderio di partire e di andare anche a fare il missionario;
ebbene io vi so dire che, se vi foste pure tutti in questo numero, ci sarebbe
posto per tutti ed io saprei benissimo dove occuparvi, visti i tanti bisogni che ci sono e le tante domande che io ricevo da
ogni parte, che ci pregano, ci supplicano e ci dicono come varie Missioni già
incominciate si devono lasciar cadere per mancanza di Missionari. Ma per
ora incominciate a prepararvi colla preghiera, collo stare veramente buoni, col fare l'uffizio di missionari gli uni
cogli altri, dandovi buon esempio; poiché anche collo studiare alacremente,
adempiendo bene ai vostri doveri di studio e di scuola, coll'aiuto del Signore
potrete riuscire nel vostro intento, amati da Dio e dagli uomini. Buona notte».
La cronaca avverte che queste parole destarono un incendio
nel cuore dei giovani, sicché i più smaniavano di partire anche subito per
dedicarsi alle lontane Missioni. Tanto entusiasmo per le Missioni non accese
solamente gli animi giovanili nell'Oratorio. “Io stesso, depone Don Ascanio
Savio, desiderava, benché non aggregato alla sua Congregazione, di essere nel
numero dei Missionari in quella prima spedizione e, se non ci andai, si fu per
opposizione fattami dall'Arcivescovo monsignor Gastaldi”.
Il Beato comprendeva benissimo le difficoltà speciali che i
preti incontravano per venire alla Congregazione e farsi Missionari. - I poveri
vescovi, diceva, si trovano imbrogliati; hanno un bisogno stragrande di
sacerdoti; alcuni non sanno più come fare per avere un numero sufficiente di
vice - parroci. Quando sono interpellati da un prete che vuole andare alle
Missioni straniere, è impossibile che rispondano con un sì allegro come
facevano una volta, lodandolo del buon proposito, confermandolo,
incoraggiandolo, spingendolo ad eseguirlo.
Per lo più rispondono
che c’è bisogno di Missionari nella propria diocesi.
Ma il moltiplicarsi delle domande di entrare in
Congregazione anche da parte di preti era appunto uno degli effetti prodotti
dalla spedizione dei Missionari. Prima la Congregazione si sviluppava
lentamente nell'oscurità: nulla o ben poco se ne conosceva lontano dal
Piemonte. Allora invece, prima, durante e dopo la spedizione, giornali italiani
ed esteri parlarono dei Salesiani e di Don Bosco, sicché la notizia della Pia
Società si diffuse in lungo e in largo, richiamando l'attenzione di molti e
attirando soggetti sempre più numerosi.
Così avvenne pure che anche da paesi remoti si guardasse
all'Oratorio come a un vivaio di Missionari.
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