Juba (Agenzia Fides) - “L’umore
della popolazione è alto, c’è eccitazione per l’evento. Fervono i lavori per
sistemare le strade e imbiancare gli edifici” dice all’Agenzia Fides p. Martin
Ochaya, Segretario generale dell’Arcidiocesi di Juba, la capitale del Sud
Sudan, che il 9 luglio proclamerà ufficialmente la propria indipendenza dal
resto del Paese. L’indipendenza del nuovo Stato è stata decisa dal referendum
popolare del 9 gennaio (vedi Fides 31/1/2011; 8/2/2011). “La popolazione nutre
alte speranze per il futuro, perché pensa che, grazie all’indipendenza, la
situazione sarà differente” dice p. Martin. Anche la Chiesa cattolica, insieme
alle altre comunità religiose, ha partecipato alla preparazione dell’evento.
“Quaranta giorni prima
dell’indipendenza - spiega p. Martin -, abbiamo avviato un’iniziativa pastorale
che prevede momenti di preghiera e iniziative per favorire la riconciliazione.
Due giorni fa si è tenuta la Giornata della riconciliazione (Reconciliation
Day). Si è trattato di un’iniziativa ecumenica con diversi momenti di
preghiera, di ascolto di testimonianze e di confessioni”.
“Il Santo Padre Benedetto XVI -
prosegue il Segretario Generale dell’Arcidiocesi di Juba - ha inviato come suo
rappresentate per la cerimonia di indipendenza, oltre al Nunzio Apostolico in
Sudan, Sua Ecc. Mons. Leo Boccardi, anche il Cardinale John Njue, Arcivescovo
di Nairobi. Siamo quindi impegnati ad accogliere coloro che verranno a
festeggiare con noi l’indipendenza del sud Sudan, come le rappresentanze
episcopali di tutta la regione dell’Africa orientale e del Catholic Relief
Services. Le preghiere di ringraziamento e di richiesta di grazie continueranno
in tutte le parrocchie anche dopo l’indipendenza, per tutto il mese di luglio”.
Circa la possibilità che le crisi
di Abyei (territorio conteso tra nord e sud Sudan) e del sud Kordofan (area che
rimane nel nord Sudan ma abitata dalla popolazione Nuba che non accetta di
restare sotto il governo di Khartoum) possano condizionare le celebrazioni per
l’indipendenza del Sud Sudan, p. Martin spiega: “C’è ancora tensione, anche se
nella regione di Abyei il cessate il fuoco è rispettato ed è previsto il
dispiegamento dei Caschi Blu etiopici. La popolazione, che è fuggita dall’area,
vive ancora all’addiaccio. Non credo però che vi sia il rischio di una ripresa
dei combattimenti nell’immediato. Quella del Sud Kordofan è un’altra storia.
Rimane un problema grave ma i sud sudanesi non vogliono che questa crisi
condizioni negativamente le celebrazioni per la loro indipendenza”. (L.M.)
Fonte: www.fides.org
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