2 luglio 2011

Gruppi cristiani concordano su regole per l'azione missionaria. Una guida affronta lo sfruttamento della povertà e il ministero della guarigione.


GINEVRA, venerdì, 1° luglio 2011 (ZENIT.org).- Il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso e altre due organizzazioni, che rappresentano insieme circa il 90% dei cristiani del pianeta, hanno portato a termine uno studio di cinque anni con un documento congiunto su un'appropriata condotta missionaria.
Un comunicato diffuso questo mercoledì dal Consiglio Mondiale delle Chiese ha annunciato la pubblicazione di “Christian Witness in a Multi-Religious World: Recommendations for Conduct”.
Il documento di cinque pagine è frutto di cinque anni di dialogo tra il Consiglio Mondiale delle Chiese (WCC), il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso e l'Alleanza Evangelica Mondiale (WEA).
“La missione appartiene all'essenza stessa della Chiesa”, afferma il documento. “Proclamare la Parola di Dio e testimoniare al mondo è essenziale per ogni cristiano. Allo stesso tempo, è necessario farlo in modo conforme ai principi evangelici, con pieno rispetto e amore per tutti gli esseri umani”.
La dichiarazione prosegue includendo 12 principi, che specificano punti quali “atti di servizio, come fornire istruzione, assistenza sanitaria, servizi di assistenza e atti di giustizia”, “parte fondamentale della testimonianza evangelica”.
“Lo sfruttamento di situazioni di povertà e bisogno non ha spazio nell'azione cristiana. I cristiani dovrebbero denunciare e trattenersi dall'offrire ogni forma di attrattiva, inclusi incentivi finanziari e premi, nei loro atti di servizio”.
Un altro principio riguarda il ministero di guarigione: “Come parte integrale della loro testimonianza al Vangelo, i cristiani esercitano i ministeri della guarigione. Sono chiamati ad esercitare il discernimento nello svolgimento del loro ministero, rispettando pienamente la dignità umana e assicurando che la vulnerabilità della gente e il loro bisogno di guarigione non siano sfruttati”.
Il documento offre sei raccomandazioni concrete, sotto i titoli “studiare”, “costruire”, “incoraggiare”, “cooperare”, “esortare” e “pregare”.
L'“incoraggiare” è espresso con un invito ai cristiani a “rafforzare la loro identità religiosa e la loro fede approfondendo al contempo la loro conoscenza e comprensione delle varie religioni, e a farlo anche tenendo conto delle prospettive degli aderenti a questi credo”.
“I cristiani dovrebbero evitare di travisare il credo e le pratiche di persone di religioni diverse”, aggiunge il testo.
Il Cardinale Jean-Louis Tauran, Presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, ha parlato del dovere dei leader cristiani di “proporre una visione più ampia del dialogo”, ricordando che “non respingere nulla che sia vero e santo in ogni religione” è un principio cattolico.
Gli incontri che hanno coinvolto il WCC, il dicastero vaticano e la WEA che hanno portato alla formulazione di “Christian Witness in a Multi-Religious World” si sono svolti a Lariano (Roma) nel 2006, a Tolosa (Francia) nel 2007 e a Bangkok (Thailandia) nel gennaio di quest'anno.
Per ulteriori informazioni,

fonte: www.zenit.org  

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