GINEVRA - L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati
(UNHCR) chiede un aumento delle quote di reinsediamento per i più vulnerabili
tra i 10,5 milioni di rifugiati nel mondo riconosciuti sotto il suo
mandato. La maggior parte dei rifugiati fa ritorno nei propri paesi
d'origine o ha la possibilità di rimanere nei paesi di primo asilo. Ma per
alcuni di loro il reinsediamento in un paese terzo rimane l'unica
soluzione possibile.
Attualmente
sono 80.000 le quote di reinsediamento disponibili ogni anno. Si stima che per
i prossimi tre o cinque anni il reinsediamento sarà la soluzione per 780.000
rifugiati. Di questi, 172.000 avranno la priorità per il 2012.
“Se gli
Stati non renderanno disponibili più quote, quasi 100.000 rifugiati
vulnerabili, che hanno bisogno di essere reinsediati, quest’anno rimarranno
senza una soluzione. E’ di fondamentale importanza capire
che queste persone non hanno alcuna alternativa e che il loro mancato reinsediamento significa
rimanere in un limbo di lenta agonia”, ha detto Wei-Meng Lim-Kabaa,
responsabile del servizio di reinsediamento dell'UNHCR. Lim-Kabaa è
intervenuto oggi all’apertura delle Consultazioni Annuali Tipartite
sul Reinsediamento.
L'UNHCR sta
osservando un significativo calo nelle partenze dei rifugiati a cui è
stato concesso il reinsediamento. Ciò è dovuto a controlli di sicurezza
molto rigorosi e le varie sfide che i paesi di reinsediamento affrontano
nel gestire le procedure di reinsediamento stesso. Nel 2009, 84.657
rifugiati sono stati reinsediati mentre nel 2010 il numero è sceso a
72.914. L'UNHCR teme che nel 2011 il numero di rifugiati che verranno
concretamente reinsediati sarà significativamente inferiore alle 80.000
quote disponibili.
Questo
crescente divario tra le esigenze di reinsediamento a livello globale e i posti
disponibili così come il calo di partenze effettive, saranno al centro
delle consultazioni tripartite di quest'anno tra l’UNHCR, i governi e il terzo
settore. L’incontro di tre giorni, dal 4 al 6 luglio 2011, sarà
co-presieduto dall'Ufficio sulla Popolazione, i Rifugiati e la Migrazione degli
Stati Uniti, il Consiglio dei Rifugiati degli Stati Uniti e l’UNHCR.
Le
consultazioni si concentreranno oltre che sulla carenza delle quote di
reinsediamento e sui problemi di gestione della relativa procedura anche
su l'utilizzo strategico del sistema di reinsediamento, al fine di fornire
soluzioni per i rifugiati altrimenti non aventi diritto al
reinsediamento, in una serie di situazioni prioritarie quali in Africa, Medio
Oriente, Asia e America Latina.
“Il
reinsediamento può produrre risultati positivi oltre a quelli a diretto
beneficio dell’individuo. Reinsediare un numero considerevole di rifugiati,
alleviando così l’onere che pesa sui paesi di primo asilo, aiuta a
negoziare migliori condizioni per i rifugiati che rimangono, o per i
rifugiati in arrivo” ha dichiarato Larry Bartlett, direttore della
sezione per l’accesso al territorio dei rifugiati per l’Ufficio
sulla Popolazione, i Rifugiati e la Migrazione del Dipartimento di Stato
Americano e co-moderatore delle consultazioni di quest'anno.
L'ordine
del giorno per le consultazioni di quest'anno include anche la promozione
di misure per migliorare l'accoglienza e l'integrazione dei rifugiati, una
volta raggiunta la loro nuova destinazione. L'UNHCR ed i partner
governativi e non governativi, stanno cercando di migliorare l’assistenza per
l’integrazione dei rifugiati in arrivo nei paesi di reinsediamento.
“L'integrazione
non avviene da sé, ma richiede impegno da entrambe le parti: i rifugiati e le
comunità di arrivo. Coinvolge anche molti altri attori tra cui gli
organi governativi, le organizzazioni non governative, i datori di lavoro, i
sindacati, gli operatori sanitari e così via. Abbiamo bisogno del
coinvolgimento di tutti i partner” ha dichiarato Dan Kosten, presidente del
Consiglio dei Rifugiati degli Stati Uniti.
Le
consultazioni offriranno all'UNHCR un forum per portare l'attenzione
sulle grandi sfide del reinsediamento per i rifugiati fuggiti dalle
continue violenze e dalle gravi violazioni dei diritti umani in Libia e che ora
sono bloccati al confine con la Tunisia e l'Egitto. Sulla scia degli esodi
di massa, l'UNHCR ha lanciato un’iniziativa Globale di Solidarietà per il
Reinsediamento e ha avviato un’operazione di reinsediamento di emergenza, unica
per dimensioni e complessità e che pone notevoli sfide per tutti i partner
interessati.
L'UNHCR
chiede agli Stati di mettere a disposizione delle quote aggiuntive di
reinsediamento alle quote ordinarie per questi rifugiati. Di fronte a
questa situazione straordinaria, l’UNHCR chiede agli Stati di accelerare le
loro procedure decisionali, nonché di dare il via libera alle partenze al fine
di portare in salvo questi rifugiati il più velocemente possibile.
Nel 2010,
l'UNHCR ha presentato oltre 108.000 casi di reinsedimento. Circa 73.000
rifugiati sono stati reinsediati con l'assistenza dell'UNHCR. Secondo le
statistiche dei governi, 22 paesi hanno riferito di aver accolto oltre
98.000 rifugiati ammessi al reinsediamento nel corso del 2010, con o senza
l'assistenza dell'UNHCR. Gli Stati Uniti hanno accettato il numero più
alto, più di 71.000.
Fonte: http://www.unhcr.it
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