VIEUX-MARCHÉ - La Misericordia,
che è il nome di Dio, rappresenta una parola chiave per il dialogo tra
musulmani, ebrei e cristiani, sostiene il Cardinale Philippe Barbarin,
Arcivescovo di Lione.
Il primate delle Gallie ha
presieduto questa domenica la Santa Messa nella cappella dei Sette Santi di
Efeso, nella piccola località di Vieux-Marché, nella Diocesi bretone di Saint
Brieuc (Francia), nel contesto del pellegrinaggio islamo-cristiano che si
celebra da 60 anni in questo luogo.
“Perché la parola 'misericordia'
è scomparsa dalle labbra dei cattolici?”, si è chiesto nell'omelia il
porporato, nato 60 anni fa a Rabat (Marocco) e che ha avuto sia in Africa che
in Medio Oriente e in Francia continue opportunità di entrare in contatto con i
musulmani.
“Perché la utilizziamo così poco?
Perché abbiamo paura di usarla? Mi sorprende, perché nella Bibbia appare
ovunque, e sarebbe un concetto meraviglioso per il dialogo interreligioso”, ha
dichiarato.
Riferendosi all'importanza di questo
concetto, ha ricordato che il popolo ebraico ha ricevuto la vocazione “di
essere servitore della Misericordia di Dio in tutte le Nazioni”.
Dall'altro lato, ha aggiunto
analizzando l'islam, “questa parola appare in ciascuna delle sure del Corano,
che inizia sempre con l'invocazione a Dio misericordioso”.
“Anche nel Vangelo è presente
ovunque”, ha ricordato. “Non so perché l'abbiamo messa da parte”.
“Forse ad alcuni sembra passata
di moda, ma esce dalle labbra di Cristo, esce dalle labbra della Vergine Maria
quando canta il Magnificat, o si ritrova nel Cantico di Zaccaria, che è la
nostra preghiera di ogni mattino. Allora perché non la utilizziamo?”, si è
chiesto il porporato.
Il Cardinal Barbarin ha quindi
ricordato che la misericordia è anche la grande eredità lasciata nel suo
pontificato da Giovanni Paolo II, ed evocando il suo pensiero ha affermato che
“misericordioso non è solo un aggettivo che possiamo attribuire a Dio. La
Misericordia non è solo una delle qualità di Dio, che è anche creatore, potente...
La Misericordia – ha detto il Papa – è davvero il suo nome”.
“Questa frase potrebbe essere di
grande utilità nel dialogo profondo, seguendo il registro dell'amore di Dio,
con i nostri fratelli credenti di altre religioni”, ha suggerito.
Il Cardinal Barbarin ha
concelebrato la Messa con il Vescovo di Saint Brieuc, monsignor Denis Moutel,
in presenza di rappresentanti della comunità musulmana e di migliaia di fedeli,
che non entrando nella cappella hanno seguito la Messa dall'esterno.
Il pellegrinaggio di cristiani e
musulmani a questo tempio affonda le sue radici nei santi “dormienti” ai quali
è dedicata: i sette cristiani di Efeso del III secolo vittime della
persecuzione dell'imperatore Decio.
Secondo una tradizione ripresa da
un canto popolare bretone, dormirono per circa 200 anni e poi riapparvero vivi.
Il Corano li menziona nella sura 18.
Constatando la relazione tra il
canto e la sura, Louis Massignon (1883-1962), uno dei più grandi islamologi del
XX secolo, decise di invitare esponenti musulmani al pellegrinaggio annuale
alla cappella, nel 1954, quando iniziava la guerra tra Francia e Algeria.
Quest'anno il pellegrinaggio ha battuto i record di partecipazione.
Fonte: www.zenit.org
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