“In Italia la crisi rischia di indebolire
l’uguaglianza, la giustizia sociale, la tutela della dignità e dei diritti
delle persone, le pari opportunità: a rischio sono i principi costituzionali, è
la democrazia”: lo ha detto alla MISNA monsignor Giancarlo Perego, direttore
generale della Fondazione Migrantes in occasione della presentazione, oggi a
Roma, dell’ultimo rapporto sull’immigrazione Caritas-Migrantes.
Il dossier di quest’anno,
infatti, sottolinea che in Italia gli stranieri sono i più a rischio povertà in
seguito alle difficoltà legate alla crisi economica. Secondo lo studio il
nostro paese cresce grazie agli stranieri. Nel 2013 la popolazione straniera
residente é aumentata di oltre 334.000 unità (+8,2% rispetto al 2012), grazie
anche all’alto tasso di natalità. E tuttavia il rischio che gli stranieri
vivano in condizioni di povertà è doppio rispetto a quello degli italiani.
Le famiglie dei migranti,
infatti, hanno dovuto fronteggiare la crisi economica in posizioni di evidente
svantaggio e il reddito medio delle famiglie immigrate – segnala il rapporto –
è solo il 56% di quello degli italiani. Così si evince anche che un quarto
degli stranieri è incapace di pagare con puntualità affitti e bollette contro –
rispettivamente – il 10,5% e l’8,3% degli italiani.
Particolarmente grave, risulta il
problema abitativo: per gli immigrati quella della casa è una criticità tre
volte superiore a quella delle famiglie italiane. Quanto alla disoccupazione,
il rapporto sottolinea che se tra gli italiani il fenomeno colpisce soprattutto
i più giovani, tra gli stranieri la privazione del lavoro colpisce soprattutto
il genitore o il capofamiglia.
Come già negli anni scorsi, la
comunità straniera più numerosa si conferma quella marocchina, con il 21,5%,
seguiti dagli albanesi (16,3%) e dagli egiziani (4,7%). Le città con un numero
maggiore di ‘nuovi italiani’ sono Milano, Roma, Torino, Brescia e Treviso. Il
rapporto segnala inoltre la crescente presenza di alunni con cittadinanza
straniera che sono nati in Italia, bambini e ragazzi che in molti casi non
hanno mai visitato il paese di cui hanno la cittadinanza, cioè il paese di
origine dei loro genitori: sono ormai quasi il 50% secondo le stime di
Caritas-Migrantes.
“Nel rapporto - sottolinea
monsignor Perego – abbiamo delineato cinque proposte: La prima invita a
riflettere sul fatto che l’immigrazione continua, ma non aumentano gli
immigrati: gli immigrati più che venire da fuori sono dentro la nostra città,
in famiglie, con nuovi nati, più studenti e meno lavoratori. Di conseguenza,
chiediamo maggiore integrazione. Secondo, superare i CIE, veri e propri
pericoli per la sicurezza delle persone; terzo, più investimenti contro la
tratta di esseri umani; quarto, maggiore attenzione al riconoscimento delle
discriminazioni e quinto, più ecumenismo e dialogo interreligioso”.
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