22 gennaio 2014

Luoghi di incontro e di preghiera degli immigrati a Roma

Presentata la sesta edizione della Guida realizzata dagli uffici Caritas e Migrantes del Vicariato di Roma

È stata presentata il 20 gennaio, presso il Seminario Romano Maggiore, la sesta edizione della Guida ai luoghi di incontro e di preghiera degli immigrati a Roma realizzata dagli uffici Caritas e Migrantes della diocesi di Roma.
«Questa Guida – spiegano nell’introduzione monsignor Enrico Feroci, direttore della Caritas, e monsignor Pierpaolo Felicolo, direttore della Migrantes – si propone di rispondere alle esigenze religiose degli immigrati. La vita di un immigrato, infatti, oltre a essere caratterizzata da aspetti economici, occupazionali, culturali e sociali, è definita anche da profonde esigenze religiose». È per questo motivo «che l’attenzione alla dimensione religiosa è fondamentale nel processo di integrazione e i luoghi di incontro e di preghiera sono riferimenti importanti anche per le istanze sociali e la crescita culturale  degli immigrati: in essi, infatti, si attivano reti di amicizia e di mutua assistenza con una molteplicità di iniziative che conferiscono uno spessore concreto al binomio “spiritualità-promozione umana”».

Gli immigrati nell’area romana: paesi e religioni.

Il Comune di Roma, secondo i dati dell’anagrafe, alla fine del 2012 ha registrato la presenza di 381.101 residenti con cittadinanza straniera. Una quota di circa 150mila persone si trova, invece negli altri comuni della Provincia: già nel 2010 i residenti stranieri nell’intera Provincia erano 442.818. L’incidenza degli immigrati sulla popolazione supera il 10%, due punti al di sopra della media nazionale.
Nel Comune di Roma la metà circa degli stranieri (46,2%, 176mila) proviene dai Paesi europei per lo più appartenenti all’UE. Seguono, nell’ordine gli americani (16,6%, 45mila), gli asiatici (16,1%, 111mila) e gli africani (4,7%, 46mila), mentre sono qualche migliaia quelli arrivati dall’Oceania.
Queste provenienze servono a introdurre nel panorama multireligioso che attualmente si riscontra nella Capitale. Secondo la tradizionale stima delle appartenenze religiose, condotta per questa Guida dal Centro Studi e Ricerche IDOS, i cristiani sono quasi i due terzi del totale (65,2%).  I cattolici  (30,0%, 114mila) precedono di poco gli ortodossi (27,9%, 106mila), ma sono ben rappresentati anche gli evangelici e altri gruppi cristiani (7,4%, 28mila). I musulmani incidono per il 20% (76mila). Gli induisti (11mila), i buddisti (9mila) e i fedeli di altre religioni orientali (4.500, specialmente sikh che si trovano al confine con la provincia di Latina) rappresentano nel complesso una quota del 6,5%. Per la comunità ebraica è stata stimata una presenza di mille persone, per le religioni tradizionali africane 3mila persone, così come altre 3mila persone appartengono a gruppi differenziati. Si stima anche una notevole presenza di atei e di agnostici.

Il censimento dei luoghi di culto.

Sono 293 le strutture censite, 37 in più rispetto al 2011. I luoghi di culto disponibili sono: 172 per i cattolici, 53 per gli ortodossi, 27 per i protestanti, 7 per gli ebrei, 25 per musulmani, 7 per i buddhisti, 1 per gli induisti, 1 per i sikh. Si può trovare nella guida anche la ripartizione dei luoghi di incontro e di preghiera anche per singoli Municipi.

Roma
In Provincia
Totale Roma e Provincia
Cattolici
150
22
172
Ortodossi
25
28
53
Protestanti
22
5
27
Ebrei
7
-
7
Musulmani
22
3
25
Buddisti
6
1
7
Induisti
1
-
1
Sikh
1
-
1
Totale
234
59
293

Obiettivi della Guida.

L’adesione alla propria fede porta molti immigrati alla pratica religiosa, e naturalmente c’è bisogno di appositi spazi per esprimere le dimensioni rituali e comunitarie. Per agevolare questa pratica, la Guida riporta tutti i luoghi di culto aperti a Roma e in Provincia e per ciascuno di essi segnala l’indirizzo, gli orari e il nome dei responsabile, facilitando i contatti per quanto riguarda gli atti di culto veri e propri e le attività connesse.
Non manca una funzione sociale della Guida, che può essere di grande supporto al processo di integrazione, evitando il pericolo di sradicamento. I luoghi di preghiera censiti sono anche luoghi di incontro, nel cui ambito si attivano reti di amicizia e di mutua assistenza e si promuovono diverse iniziative socio-culturali: centri di ascolto, di consulenza e di sostegno, corsi di italiano e di madrelingua, incontri sulla cultura di origine, attività sportive, corali, gruppi giovanili e incontri conviviali, quasi sempre dopo il rito religioso. In questo modo di attua una simbiosi tra cura spirituale e promozione umana.

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