Città del Vaticano – “L’Anno
della fede che oggi inauguriamo è legato coerentemente a tutto il cammino della
Chiesa negli ultimi 50 anni” ha sottolineato il Santo Padre Benedetto XVI
durante la Celebrazione Eucaristica che ha presieduto sul Sagrato della
Basilica Vaticana, in occasione dell’apertura dell’Anno della fede, giovedì 11
ottobre, esattamente a 50 anni dall’inizio del Concilio Ecumenico Vaticano II.
Commentando il Vangelo del giorno, dove Gesù Cristo, consacrato dal Padre nello
Spirito Santo, è presentanto come “il vero e perenne soggetto
dell’evangelizzazione”, il Papa ha spiegato: “Questa missione di Cristo, questo
suo movimento continua nello spazio e nel tempo, attraversa i secoli e i
continenti. E’ un movimento che parte dal Padre e, con la forza dello Spirito,
va a portare il lieto annuncio ai poveri di ogni tempo, poveri in senso
materiale e spirituale. La Chiesa è lo strumento primo e necessario di questa
opera di Cristo, perché è a Lui unita come il corpo al capo”. Quindi il Santo
Padre ha proseguito: “E’ Dio il principale soggetto dell’evangelizzazione del
mondo, mediante Gesù Cristo; ma Cristo stesso ha voluto trasmettere alla Chiesa
la propria missione, e lo ha fatto e continua a farlo sino alla fine dei tempi
infondendo lo Spirito Santo nei discepoli, quello stesso Spirito che si posò su
di Lui e rimase in Lui per tutta la vita terrena”.
Nell’omelia Benedetto XVI ha
ricordato che “durante il Concilio vi era una tensione commovente nei confronti
del comune compito di far risplendere la verità e la bellezza della fede
nell’oggi del nostro tempo” ed ha proseguito: “Perciò ritengo che la cosa più
importante… sia ravvivare in tutta la Chiesa quella positiva tensione,
quell’anelito a riannunciare Cristo all’uomo contemporaneo. Ma affinché questa
spinta interiore alla nuova evangelizzazione non rimanga soltanto ideale e non
pecchi di confusione, occorre che essa si appoggi ad una base concreta e
precisa, e questa base sono i documenti del Concilio Vaticano II,”
Il Pontefice ha messo in evidenza
che “oggi la Chiesa propone un nuovo Anno della fede e la nuova
evangelizzazione, non per onorare una ricorrenza, ma perché ce n’è bisogno,
ancor più che 50 anni fa!” in quanto “in questi decenni è avanzata una
‘desertificazione’ spirituale”, quindi questo Anno della fede deve essere
vissuto come “un pellegrinaggio nei deserti del mondo contemporaneo, in cui
portare con sé solo ciò che è essenziale… il Vangelo e la fede della Chiesa, di
cui i documenti del Concilio Ecumenico Vaticano II sono luminosa espressione,
come pure lo è il Catechismo della Chiesa Cattolica, pubblicato 20 anni or
sono.”
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