Città del Vaticano - L’ambito
della mobilità umana offre significative possibilità per la nuova
evangelizzazione, poiché presenta uomini e donne, giovani e anziani segnati da
forti esperienze di vita, da progetti, insicurezze o sofferenze, che mettono in
luce gli interrogativi più pressanti della loro esistenza, e che sentono il
bisogno di dare un significato alla loro vita quotidiana”. Lo ha detto ieri il
card. Antonio Maria Vegliò, Presidente del Pontificio Consiglio Migranti e
Itineranti intervenendo all’Assemblea del Sinodo dei Vescovi in corso in
Vaticano fino al prossimo 28 ottobre. “Di fronte agli interrogativi profondi,
la fede – ha aggiunto - si presenta come risposta che li interpreta, illumina e
colma di significato, e Cristo appare come la chiave di lettura per eccellenza
della vita umana”. Il Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli
Itineranti desidera sottolineare – ha spiegato il porporato - l’importanza che
riveste il fenomeno migratorio e, con esso, tutto l’ambito della mobilità
umana. Questo offre alla Chiesa nuove occasioni per l’evangelizzazione. In
riferimento a quanti non conoscono Cristo e si stabiliscono in Paesi di
tradizione cristiana”, secondo il card. Vegliò, si “impone la sfida di proporre
loro il kerigma. D’altra parte, quanti sono stati evangelizzati nel Paese di
origine hanno bisogno di un accompagnamento pastorale che li aiuti a mantenersi
saldi nella fede, mentre possono diventare a loro volta evangelizzatori”. Il
fenomeno migratorio – ha detto ancora il card. Vegliò – “mette in discussione
anche le comunità di accoglienza, obbligandole non solo a rivedere le proposte
di evangelizzazione, ma anche mettendo alla prova la fede stessa dei suoi
membri, in particolare nel momento di doverla annunciare agli altri”. Per la
relazione “inscindibile tra l’amore per Dio e l’amore per il prossimo” – ha
concluso il Presidente del Dicastero Vaticano - la presenza di persone in
mobilità ha richiesto anche alla Chiesa una risposta solidale, che è allo
stesso tempo evangelizzatrice”.
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