La bontà di Dio è più forte dei peccati dell'uomo: così il Papa, ieri sera,
salutando dalla finestra del suo studio le migliaia di fedeli raccoltesi in
Piazza San Pietro a conclusione della fiaccolata promossa dall’Azione
cattolica. Una manifestazione che voleva ricordare quella avvenuta 50 anni fa
all’inizio del Concilio Vaticano II con il celebre discorso alla luna di
Giovanni XXIII. Ascoltiamo le parole di Benedetto XVI nel servizio di Fausta
Speranza:
“Abbiamo visto che nel campo del
Signore c’è sempre anche la zizzania. Abbiamo visto che nella rete di Pietro si
trovano anche pesci cattivi. Abbiamo visto che la fragilità umana è presente
anche nella Chiesa, che la nave della Chiesa sta navigando anche con vento
contrario, con tempeste che minacciano la nave”.
Sono le espressioni
particolarmente forti di Benedetto XVI, che racconta: “Anch’io ero in piazza
l’11 ottobre del ’62. E con un ricordo personale apre il cuore alla folla che
50 anni dopo attende sulla stessa piazza la sua parola. Benedetto XVI ricorda
la gioia dell’inizio del Concilio in cui - dice - eravamo sicuri che si apriva
una nuova primavera per la Chiesa:
“Una nuova primavera della
Chiesa. Una nuova Pentecoste, con una nuova presenza forte della grazia
liberatrice del Vangelo”.
Cinquant’anni anni dopo, Papa
Benedetto XVI parla con parole accorate di “una gioia forse più sobria, una
gioia umile” perché “in questi 50 anni abbiamo visto che il peccato originale
esiste e si traduce sempre di nuovo in peccati personali, che possono anche
divenire strutture di peccato”. Con grande umanità, Benedetto XVI confida la
debolezza del dubbio:
“E qualche volta abbiamo pensato:
il Signore dorme e ci ha dimenticato”.
Ma c’è la fede, il Signore è
presente nonostante le fragilità umane:
“Questa è una parte delle
esperienze fatte in questi 50 anni, ma abbiamo anche avuto una nuova esperienza
della presenza del Signore, della Sua bontà, della Sua forza. Il fuoco dello
Spirito Santo, il fuoco di Cristo non è un fuoco divoratore, distruttivo, è un
fuoco silenzioso, è una piccola fiamma di bontà, di bontà e di verità, che
trasforma dà luce e calore”.
Dunque, l’appello a confidare nel
Signore:
“Abbiamo visto che il Signore non
ci dimentica, anche oggi, a Suo modo, umile. Il Signore è presente e dà calore
ai cuori, mostra vita, crea carismi di bontà e di carità che illuminano il
mondo e sono per noi garanzia della bontà di Dio. Sì, Cristo vive, e con noi ed
è con noi anche oggi, e possiamo essere felici anche oggi perché la Sua bontà
non si spegne ed è forte anche oggi”.
Poi il richiamo alle parole di
Giovanni XXIII nel discorso passato alla storia come il “discorso della luna”,
che definisce “indimenticabili”, “piene di poesia, di bontà, parole del cuore”,
e – dice – osa farle sue:
“Andate a casa, date un bacio ai
bambini e dite che è del Papa”.
(Applausi)
Il bacio di Benedetto XVI ai bambini si unisce idealmente alla carezza di Papa Giovanni XXIII, così come la benedizione 50 anni dopo in San Pietro prosegue il cammino conciliare della Chiesa.
Il bacio di Benedetto XVI ai bambini si unisce idealmente alla carezza di Papa Giovanni XXIII, così come la benedizione 50 anni dopo in San Pietro prosegue il cammino conciliare della Chiesa.
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