Hanno superato quota 5 milioni gli immigrati regolarmente presenti in
Italia, di cui 1,3 milioni comunitari. La stima, aggiornata alla fine del 2011,
e’ contenuta nel Dossier Caritas-Migrantes presentato oggi.
RISPETTO AL 2010 – Rispetto
al 2010, comunque, sono aumentati solo di 43 mila unita’. La religione
prevalente e’ quella cristiana. La maggior parte (63,4%) risiede al Nord, il
23,8% al Centro e solo il 12,8% al Sud. I permessi di soggiorno scaduti nel
corso dell’anno e non rinnovati sono stati 262.688. I lavoratori stranieri
occupati in Italia sono circa 2,5 milioni e rappresentano un decimo dell’occupazione
totale. Lo stima il Dossier Caritas-Migrantes 2012, sottolineando che
anche nel 2011 hanno perso il lavoro piu’ gli immigrati che gli italiani
(-170.000 contro -75.000).Allo stesso tempo, tra gli stranieri sono aumentati
sia i disoccupati (310 mila) che il tasso di disoccupazione (12,1%, pari al 4%
in piu’ rispetto alla media degli italiani), mentre il tasso di attività e’
sceso al 70,9% (9,5% piu’ che tra gli italiani).
L’ACCOGLIENZA – E’ fragile
il sistema italiano di accoglienza dei profughi e richiedenti asilo: lo
denuncia il Dossier Statistico Immigrazione 2012 di Caritas e
Migrantes, presentato oggi, che ricorda come l’Italia sia una terra d’asilo,
visto che dal dopoguerra a oggi le domande di accoglienza al nostro Paese sono
state piu’ di mezzo milione. Nel 2011 le domande sono state presentate in
prevalenza da persone provenienti dall’Europa dell’Est e dal martoriato
continente africano; quasi un terzo (30%) delle richieste prese in esame
(24.150) è stato definito positivamente. In Italia – informa il dossier – per
far fronte alle esigenze di accoglienza, si dispone di 3 mila posti che fanno
capo al Servizio per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar) in collaborazione
con Enti locali, Regioni e mondo sociale, e di 2 mila posti assicurati dai
Centri di accoglienza per richiedenti asilo (Cara), mentre e’ di altri 3 mila
posti la capienza dei Centri di accoglienza per immigrati.
LE REGIONI E LA PROTEZIONE CIVILE –
Oltre a questa rete di servizi gia’ esistente, le Regioni – con il
coordinamento della Protezione Civile – hanno dichiarato la disponibilita’ di
altri 50 mila posti, di cui la meta’ e’ stata effettivamente utilizzata per
accogliere le persone in fuga dal Nord Africa, che sono state in tutto circa 60
mila tra Tunisia e Libia. Manca dunque, sottolinea il rapporto, un sistema
unificato e stabile, basato sul coordinamento di tutte le strutture coinvolte,
anche per riuscire a garantire una maggiore attenzione alle categorie piu’
vulnerabili, a partire dai minori. In effetti, nel 2011, dice il dossier, ben
7.431 persone (numero peraltro sottostimato) sono rimaste in lista d’attesa per
accedere allo Sprar e poter fruire cosi’ di un percorso di accoglienza. (ANSA)
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