1 ottobre 2012

Il beato P. Gabriele M. Allegra, missionario in Cina, umile e santo dalla fede forte


La beatificazione del francescano che ha tradotto la bibbia in cinese è avvenuta sulla piazza del duomo di Acireale, e non all'interno, a causa del folto numero di fedeli. Presente il card. Joseph Zen e una delegazione di Hong Kong. La reliquia di p. Allegra portata dal medico che è stato da lui miracolato. Il direttore del museo di Taipei convertito al cattolicesimo dalla fede del nuovo beato. 

Acireale (AsiaNews) - Un uomo umile, pronto a lavare i pavimenti al posto di un qualunque seminarista; un uomo santo, che passava il tempo libero in silenzio davanti al tabernacolo; un uomo dalla fede forte, che lo ha sostenuto nella sua "opera titanica" di tradurre la bibbia in lingua cinese: così il card. Angelo Amato, prefetto della Congregazione per le cause dei santi, ha ricordato la figura di  p. Gabriele Maria Allegra, beatificato lo scorso 29 settembre ad Acireale (Catania), nella diocesi dove lui ha mosso i primi passi della sua vocazione francescana.
Alla cerimonia hanno partecipato migliaia di fedeli. All'inizio essa era stata programmata all'interno della cattedrale, ma poi si è dovuto approntare un palco e le sedie all'esterno, nella piazza del duomo, a causa dell'imprevisto gran numero di partecipanti. Presente anche un gruppo di Hong Kong, insieme al card. Joseph Zen, vescovo emerito della città dove p. Allegra ha vissuto.
Dopo la lettura dell'annuncio della beatificazione, firmato da Benedetto XVI, vicino all'altare è stata presentata una teca contenente una reliquia del nuovo beato, portata dal medico miracolato per la sua intercessione (guarito da un cancro in fase terminale).
Il vangelo della messa è stato proclamato in italiano e in cinese, per la voce del card. Zen.
Nella sua omelia, dopo aver descritto l'infanzia del beato, il card. Amato ha ricordato che "fu nel 1928, in occasione del settimo centenario della morte del Beato Giovanni da Montecorvino (1328-1928), primo arcivescovo di Kambalek (Pechino), che esplose in lui una irresistibile vocazione a recarsi missionario in Cina. Un discorso di Padre Cipriano Silvestri fu per lui, come una miccia accesa, lanciata contro la polveriera del suo cuore. Fu allora che nel giovane studente di teologia balenò per la prima volta l'idea di tradurre la Bibbia in cinese. Non essendoci ancora in quella lingua una versione cattolica di tutti i libri della Sacra Scrittura, si propose di andare in Cina per realizzare questo sogno. E così fu. Iniziò questa fatica da solo a Heng Yang l'11 aprile 1935, la proseguì a Pechino e la concluse a Hong Kong nel 1961. Si tratta di una grandiosa impresa letteraria della Chiesa cattolica cinese, lodata da cattolici e non cattolici".
Di p. Allegra il cardinale ha anche sottolineato la sua "anima eucaristica", che lo portava a passare tempo nella preghiera e davanti al santissimo sacramento. "Il direttore del museo storico di Taipei - ha aggiunto - confessò un giorno di essersi convertito al cattolicesimo, osservando Padre Gabriele che celebrava la S. Messa".
Vi sono anche molti racconti sulla sua profonda umiltà, sul valore che dava ai suoi collaboratori e al modo in cui si schermiva di fronte a tutti quando lo elogiavano per la traduzione della bibbia in cinese. Citando un confratello francescano, il cardinale ha detto: "Nonostante tutta la sua fatica di molti anni nella traduzione della Bibbia non credo che in essa ricorra mai il suo nome, sia in originale "P. Gabriele M. Allegra", sia in cinese: "Lei Yung-ming"; tutto è firmato: "Studio Biblico Scoto". Nelle presentazioni che si faceva lui e nelle recensioni che facevano gli altri voleva che si mettessero in luce i meriti dei padri collaboratori; e quando leggeva le incensate date a lui, ne rimaneva veramente mortificato".
P. Allegra ha fondato non solo lo Studio Biblico francescano. In modo profetico ha anche fondato "uno Studio Sociologico per diffondere la dottrina sociale della Chiesa. Era un dinamico apostolo del Vangelo, come predicatore, confessore, direttore di spirito, e scrittore".
"Per Padre Allegra - ha concluso il cardinale Amato - la lettura della parola di Dio era immediata e accendeva nel suo cuore un fuoco sacro, che bruciava le interpretazioni di comodo e le fiacchezze delle glosse, e accendeva, invece, la radicalità della fedeltà e della testimonianza eroica. Anche noi, nel Beato Gabriele Allegra, possiamo riscoprire la gioia di prendere in mano i Vangeli, per ritrovare il nostro codice di vita e la nostra identità di battezzati, sale della terra e luce del mondo, capaci di eroismo e di santità".

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