Introvigne: "I cristiani non devono più morire. Vogliamo cooperare con le forze di sicurezza dei Paesi africani per isolare e combattere le centrali del terrorismo anticristiano"
ROMA - Dall'inizio dell'anno ogni domenica le chiese africane - in Nigeria e in Kenya, ma non solo - sono teatro di stragi di cristiani. Le istituzioni europee e internazionali non sono sempre rapide a reagire. L'Italia, mentre continua a cercare di promuovere una risposta europea, scende ora in campo con una sua iniziativa, presentata a Roma dall'Osservatorio della Libertà Religiosa promosso dal Ministero degli Esteri in collaborazione con Roma Capitale.
L'iniziativa italiana sarà illustrata venerdì 13 luglio, alle ore 12, a Roma all'Associazione della Stampa Estera (Via dell'Umiltà 83/c) dal sociologo Massimo Introvigne, coordinatore dell'Osservatorio della Libertà Religiosa, e dall'onorevole Margherita Boniver, Inviata speciale del Ministero degli Esteri per le emergenze umanitarie, appena tornata da una missione in Nigeria.
«L'iniziativa - spiega Introvigne - si articola in due punti. Una cooperazione bilaterale (in attesa e con l'auspicio che si muova l'Europa, ma senza rimandare o attendere oltre, perché il tempo è già scaduto) con le forze di pubblica sicurezza dei Paesi dove le stragi dei cristiani sono ormai una tragica routine, a partire dalla Nigeria.
E un accostamento continentale al problema, che coinvolga Nazioni Unite e Unione Africana, per isolare e combattere le centrali del terrorismo anticristiano situate nelle terre di nessuno che sfuggono a ogni controllo dei legittimi governi, nel Nord del Mali e in Somalia. Finché non si affronta seriamente il nodo costituito da queste centrali, i cristiani continueranno a morire».
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