Un gommone vaga in balia delle correnti per quindici giorni. Solo uno si salva su 55 naufraghi. La morte per disidratazione.
A luglio sono ripresi gli sbarchi a Lampedusa.
Era aggrappato a una tanica di benzina galleggiante nel mare scuro, nel buio assoluto della notte. La Guardia costiera tunisina lo ha trovato in queste condizioni disperate, mentre le sue ultime forze si stavano consumando. Era l’unico superstite dell’ennesimo naufragio. Un gommone sgonfio salpato dalle coste libiche, in balia delle maree, che vagava da quindici giorni. I suoi compagni di viaggio sono tutti morti. La notizia è stata data dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite (UNHCR). 55 persone, per metà di nazionalità eritrea come il sopravvissuto, si sarebbero imbarcate dalla Libia e tutti i passeggeri, tranne uno, sarebbero morti di disidratazione.
Sono stati alcuni pescatori ad aver avvistato l’uomo della notte e ad aver allertato la Guardia costiera. L'uomo è stato immediatamente portato all'ospedale di Zarzis dove è ricoverato per assideramento e disidratazione. Operatori dell'UNHCR lo hanno incontrato in ospedale. Il superstite a dichiarato di esser partito da Tripoli a fine giugno. Dopo un giorno di navigazione l’imbarcazione sarebbe giunta in prossimità della costa italiana ma i forti venti l'avrebbero spinta indietro. Nel giro di pochi giorni il gommone ha iniziato a sgonfiarsi. Ed è iniziato il calvario. Sono morti tutti disidratati dopo aver bevuto acqua marina per disperazione. “Mi appello ai comandanti delle imbarcazioni nel Mediterraneo affinché prestino la massima attenzione a possibili casi di migranti e rifugiati in difficoltà che necessitano di essere soccorsi” ha detto il vicecommissario UNHCR Alexander Aleinkioff. “Il Mediterraneo è uno dei tratti di mare più trafficati del mondo ed è fondamentale che l'antica tradizione del salvataggio in mare continui ad essere rispettata”. Il Mare Nostrum è sempre più un cimitero a cielo aperto. E sembra che nessuno abbia la forza di mettere fine a questa ecatombe. Solo quest'anno il tratto di mare tra le coste libiche e la Sicilia ha fatto 170 vittime.
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