Interventi e messaggi del presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso nell'ambito dell'incontro delle Conferenze episcopali d’Europa riunite a Londra
LUCA ROLANDI - ROMA
«I credenti sanno che ‘l'uomo non vive di solo pane’, sono coscienti che devono dare un loro specifico contributo nella vita quotidiana e che lo devono fare insieme, non come competitori, ma come pellegrini verso la verità». Lo ha detto il cardinale Jean Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, intervenendo ieri sera a Londra al terzo incontro dei vescovi e delegati delle Conferenze episcopali d'Europa per le relazioni con i musulmani, promosso dal Ccee, che si concluderà domani.
Intervenendo nella sessione di apertura, il cardinale - riportano il Sir e la Radio Vaticana - ha ricordato l'importanza, nel dialogo tra cristiani e musulmani, della visita di Benedetto XVI in Libano, con l'incontro con i capi religiosi musulmani e la creazione del Centro Inter-fede di Vienna «che potrà essere un nuovo canale da usare per denunciare la violazione della libertà religiosa e nello stesso tempo incoraggiare e condividere esperienze positive».
Nella stessa sessione è intervenuto anche l'arcivescovo di Bordeaux, Jean-Pierre Ricard. «Il paesaggio internazionale - ha detto - è stato ampliamente modificato a seguito delle `Primavere arabe´ d'Egitto e di Tunisia, della guerra in Libia, dell'esplosione siriana e le sue ripercussioni in tutto il Medio Oriente».
Per il cardinale di Bordeaux, questi cambiamenti non sono «senza ripercussione nelle opinioni pubbliche dei nostri Paesi europei». In Europa, esistono varie forme di dialogo interreligioso: il «dialogo della vita quotidiana», quello «delle opere» attraverso il quale si collabora in vista dello sviluppo integrale dell'uomo, quello dello scambio teologico e infine, il dialogo dell'esperienza religiosa «nel quale persone radicate nella loro propria esperienza religiosa condividono le loro ricchezze spirituali».
Molto significativo il messaggio del cardinale Tauran indirizzato al mondo buddista in occasione dell’annuale festa di Vesakh. Il porporato, primo firmatario del documento, mette in relazione questi fondamenti del cristianesimo e del buddismo per esprimere il concetto centrale del messaggio 2013: la tutela della vita umana: «Il nostro autentico dialogo fraterno esige che noi buddisti e cristiani facciamo crescere ciò che abbiamo in comune, e specialmente il profondo rispetto per la vita che condividiamo».
«L'amorevole gentilezza verso tutti gli esseri" è la "pietra angolare" dell'etica buddista» – ha proseguito Tauran - e L'amore di Dio e l'amore del prossimo sono invece "il centro dell'insegnamento morale di Gesù».. Penso ha continuato il porporato che «sia urgente creare, sia per i buddisti che per i cristiani, sulla base dell'autentico patrimonio delle nostre tradizioni religiose, un clima di pace per amare, difendere e promuovere la vita umana».
Dopo aver ricordato all'inizio del testo l'esortazione di Papa Francesco sulla «necessità del dialogo e dell'amicizia tra i seguaci dei differenti religioni». Dunque, conclude, «continuiamo a collaborare con rinnovata compassione e fraternità per alleviare le sofferenze della famiglia umana, tutelando la sacralità della vita umana».
Nessun commento:
Posta un commento