Monsignor Tomasi, Osservatore Permanente della Santa
Sede all'ONU di Ginevra richiama al rispetto della libertà religiosa
Di Junno De
Jesús Arocho Esteves
GINEVRA - Monsignor Silvano M. Tomasi, Osservatore Permanente della Santa
Sede presso l’ONU a Ginevra, ha richiamato il Consiglio per i Diritti Umani
delle Nazioni Unite ad una maggiore protezione dei cristiani soggetti a
discriminazioni ed aggressioni. Tomasi ha tenuto il suo
discorso lunedì scorso, durante il Dialogo Interattivo del Consiglio a Ginevra.
“Le serie
violazioni del diritto alla libertà religiosa in generale, e la recente
continua discriminazione, con sistematiche aggressioni inflitte ad alcune
comunità cristiane in particolare, preoccupano profondamente la Santa Sede e
molti governi democratici, le cui popolazioni abbracciano varie religioni e
tradizioni culturali”, ha affermato l’arcivescovo.
Monsignor Tomasi
ha citato le allarmanti statistiche che stimano che oltre 100mila cristiani
vengano violentemente uccisi ogni anno per la loro fede. Altri, ha aggiunto,
sono costretti alla fuga, stuprati, torturati o rapiti a causa della loro
appartenenza religiosa, come è avvenuto, ad esempio, in Siria, dove due vescovi
sono stati sequestrati più di un mese fa ad Aleppo.
“Molti di questi
atti sono stati perpetrati in alcune aree del Medio Oriente, in Africa e in
Asia, e sono il frutto del bigottismo, dell’intolleranza, del terrorismo e di
alcune leggi discriminatorie”, ha osservato monsignor Tomasi. “Inoltre, in
alcuni paesi occidentali, dove storicamente la presenza cristiana è stata parte
integrante della società, emerge un trend che tende a marginalizzare il
cristianesimo dalla vita pubblica, ne ignora il contributo storico e sociale, e
apporta addirittura restrizioni alla possibilità di portare avanti opere
caritative e di volontariato da parte di comunità religiose”.
Citando il
riconoscimento della religione, da parte del Consiglio dei Diritti Umani, come
un valido contributo alla “innata dignità e al valore della persona umana”,
monsignor Tomasi ha affermato che i servizi cui la Chiesa provvede in tutto il
mondo, in particolare negli ambiti dell’educazione, del volontariato e della
sanità, “impongono di non discriminare i cristiani”.
Concludendo il
suo discorso, il presule ha ringraziato le varie delegazioni che hanno parlato
nella sessione per la difesa della libertà religiosa e coloro che sono finiti
nel mirino per la loro fede. Citando le parole di papa Francesco in occasione
del 1700° anniversario dell’Editto di Milano, monsignor Tomasi ha affermato la
sua speranza che “le autorità civili rispettino ovunque il diritto alla libera
espressione pubblica della fede ed accettino senza pregiudizio il contributo
che il Cristianesimo continua ad offrire alla cultura e alla società del nostro
tempo”.
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