Francesco celebra la messa per le confraternite, un appuntamento dell'Anno della Fede, insieme a 100mila membri delle associazioni laicali di tutto il mondo. Evangelicità, ecclesialità, missionarietà, le caratteristiche di questi gruppi. La pietà popolare è un "tesoro", una "mistica", "una modalità legittima" di vivere la fede" della Chiesa. Le iniziative delle Confraternite sono evangelizzatrici, "ponti" che conducono a Cristo, coinvolgendo "i sensi, gli affetti, i simboli delle diverse culture". Al Regina Caeli, l'augurio alle Chiese d'Oriente che oggi celebrano la Pasqua, anche "fra prove e sofferenze". La gioia della Chiesa brasiliana per la beatificazione di Francisca de Paula De Jesus, detta «NháChica».
Città del Vaticano - "Siate missionari dell'amore e della tenerezza di Dio!", soprattutto verso coloro che "nel Vangelo Gesù chiama 'i piccoli'": è il compito che papa Francesco affida alle confraternite, le associazione laicali di fedeli sparse in tutto il mondo. Alla celebrazione della messa sul sagrato della basilica di san Pietro vi hanno partecipato circa 100mila di loro, venuti da ogni parte, ognuno con la sua divisa, i suoi simboli, i suoi crocifissi, le statuette di devozione. Piazza san Pietro è inondata di colori, mantelline, veli ricamati, composizioni floreali, immagini della Madonna, ma anche di ombrelli, dato il tempo inclemente, piovoso e grigio.
Il papa scherza sul tempo e precede la sua omelia con le parole "Cari fratelli e sorelle, siete stati coraggiosi a venire qui con questo tempo!", accolte da uno sterminato applauso e dal sorriso di tutti.
L'incontro del pontefice con le confraternite sono uno degli appuntamenti fissati per celebrare l'Anno della fede. Nella sua omelia, che spiega il valore cristiano di queste associazioni, Francesco si rifà all'insegnamento di Benedetto XVI e a quello del Documento di Aparecida, il testo conclusivo dell'incontro dell'episcopato latinoamericano del 2007, redatto proprio sotto l'autorità dell'allora card. Bergoglio.
Francesco sottolinea anzitutto il carattere di "evangelicità" delle confraternite: "Chi ama il Signore Gesù accoglie in sé Lui e il Padre e grazie allo Spirito Santo accoglie nel proprio cuore e nella propria vita il Vangelo. Qui ci è indicato il centro da cui tutto deve partire e a cui tutto deve condurre: amare Dio, essere discepoli di Cristo vivendo il Vangelo. Benedetto XVI rivolgendosi a voi, ha usato questa parola: evangelicità. Care Confraternite, la pietà popolare, di cui voi siete un'importante manifestazione è un tesoro che ha la Chiesa e che i Vescovi latinoamericani hanno definito, in modo significativo, come una spiritualità, una mistica, che è uno «spazio di incontro con Gesù Cristo»".
"Non accontentatevi - aggiunge - di una vita cristiana mediocre, ma la vostra appartenenza sia di stimolo, anzitutto per voi, ad amare di più Gesù Cristo".
Il secondo elemento che il papa richiama, rifacendosi a Benedetto XVI, è " l'ecclesialità". "I Vescovi latinomericani - spiega - hanno scritto che la pietà popolare di cui siete espressione è «una modalità legittima di vivere la fede, un modo di sentirsi parte della Chiesa» (Documento di Aparecida, 264). Amate la Chiesa! Lasciatevi guidare da essa! Nelle parrocchie, nelle diocesi, siate un vero polmone di fede e di vita cristiana. In questa Piazza vedo una grande varietà prima di ombrelli e poi di colori e di segni. Così è la Chiesa: una grande ricchezza e varietà di espressioni in cui tutto è ricondotto all'unità, all'incontro con Cristo".
Il papa ripete il concetto che la pietà popolare è "una modalità legittima di vivere la fede". Nel periodo del dopo-Concilio un tentativo di "purificare la fede" da aspetti irrazionali ha portato ad eccessi intellettualistici e a una caccia alla pietà popolare, specie in America latina, portando a un impoverimento delle espressioni della fede e ana fuga dei fedeli verso sètte viste più vicine alla pietà popolari.
Il terzo elemento messo in luce nell'omelia è la "missionarietà". "Voi - ha detto il papa - avete una missione specifica e importante, che è quella di tenere vivo il rapporto tra la fede e le culture dei popoli a cui appartenete, e lo fate attraverso la pietà popolare. Quando, ad esempio, voi portate in processione il Crocifisso con tanta venerazione e tanto amore al Signore, non fate un semplice atto esteriore; voi indicate la centralità del Mistero Pasquale del Signore, della sua Passione, Morte e Risurrezione, che ci ha redenti, e indicate a voi stessi per primi e alla comunità che bisogna seguire Cristo nel cammino concreto della vita perché ci trasformi. Ugualmente quando manifestate la profonda devozione per la Vergine Maria, voi indicate la più alta realizzazione dell'esistenza cristiana, Colei che per la sua fede e la sua obbedienza alla volontà di Dio, come pure per la sua meditazione della Parola e delle azioni di Gesù, è la discepola perfetta del Signore (cfr Lumen gentium, 53). Questa fede, che nasce dall'ascolto della Parola di Dio, voi la manifestate in forme che coinvolgono i sensi, gli affetti, i simboli delle diverse culture... E così facendo aiutate a trasmetterla alla gente, specialmente alle persone semplici, a coloro che nel Vangelo Gesù chiama «i piccoli». In effetti, «il camminare insieme verso i santuari e la partecipazione ad altre manifestazioni della pietà popolare, portando con sé anche i figli e coinvolgendo altre persone, è in se stesso un'azione di evangelizzazione» (Documento di Aparecida, 264). Siate anche voi veri evangelizzatori! Le vostre iniziative siano dei "ponti", delle vie per portare a Cristo, per camminare con Lui. E in questo spirito siate sempre attenti alla carità. Ogni cristiano e ogni comunità è missionaria nella misura in cui porta e vive il Vangelo e testimonia l'amore di Dio verso tutti, specialmente verso chi si trova in difficoltà. Siate missionari dell'amore e della tenerezza di Dio!".
Quasi a conclusione della messa, prima della preghiera del Regina Caeli, ha ricordato "una delle caratteristiche della pietà popolare", che è "l'amore per la Madonna". "Per questo - ha aggiunto il papa - vi invito a meditare l'ultimo capitolo della Costituzione del Concilio Vaticano II sulla Chiesa, la Lumen gentium, che parla proprio di Maria nel mistero di Cristo e della Chiesa. Lì si dice che Maria «avanzò nella peregrinazione della fede» (n. 58). Cari amici, nell'Anno della fede vi lascio questa icona di Maria pellegrina, che segue il Figlio Gesù e precede tutti noi nel cammino della fede".
Francesco ha poi fatto gli auguri alle Chiese d'Oriente che oggi celebrano la festa di Pasqua. "Desidero - ha detto - inviare a questi fratelli e sorelle uno speciale saluto, unendomi di tutto cuore a loro nel proclamare il lieto annuncio: Cristo è risorto! Raccolti in preghiera intorno a Maria, invochiamo da Dio il dono dello Spirito Santo, il Paraclito, perché consoli e conforti tutti i cristiani, specialmente quanti celebrano la Pasqua tra prove e sofferenze, e li guidi sulla via della riconciliazione e della pace".
Infine, Francesco ha ricordato che "ieri in Brasile è stata proclamata Beata Francisca de Paula De Jesus, detta «NháChica». La sua vita semplice fu tutta dedicata a Dio e alla carità, tanto che era chiamata «madre dei poveri». Mi unisco alla gioia della Chiesa in Brasile per questa luminosa discepola del Signore".
Dopo la preghiera mariana, il papa ha concluso la messa con l'augurio che è divenuto quasi una tradizione: "Buona domenica e buon pranzo!".
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