Al Meeting di Rimini monsignor Ignatius Kaikama spiega come sostenere
la pace e la convivenza evitando rabbia e odio
di Antonio Gaspari
RIMINI - Un piccolo gruppo di
estremisti cerca di incendiare e scatenare la guerra civile in Nigeria. Si
chiamano Boko Haram, dicono di essere contro l’educazione e la cultura
occidentale, attaccano e incendiano chiese cristiane, sparano sui fedeli. Da
gennaio hanno ucciso più di 800 persone. Il Governo non fa nulla ed i militari
sono incapaci di prevenirli e fermarli. Di fronte alle offese, diversi
cristiani sono tentati di rispondere con le armi, la tentazione è forte, ma
sarebbe l’inizio di una guerra civile.
Ospite del Meeting di Rimini,
monsignor Ignatius Kaikama, arcivescovo di Jos e presidente della Conferenza
Episcopale della Nigeria, ha spiegato il 19 agosto, alla gente ed ai
giornalisti che quando le chiese vengono bruciate, le proprietà distrutte, gli
amici, i parenti uccisi, scatta una rabbia “difficile da calmare”.
“Gli attacchi – ha raccontato –
hanno messo a dura prova la fede di molti, perché non è facile parlare di amore
e di perdono in queste condizioni”.
L’11 marzo di questo anno i Boko
Haram hanno attaccato la Chiesa di San Finbar e hanno ucciso 15 persone.
“Quando sono arrivato sul posto –
ha narrato l’arcivescovo – tutto era distrutto. I giovani erano arrabbiati e
tristi e mi chiedevano di fare qualcosa, alcuni mi accusavano di essere troppo amico
dei musulmani e volevano imbracciare le armi. Mi sono voltato e mi sono
inginocchiato di fronte alle immagini sacre. Improvvisamente i ragazzi hanno
fatto silenzio. Gli ho detto di tornare a casa e di non far prevalere nei loro
animi la rabbia e l’odio”.
“Anche se sono solo e se sono
sottoposto ad attacchi, la grazia del Signore è sempre con me”, ha sottolineato
monsignor Kaikama.
“Siamo stati attaccati e uccisi
ma la speranza rimane”, ha aggiunto.
Intervistato da ZENIT, il
presidente della Conferenza Episcopale della Nigeria, ha spiegato che i
cristiani si trovano in tutta la Nigeria, al Nord e al Sud. E’ vero che ci sono
zone del Paese dove si vorrebbe instaurare la Sharia cacciare o convertire a
forza i cristiani, ma è anche vero che nella maggior parte dei casi e tra la
gente non é difficile instaurare buoni rapporti tra cristiani e musulmani.
A questo proposito monsignor
Kaikama ha dato vita ad un centro di formazione nella sua Diocesi a Jos, dove
cristiani e musulmani studiano insieme. Si tratta di un centro per la pace e il
dialogo.
Attualmente il presidente della
Nigeria è un cristiano e monsignor Kaikama pensa che gli attacchi dei
fondamentalisti siano sostenuti da forze politiche che vogliono abbattere il
governo e creare confusione. Non ci sono prove sufficienti che i Boko Haram
siano sostenuti da forze esterne al paese.
In ogni caso, - secondo
l’arcivescovo – l’unica soluzione è quella di rafforzare il dialogo e la pace.
Monsignor Kaikama ha raccontato
che la Chiesa cattolica dedica molto tempo ad aiutare la gente, fornendo
educazione, servizi sanitari, acqua potabile e tanto altro.
Per favorire pace e amicizia
l’arcivescovo nigeriano ha condiviso i pasti con i musulmani. Pochi giorni fa è
stato invitato alla Moschea per festeggiare la fine del Ramadan.
Il presidente della Conferenza
Episcopale della Nigeria ha concluso il suo intervento sottolineando che Gesù è
morto sulla croce con le braccia aperte per “abbracciare tutta l’umanità”, ed
ha chiesto preghiere per porre fine alla violenza e garantire che la Nigeria
rimanga unita.
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