Tutti cercano asilo politico in territorio australiano. A bordo
dell’imbarcazione, intercettata al largo dell’isola di Natale, cittadini
provenienti da Sri Lanka, Iran, Afghanistan e Pakistan. Polemiche in Australia
sulle condizioni dei mezzi usati per il pattugliamento. Nel 2012 accolti più di
7mila rifugiati.
Jakarta - Le autorità di Canberra
hanno soccorso oltre 200 profughi, partiti dalle coste indonesiane in cerca di
un rifugio e asilo politico sul territorio australiano. È quanto confermano
fonti ufficiali del Paese, secondo cui le navi stanno affrontando una vera e
propria emergenza nel tentativo di contenere l'ondata di boat-people. Per
completare in tempo le operazioni di recupero i mezzi della marina hanno dovuto
spingere al massimo i motori, riuscendo infine a recuperare circa 211 persone
che vagavano nei pressi dell'isola di Natale, in acque indonesiane, attraverso
una rotta utilizzata per raggiungere - non senza enormi rischi - le coste
dell'Australia.
Chris Bowen, ministro australiano
dell'Immigrazione, conferma che "l'imbarcazione è stata soccorsa dalla
marina dell'Australia" perché aveva incontrato "enormi
difficoltà". Quello di oggi sarebbe la più vasta operazione di recupero,
per numero di persone contenute a bordo di un unico mezzo. Finora sarebbero
almeno 7mila i boat-people capaci di raggiungere nel 2012 le coste
dell'Australia, per un totale di 108 imbarcazioni. Un numero già sin d'ora
superiore al record registrato nel 2010 con 6.555 sbarchi; lo scorso anno sono
arrivati 4.565 profughi.
Fra le nazionalità presenti a
bordo, secondo il ministro di Canberra, vi sarebbero cittadini dello Sri Lanka,
dell'Iran, Afghanistan e Pakistan.
Intanto divampa la polemica in
Australia sui mezzi usati per soccorrere i profughi. A bordo sarebbero emersi
danni e fratture vicino al motore e nella plancia. Non è da escludere che le
autorità aprano un'inchiesta e sia dato l'ordine di verificare tutte e 14 le
imbarcazioni facenti parte della flotta.
Le acque che separano l'Indonesia
dall'isola di Natale sono una rotta assai battuta da profughi e richiedenti
asilo politico, che transitano attraverso l'Indonesia e con l'aiuto di
trafficanti privi di scrupoli cercano di arrivare con ogni mezzo in Australia.
Il continente è una meta ambita per persone comuni, perseguitati, prigionieri
politici in fuga da aree povere o teatro di guerra. Le barche utilizzate per il
trasporto sono però inadeguate, sovraffollate e in condizioni pessime tanto da
metterne a rischio la navigazione. Nel dicembre 2010 a largo dell'isola sono
morte 50 persone nell'affondamento del loro battello.
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