Roma - “La Exsul Familia, dedicata alla cura spirituale degli emigranti, ha riassunto, come in un piccolo prezioso codice, le molteplici secolari esperienze e provvidenze della Sede Apostolica e di molti spiriti eletti. Il documento rimane testimonianza della vigile premura con cui la Chiesa, seguendo le moderne trasformazioni sociali, vuole aiutare la risoluzione dei problemi che esse hanno posto con tanta urgenza. Di fronte all’accentuato nomadismo dei popoli, e ai nuovi bisogni spirituali da esso causati, il nostro predecessore Pio XII volle dare stabile e compiuta organizzazione all’assistenza degli emigranti, sia lungo le vie di terra e di mare, sia nei luoghi di destinazione”. Sono parole di Giovanni XXIII. Migliore sintesi non potrebbe farsi della costituzione apostolica Exsul Familia, che Pio XII promulgò da Castel Gandolfo il 1° agosto 1952, allora festa di San Pietro in Vincoli. La “famiglia esule” che dà titolo al documento è quella di Nazareth, Gesù, Giuseppe e Maria, primo esempio di migranti costretti a lasciare la propria terra per fuggire la persecuzione. In quel 1952, quando l’Europa e il mondo ancora stavano riprendendosi dagli sconvolgimenti provocati dal conflitto mondiale e le tensioni politiche ed economiche spingevano sempre più intere popolazioni ad abbandonare i propri paesi , Pio XII avverte il bisogno di rilanciare l’impegno pastorale della Chiesa – peraltro già vasto – nel campo dell’emigrazione e di codificare alcune norme basilari circa l’assistenza religiosa ai migranti. La Exsul Familia raccomanda perciò in ogni paese nel quale siano presenti immigrati stranieri l’istituzione di parrocchie nazionali o di missioni con cura d’anime, dove l’assistenza spirituale sia curata da sacerdoti della medesima lingua o nazionalità dei vari gruppi etnici. Incominciava a farsi strada nella pastorale della Chiesa il concetto di realtà multietnica da rispettare e valorizzare, insieme a quello del dialogo interculturale. Nello stesso tempo si avvertiva la necessità – in contrasto con alcune tendenze di allora – di una assimilazione graduale e non passiva degli immigrati nelle società di accoglimento in vista della piena integrazione. Ai singoli vescovi diocesani era demandato il compito di presiedere all’opera di assistenza ai migranti, mentre tutta la materia era sottoposta all’autorità e alla vigilanza della Congregazione concistoriale, come allora era chiamata l’attuale Congregazione per i vescovi. Speciali disposizioni vengono date nella Exsul Familia per i cappellani a bordo delle navi e per quanto riguarda, segnatamente, la cura spirituale degli italiani all’estero. La Costituzione apostolica è divisa i due parti. Nella prima Pio XII fa un resoconto dettagliato di quanto, fin dai secoli passati, ha operato la “materna sollecitudine della Chiesa” per i migranti. Ricorda le figure di santi fondatori (Vincenzo Pallotti, Giovanni Battista Scalabrini, Francesca Saverio Cabrini,), vescovi (Geremia Bonomelli di Cremona, Ferdinando Rodolfi di Vicenza), pontefici (Pio VI, Pio VII, fino ai suoi più immediati predecessori, da Leone XIII a Pio XI), i quali hanno dedicato passione ed energie all’assistenza dei migranti, sia personalmente, sia attraverso gli istituti che hanno portato avanti nel tempo lo specifico carisma del fondatore. E ricorda agli immemori quanto la Chiesa ha fatto su tutti i fronti, durante e dopo i due conflitti mondiali, nell’opera di assistenza ai profughi, ai rifugiati, ai prigionieri, agli internati e nella ricerca dei dispersi. La seconda parte è riservata alla normativa ed è articolata in 56 punti, con l’indicazione dei nuovi uffici e incarichi voluti dal Santo Padre in sostituzione o a completamento di quelli già esistenti al servizio dei migranti. La Exsul Familia risente inevitabilmente dell’epoca, sessanta anni fa, in cui fu concepita. Il fenomeno migratorio ha registrato nel frattempo notevoli trasformazioni. La Chiesa è stata al passo: creando nuove strutture specifiche per la pastorale delle migrazioni, estendendo la sua sollecitudine a tutte le categorie della mobilità umana, elaborando nuovi modelli operativi alla luce anche delle direttive scaturite in materia dal Concilio. La Exsul Familia di Pio XII resta però il primo documento ufficiale della Santa Sede che affronta in modo globale e sistematico, dal punto di vista storico e canonico, la pastorale per i migranti. E, forse, hanno ragione coloro che la considerano la Magna charta del pensiero della Chiesa sulle migrazioni. (SIR)
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