R. – Non è evidente forse che esista questa coscienza della natura religiosa dell’uomo, però è evidente che o l’uomo si guarda come una natura che proviene da qualcosa che è priva delle contraddizioni, che è priva dei suoi stessi antecedenti, o oggi nella situazione drammatica, in questa terra che trema, non può non domandarsi da dove viene e in che cosa consiste il suo valore.
D. – L’uomo oggi come può far proprio il desiderio d’infinito? Perché davanti ai problemi della quotidianità servono concretezze e spesso l’uomo non ha la forza di guardare avanti...
R. – Forse, come don Giussani ci ha sempre insegnato, se l’uomo si guardasse in azione, se l’uomo guardasse la sua vita, si accorgerebbe che la sua vita è tutta intessuta di un desiderio di giustizia, di felicità, di bellezza, che non è mai appagato. C’è una dimensione di esigenza infinita nella vita dell’uomo che, in fondo, gli fa intuire che lui è fatto per qualcosa di infinito.
D. – Come si può cogliere l’infinito? Forse attraverso il cuore e la ragione, in questo rapporto che più volte il Papa ha sottolineato?
R. – Sì, certamente, perché appunto il cuore dell’uomo desidera l’infinito, perché nulla gli basta. D’altra parte, nel momento in cui l’uomo si guarda ragionevolmente non può non riconoscere che ieri non c’era e oggi c’è, che adesso c’è, perché qualcuno lo sta facendo. Quindi, cuore e ragione rimandano proprio l’uomo a riconoscere questa sua natura di rapporto con l’infinito.
D. – Questa ricerca dell’infinito come può migliorare oggi la vita dell’uomo nella società attuale, nelle problematiche, nella crisi economica?
R. – E’ interessantissimo questo e sarà un grande tema del Meeting di quest’anno, perché un uomo che si concepisce in questo modo è un uomo che ha una coscienza vivida della sua libertà, della sua irriducibilità, del diritto che tutti gli uomini hanno alla libertà. E’ un uomo che ha una coscienza vivida anche del cuore degli altri, di quelli che fanno percorsi culturali, religiosi diversi dai suoi. E’ un uomo che matura dentro di sé un amore e una passione alla vita e alla realtà, ai bisogni degli altri. Il rapporto con l’infinito struttura l’uomo come una creatura diversa, come uno non proteso al potere, ma proteso a servire il rapporto con l’infinito, suo e dei suoi fratelli uomini.
D. – Questa ricerca dell’infinito come può cambiare la vita politica dell’Italia di oggi, dell’Europa di oggi?
R. – Credo che questa sia una grande scommessa, una grande sfida. Noi abbiamo veramente bisogno di vedere uomini definiti da questo rapporto con l’infinito, che fanno politica, che guidano i nostri Paesi. Abbiamo bisogno di vedere da loro che cosa significa il rapporto con l’infinito giocato nella storia.
D. – Il Meeting quest’anno come prevede di affrontare queste problematiche, con quali iniziative?
R. – Mostre, spettacoli e convegni, che sono il tessuto del Meeting, oltre che convivenza, oltre che presenza dei 4 mila volontari, oltre che amicizia fra le persone. Il Meeting apre questo convegno dedicato proprio al tema dei giovani e della crescita, con la presenza del presidente del consiglio, Mario Monti. Noi siamo molto onorati di avere anche quest’anno le massime autorità dello Stato, proprio perché questo in noi rafforza la consapevolezza della responsabilità storica che abbiamo. Il Meeting poi proseguirà con il tema dell’uomo religioso, affidato al nostro vecchio grande amico, oggi cardinale, Julien Ries, e al professore Shodo Habukawa, abate del Muryoko-in Temple in Giappone. Poi, importanti ospiti internazionali, da Mary Ann Glendon a Wael Farouq, al cardinale Tauran, al presidente dell’assemblea generale dell’Onu, al rettore dell’Università di al-Azhar, al ministro degli Esteri, Giulio Terzi di Sant'Agata, su tutto questo orizzonte di questioni europee e internazionali, legate ai grandi temi della convivenza fra gli uomini.
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