Il divieto riguarda le
lavoratrici con meno di 30 anni. Il bando avviene in seguito ai continui casi
di abusi sessuali e maltrattamenti subiti dalle donne in Arabia Saudita, Qatar
e Kuwait.
Kathmandu - Il governo nepalese
vieta alle donne sotto i 30 anni di emigrare nei Paesi del Golfo Persico.
La decisione è stata resa nota ieri (9 agosto). Le autorità hanno giustificato il bando con i
numerosi casi di abusi sessuali, maltrattamenti e sfruttamento sul posto di
lavoro avvenuti in questi anni nei Paesi arabi.
Nel febbraio 2011 il Nepal ha
acconsentito alle donne di migrare nei Paesi del Medio Oriente dopo 12 anni di
divieto. Il bando era stato formulato in seguito al suicidio nel 1999 di una
giovane domestica emigrata in Kuwait. La ragazza aveva subito per anni abusi
sessuali da parte del datore di lavoro e dei suoi familiari.
Purna Chandra Bhattarai,
segretario del Ministero del lavoro e la gestione dei trasporti e in passato
direttore generale del dipartimento per i migranti all'estero, sottolinea che
"il bando sarà attivo finché non si avranno sviluppi significativi nella
tutela dei nostri lavoratori nei Paesi del Golfo. Il divieto serve soprattutto
a scoraggiare le donne a emigrare in questi Stati e a proteggere i nostri
cittadini residenti nel mondo arabo".
In totale sono oltre 4 milioni i
cittadini nepalesi impiegati all'estero. Di questi il 10% sono donne.
Secondo l'Himalayan Time, quotidiano nepalese, le mete preferite dai migranti
sono India e Paesi occidentali. Tuttavia, la crisi economica spinge sempre più
persone a cercare lavoro anche nei Paesi arabi, nonostante i rischi e i divieti
imposti dal governo. Molti di loro emigrano illegalmente.
Nei Paesi del Golfo
risiederebbero dai 20mila ai 70mila i cittadini nepalesi. Secondo l'ambasciata
del Nepal in Qatar, ogni settimana dalle due alle quattro donne
contattano il personale diplomatico per chiedere aiuto. Molte scappano dai
datori di lavoro e fuggono nelle ambasciate. La maggior parte dei casi si
registra in Arabia Saudita, Qatar e Kuwait, ma i maltrattamenti riguardano
anche altri Paesi del Medio Oriente. Nel 2010, in Libano 15 domestiche si sono
suicidate in seguito ad abusi sessuali.
Bishwa Khadka, direttore di Maiti
Nepal, organizzazione per la tutela delle donne migranti, sostiene che la
situazione nei Paesi arabi è molto critica e peggiora di anno in anno.
"Abbiamo incontrato diverse domestiche - afferma - esse ci hanno
raccontato di aver subito abusi sessuali dal loro datore di lavoro, che spesso
le costringevano ad avere rapporti anche con altri uomini della famiglia o
amici. Alcune vivevano come schiave, rinchiuse nel posto di lavoro e senza
essere pagate". Diverse organizzazioni per i diritti delle donne fanno
però notare che il divieto, difende solo le migranti regolari con meno di 30 anni.
Inoltre, il governo non ha un piano efficiente per fermare il traffico illegale
di uomini, che sfrutta l'apertura delle frontiere con l'India. Le più colpite
dai maltrattamenti sono le donne che emigrano senza registrarsi negli appositi
uffici. Nei Paesi arabi molti datori di lavoro preferiscono assumere
clandestini o persone non in regola con i documenti, perché sono più restii a
denunciare eventuali abusi e maltrattamenti. Oltre al Nepal, anche Filippine,
Indonesia Sri Lanka e Kenia stanno rivedendo i rapporti con gli Stati del
Golfo.
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