Conoscere l’altro per superare le
differenze e rafforzare il dialogo interreligioso. È quanto si propone la prima
traduzione del catechismo della Chiesa cattolica in lingua farsi, a cura
dell’Università delle Religioni e delle Confessioni della città iraniana di
Qom. La presentazione del volume, ieri a Roma, è stata l’occasione per ribadire
l’importanza del confronto tra cristianesimo ed islam. Il servizio di Michele
Raviart:
“Dopo gli attentati di Parigi il
dialogo interreligioso può perdere credibilità, perché si rischia di confondere
i veri credenti islamici con dei criminali. Ecco perché iniziative come questa
permettono di far conoscere veramente l’altro e superare pregiudizi,
considerazioni errate e superficiali. Così il card. Jean-Louis Tauran,
presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, introduce la
presentazione della traduzione del catechismo in lingua farsi.
“La gente non cristiana può
aprire il libro e vedere in cosa consiste la fede cristiana. Direi quindi che
questo è uno strumento molto potente! Non si può capire il mondo di oggi senza
le religioni: non è la causa dei problemi, ma certo fa parte della soluzione.
L’educazione – la scuola e l’università. Questo è il modo per far cambiare la
situazione”.
La traduzione in farsi del
catechismo è durata 12 anni. Il testo dal quale si è partiti è quello in
inglese, che è stato confrontato con la versione araba per i termini teologici
e poi rivisto da due studiosi italiani. L’opera è stata realizzata
dall’Università delle religioni e delle confessioni di Qom, nell’Iran centrale.
Circa un migliaio gli studenti. Oltre 50 le pubblicazioni sul cristianesimo. Professor Ahmed
Meftah, curatore del volume
“This book published in Iran…
Questo libro pubblicato in Iran
sarà molto presto disponibile nelle librerie e in alcune biblioteche. Crediamo
che questo tipo di attività rappresenti un passo importante per il dialogo. Il
dialogo reale!”.
Le persone che parlano farsi e le
sue varianti nel mondo sono oltre 100 milioni, la maggior parte in Iran, ma
anche in Afghanistan, Tagikistan e Uzbekistan. Un pubblico potenzialmente molto
grande per il Catechismo, “biglietto da visita” del cattolicesimo, come spiega padre
Dariusz Kowalczyk, decano di teologia alla Pontificia università Gregoriana.
“Servirà ai pochi cristiani che
parlano in questa lingua – perché ce ne sono alcuni - ma soprattutto
servirà ai musulmani per conoscere meglio la fede della Chiesa cattolica. Tutti
noi sappiamo che questi rapporti non sono sempre tranquilli e penso che tante
tensioni e tante cose brutte, compresa anche la violenza, a volte scaturiscano
proprio dalla non conoscenza l’uno dell’altro”.
Il dialogo non è tra le
religioni, ma tra i seguaci delle religioni, ha detto Jean-Louis Tauran e per
questo, “come in un matrimonio, ci vuole docilità e disponibilità a mettersi al
servizio degli altri”, senza rinunciare alle differenze, ma rafforzando così la
propria identità.
Nessun commento:
Posta un commento