26 marzo 2011

Suor NATALINA PELLIZZARO

Carissime sorelle, il 24 marzo 2011, dalla casa “S. Maria D. Mazzarello” di Santiago El Bosque (Cile) è andata incontro al Padre la nostra cara Suor NATALINA PELLIZZARO. Nata a Lonigo (Vicenza) il 25 dicembre 1919. Professa a Conegliano (Treviso) il 6 agosto 1949. Appartenente all’Ispettoria Cilena “S. Gabriele Arcangelo”.
Natalina non ha lasciato nessuna nota autobiografica perché non la riteneva necessaria. Nacque nella solennità del Natale in una famiglia semplice, laboriosa e profondamente cristiana che ha dato alla Chiesa anche un figlio sacerdote, molto apprezzato e benvoluto dalla gente. Natalina imparò dai genitori a vivere il quotidiano nella fede e a trovare gioia nel sacrificio.
Nel 1945 entrò nell’Istituto e trascorse gli anni della formazione a Padova e a Conegliano. Dopo la professione per due anni si fermò nel Veneto a Padova e nel 1951 venne inviata a Torino nella casa “Madre Mazzarello” per la preparazione missionaria. Il 24 agosto 1952 partì per il Cile e giunse a Santiago dove iniziò la sua missione come aiutante nell’infermeria.
Nel 1956 venne inviata a Punta Arenas dove lavorò per 17 anni come portinaia e dedita ai lavori di casa. Le consorelle la ricordano molto sacrificata, le attività più difficili e più pesanti le faceva lei. Si alzava alle quattro del mattino per accendere la caldaia a legna affinché le suore e le interne alla levata trovassero l’ambiente un po’ riscaldato. Prima ancora di andare in cappella per la meditazione, spazzava la neve dalla strada prima che si formasse il ghiaccio. Era anche molto mortificata: sapeva rinunciare alle piccole soddisfazioni per condividere con i più bisognosi. In un’occasione, preoccupata perché aveva saputo che nell’internato degli handicappati mancava il gas per preparare il cibo e per riscaldare l’ambiente nelle gelide notti dell’inverno, si diede da fare per trovare qualcuno che potesse alleviare quella situazione di sofferenza. Lei, però, non accendeva la sua stufetta perché voleva sperimentare il freddo come tanta gente che non aveva la possibilità del riscaldamento. Era instancabile anche nel lavoro dell’orto nel desiderio di avere il necessario per il cibo e anche per poter risparmiare.
È difficile sintetizzare in poche parole tutta la generosa dedizione di suor Natalina in quella comunità. Potremmo riassumere la sua vita in questa espressione: “Essere tutta di Dio per servire tutti”. Fu una donna molto austera, nulla chiedeva per sé, cercava solo che gli altri stessero bene e fossero felici.
Dal 1974 al 1982 lavorò nella casa del Noviziato dove prestò il suo servizio in portineria. In seguito, dal 1983 al 1988, fu nella casa di riposo di Santiago El Bosque dove era responsabile del giardino e dell’orto. Nel 1989 la troviamo guardarobiera nella casa ispettoriale e, dal 1994, nella casa di riposo dedita ad attività varie. Il lavoro è stata una sua caratteristica, non perdeva tempo, pregava, cuciva, tesseva, nonostante che soffrisse per le mani e le dita alquanto atrofizzate, per cui dovette subire un intervento.
Suor Natalina fu una donna di preghiera. La vedevamo, soprattutto negli ultimi anni, sempre con la corona del rosario in mano e questo fino all’ultimo momento della vita. I suoi tre grandi amori furono Gesù, Giuseppe e Maria. Si affidava a loro ripetendo ardenti giaculatorie. Il Signore l’ha chiamata a sé in un 24, e certamente Maria Ausiliatrice l’ha accompagnata all’incontro con il Padre.
La sua lunga vita fu tutta dedizione, in un autentico spirito missionario, sempre e solo preoccupata di soccorrere quanti si trovavano in qualche difficoltà o bisogno. Grazie, cara suor Natalina, per la tua dedizione in questa terra Cilena. Maria Ausiliatrice ti accolga e Dio Padre ti conceda la gioia nel regno dei beati. Riposa in pace! 
L’Ispettrice
Suor Aurelia Rossi

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