Mons. Vegliò esorta le associazioni cattoliche a mettersi al loro
servizio
di Roberta Sciamplicotti
ROMA - I migranti cattolici possono essere autentici “portatori di speranza” nel mondo di oggi, e per questo motivo le associazioni ecclesiali devono cercare di mettersi il più possibile al loro servizio per aiutarli a far fronte alle sfide che devono inevitabilmente affrontare.
E' il messaggio che il Presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per
i Migranti e gli Itineranti, l’Arcivescovo Antonio Maria Vegliò, ha lanciato venerdì
scorso ad Amman (Giordania) durante l'Incontro con le Organizzazioni
Cattoliche.
La visita pastorale in Giordania del presule è dedicata
ai problemi delle migrazioni, e prevede incontri con rappresentanti delle
autorità civili e religiose, ambasciatori e alcune Organizzazioni Non
Governative impegnate nell'assistenza a migranti e rifugiati, come il Jesuit
Refugee Service (JRS) e la Caritas.
“Accompagnare i lavoratori migranti e le persone che sono costrette a spostarsi
e non vivono nella propria patria è molto impegnativo”, ha riconosciuto
monsignor Vegliò. “Richiede di essere sensibili e attenti alla loro situazione,
e di capire come i loro bisogni cambino nel corso del tempo”.
In questo panorama, le associazioni cattoliche “possono essere uno strumento
prezioso per dare ai migranti non solo sostegno materiale e spirituale per far
fronte alle loro necessità, ma anche l'opportunità di condividere e donare”, ha
proseguito.
“Parte della missione delle associazioni cattoliche tra i migranti cattolici è
camminare con loro perché possano sentirsi parte della Chiesa e diventarne
membri maturi. La Parola di Dio e i sacramenti li aiuteranno ad acquisire la
forza per vivere pienamente la loro vocazione cristiana”.
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