Islamabad
(Agenzia Fides) – Lutto e terrore nella comunità cristiana in Pakistan: il
Ministro Federale per le Minoranze Religiose, il cattolico Shahbaz Bhatti, è
stato ucciso questa mattina a Islamabad. Fonti locali di Fides narrano che il
Ministro era uscito dalla sua residenza per recarsi in ufficio, era in auto con
sua nipote e il suo autista. Non aveva uomini di scorta. All’improvviso una
piccola auto Suzuki si è affiancata all’auto del Ministro e ha esploso un colpo
di arma da fuoco verso il finestrino dell’autista, per fermarla. Un gruppo di
uomini armati, dal volto coperto, ha tirato fuori dall’automobile il Ministro e
lo ha colpito con una una pioggia di colpi, esplosi da armi automatiche, durata
circa due minuti. Il commando è poi fuggito. L’autista ha condotto il Ministro
all’ospedale di Islamabad, dove Bhatti è arrivato già senza vita. Non vi è
stata un rivendicazione ufficiale ma, dalle prime indagini, sembra che
l’attentato sia da attribuire a gruppi talebani che avrebbero lasciato sul
luogo del delitto dei volantini firmati “Tehrik-i-Taliban- Punjab”.
Fonti locali di Fides si chiedono perchè il Ministro, già oggetto di minacce
pubbliche da parte di gruppi terroristi come “Laskar e-toiba” (vedi Fides
4/12/2010) , sia stato lasciato senza scorta. Sacerdoti e suore pakistane non
esitano a definire Bhatti “un martire”, persona che “ha dato la vita per la
difesa dei diritti delle minoranze religiose, specialmente dei cristiani”.
In
una reazione a caldo, Peter Jacob, Segretario della Commissione episcopale
“Giustizia e Pace”, amico personale di Bhatti, dichiara a Fides: “Siamo in uno
stato di shock e di panico: la comunità cattolica, tutti i cristiani, sono
traumatizzati da questo ennesimo omicidio. Ci sentiamo frastornati e indifesi.
Questo omicidio vuol dire che il paese è in balia dei terroristi, che possono
permettersi di uccidere personalità di rango così elevato. Ci sentiamo molto
vulnerabili: lo sono soprattutto i difensori dei diritti umani e delle
minoranze religiose. Condanniamo con forza questo gesto barbaro. Ora è il
momento del lutto, poi come cristiani penseremo al da farsi”.
Bhatti,
42 anni, era stato confermato Ministro Federale per le Minoranze religiose nel
recente rimpasto di governo, e ricopriva questo incarico dal 2008. Era
originario del villaggio di Khushpur, nei pressi di Faisalabad, in Punjab,
chiamato “il Vaticano del Pakistan”, in quanto è un villaggio fondato dai padri
Domenicani, che ha dato i natali a numerosi sacerdoti, suore e religiosi
pakistani.
Nel suo impegno di attivista per i diritti umani e per le minoranze religiose, Bhatti aveva fondato la “All Pakistan Minorities Alliance” e il “Christian Liberation Front”, organizzazioni molto attive nella società civile. Era un alfiere della lotta per la revisione della legge sulla blasfemia, che gli è costata la vita. Nei giorni scorsi aveva rassicurato, in via riservata, l’Agenzia Fides sul fatto che la “Commissione per la Revisione della legge sulla Blasfemia”, voluta dal Presidente Ali Zardari sotto la guida di Bhatti, era un progetto non accantonato, ma che continuava lontano dai riflettori. Negli ultimi tempi amava ripetere “ho bruciato le mie navi”, riferendosi a un impegno che coinvolgeva tutta la sua esistenza, che non poteva prevedere un passo indietro. In una recente intervista a Fides (vedi Fides 12/2/2011) aveva detto di considerare il suo servizio in politica come “testimonianza della fede in Cristo”. (PA)
Guarda il video
Nel suo impegno di attivista per i diritti umani e per le minoranze religiose, Bhatti aveva fondato la “All Pakistan Minorities Alliance” e il “Christian Liberation Front”, organizzazioni molto attive nella società civile. Era un alfiere della lotta per la revisione della legge sulla blasfemia, che gli è costata la vita. Nei giorni scorsi aveva rassicurato, in via riservata, l’Agenzia Fides sul fatto che la “Commissione per la Revisione della legge sulla Blasfemia”, voluta dal Presidente Ali Zardari sotto la guida di Bhatti, era un progetto non accantonato, ma che continuava lontano dai riflettori. Negli ultimi tempi amava ripetere “ho bruciato le mie navi”, riferendosi a un impegno che coinvolgeva tutta la sua esistenza, che non poteva prevedere un passo indietro. In una recente intervista a Fides (vedi Fides 12/2/2011) aveva detto di considerare il suo servizio in politica come “testimonianza della fede in Cristo”. (PA)
Guarda il video
Nessun commento:
Posta un commento