Faisalabad (Agenzia Fides) – La comunità cristiana
in Pakistan, sconvolta dal dolore dopo l’omicidio del Ministro Shahbaz Bhatti,
reagisce all’evento con manifestazioni spontanee di protesta pacifica, con
veglie di preghiera e con l’annuncio di tre giorni di lutto pubblico, da
venerdì 4 a domenica 6 marzo.
La comunità cattolica e tutti i cristiani nella
diocesi di Faisalabad, da cui Bhatti proveniva, hanno organizzato oggi, 3
marzo, un corteo pubblico di preghiera e solidarietà per le vie della città,
manifestando dolore per la perdita del Ministro. Una
fiaccolata con “preghiere e canti spirituali” si tiene questa sera anche a
Islamabad. Tali iniziative sono “una testimonianza di fede per stringerci
intorno alla memoria di questo martire, per ricordare il suo messaggio,
chiedendo a Dio la forza di andare avanti in questa condizione di sofferenza,
di popolo esiliato” dice all’Agenzia Fides un sacerdote locale.
Domani mattina, 4 marzo, proclamata “giornata di
digiuno e preghiera”, la salma di Bhatti sarà portata nella chiesa di Nostra
Signora di Fatima, a Islamabad, dove Mons. Anthony
Rufin, Arcivescovo locale, celebrerà una Santa Messa di suffragio, alla
presenza dell’Incaricato di Affari della Nunziatura Apostolica, Mons. Josè Luis
Dias-Marilbanca Sanchez, dato che il nuovo Nunzio Apostolico, Mons. Edgar Peña
Parra, non si è ancora insediato.
Successivamente la comunità cristiana si riunirà,
insieme a tutte le persone di buona volontà, la sera di venerdì 4 marzo a
Kushphur (che significa “città della gioia”), il villaggio cattolico nella
diocesi di Faisalabad dove Bhatti era nato, per la celebrazione delle esequie. Il funerale sarà presieduto da Sua Ecc. Mons. Joseph Coutts, Vescovo
di Faisalabad, e concelebrato da tutti i Vescovi del Punjab. E’ prevista una
massiccia presenza di autorità civili, di leader religiosi cristiani, indù e
musulmani, di attivisti per i diritti umani.
Ieri, dopo il propagarsi della notizia
dell’omicidio, manifestazioni spontanee si sono tenute in tutte le principali
città del Pakistan: Islamabad, Lahore, Karachi, Multan, Quetta. Gruppi di cristiani sono scesi in strada protestando per “l’assenza
e l’inazione dello stato”, in un omicidio che, come dice una fonte locale di
Fides, è “chiaramente motivato dall’odio religioso”.
In una dichiarazione congiunta, inviata a Fides,
la Chiesa cattolica e le Chiese protestanti del Pakistan ricordano Bhatti come
“uno statista impegnato per l’armonia interreligiosa”, affermando che il suo
assassinio rimarca “la questione della protezione delle minoranze religiose,
della loro vita e della libertà”. Le Chiese cristiane
invitano il governo a “sollevare il problema” e a fare “passi concreti per
fermare l’estremismo in Pakistan”. Se il paese diventa “un campo di uccisione
degli individui democratici e liberali, che esercitano la libertà di coscienza
e di espressione”, questo legittimerà i criminali che cercano di impossessarsi
del paese. Le Chiese stigmatizzano l’uso della religione come “strumento di
minaccia e di sofferenza per la gente” e annunciano tre giorni di lutto in cui
tutte le scuole e gli istituti cristiani resteranno chiusi. Le comunità
cristiane di tutte le confessioni vivranno momenti di preghiera e di digiuno.
(PA)
Nessun commento:
Posta un commento