10 aprile 2015

Noi e l’Islam

A fronte dei drammatici eventi dell’attualità internazionale e alle reazioni che ne sono seguite, riportiamo qui di seguito le preziose riflessioni del Cardinale Martini sui rapporti della comunità ecclesiale e civile con l'Islam offerte alla città di Milano il 6 dicembre 1990 nel discorso per la vigilia di Sant'Ambrogio.

Dal libro della Genesi (21, 13-20)
In quel tempo Dio disse ad Abramo: "Io farò diventare una grande nazione anche il figlio della schiava, perché è tua prole". Abramo si alzò di buon mattino, prese il pane e un otre di acqua e li diede ad Agar, caricandoli sulle sue spalle; le consegnò il fanciullo e la mandò via. Essa se ne andò e si smarrì per il deserto di Bersabea. Tutta l'acqua dell'otre era venuta a mancare. Allora essa depose il fanciullo sotto un cespuglio e andò a sedersi di fronte, alla distanza di un tiro d'arco, perché diceva: "Non voglio veder morire il fanciullo!". Quando gli si fu seduta di fronte, egli alzò la voce e pianse. Ma Dio udì la voce del fanciullo e un angelo di Dio chiamò Agar dal cielo e le disse: "Che hai, Agar? Non temere, perché Dio ha udito la voce del fanciullo là dove si trova. Alzati, prendi il fanciullo e tienilo per mano, perché io ne farò una grande nazione". Dio le aprì gli occhi ed essa vide un pozzo d'acqua. Allora andò a riempire l'otre e fece bere il fanciullo. E Dio fu con il fanciullo, che crebbe e abitò nel deserto e divenne un tiratore d'arco. 

Premessa 

Il racconto che abbiamo ascoltato, tratto dal più antico libro della Scrittura, il libro della Genesi, ci parla di un figlio di Abramo che non fu capostipite del popolo ebraico, come lo sarebbe stato Isacco, ma a cui ugualmente sono state riservate alcune benedizioni di Dio. "Io farò diventare una grande nazione anche il figlio della schiava, perché è tua prole" promette Dio ad Abramo (v. 13). E infine nel racconto si dice: "Dio fu con il fanciullo" (v. 20). Le reali vicende di questo Ismaele e dei suoi figli rimangono oscure nella storia del secondo e primo millennio avanti Cristo, ma è chiaro che il riferimento biblico va ad alcune tribù beduine abitanti intorno alla penisola araba. Da tali tribù doveva nascere molti secoli dopo Maometto, il profeta dell'Islam. Oggi, in un momento in cui il mondo arabo ha assunto una straordinaria rilevanza sulla scena internazionale e in parte anche nel nostro Paese, non possiamo dimenticare questa antica benedizione che mostra la paterna provvidenza di Dio per tutti i suoi figli. Ed è di questo che vorrei parlarvi oggi, festa di Sant'Ambrogio, in quello spirito di attenzione agli eventi della città che hanno caratterizzato la vita del nostro patrono. Esprimerò qualche riflessione non sul fenomeno dell'islam in generale, ma su quanto ci tocca oggi a Milano e nel contesto europeo, a seguito delle nuove forme di presenza dell'islam tra noi. Ho scelto come titolo preciso di questa conversazione "Noi e l'islam".