"Islam in Europa. C'è da
aver paura?". Il testo è tratto dalla lezione di Stefano Allievi al
convegno promosso da le Acli nazionali – Dipartimento Internazionale Funzione
Studi e Ricerche a Roma il 23 aprile in collaborazione con FAI, Patronato Acli
ed Ipsia. Testo scritto da Fabio Pipinato e non rivisto dall'autore.
All'inizio “erano tutti marocchini”.
Quelli della prima generazione per trent'anni sognavano di tornare a casa loro
ove avevano già acquistato un campo, un appartamento perseguendo il sogno del
ritorno. Senza accorgersi che i loro figli – seconda generazione – manco per le
ferie volevano andare oltremare. Preferivano passare l'estate con la fidanzata
italiana. Ma fu solo nel 1973 che tutti questi lavoratori immigrati da
decenni scoprirono d'essere islamici. A causa dello shock petrolifero
vennero licenziati in primis gli immigrati. Fino ad allora v'era vera libertà
di circolazione; si andava e veniva dal paese d'origine. Per gli imprenditori
italiani era quasi meglio se si ricongiungevano con le loro famiglie e bambini.
I lavoratori immigrati erano così meno nervosi; più tranquilli.
Risale a quell'anno la
crescita dei movimenti xenofobi in Europa. Una parte minoritaria di
neodisoccupati è tornata indietro ma la maggioranza è rimasta. Cosa accade? Che
il maschio, ormai privo di lavoro, ha “tirato fuori l'Islam” dalla valigia. In
tutta Europa v'è stato un boom di sale di preghiera / scuole coraniche /
catechismo. Insomma, cause non religiose hanno provocato risposte religiose.
Ecco che i disoccupati si autotassarono per costruire luoghi identitari. La
media europea era attorno al 4,5% con picchi pari al 7% in Francia.
Ma, attenzione, l'Islam non
nacque con Maometto e nemmeno con la rivelazione. Nacque il 621 d.C. con la migrazione.
Maometto era a capo di una setta che sino ad allora fu poco influente. A Medina
lo chiamarono e gli dissero: “tu hai fama di uomo saggio; vieni a governarci, perché
ci stiamo ammazzando”. E così fu; diventò giudice, governatore e capo militare.
La Shari'a è un'enormità di
cose; una biblioteca e non un solo libro e presuppone che i mussulmani
abbiano il governo; siano maggioranza. L'Islam, in sintesi, si divide in
quattro scuole ortodosse ma non in Europa ove tutto si mescola.
La comunità è una cosa seria
per i mussulmani. In Europa si trovano in moschea persone di diverse
nazionalità, si vestono in maniera diversa, circoncidono ad età diversa.
Insomma, sentono parte di una storia in maniera diversa. Lo scoprono in Europa
che esistono cinquanta tipi di Islam tant'è che vi sono anche degli aneddoti
divertenti riguardo sia il pluriverso dell' Islam che il pluriverso della
lingua araba. Ve ne racconto uno: “Gli arabi nelle riunioni per organizzare la
resistenza alla Francia coloniale tentarono più volte di parlare l'arabo ma
viste le troppe sfaccettature optarono per la lingua francese: l'unica che gli accomunasse
veramente tutti”.
Oggi siamo alla terza
generazione e c'è un discreto bilanciamento di genere nella
presenza islamica in Europa. Ma la secolarizzazione ha iniziato già con la
seconda generazione mentre nella terza è veramente una minoranza che frequenta
il luogo di culto. Talvolta, in questa minoranza, sono presenti figli/e molto
religiosi/e anche in contrapposizione ai propri genitori ed in continuità con i
nonni creando conflitti non sempre facile da gestire.
Poi vi sono le “identità
reattive”; sia tra i cattolici che tra i mussulmani. Un Calderoli che si
sposa con rito celtico e scopre poi strumentalmente di essere cristiano od una
Fallacci che ad un tratto ama il suono delle campane sono solo un paio di
esempi. Detto questo i partiti antislamici sono in crescita in tutta Europa.
A proposito di contraddizioni
l'Austria è il paese che più ha integrato le diverse religioni grazie all'ora
di religione diversificata. Nonostante questo la Carinzia ha inserito divieti a moschee e minareti rispondendo
a conflitti visceranti che vedono passeggiate con maialino. Anche in Italia ed
a Lodi in particolare è stata sparsa “urina di porco padano” perché i
maiali marcano il territorio. Il minareto è un segno di potenza come il
campanile e non è un caso che nella guerra di Bosnia siano stati abbattuti più
di 800 tra minareti e campanili. D'altronde questo ergersi verso l'alto
coinvolge tutto il pianeta basti pensare alla corsa delle città mondiali ad
avere il grattacielo più alto. Qui Freud avrebbe qualcosa da dire.
Il referendum in Svizzera ha vinto in tutti i cantoni a
parte le quattro città metropoli ove aperte. Quel referendum poteva vincere in
tutta Europa ma per fortuna riguarda i diritti fondamentali ed è, quindi, inapplicabile. Le
moschee sono oggetti transizionali che aiutano l'interazione. Il
problema vero è che l'Europa è diventata immensamente plurale. Le nostre
Costituzioni sono state scritte quando eravamo nazioni omogenee; anche dal
punto di vista religioso. Per l'Europa, questo pluralismo, è una novità
storica... a differenza degli USA ove si possono vedere diverse chiese di
diverse confessioni in fila sulla stessa via.
Oggi non dobbiamo avere paura
delle moschee perché tutti coloro che si arruolano nelle organizzazioni
terroristiche oggi lo fanno via internet e non via moschea. Chi
teorizza che l'Isis è una lunga mano dell'Occidente non sa cosa dice. E' un po'
come le BR – Brigate Rosse che immaginavano il “grande regista delle
multinazionali” oppure “l'11 settembre voluto dagli ebrei”... sono balle che
inquietano.
Le BR sono state vinte quando
a sinistra si è smesso di dire che erano solo infiltrati fascisti. Si è
smesso di dire che erano solo "sono compagni che sbagliano". E si è
detto: "sono assassini". Sono state vinte anche con la repressione ma
anche con una battaglia culturale interna. I musulmani non possono dire
"non c'entro" con l'Islam. Così come la riflessione di sinistra degli
anni 70 non poteva dire di non c'entrare con le Brigate Rosse.
Chi parte dall'Europa verso
teatri di guerra parte perché pensa di fare una cosa positiva. Le religioni contano
ancora; danno un senso, soprattutto durante le crisi economiche. L'Islam è
l'occidente dell'oriente. Islam, ebraismo e cristianesimo sono figli della
stessa storia. Tutte nate in uno sputo di terra. Gli islamici di Roma, prima di
aprire le loro macellerie, andavano nel ghetto a comprar la carne.
Come sortirne?
Se in Italia, per esempio, si
andasse oltre l'ora di religione – che peraltro non salda alcuna fede – per
approdare all' “ora delle religioni” più dignitosa sarebbe già un passo in
avanti. E' da dentro il mondo cattolico che deve nascere una protesta.
Sapere che i terroristi usano
bene la comunicazione via social. Youtube piace ai ragazzi delle superiori
ove fanno adepti. Importante è non divulgare video violenti. Quello che è nuovo
dell'Isis non è che sgozzino le persone. E' che ci fanno sopra teatro,
comunicazione. E lo fanno con molta professionalità.
La Germania ha fondato 5
facoltà di studi islamici finanziati dallo Stato... accanto alle facoltà di
studi cristiani o facoltà ebraiche. Ciò favorisce la Teologia islamica europea
contestualizzata che è nonviolenta tenendo debitamente a distanza, almeno sul
piano culturale, ogni forma di violenza. Il terrorismo, infatti, va combattuto
tramite un percorso d'integrazione.
In Europa ci sono dei valori
universali e sono molte le persone che vengono qui per la libertà. C'è un
fascino europeo per questi diritti. Il populismo che purtroppo dilaga in Europa
non ha un progetto politico o una visione politica. Ma noi abbiamo il compito
morale di salvare l'anima dell'Europa che ci ha garantito 70 anni di pace e di
stabilità.