Sapete, anche nel Pacifico abbiamo le invasioni … no, non sto parlando dell’invasione dei Giapponesi durante la seconda Guerra Mondiale, questa invasione è più “pacifica”, anche se decisamente distruttiva: lumache!
Era da circa tre anni che sentivamo alla radio e leggevamo sul giornale a proposito di queste “lumache giganti africane”, arrivate sulle isole probabilmente con una nave cargo e diffusesi in un batter d’occhio fino a diventare un danno per l’agricoltura locale (ho letto su internet che è tra le cento specie animali considerate più dannose al mondo!). Noi non le avevamo ancora viste e ci chiedevamo a cosa assomigliassero.... ebbene, ad ottobre due o tre di questi elementi sono apparsi sul muretto della nostra recinzione.... ora sono migliaia!!!
Si moltiplicano in modo esponenziale, considerando che tutte le lumache sono ermafrodite e quindi tutte produttive. Gli adulti sono grossi come il pugno di una mano, tanto che quando le raccolgo ho paura che mi possano mordere! Sono dappertutto: sulle orchidee, sugli alberi da cocco, sui muri delle case, tra l’erba alta, si rifugiano nella grotta di Lourdes e fanno compagnia alla Madonnina, ma quando sono troppe le sloggio tutte! Quando passeggiamo nel giardino, sentiamo “cric-crac” perché le calpestiamo.
Il danno maggiore che ci arrecano, non avendo un orto vero e proprio, è alle piante di banane: mangiano le foglie delle piantine giovani, così muoiono e non abbiamo il ricambio (il banano infatti produce un solo casco di banane e poi muore, ma alle sue radici ci sono le nuove piantine che crescono e provvedono alla produzione successiva).
Il Governo ha chiesto alla cittadinanza di segnalare la presenza di questo vorace animaletto e credo che mandi degli addetti a disinfestare con degli agenti chimici, ma noi non vogliamo inquinare il nostro terreno e allora ci limitiamo a tenere il numero sotto controllo con l’eliminazione “manuale”. Al mattino, per esempio, abbiamo inventato un nuovo sport: il lancio della lumaca. Quando andiamo a Messa con le ragazze, raccogliamo le lumache che ci capitano tra i piedi e le lanciamo sulla strada, così le macchine le schiacciano (!!!). A dire la verità questo sport è praticato un po’ dappertutto, perché quando vado a fare la spesa o alla scuola agricola di Don Bosco per insegnare, trovo gruppi di lumache lanciate sulla strada!
Ogni tanto poi abbiamo la “gara delle lumache”. No, non è la corsa fatta dalle lumache come si vede nei cartoni animati; semplicemente diamo un secchio a ciascuna delle ragazze e le “sguinzagliamo” per il compound: chi ne raccoglie il maggior numero, vince un peluche (è un articolo estremamente desiderato tra le ragazze!). Poi mettiamo le lumache raccolte sotto sale o sotto limone e si sciolgono in un batter d’occhio.
Se solo non facessero così schifo alla vista, si potrebbero mangiare ed allora l’eliminazione diventerebbe più efficace, ma la gente qui non conosce l’animale e quando dico che in Europa le mangiamo restano inorriditi.
Ora che siamo nella stagione delle piogge, le lumache pullulano allegramente, ma in effetti a gennaio, la nostra estate, il numero era decisamente contenuto perché il sole le bruciava in fretta, al mattino, quando non facevano in tempo a rifugiarsi all’ombra. Speriamo di non ritrovarcele nel letto!!!
Anche quest’anno l’ostello è al completo e tante famiglie ancora vengono a chiedere se c’è posto. Qualcuno ci ha detto che dovremmo costruirne un altro così ci stanno tutte ed io ho risposto: “Se ci date i soldi ne costruiamo anche tre!”.
Quello che invece dovremo costruire al più presto è un gruppo-doccie, perché sette doccie per 36 ragazze è un po’ poco: al mattino e alla sera c’è la gara a chi arriva prima a fare la doccia.
Tra l’altro l’impianto idrico è stato fatto in modo sbagliato: hanno collegato i rubinetti dei lavandini dei bagni, della cucina, della lavanderia e delle doccie tutti insieme e ad una sola linea, così quando le ragazze fanno la doccia non c’è acqua nei rubinetti e viceversa. E poi ci mancava anche che una tanica dell’acqua che alimenta le due case è scoppiata, lasciandoci all’asciutto per una settimana (tanto ci è voluto per gli idraulici venire e sostituirla!).
Le ragazze non si lamentano, sono abituate a non avere acqua nelle loro case, ad andare al fiume o ai pozzi a prenderla tutti i giorni, a lavarsi coi secchi e qui abbiamo le taniche dell’acqua piovana a portata di mano quindi è per loro comunque vantaggioso.
Anche il corso di Economia Domestica è al completo: metà sono signore sposate e metà ragazze analfabete, tutte con il desiderio di imparare qualsiasi cosa si proponga loro. Pensate che il corso inizia alle nove di mattina, ma alle sette e mezza sono già qui; qualcuna fa colazione, poi prendono il lavoro a ricamo o a uncinetto che stanno imparando e in silenzio si mettono all’opera. È quello che manca nelle loro case superaffollate: il silenzio e la tranquillità.
Ora che il corso è conosciuto in città, vengono continuamente e chiedere di iscriversi, ma anche per questa nostra attività il numero è limitato, non avendo una scuola vera e propria.
Come vedete ce n’è per tutti qui alle Isole Salomone. Più procediamo nella missione, più ci rendiamo conto di quanto sia importante lavorare per le donne, aiutandole nel loro cammino di consapevolezza ed acquisizione di un posto nella società. Quello che facciamo è poco, ma quando vediamo la serenità sui loro volti, il sorriso e la gratitudine per aver dato loro attenzione ed amore, capiamo che siamo nella direzione giusta e procediamo con coraggio e speranza, nonostante le taniche che esplodono!
Arrivederci alla prossima.
Sr Anna Maria Gervasoni