ROMA - Ci sarà la Settima Parola,
“Non commettere adulterio” (Esodo 20, 1.14), al centro dell’incontro che
giovedì 17 gennaio celebrerà a livello diocesano la Giornata di riflessione
ebraico cristiana. La conferenza, organizzata dall’Ufficio per l’ecumenismo e
il dialogo della diocesi di Roma, si svolgerà nell’Aula Multimediale Pio XI
dell’Università Lateranense, a partire dalle 17.30.
Dopo il saluto del rettore, il
vescovo Enrico dal Covolo, interverranno Riccardo Di Segni, rabbino capo della
Comunità ebraica di Roma, e il gesuita padre Reinhard Neudecker, docente
emerito di Letteratura rabbinica al Pontificio Istituto Biblico e alla
Pontificia Università Gregoriana.
Come ogni anno, in occasione
della “Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici
ed ebrei”, è stato redatto un sussidio a cura del presidente della Commissione
episcopale Cei per l’ecumenismo e il dialogo, monsignor Mansueto Bianchi
(vescovo di Pistoia), e del rabbino Elia Enrico Richetti, presidente dell’Assemblea
dei Rabbini d’Italia.
«Le “Dieci Parole” - scrivono i
due curatori nella Presentazione - chiedono il rispetto, la protezione della
vita, contro ogni ingiustizia e sopruso, riconoscendo il valore di ogni persona
umana, creata a immagine e somiglianza di Dio». Inoltre, «chiedono di
conservare e promuovere la santità della famiglia nella quale si realizza la
santificazione delle rispettive identità sessuali».
In particolare, «la “Settima
Parola” riguarda la santificazione del Nome di Dio nel patto di alleanza che
l’uomo e la donna stringono davanti a lui, e che vincola i due sposi,
consacrati l’uno all’altra e reciprocamente per un amore sessualmente intimo,
gioiosamente vissuto con apertura verso la procreazione dei figli, secondo il
piano divino della creazione e della redenzione». E concludono: “Non farai
adulterio” (Es 20, 14), nella sua concisione, esprime il progetto di Dio per i
suoi figli e figlie, chiamati a vivere nella santità della vita coniugale resa
sacra dall’Eterno».
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