A Pontianak nasce il San Giovanni della
Croce, all’insegna del motto “Amare Dio e farlo amare”. Esso è un segno della
ricchezza della Chiesa locale, dove la fede “porta frutti”. Sacerdote
indonesiano: il mondo ha bisogno di testimonianze cristiane, dove Gesù sia “il
centro della vita”.
Jakarta - Un centro dove imparare ad "Amare Dio e farlo amare",
come recita il suo motto, e un luogo dove approfondire le basi del Vangelo per
adempiere all'opera di annuncio che è "compito di ciascun cristiano".
Con questo spirito è nato in un quartiere di Pontianak,
capoluogo della provincia indonesiana di Kalimantan Occidentale, sull'isola del
Borneo, l'Istituto teologico e filosofico di San Giovanni della Croce,
inaugurato nei giorni scorsi. Come
riferisce ad AsiaNews p. Yohanes Indrakusuma, il centro è dedicato al
religioso e poeta spagnolo del XVI secolo riformatore dell'Ordine dei
Carmelitani Scalzi, perché è "al tempo stesso un teologo e Dottore della
Chiesa".
Concluso l'iter
dei lavori, l'istituto ha preso forma ed è stato inaugurato in via ufficiale il
12 gennaio scorso dall'arcivescovo di Pontianak. A questo, spiegano gli
ideatori del progetto, si affiancheranno nel tempo altre strutture, fra cui in
centro spirituale e di ricerca, dormitori e un convento per frati e suore. Esso rappresenta un segno della ricchezza della
Chiesa indonesiana, dove la fede "è viva" e porta frutti" anche
in un contesto a larga maggioranza islamica".
Nato nel 1938 in
una piccola cittadina di East Java da una famiglia di origine cinese, p.
Yohanes Indrakusuma ha compiuto studi di teologia a Roma e Parigi, dopo aver
ricevuto l'ordinazione sacerdotale nel 1967. Attivo in diverse aree
dell'arcipelago, egli è convinto che l'Istituto di teologia "eserciterà
una grandissima influenza" sul futuro della Chiesa cattolica in Indonesia.
L'obiettivo è quello di "formare persone con una fede profonda", che
facciano di Gesù Cristo "il centro della loro vita, a prescindere dal
fatto che siano sacerdoti, religiosi o laici attivi nella pastorale".
Il mondo ha
bisogno di testimonianze cristiane, racconta p. Yohanes, capaci di ricordare a
tutti che "Cristo è una presenza viva" e tocca tanto i laici, quanto
preti e suore. "Abbiamo realizzato - conclude il sacerdote - che non solo
preti e religiosi devono diventare uomini e donne di Dio, ma anche tutti i
laici che verranno formati all'Istituto teologico di San Giovanni della
Croce" perché possano diventare "davvero uomini e donne di Dio, che
vivono nello Spirito Santo" e siano "strumento nelle Sue mani".
In Indonesia,
nazione musulmana più popolosa al mondo, i cattolici sono una piccola minoranza
composta da circa sette milioni di persone, pari al 3% circa della popolazione
totale. Nella sola arcidiocesi di Jakarta, i fedeli raggiungono il 3,6% della
popolazione. La Costituzione sancisce la libertà religiosa, tuttavia la
comunità è vittima di episodi di violenze, discriminazioni e abusi, soprattutto
nelle aree in cui è più radicata la visione estremista dell'islam, come nel
caso della Yasmin Church a Bogor (West Java) o la Hkbp Filadelfia a Bekasi.
Tuttavia, in diversi frangenti e aree i cattolici restano una parte attiva
della società e contribuiscono allo sviluppo della nazione o all'opera di aiuti
durante le emergenze (cfr. AsiaNews18/01/2013 Jakarta,
cattolici in aiuto alle vittime dell'alluvione).
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