E’ stata completata la sezione principale della barriera di separazione
voluta da Israele lungo il confine con l’Egitto, nel deserto della penisola del
Sinai. Lunga 230 chilometri e alta cinque metri, la
barriera – composta di pali, reti e filo spinato ed equipaggiata da sistemi di
sorveglianza elettronica dell’esercito – è stata inaugurata ufficialmente ieri
sebbene manchino ancora 14 chilometri attorno alla città di Eilat, nell’estremo
sud del paese.
La barriera è
stata pensata per fermare i flussi immigratori provenienti dall’Africa e
rientra nell’ambito di iniziative contro l’immigrazione irregolare del primo
ministro Benjamin Netanyahu. Quest’ultimo ieri ha riferito con enfasi del
completamento dei lavori e ha fatto riferimento all’espulsione e al rimpatrio
di migliaia di immigrati africani avvenuta negli ultimi mesi: secondo organizzazioni
umanitarie molti di questi migranti si trovavano però nella posizione di potere
accedere allo status di rifugiati perché in fuga da paesi in guerra o da
situazioni di estrema povertà.
Le dichiarazioni
di Netanyahu devono essere lette anche alla luce della campagna elettorale per
le elezioni legislative in programma il prossimo 22 gennaio.
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