Incontro al Colle Don Bosco dei
giovani dei Centri Salesiani che partecipano durante l'estate a esperienze
missionarie
di Eugenio Fizzotti
ROMA - Venerdì 28 settembre a
Torino nella Sala Rossa di Palazzo Civico, nel corso dei festeggiamenti per i
25 anni del Volontariato Internazionale per lo Sviluppo (VIS), interverranno
Don Pascual Chàvez, Rettor Maggiore della Congregazione Salesiana, Piero Fassino,
Sindaco di Torino, Carola Carazzone, Presidente del VIS, Giovanni Maria
Ferraris, Presidente del Consiglio Comunale,Carlo Romeo, Direttore Responsabile
Segretariato Sociale Rai, Don Stefano Martoglio, Ispettore dei Salesiani del
Piemonte. Il giorno dopo interverranno anche la superiora generale delle Figlie
di Maria Ausiliatrice, Madre Yvonne Reungoat, il Consigliere per le Missioni
Salesiane, Don Vaclav Klement e la Consigliera per le Missioni delle Figlie di
Maria Ausiliatrice, Sr. Alaide Deretti.
Il giorno dopo, sabato 29
settembre, avrà luogo l’Harambée, l’incontro festoso e l’appuntamento più
importante dell’Animazione Missionaria Salesiana a livello nazionale che
riunisce più di 250 ragazzi (giovani e meno giovani) che hanno svolto
l’esperienza formativa di un mese in un Paese del Sud del Mondo.
Si tratta, dunque, di due giorni
di testimonianza e di festa a cui sono chiamati i giovani che durante l’estate
hanno vissuto un’esperienza formativa presso una missione salesiana di un Paese
povero. Provenienti da tutta Italia, quest’anno si incontreranno al Colle don
Bosco per annunciare la pienezza e la conversione del cuore che l’esperienza
vissuta è capace di regalare, testimoniando l’impegno salesiano di ridare
dignità ai più piccoli.
In realtà è un incontro tra
persone che, come don Bosco, hanno scoperto che lavorare per i poveri è un
cammino privilegiato per fare esperienza di Dio e l’annuncio di Cristo è
profondamente legato sia alle grandi scelte di vita che ai piccoli gesti di
amore quotidiani.
Dopo lo scambio delle reciproche
esperienze e i momenti di riflessione guidati dalla Superiora Generale delle
Figlie di Maria Ausiliatrice Madre Yvonne Reungoat e dal Consigliere Generale
per le missioni salesiane don Václav Klement, il Rettor Maggiore dei Salesiani
don Pascual Chávez Villanueva commenterà una frase ricorrente di don Bosco:
“Siate felici nel tempo e nell’eternità” e subito dopo celebrerà nella basilica
di Maria Ausiliatrice l’Eucaristia durante la quale avrà luogo il 143° mandato
missionario a numerosi consacrati e laici.
Evidenziando che questa
celebrazione, come appuntamento storico per i Salesiani, costituisce il fulcro
e la ragione dell’ideazione dell’Harambée, è bene ricordare che fu don Bosco
infatti l’11 novembre 1875 aconsegnare il primo mandato missionario a Salesiani
e laici in partenza perla Patagonia. Da allora, ogni anno, il Rettor Maggiore
dei Salesiani e la Superiora Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice
ripetono questo gesto, consegnando le croci benedette ai membri della Famiglia
Salesiana e ai volontari laici in partenza per le missioni di tutto il mondo.
Intorno a questa cerimonia più di
vent’anni fa nacque l’Harambée, finalizzato a rendere manifesta in modo
particolare ai giovani, in procinto di decidere della propria vita, la bellezza
di una scelta di missionarietà definitiva qual è quella compiuta dai
consacrati, suscitando in loro risposte altrettanto generose.
L’esperienza formativa estiva
vissuta durante l’estate da molti dei partecipanti viene così verificata e i
giovani sono invitati ad approfondire la propria dimensione missionaria e farne
la parte fondante del proprio futuro. Del resto scegliere la solidarietà,
realizzare l’apertura agli altri e impegnarsi con generosità e coerenza nella
testimonianza evangelica è possibile sempre e per tutti, sia consacrandosi alla
vita religiosa che rimanendo nel mondo secolare.
L’Harambée, dunque, mentre è lo
scambio di testimonianze dell’esperienza missionaria estiva, momento formativo
unico e imperdibile, è anche l’inizio del “prendersi cura di…” da parte dei
nuovi volontari internazionali che partono per uno/due anni. E sono ogni anno
più numerosi i membri di gruppi giovanili che scelgono di condividere il senso,
la gioia e l’esperienza delle testimonianze missionarie, coinvolgendosi nel
cammino di formazione caratterizzato da spiritualità, mondialità, missionarietà
salesiana, educazione e diritti umani, cooperazione e solidarietà
internazionale.
E anche chi, pur avendo la spinta
missionaria di Don Bosco, non ha potuto lasciare l’Italia, è invitato a
partecipare all’Harambée per rafforzare la decisione di mettere la propria vita
a disposizione del Regno di Dio perché attraverso la conoscenza della storia di
Don Bosco si colgono gli interrogativi esistenziali riguardanti cosa è possibile
fare di più per i giovani poveri.
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