Il Papa all'Angelus: «Il metodo della missione cristiana è quello della
fiamma condivisa che riscalda l’anima». L'applauso per Afra Martinelli. Il
pensiero ai terremotati delle Filippine
Andrea Tornielli - Città del
Vaticano
«Il metodo della missione cristiana non è il proselitismo, ma quello della fiamma condivisa che riscalda l’anima». Lo ha detto Papa Francesco all'Angelus di oggi, durante il quale ha ricordato missionari e missionarie che danno la loro vita, come l’italiana Afra Martinelli, uccisa in Nigeria. Il Papa ha chiesto ai fedeli di salutarla con un applauso.
Prima dell'Angelus, Francesco
aveva commentato il Vangelo di oggi, con la parabola della vedova che, a forza
di supplicare un giudice disonesto, riesce a farsi fare giustizia da lui. «Gesù
conclude: se la vedova è riuscita a convincere quel giudice, volete che Dio non
ascolti noi, se lo preghiamo con insistenza? L’espressione di Gesù è molto
forte: "E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno
e notte verso di lui?". “Gridare giorno e notte” verso Dio! Ci colpisce
questa immagine della preghiera. Ma chiediamoci: perché Dio vuole questo? Lui
non conosce già le nostre necessità? Che senso ha “insistere” con Dio?», ha
chiesto il Papa.
«Questa è una buona domanda - ha
aggiunto - che ci fa approfondire un aspetto molto importante della fede: Dio
ci invita a pregare con insistenza non perché non sa di che cosa abbiamo
bisogno, o perché non ci ascolta. Al contrario, Lui ascolta sempre e conosce
tutto di noi, con amore. Nel nostro cammino quotidiano, specialmente nelle
difficoltà, nella lotta contro il male fuori e dentro di noi, il Signore è al
nostro fianco; noi lottiamo con Lui accanto, e la nostra arma è proprio la
preghiera, che ci fa sentire la sua presenza, la sua misericordia, il suo
aiuto».
Ma la lotta contro il male ha
detto ancora Francesco, «è dura e lunga, richiede pazienza e resistenza... È
così: c’è una lotta da portare avanti ogni giorno; Dio è il nostro alleato, la
fede in Lui è la nostra forza, e la preghiera è l’espressione della fede.
Perciò Gesù ci assicura la vittoria, ma si domanda: "Il Figlio dell’uomo,
quando verrà, troverà la fede sulla terra?".
Se si spegne la fede, si spegne
la preghiera, e noi camminiamo nel buio, ci smarriamo nel cammino della vita».
Per questo, ha spiegato il Papa, bisogna imparare «dalla vedova del Vangelo a
pregare sempre, senza stancarci. Ma non per convincere il Signore a forza di
parole! Lui sa meglio di noi di che cosa abbiamo bisogno! Piuttosto la
preghiera perseverante è espressione della fede in un Dio che ci chiama a
combattere con Lui, ogni giorno, ogni momento, per vincere il male con il
bene». Francesco ha anche ricordato le tante vedove, le tante donne che con
coraggio e perseveranza spendono la loro vita per la famiglia e per i figli.
Dopo l'Angelus, Bergoglio ha
ricordato la Giornata Missionaria Mondiale, che si celebra oggi. La missione
della Chiesa, ha spiegato, è «diffondere nel mondo la fiamma della fede, che
Gesù ha acceso: la fede in Dio che è Padre, Amore, Misericordia». E il metodo
della missione cristiana «non è il proselitismo, ma quello della fiamma
condivisa che riscalda l’anima».
Dopo aver ringraziato quanti
sostengono con preghiere e aiuti le missioni e la «sollecitudine del vescovo di
Roma per la diffusione del Vangelo», Francesco ha ricordato «tutti i missionari
e le missionarie, che lavorano tanto senza far rumore, e danno la vita. Come
l’italiana Afra Martinelli, che ha operato per tanti anni in Nigeria: qualche
giorno fa è stata uccisa, per rapina; tutti hanno pianto, cristiani, musulmani.
Lei ha annunciato il Vangelo con la vita, con l’opera che ha realizzato, un
centro di istruzione; così ha diffuso la fiamma della fede, ha combattuto la
buona battaglia! Salutiamola con un applauso!».
Francesco ha quindi citato
Stefano Sándor, che ieri è stato proclamato beato a Budapest. «Era un salesiano
laico - ha detto - esemplare nel servizio ai giovani, nell’oratorio e
nell’istruzione professionale.
Quando il regime comunista chiuse
tutte le opere cattoliche, affrontò le persecuzioni con coraggio, e fu ucciso a
39 anni». Bergoglio ha poi assicurato la sua vicinanza «alle popolazioni delle
Filippine colpite da un forte terremoto» e ha invitato «a pregare per quella
cara nazione, che di recente ha subito diverse calamità». E infine ha salutato
tutte le mamme dell'Argentina, nel giorno in cui nel paese sudamericano si
celebra la Festa della Mamma.
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