15 ottobre 2013

AFRICA - I Vescovi dell’Africa del Nord: “I nostri Paesi sono diventati anche luoghi di immigrazione”

Roma - “L’invito di Papa Francesco ad andare verso le “periferie” ci esorta a vivere la chiamata dell’incarnazione nell’umiltà, nel servizio e con speranza” affermano i membri della Conférence des Evêques de la Région Nord de l’Afrique (CERNA) in un comunicato inviato all’Agenzia Fides, pubblicato al termine della loro riunione che si è tenuta a Roma dal 6 al 9 ottobre. 
I Vescovi del Nord Africa, che il 9 ottobre hanno partecipato all’Udienza generale con il Santo Padre, ricordando che Papa Francesco li ha incoraggiati a “consolidare le relazioni fraterne con i musulmani”.
Nel corso della loro riunione i partecipanti hanno condiviso le esperienze che vivono le singole chiese nei diversi Paesi della regione. La mancanza di sicurezza in Libia “ha avuto come conseguenza che la maggior parte delle comunità di religiose chiamate a operare nella sanità pubblica dalle autorità libiche sono state pregate di lasciare il Paese”. Il Vicario Apostolico di Tripoli, Mons. Giovanni Innocenzo Martinelli, ha affermato: “Non avrei mai pensato che la Libia potesse un giorno conoscere una tale situazione (…), non abbiamo fatto niente contro di essa. Per me è una sofferenza terribile. Anche se non comprendo il disegno di Dio attraverso tutto ciò, con i miei fratelli e sorelle che sono rimasti, mi sforzo di perseverare nella speranza”.
Dagli altri Paesi nordafricani giungono segnali incoraggianti come l’arrivo di diverse comunità religiose nella diocesi algerina di Laghouat-Ghardaïa, la presenza di numerosi frati francescani, di Figlia della Carità e di Carmelitane nella diocesi marocchina di Rabat (che ha anche stipulato una convenzione con la Custodia francescana), e la creazione dell’Istituto Ecumenico di Teologia Al Mowafaqa da parte di questa diocesi e della Chiesa Evangelica del Marocco.
Sul tema dell’immigrazione, anche alla luce del recente dramma di Lampedusa, la CERNA sottolinea che occorre “andare oltre alla semplice assistenza che rimane indispensabile in caso di urgenza (la pastorale del Buon Samaritano), perché bisogna considerare il fenomeno migratorio nella sua globalità, nelle sue cause, nei suoi effetti, nelle sue conseguenze, e di discernere i giusti mezzi per sostenere le persone migranti”. “A questo proposito constatiamo che i nostri Paesi sono diventati anche Paesi d’immigrazione e non solo Paesi di emigrazione e di transito” conclude il comunicato rallegrandosi con l’adozione da parte del Marocco di una “politica migratoria che mira all’integrazione dei migranti, nel rispetto dei diritti umani”.


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